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Modelli di partenariato pubblico- privato per il ... - Roland Berger

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ecu<strong>per</strong>ando la delega legislativa già prevista dalla Legge 166/2002, si suggerisce <strong>di</strong><br />

mo<strong>di</strong>ficare l'attuale normativa al fine <strong>di</strong> prevedere che tutti i cre<strong>di</strong>ti delle società <strong>di</strong><br />

progetto (sia presenti, sia futuri ed inclusi quelli verso i partner pubblici) possano<br />

essere costituiti in pegno o ceduti in garanzia dalla società ad Istituti <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to o ad<br />

altri soggetti finanziatori, senza la necessità del consenso del debitore ceduto, anche<br />

quando gli stessi non siano ancora liqui<strong>di</strong> ed esigib<strong>il</strong>i. Analogamente, si suggerisce <strong>di</strong><br />

rafforzare le tutele previste dalla normativa <strong>per</strong> i cre<strong>di</strong>tori delle società <strong>di</strong> progetto, al<br />

fine <strong>di</strong> incentivarli ad erogare alle stesse capitale <strong>di</strong> debito; in questo caso, sarebbe<br />

opportuno stab<strong>il</strong>ire che i cre<strong>di</strong>ti dei soggetti che finanziano una società <strong>di</strong> progetto<br />

abbiano priv<strong>il</strong>egio generale su tutti i beni mob<strong>il</strong>i, materiali e immateriali, presenti e<br />

futuri, e sui cre<strong>di</strong>ti, presenti e futuri, della società.<br />

Infine, si suggerisce la riforma dell'articolo che regola le modalità <strong>di</strong> subentro nei casi<br />

<strong>di</strong> risoluzione <strong>di</strong> un rapporto concessorio <strong>per</strong> motivi attribuib<strong>il</strong>i al concessionario; in<br />

particolare, si propone <strong>di</strong> allungare la scadenza attualmente <strong>di</strong>sciplinata, prevedendo<br />

la facoltà <strong>per</strong> i finanziatori <strong>di</strong> esercitare <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> sostituzione del concessionario<br />

entro 6 mesi dal ricevimento della comunicazione scritta da parte<br />

dell'amministrazione concedente dell'intenzione <strong>di</strong> risolvere <strong>il</strong> rapporto. Ciò<br />

determinerebbe un aumento dell'attuale livello <strong>di</strong> tutela <strong>di</strong> coloro che erogano capitale<br />

ai concessionari e, <strong>di</strong> conseguenza, un incentivo a favorire la <strong>di</strong>ffusione degli<br />

strumenti della concessione al fine <strong>di</strong> realizzare infrastrutture nel nostro Paese.<br />

Oltre alle raccomandazioni fin qui espresse e relative a specifiche fasi del processo <strong>di</strong><br />

realizzazione e gestione delle infrastrutture, si suggerisce l'adozione <strong>di</strong> ulteriori<br />

interventi tecnico-o<strong>per</strong>ativi e normativi che possono favorire sia una maggiore<br />

<strong>di</strong>ffusione dei modelli <strong>di</strong> <strong>partenariato</strong> <strong>per</strong> la realizzazione delle infrastrutture, sia<br />

l'ingresso <strong>di</strong> o<strong>per</strong>atori privati nazionali ed esteri nel mercato italiano del PPP; al<br />

riguardo si segnalano, in particolare:<br />

• attività <strong>di</strong> formazione ed educazione all'ut<strong>il</strong>izzo dei modelli presso gli Enti Locali;<br />

• sistematizzazione della normativa ed introduzione del modello della concessione<br />

con pedaggio ombra;<br />

• implementazione della riorganizzazione dell'UFP, con eventuale successiva<br />

espansione del relativo ambito <strong>di</strong> responsab<strong>il</strong>ità, e <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> Unità tecniche<br />

regionali;<br />

• introduzione <strong>di</strong> una <strong>di</strong>sciplina specifica <strong>per</strong> i processi <strong>di</strong> contenzioso;<br />

• estensione del modello del Project Finance anche alle concessioni <strong>di</strong> gestione;<br />

• introduzione <strong>di</strong> regimi fiscali agevolati <strong>per</strong> i progetti in PPP;<br />

• introduzione <strong>di</strong> una figura <strong>di</strong> ente <strong>pubblico</strong> capof<strong>il</strong>a del progetto nei casi <strong>di</strong><br />

coinvolgimento <strong>di</strong> una pluralità <strong>di</strong> Enti Locali.<br />

Si raccomanda, <strong>per</strong>tanto, la <strong>di</strong>ffusione della conoscenza degli strumenti idonei ad<br />

attivare collaborazioni tra <strong>pubblico</strong> e <strong>privato</strong> presso gli enti della PA, nonché la<br />

con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> best practices ed esempi <strong>di</strong> successo presso gli stessi referenti,<br />

attraverso attività <strong>di</strong> formazione ed educazione all'ut<strong>il</strong>izzo dei modelli <strong>di</strong> PPP, che<br />

possono essere effettuate con l'organizzazione <strong>di</strong> workshop e tavole rotonde<br />

de<strong>di</strong>cate, all'interno <strong>di</strong> un piano strategico <strong>di</strong> comunicazione che favorisca <strong>il</strong><br />

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