Triathlon giovanile: distanze di gara a confronto - Scienze motorie

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ascolto alle esperienze della pratica di campo quotidiana sembrano emergere dubbi su queste scelte. Bambini e adolescenti, allenati da alcuni anni, dopo carichi di gara molto impegnativi possono raggiungere valori di lattato molto elevati: sono stati riscontrati, di conseguenza, livelli di catecolamine fino a 10 volte superiori rispetto a quelli basali. Invece, per intensità di lavoro contenute entro la soglia anaerobica, corrispondenti a circa l’80% del VO 2 max con frequenze cardiache comprese tra 160 e 180 pulsazioni/minuto, non si va oltre il raddoppio dei valori delle catecolamine a riposo. Di conseguenza, carichi di natura prevalentemente anaerobico-lattacida sono considerati da molti autori inadatti ai giovanissimi, non soltanto a causa della loro scarsa capacità anaerobica, e della peggiore capacità di recupero che vi è collegata, ma anche perché rappresentano un fattore di stress difficilmente sopportabile. Ciò spiegherebbe perché una gara di triathlon breve possa suscitare quelle sensazioni che una gara di ciclismo di durata tripla sembra non provocare. Quindi, il problema fondamentale sembra non essere rappresentato dal volume ma dall’intensità del carico: “…Se, nel periodo della prima età puberale, la capacità di adattamento funzionale viene sollecitata solo scarsamente non si raggiunge il pieno sviluppo della capacità di prestazione di resistenza. ...In questa fascia d’età, l’allenamento decide quale sarà la futura capacità di prestazione soprattutto perché in questo periodo esistono una capacità ed una tollerabilità del carico elevate” (7). In base a quanto esposto, crediamo che in uno sport come il triathlon occorrerebbe sin dalle prime fasce giovanili inserire distanze che non consentano di raggiungere livelli elevati di intensità e che “insegnino” quanto prima ai ragazzi a trovare la giusta velocità di gara. Del resto ciò già accade nel nuoto, dove anche a livello italiano giovani di 13/14 anni possono gareggiare dai 50 fino ai 1500 m, imparando quindi a distinguere tra la velocità da tenere sulle varie distanze (8). In Atletica Leggera, la FIDAL prevede distanze fino a 3.500 metri per la corsa in montagna nella categoria Cadetti (9). Altro esempio è rappresentato dal ciclismo, dove le distanze, che arrivano fino a 40 chilometri (10), vengono mitigate dalla tattica di gara, in quanto a fasi ad alta intensità seguono fasi di sostanziale recupero. Questo non accade in una gara di triathlon giovanile, almeno in Italia, dove a causa dell’esiguità delle distanze non c’è spazio per nessuna tattica e si compete sostanzialmente a cronometro dall’inizio alla fine. 42 Nazione Nuoto Ciclismo Corsa (m) (km) (m) Italia 200 6 1,5 USA 400 12,8 2,5 Canada 500 15 3 New Zealand 14 300 10 2,4 New Zealand 15 500 16 3,6 Australia 14 400 12 3 Australia 15 600 16 4 ITU 375 10 2,5 Tabella 3 - Distanze di gara nella categoria Cadetti. Nell'ultima riga, le proposte ITU (l’International Triathlon Union). CONCLUSIONI “Un modello di prestazione si può definire come il risultato della individuazione o della definizione teorica delle differenti modalità con le quali l’organismo affronta e soddisfa le esigenze della prestazione specifica” (11). La prestazione del giovane ragazzo o cadetto nel triathlon ha una sua specificità, degna di essere più accuratamente indagata da un punto di vista metodologico: il problema fondamentale del Triathlon “giovanile” sembra infatti essere rappresentato dall’intensità e non dal volume del carico. Crediamo che ci sia in Italia un eccessivo timore nel proporre distanze “lunghe”; sembra che le distanze proposte non sempre rispettino la giusta progressione che le caratteristiche di sviluppo del giovane imporrebbero: come se si pensasse al piccolo triatleta come ad un “triatleta piccolo”, incorrendo nell’errore di considerare il bambino o il ragazzo un piccolo adulto e quindi diminuendo proporzionalmente il carico di lavoro in gara. In altre parole, siamo convinti che in Italia il modello di prestazione del giovane triathleta differisca notevolmente da quello dell’adulto e che quindi i Nazione Categorie Nuoto Ciclismo Corsa (m) (km) (m) Italia Ragazzi (12/13) 100 4 1 Canada 12-13 years 300 15 3 USA (11/12) 200 10 2 USA (13/15) 400 12,8 2,5 Aus 12 anni 200 10 2 Aus Junior (13/14) 400 12 3 NZ Junior (Under 14) 300 10 2,4 NZ Intermediate (Under 16) 500 16 3,6 Tabella 4 - Distanze di gara per categorie corrispondenti alla fascia di età 12-13 anni (cat. italiana Ragazzi). ITALIAN JOURNAL of SPORT SCIENCES
presupposti per l’allenamento siano diversi in maniera radicale. Fermo restando l’aspetto prettamente ludico che deve assumere la pratica sportiva nelle fasce d’età “giovanili”, ci troviamo nelle categorie oggetto d’indagine di fronte al dilemma se aumentare o meno i volumi sia di lavoro che di gara, per preparare al meglio futuri atleti di alta qualificazione salvaguardando la salute psichica dei nostri giovani, o proseguire con gare promozionali, sicuramente divertenti ma prive di qualsiasi valore, più che agonistico, diremmo propedeutico. Infine, le caratteristiche di intensità delle brevi distanze attualmente utilizzate possono rappresentare un notevole stress per i partecipanti, con il rischio di favorire un precoce abbandono dell’attività. Sembra opportuno, quindi, valutare più approfonditamente, da un punto di vista fisiologico e psicologico, le caratteristiche del modello di prestazione del Triathlon giovanile per proporre, se necessario, modifiche alle distanze di gara se queste dovessero effettivamente rivelarsi poco adatte alle caratteristiche dei giovani partecipanti. BIBLIOGRAFIA 1. Trabucchi P.:Le caratteristiche psicologiche connesse alla prestazione di alto livello nel triathlon - atti del convegno “Il Triathlon: aspetti medici e tecnici”, FiTri, Milano, 29 maggio 2004 2. http://www.triathlon.org 3. http://www.fitri.it/fitri.php?op=categorie 4. http://www.weetbix.com.au/try/faq.html#02 5. http://www.triwa.org.au/juniors_sunsmart.htm#mature 6. http://www.usatriathlon.org/Development/Youth.htm 7. Weineck J.:L’allenamento ottimale, Calzetti-Mariucci editore, Perugia, 2001 8. http://www.federnuoto.it/nuoto.asp?p=regolamento 9. http://www.fidal.it/atleticacomunicati/files/Reg_Promo zionale_eso_rag_cad_06.doc 10. http://www.federciclismo.it/attivita/strada/norme.asp 11. Bellotti P., Matteucci E.: Allenamento sportivo, Teoria metodologia pratica, UTET, Torino, 1999 VOL. 13 - NUMERO 1-2 2006 43
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