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Luigi Di Ruscio - Biagio Cepollaro, poesia

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In tutti questi anni che abbiamo lavorato insieme<br />

io mi sono portato dietro i cosiddetti vizi d'origine<br />

le predisposizioni agli estremismi infantili<br />

gli istinti di classe quasi poppati nelle mammelle<br />

di mia madre<br />

ed oggi sto a guardare questo mondo che va per<br />

una strada più larga<br />

e rivedo tutti i giorni vissuti insieme<br />

i giorni memorabili in cui Krusciov parlava chiaro<br />

su Stalin<br />

i giorni angosciosi dell'Ungheria<br />

quando ce ne stavamo a misurare le pagine dei<br />

giornali<br />

mentre i carriarmati riportavano il silenzio per<br />

forando tutta Budapest<br />

ci scambiavamo tarde parole che stentavano a<br />

trovare la strada<br />

come distinguere allora la parte giusta<br />

in quell'ottobre il partito sparava sull'operaio<br />

e dovevamo scegliere i carriarmati o gli uomini<br />

il partito o gli uomini<br />

mentre da tutte le parti gettavano le loro parole<br />

d'ordine<br />

il socialismo è fallito le fabbriche ai padroni la<br />

terra agli agrari<br />

ed era quest'urlo che ci scoteva ancora<br />

e continuò una serie ininterrotta di giorni<br />

anche se ho timore anche se capisco male<br />

anche se il lavoro che mi è stato assegnato è di<br />

estrema facilità<br />

anche oggi fatico a dover risolvere la mia coscienza<br />

io non mi sono mai messo a cavallo di nulla e<br />

di nessuno ridendo.<br />

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