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Luigi Di Ruscio - Biagio Cepollaro, poesia

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Nel vicolo delle vergini nei deliri delle febbri dell'infanzia<br />

vi rotolavano le botti e le botti percuotevano le<br />

mura<br />

poi in quella strada rivenni per i libri che m'imprestavi<br />

a farti leggere le poesie che uscivano in maree<br />

costanti<br />

sulle pagine con calma ironica puntavi il dito<br />

sottile d'intellettuale<br />

e distinguevi i versi sbagliati da quelli che ora<br />

mi sbalordiscono<br />

ora so che vivere è facile se di sola vita si riesce ad<br />

essere saziati<br />

allora fu facile per me vivere tu m'incontravi sazio<br />

e felice<br />

i versi prendevano i rifiuti che s'ammucchiano alla<br />

coscienza<br />

per tuffarli negli sprofondi infiniti di questa corta<br />

vita<br />

nella tua camera dove ora troneggia la madonna<br />

del pianto<br />

con la faccia intontita e le sette spadine a trafiggergli<br />

il materno petto<br />

nelle credenze a muro i libri s'accatastavano<br />

e tu sceglievi quello che avrebbe dovuto aprire<br />

o arricchire l'interno<br />

e le mie letture erano frenetiche come avessero<br />

dovuto saziare<br />

una fame lungamente portata appresso<br />

ogni atto è un giro concluso solo i rifiuti tornano<br />

a galla<br />

la memoria riesce a ritrovare l'inconcluso<br />

lo screzio che ora mi porta una serie d'immagini<br />

certo potrò ancora fissare una serie di archi che<br />

si susseguono<br />

ma le botti rotolavano solo nei miei sogni<br />

il bottaro lavora in un'altra strada<br />

più lontano mette insieme le doghe<br />

e rimbombano i colpi.<br />

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