Luigi Di Ruscio - Biagio Cepollaro, poesia
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Per David<br />
Mettevo la mano sul ventre di tua madre per sentire<br />
la tua testa<br />
poi presentasti alla luce i tuoi capelli la tua bocca<br />
sdentata<br />
occupata a cacciare dal petto tutti i tuoi urli<br />
ora guardo la tua faccia vera<br />
i tuoi piedi che ancora non hanno toccato la terra<br />
la tua bocca odorosa di latte che ancora non ha<br />
detto nessuna parola<br />
le tue braccia che agiti come per allegri addii<br />
gli occhi che inseguono tutto quello che nella<br />
luce si muove<br />
i tuoi due denti aguzzi come chiodi con cui mordi<br />
tuo padre<br />
la tua bocca che si apre per un linguaggio di sillabe<br />
come canzonassi i nostri complessi discorsi<br />
io passo il tempo incantato dietro questi giorni<br />
in cui accade quello che neppure avevo sospettato<br />
potesse accadere<br />
tu partirai da dove le fasulle speranze di tuo padre<br />
ti avranno lasciato<br />
ora ti guardo da dietro un paravento d'immagini<br />
indignato per la madre belga<br />
che ha addormentato la sua figlia senza braccia<br />
guardo la fotografia della gente che batte le mani<br />
per il mostro che è stato ucciso<br />
come se per essere mostro bastasse non avere le<br />
mani<br />
ti guardo da dietro queste indignazioni<br />
mentre tua madre intreccia i fili del tuo berretto<br />
giallo.<br />
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