Luigi Di Ruscio - Biagio Cepollaro, poesia
Luigi Di Ruscio - Biagio Cepollaro, poesia
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Camminava azzoppato con nodosi bastoni<br />
bestemmiava urlando <strong>Di</strong>o e il fascismo<br />
tastava i petti delle donne nelle resse delle feste<br />
e mai si levò contro di lui una mano<br />
a far tacere quell'unica voce che si levava<br />
dalla pazzia della sifilide.<br />
Quando spaccarono tutte le lapidi fasciste<br />
in un furore subitaneo che impauriva<br />
l'impestato urlava agitando il bastone<br />
« Italiani dalla coda pintirigia »<br />
tutti i fasci e i simboli d'ottone<br />
furono gettati nelle fogne e sopra i tetti<br />
e corsero verso i nuovi simboli<br />
e quelle gambe con i trozzi di cemento<br />
camminavano come sempre liberate<br />
venute fuori da oscuri labirinti<br />
gli oscuri sessi impestati<br />
che spaccano le carni<br />
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