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Luigi Di Ruscio - Biagio Cepollaro, poesia

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Quando trovarono la spia e gli spararono addosso<br />

che stava ancora per terra a raspare<br />

vomitasti e quel vomito fu il tuo coraggio<br />

in quella poca terra intrisa di sangue<br />

non c'erano più né patrie né ideali<br />

c'era solo il tuo schifo per quella morte<br />

somministrata come un sacramento<br />

poi anche nei nostri vagabondaggi notturni<br />

venivamo a trovarci davanti al muro del cimitero<br />

mettevamo i diti tra i mattoni sino a trovare i buchi<br />

qui altre mani ammazzarono un uomo<br />

che aveva tagliato i fili del telefono<br />

se ne tornava a casa con i fili avvoltolati sulla spalla<br />

sicuro di aver fatto giornata<br />

l'ammazzarono in fretta una sventagliata sola<br />

un colpo di martello uno solo per conficcare un<br />

chiodo<br />

così iniziavamo a parlare di andarcene in un paese<br />

dove i buchi della mascinpistola li avranno sciarbati<br />

dove i cimiteri contengono nomi che non ci riguardano<br />

stanchi di camminare in queste strade<br />

dove dappertutto abbiamo visto il becchino appostato<br />

pronto a scavarci la fossa<br />

il muro del cimitero lo abbiamo visto per bene<br />

baciare madri e padri e pulirci la bocca<br />

lasciare queste feste per altre feste altre speranze.<br />

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