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Luigi Di Ruscio - Biagio Cepollaro, poesia

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Milano agosto 1963<br />

Non resisto più a spartire con voi i pasti<br />

a spartire con voi il sonno e il mio lavoro<br />

a finire dove voi finite<br />

a vivere quello che voi vivete<br />

dovrò aspettare la morte<br />

prima che avvenga quello che è giusto che avvenga?<br />

ora la sveglia mitraglia i minuti contro la notte<br />

vuota<br />

aspetto quello che domani non avverrà?<br />

ora che tutto è pervaso dalle febbri delle mobilitazioni<br />

e tutto tende a farci pagliacci dei desideri collettivi<br />

ora che come individuo sono minacciato<br />

e la mia figura si perde in tutte le figure<br />

ora che inutilmente sforzo il cervello<br />

per trovare la formula della mia persona<br />

ora che non trovo nulla che io non abbia in un<br />

altro<br />

e che un altro non abbia in me<br />

e il respirare la stessa vostra aria<br />

mi fa perdere in voi<br />

e odiarvi è odiare me stesso<br />

e mi paragono alle pietre e all'acqua<br />

e se vivo il cervello è come immerso<br />

e le parole che scrivo le pesco<br />

chinato in me scrivo questo foglio<br />

ed è come tracciare le linee di una carta<br />

di un continente inutile.<br />

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