Luglio 2010 - ANPI - Savona
Luglio 2010 - ANPI - Savona
Luglio 2010 - ANPI - Savona
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
12 N° 4 - <strong>Luglio</strong> <strong>2010</strong><br />
LORENZO DELLA ROSA<br />
Il Partigiano Lillo, un simbolo della Resistenza Savonese<br />
di: Giovanni Ferro<br />
Per ragioni di età, i Partigiani,<br />
questi valorosi uomini e<br />
donne che hanno riscattato<br />
l’onore degli italiani, ad uno<br />
ad uno ci stanno purtroppo<br />
lasciando.<br />
Il mese scorso si sono svolti<br />
i funerali di “Lillo” nome di<br />
battaglia di Lorenzo DEL-<br />
LA ROSA, Partigiano della<br />
prima ora, l’intendente per<br />
antonomasia.<br />
Raccontare la sua storia non<br />
è facile tanti sarebbero i fatti,<br />
gli episodi, di cui è stato<br />
protagonista, tutti meritevoli<br />
di essere citati. Vale però la<br />
pena di ricordare, almeno<br />
brevemente, quale apporto,<br />
quale importante contributo<br />
“Lillo” abbia reso alla causa<br />
della Resistenza.<br />
Cominciamo col dire che fu<br />
sempre un antifascista, fin da<br />
giovinetto, fin da quando, nel<br />
1939, rientrato in Italia dalla<br />
Francia, venne assunto alla<br />
Scarpa&Magnano ed ebbe<br />
tra i suoi compagni di lavoro<br />
validi ed importanti esponenti<br />
della futura Resistenza<br />
Savonese.<br />
FIAT 1958:<br />
UNA SCELTA CORAGGIOSA<br />
di: Giovanni Burzio*<br />
Nel marzo del 1958 a Torino,<br />
alla vigilia delle elezioni delle<br />
Commissioni Interne nella<br />
Fiat, Giulio Pastore – Segretario<br />
Generale e fondatore<br />
della CISL – pronunciò un<br />
discorso di “svolta storica”.<br />
Infatti la FIM, il Sindacato<br />
dei metalmeccanici e la CI-<br />
SL attaccavano per la prima<br />
volta la politica del personale<br />
alla FIAT di Vittorio Valletta,<br />
esercitata contro l’autonomia<br />
del Sindacato attraverso<br />
una sistematica pratica di<br />
intimidazioni, discriminazioni<br />
e ricatti soprattutto<br />
verso la massa dei lavoratori<br />
neoassunti provenienti dal<br />
meridione.<br />
Affermava Pastore: “…<br />
le forme paternalistiche<br />
offendono la dignità del<br />
lavoratore e annullano il carattere<br />
di contrattualità del<br />
rapporto di lavoro …”<br />
Le ragioni dello scontro nella<br />
FIAT di Valletta, come oggi<br />
in quella di Marchionne, era<br />
il rifiuto da parte dell’azienda<br />
del riconoscimento della<br />
rappresentanza sindacale e<br />
della contrattazione collettiva<br />
aziendale.<br />
In quel periodo, piuttosto che<br />
esibirsi, al sabato pomeriggio,<br />
nei tradizionali pre-militari (il<br />
famigerato sabato fascista),<br />
preferiva farsi incarcerare per<br />
tutta la domenica fino alle 7<br />
del lunedì mattina.<br />
Per questo suo comportamento<br />
venne anche denunciato al<br />
Tribunale Speciale ed avrebbe<br />
dovuto subire un processo<br />
ma per fortuna arrivò il 25<br />
luglio del 1943 e tutto d’un<br />
botto i fascisti si trovarono<br />
ben altre gatte da pelare che<br />
perseguire un giovane riottoso<br />
e indipendente.<br />
Quel giorno, come molti altri,<br />
Lillo partecipò con comprensibile<br />
entusiasmo alle<br />
manifestazioni di gioia che<br />
si svolsero in città.<br />
I manifestanti distrussero i ritratti<br />
del Duce, poi si recarono<br />
alle carceri di Sant’ Agostino<br />
per ottenere la liberazione di<br />
tutti i detenuti politici e infine<br />
dal Prefetto per chiedere la<br />
fine della guerra e migliori<br />
condizioni di vita per la popolazione<br />
ormai ridotta allo<br />
stremo.<br />
In quei giorni conobbe Libero<br />
Briganti e si mise subito<br />
La FIAT voleva continuare<br />
ad avere le “mani libere”<br />
sui diritti dei lavoratori,<br />
sull’organizzazione del lavoro<br />
attraverso pratiche<br />
selettive di assunzione sindacalmente<br />
e politicamente<br />
discriminanti, limitando di<br />
fatto l’esercizio dei diritti<br />
a cominciare da quello di<br />
sciopero.<br />
Queste le ragioni che la FIAT<br />
sosteneva: la produzione,<br />
qualitativa e quantitativa, a<br />
cominciare dalle consistenti<br />
commesse militari nazionali<br />
e della NATO a quella tradizionale<br />
automobilistica,<br />
in fase di forte espansione<br />
interna e di avvio in Europa,<br />
non doveva essere<br />
condizionata in alcun modo<br />
dall’azione sindacale e soprattutto<br />
dalla contrattazione<br />
sindacale nell’azienda.<br />
Ma c’era un’altra ragione<br />
politica da parte della più<br />
grande e influente Industria<br />
nazionale: tenere il “potere<br />
sindacale” il più emarginato<br />
possibile rispetto a quello<br />
industriale dentro e fuori la<br />
FIAT e assolutamente ininfluente<br />
nelle scelte sociali ed<br />
economiche del Paese.<br />
Nel 1958 la scelta coraggiosa<br />
della CISL non fu premiata:<br />
la pressione della FIAT sui<br />
lavoratori ebbe successo. Il<br />
risultato delle elezioni nelle<br />
Commissioni Interne vide la<br />
CISL sotto il 20% (sfiorava il<br />
50% due anni prima). Un sedicente<br />
“sindacato giallo” (i<br />
Liberi Lavoratori Democratici)<br />
promosso dall’azienda<br />
attraverso un suo Dirigente<br />
(Edoardo Arrighi) ottenne<br />
la maggioranza.<br />
Ma da quella sconfitta iniziavano<br />
il rinnovamento della<br />
CISL dentro e fuori la FIAT,<br />
la ricomposizione dell’unità<br />
dei lavoratori rotta nel<br />
1948, i successi dei rinnovi<br />
contrattuali e dei nuovi diritti<br />
sindacali nel corso dello<br />
storico “autunno caldo” del<br />
1968-’69: questo anche nella<br />
“nuova FIAT dell’Avvocato<br />
Agnelli” dopo “quella di<br />
Valletta”.<br />
Oggi, come mezzo secolo fa,<br />
“la fermezza sui valori e la<br />
coerenza dei comportamenti”<br />
possono essere “perdenti”<br />
nell’immediato, ma non nei<br />
tempi a venire…<br />
* Segretario Generale della<br />
CISL di <strong>Savona</strong> dal 1963 al<br />
1973.<br />
a sua completa disposizione<br />
e, dopo l’Armistizio dell’8<br />
settembre, partecipò a numerose<br />
operazioni di disarmo<br />
nei confronti di militari e al<br />
recupero di ingenti quantità<br />
di armi.<br />
Saputo delle difficoltà economiche<br />
che incontravano<br />
i primi partigiani che erano<br />
saliti in montagna, non esitò,<br />
con grave rischio, a prelevare<br />
ben 18 chili di rame e a trasportarli<br />
fuori dalla fabbrica<br />
per poi rivenderli ricavandone<br />
ben 2500 lire che per quei<br />
tempi era una bella somma.<br />
Si arriva così ai primi giorni<br />
del novembre del ‘43 quando<br />
uscirono i bandi di chiamata<br />
alle armi per le classi del ‘23-<br />
‘24-‘25.<br />
Lillo non ebbe esitazioni e<br />
con il consenso dei suoi genitori<br />
il 15 novembre lasciò la<br />
città assieme ad altri giovani,<br />
per raggiungere una cascina<br />
in località Repiano dove già<br />
erano dislocati numerosi antifascisti.<br />
Qui riportò una ferita alla<br />
testa, per fortuna non grave,<br />
colpito dal proiettile di<br />
un mitra che aveva inavvertitamente<br />
gettato nella stufa<br />
assieme ad altri pezzi di legna.<br />
Ancora ferito dovette<br />
abbandonare la base assieme<br />
ai suoi compagni, che erano<br />
stati avvertiti di un probabile<br />
rastrellamento (cosa che in<br />
effetti avvenne e che portò<br />
alla distruzione della base<br />
stessa).<br />
Alcuni giorni dopo, presso la<br />
trattoria delle “Smeugge”, il<br />
dott. Salomone gli estrasse la<br />
capsula dalla testa e lo disinfettò<br />
accuratamente.<br />
Intanto le condizioni di vita<br />
si facevano sempre più difficili<br />
per i partigiani e, dopo<br />
un nuovo trasferimento dell’accampamento<br />
nei pressi di<br />
Giusvalla, Lillo fu invitato dal<br />
compagno Pompili a rientrare<br />
a <strong>Savona</strong> assieme ai fratelli<br />
Aiello, lì sarebbero stati più<br />
utili alla Resistenza essendo<br />
quasi degli sconosciuti.<br />
Rientrati a <strong>Savona</strong> trovarono<br />
lavoro come manovali presso<br />
una impresa ma alla sera trasportavano<br />
armi in montagna.<br />
Purtroppo questa loro attività,<br />
a causa di una delazione,<br />
venne scoperta e furono tutti<br />
arrestati, compresi i fratelli<br />
Aiello, e incarcerati nella<br />
caserma di via Pietro Giuria,<br />
ma il 13 marzo del 1944 riuscirono<br />
rocambolescamente<br />
ad evadere praticando un<br />
buco nel muro danneggiato<br />
da una perdita d’acqua di<br />
una grondaia e a raggiungere<br />
nuovamente i compagni che<br />
avevano lasciato pochi mesi<br />
prima.<br />
Dopo alcuni giorni il gruppo<br />
si trasferì nei pressi di<br />
Monte Alto dove si costituì<br />
il distaccamento intitolato a<br />
Francesco Calcagno, un martire<br />
antifascista fucilato il 27<br />
dicembre al forte della Madonna<br />
degli Angeli (il Natale<br />
di Sangue del 1943).<br />
Nel nuovo distaccamento a<br />
Lillo fu assegnato l’incarico<br />
di intendente.<br />
Faceva giornalmente decine<br />
e decine di chilometri alla<br />
continua ricerca di approvvigionamenti,<br />
chiedendo ai<br />
contadini, ai negozianti o a<br />
chiunque fosse in grado di<br />
fornire qualche genere alimentare<br />
in modo da poter<br />
preparare in qualche modo il<br />
pasto per quelle bocche fameliche<br />
che lo aspettavano.<br />
Quando mi raccontava queste<br />
sue peripezie, aveva sempre<br />
parole di ammirazione per<br />
quelle povere famiglie di<br />
contadini che hanno sempre<br />
cercato di soddisfare le sue<br />
richieste a costo di rinunciare<br />
loro stessi a scorte certamente<br />
rare e preziose per quei<br />
tempi.<br />
Questo era il suo incarico<br />
principale, ma ciò non significava<br />
che fosse esonerato da<br />
eventuali operazioni belliche<br />
a cui, anzi, in molte occasioni<br />
fu chiamato a partecipare.<br />
Lillo era molto benvoluto e<br />
stimato tra i suoi compagni<br />
di battaglia che gli erano riconoscenti<br />
per tutto quello che<br />
faceva per loro.<br />
Contemporaneamente annotava<br />
scrupolosamente su<br />
alcune piccole agende, o addirittura<br />
su foglietti volanti,<br />
tutte le sue avventure, tutte le<br />
azioni che lo vedevano protagonista,<br />
tutte le operazioni a<br />
cui prendeva parte, allo scopo<br />
di farne un giorno partecipi i<br />
suoi nipoti.<br />
Eppure durante i numerosi<br />
colloqui che ho avuto con lui<br />
mai si è vantato di quello che<br />
aveva fatto.<br />
La sua natura di uomo semplice<br />
e schivo mi è stata<br />
confermata nel giorno dei<br />
suoi funerali quando alcuni<br />
parenti o amici provenienti da<br />
Mondovì rimasero stupiti nel<br />
vedere le numerose bandiere<br />
delle varie sezioni <strong>ANPI</strong><br />
che gli rendevano l’ultimo<br />
omaggio. Ebbene, in tanti<br />
anni di frequentazione, mai<br />
Lillo aveva parlato della sua<br />
partecipazione alla lotta di<br />
liberazione.<br />
E’ grazie a uomini come lui<br />
se la Resistenza Savonese ha<br />
conseguito risultati tali da<br />
meritarle la Medaglia d’0ro<br />
al Valor Militare.<br />
Ed è un vero peccato che<br />
esempi luminosi come il<br />
suo si stiano facendo sempre<br />
più rari in un mondo<br />
che sembra aver smarrito il<br />
senso dell’onore. Quel senso<br />
dell’onore e quello spirito di<br />
sacrificio che invece uomini<br />
come Lillo e altri come lui<br />
hanno sempre tenuto come<br />
guida e che non hanno mai<br />
tradito.<br />
Quelli di Lillo sono stati<br />
sicuramente tempi duri e pericolosi,<br />
ma erano semplici e<br />
chiari e il nemico ce l’avevi<br />
davanti. Quelli attuali, pur<br />
di segno opposto, non sono<br />
da meno ma sembra che a<br />
molti non importi. Lillo ha<br />
dovuto lottare contro la violenza<br />
e la sopraffazione per<br />
liberare il suo paese dalla tirannia,<br />
oggi, seguendo il suo<br />
esempio, si dovrebbe lottare<br />
contro la tirannia del denaro<br />
e dell’ignoranza, della stupidità<br />
trionfante e becera, della<br />
superficialità e della volgarità<br />
erette a sistema. Urge una<br />
nuova Resistenza. Ma chi<br />
sarà a farla? I tanti nuovi Resistenti<br />
che oggi accorrono ad<br />
iscriversi all’<strong>ANPI</strong> avranno<br />
(avremo) quella forza morale,<br />
quello spirito di sacrificio e<br />
quella tenacia che hanno avuto<br />
i Lillo?