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14 S O C I E T À Poschiavo - 3 novembre 2011 No. 44 La «brascidela», i sapori e le soluzioni degli altri: tutti speciali? E se fosse il caso, quali le conseguenze? Arrivava a notte fonda con una Moto Guzzi «Galletto» prima di mezzanotte. La parcheggiava davanti alla lavanderia di mio zio e avevamo l’ordine assoluto di non toccarla; e noi ragazzi lì a rimirare le grandi ruote da bicicletta troppo cresciuta e il suo scudo in latta. Era un uomo basso di statura, magro, gambe da cavallerizzo: altamente nervoso. Appena poteva, dentro una sigaretta in bocca. Delle FIB, pacchetto rosso senza filtro, roba da torcere i polmoni. Ne andava matto. Avevamo un grande rispetto di quest’uomo: era rientrato a piedi dalla Campagna di Russia dell’Esercito Italiano (am gava sempri fam e am mastigava quaranta volti el bucun de pan…). Durante il viaggio si era tuffato da un ponte, tutto vestito per salvare un bambino che stava per annegare nel fiume. L’avevano decorato al valor civile. Bestemmiava che tagliava l’aria e sento ancora adesso il fischio di diniego di mio nonno. «Cusa völal quel lì…?» Però smetteva. Era uno specialista delle «brascedeli de segal». Era «speciale», pure se lo ripenso in questo momento. Se mi concentro, ne sento ancora il profumo. «L’e tütt lì, tanta segal, poca bianca e te da es svelt cume ‘n gatt a infornaa! …» E giù una bestemmia mentre rideva sotto i baffi ormai già grigi… Brascedela e «el Caaarlu», per noi ragazzi erano tutto! Tra l’altro, a volte, ci comprava con una manata di anice. Che fregatura: le facevano pure a Poschiavo, a San Carlo e la Fausta a Sumasassa e tutti con il forno a legna. Almeno così buone. Questa faccenda non riuscivo a mandarla giù e cercavo scuse per non dover cambiare opinione: avevo però semplicemente finito gli argomenti per sostenere la mia idea. Quando seppi che, pure i francesi usavano la forma a ciambella e la tagliavano non a spicchi, ma dopo averne tagliato un quarto, lo posavano dritto sul tavolo per affettarlo in verticale, mi si ruppe un mondo. Sapevano come preparare le fette piatte da una ciambella. Certo, non bisogna studiare geometria tridimensionale per capire che il pane lo puoi cucinare rotondo, a ciambella, lungo, in cassetta, a semicerchio, attorcigliato o combinazioni delle forme appena accennate. I parametri sono dati e non ci si sfugge. Di questo passo, un po’ alla volta, capii come mai la pizza siciliana è fatta di pane, cipolle, olive nere, pecorino e olio d’oliva. Perché a Livigno si facevano salami con le rape, in Sardegna il pane raffermo con il brodo di capra, noi i capunett e gli Svizzeri tedeschi, le Rösti. Si prendeva quanto c’era a disposizione e a buon mercato. Il principio era comunque adattato al proprio territorio. Da questo momento la storiella che vi ho raccontato ci ha portato a un punto dove diventa interessante farci sopra qualche ragionamento. Se ci pensiamo bene, siamo tutti in qualche modo singolari speciali e differenti. Per lo meno chi non si è dato, negli ultimi tempi, a un consumismo smodato con il relativo appiattimento delle proprie peculiarità diventando in un puro consumatore. Questo vale non solo per il modo di mangiare ma nel modo di fare e di essere. L’esserne cosciente ci fa diventare d’un tratto più umili: almeno a livello intellettuale. Da una parte. Dall’altra però, siamo molto uguali. In un certo senso si cerca di avanzare in modo pragmatico, possibilmente organizzato e preferire, forse per comodità, quanto già conosciamo di persona: uomini e donne, approcci, meccanismi, strutture e ragionamenti. Da questo nasce una certa diffidenza per il diverso: dalle religioni, lingue, partiti, minoranze, maggioranze, nel mangiare, nel vestire, nel sesso, di fronte alla natura e al creato, verso i poveri, verso i ricchi, da tutti quelli che chiamiamo gli «altri»? Potrebbe anche essere. Questo vorrebbe dire, se prendiamo una certa distanza dall’esempio appena fatto, che le nostre attese, i nostri sogni sono in buona parte i sogni e le attese degli altri: da noi chiamati pure «il prossimo». Basta scoprirle, queste speranze, per diventare da pochi e speciali, molti e speciali. Tutto quanto creato è già di «per sè» singolare, anzi miracoloso. Ma solo se ci si chiama, si discute, ci si confronta e si fanno delle scelte condivise. Andiamo avanti: abbiamo appena votato a livello federale i nostri rappresentanti grigionesi. Spero semplicemente che i prescelti si ricordino delle nostre peculiarità, dei nostri sogni e bisogni. Va loro fatto presente che i temi a livello nazionale e internazionale hanno già i loro rappresentanti con le relative potentissime lobby. Pensiamo alle grandi industrie, ai sindacati, ai produttori di energia, ai ricercatori, ai commercianti, agli artigiani, ai rappresentanti della sanità, delle assicurazioni, delle banche, dell’ecologia. Tutti questi e altri ancora sono in grado di fornire argomenti, idee, pubblicità, presenza nei media ma, con monete di scambio, ma soprattutto, con dei numeri: quelli dei voti. È esattamente al contrario di quanto succede nella realtà delle zone periferiche, di confine, di montagna, allacciati in qualche modo, con presenze economiche non sempre ben distribuite, con le piramidi demografiche rovesciate a testa in giù. Ci si accorge però, di essere in buona compagnia, sia a livello Cantonale sia nella nostra Confederazione. Orbene questi «altri», sono ora da cercare e trovare. Per permettere che le peculiarità trovino forza e rappresentanza al Centro. Realistico? Dipende molto dalla statura di chi ci rappresenta. Le esclusività, di solito, non portano voti ma le alleanze fra chi le possiede, fanno miracoli. Quest’atteggiamento potrebbe essere valido anche a livello di Valposchiavo quando ci sceglieremo o ci saranno imposti i futuri amici di cordata. Occhio alle peculiarità, ai sogni e ai bisogni. Penso alla riforma territoriale nel nostro Cantone. Andiamo dunque a cercare tutti quelli che cuociono «brascideli da segal» anche se noi, in cuore, giustamente o no, crederemo sempre di sapere, quali sono le migliori. Fine ottobre 2011 Roberto Nussio E questa è la quarta moneta. Nei laghi sarà permesso pescare più a lungo La stagione di pesca nei laghi viene prolungata di un mese. Il Governo grigionese ha adeguato in questo senso le prescrizioni per l’esercizio della pesca e ha dunque accolto una richiesta dalle cerchie del turismo. La stagione della pesca inizierà il 1º maggio e nelle acque stagnanti sarà ora possibile esercitare la pesca fino al 15 ottobre compreso (finora 15 settembre). Il prolungamento della stagione di pesca non si applica tuttavia ai laghi nei quali in autunno vi è un’attività di riproduzione, di grande importanza per la rete idrografica. Nei corsi d’acqua la stagione durerà come finora fino al 15 settembre compreso. Viene mantenuto anche il tratto pescabile nel Reno alpino a partire dal 1º febbraio, conformemente al diritto vigente. Lo stesso vale per la zona di protezione dei temoli nell’Engadina Alta, dove la stagione di pesca inizia solo il 1º giugno. A titolo di novità, è vietata la cattura di temoli nel bacino imbrifero della Moesa. Sono inoltre state emanate ulteriori nuove prescrizioni in merito alle dimensioni dei pesci catturati e alla pesca d’esercizio. È stato abrogato il divieto di pesca nel giorno del Digiuno federale. Sono in parte state precisate le disposizioni relative al trattamento dei pesci conforme alla specie. Adeguamenti di poco conto sono avvenuti nella definizione dei territori di protezione. Infine, è stato in parte completato e adeguato l’elenco delle multe disciplinari. Le prescrizioni per l’esercizio della pesca rivedute sono state presentate alla Confederazione per l’approvazione. Governo del Cantone dei Grigioni I bambini della scuola dell’infanzia della sede di Le Prese/ sezione Luna, con la loro insegnante Silvana, e i bambini della sede di Poschiavo della sezione, della maestra Tosca, stanno trattando un tema molto interessante: il mondo. di Nadia GarbellINI TuENa collaboratrice de «Il Grigione Italiano» Con l’aiuto di una compagna d’avventura, «la nuvoletta Olga», che va in giro a spasso per il mondo i bambini imparano a conoscere i continenti. In questo periodo si parla dell’Europa, il continente più antico, ricco di storia e di arte. «Ma cosa vuol dire antico?» Ha chiesto l’insegnante ai bambini. «Vuol dire che i paesi d’Europa hanno avuto un vissuto antico», ed è per questo motivo che le insegnanti hanno deciso di far visitare ai loro «scölin» il Museo Poschiavino. Un luogo antico, ricco di storia, situato nella loro Poschiavo, paese che si trova in Europa. Una realtà del passato che i bambini hanno potuto così scoprire imparando a conoscere come si viveva tanto tempo fa, in modo molto diverso, senza tutte le comodità che ci sono ai giorni nostri. Guidati dalla signora Santina Bolandrini, i bambini hanno visitato tutte le stanze del museo. La camera da letto, la cucina, la sala, il locale dove si stirava e cuciva, la sala delle armi, nonché le numerose vetrine contenenti molti oggetti antichi, vestiti indossati in altre epoche da ricche signore e così via. La prima regola che è stata dettata agli «scölin» prima di iniziare la visita non poteva che essere «guardare e non toccare….». Una limitazione che per alcuni non è stata facile da osservare, ma nel complesso i bambini sono stati molto bravi, presi, interessati e attenti alle spiegazioni. La signora Santina ha dovuto rispondere a una tempesta di domande, anche perché gli oggetti esposti che i bambini non avevano mai visto erano tantissimi. Terminato il giro, dopo essere stati divisi in gruppi, i bambini hanno eseguito alcune attività preparate per l’occasione dalle insegnanti. Ed è qui che si è manifestata la grande attenzione con la quale gli «scölin» hanno girato gli spazi espositivi. Nel primo esercizio i bambini dovevano ricomporre un puzzle raffigurante un quadro e poi cercarlo nella sala giusta, mentre negli altri compiti dovevano ritrovare degli oggetti fotografati in diverse sale. Sono stati proprio tutti bravissimi e molto veloci nell’individuarli. All’uscita dal museo, ho chiesto a una bambina: «Ti è piaciuto?» E lei: «Sì mi e piaciuto tanto, tutte le stanze, sai Nadia un giorno vorrei tornarci con la mia famiglia!» Le insegnanti colgono l’occasione per ringraziare il sig. Gustavo Lardi e la signora Santina Bolandrini per l’ottima collaborazione e la grande disponibilità dimostrata. Caro Cassiano Ho letto il tuo articolo giustamente molto critico verso certe decisioni recenti degli enti governativi cantonali e non sono solo stupito, ma anche confermato, nel senso che i nostri politici a volte sembrano prendere le loro decisioni col «pallottoliere». Non tengono conto delle realtà linguistiche, culturali e geografiche. Forse quando a scuola si trattavano certe regioni periferiche del Cantone, i nostri odierni governanti erano a letto col morbillo, poverini....Il nostro caro «Piccolo Consiglio» non consulta, in certi casi nemmeno gli statuti vincolanti, eleggendo persone a cariche per le quali non riempiono le premesse! Per quanto concerne la diminuzione del numero delle regioni, non credo che sia un fatto di economia amministrativa o di vastità minima di queste, sia dal punto di vista numerico di abitanti, ne delle regioni stesse. Il nostro Cantone è (o meglio era) una fiera repubblica alpina, creata per volontà delle varie regioni di lingue diverse, cioè uno stato creato dal «basso in alto», con coraggio e combattività. Visita al museo poschiavino Impariamo a conoscere il Mondo Santina Bolandrini illustra ai bambini – che la seguono con molta attenzione – uno scaldaletto d’altri tempi La maestra Silvana alle prese con un’antica cartina geografica Le armi – anche se d’altri tempi – suscitano curiosità in egual misura sia tra le ragazzine, sia tra i ragazzini Ulteriori fotografie si possono ammirare su www.ilgrigioneitaliano.ch Lettera aperta Ora pochi governanti vorrebbero forse facilitare il loro compito, ma queste mosse di scacchiere non hanno nessuna plausibilità politica. Neanche il parlamento non ha il diritto morale, a mio modo di vedere, di cambiare le strutture politiche senza correre il pericolo di disgregare un costrutto storico e funzionante. Le verità democratiche non si fanno così, ma nella collaborazione tra le entità comunali e regionali esistenti. Già nella creazione delle regioni attuali il Governo fece uso di mezzi poco convincenti dal punto di vista democratico. Cioè lo zuccherino e la frusta. Ma i soldi di chi sono? Sono, erano e saranno dei contribuenti! Il Governo ha il compito di usare questi mezzi con giustizia e ponderatezza per il bene di tutte le comunità. Il problema del traffico per e da Livigno per la Valposchiavo è tormentoso: siamo solo il bel corridoio di transito e ne subiamo il rumore, i gas, le latrine nei boschi e i pericoli per la nostra incolumità e salute. Inoltre il nostro turismo subisce pure grave danno da questo traffico di mercantilismo sfrenato. Perché la Provincia di Sondrio non reclama la tanto declamata strada veloce e un traforo del Foscagno? Perchè il nostro Cantone dovrebbe prestar mano a un comune come Livigno, ricco e noncurante dei nostri problemi? Signori di Coira, studiate meglio la geografia del vostro Cantone e i problemi che ne derivano. Il fatto che a Coira si preferisca abbinare al Ticino i nostri interessi turistici per la Fiera di Milano, è un obbrobrio. Noi con il Ticino abbiamo ottime relazioni culturali e turistiche, ma geograficamente siamo una piccola entità diversa. Se il nostro Cantone non si cura dei nostri sforzi e preparativi, allora dobbiamo chiedere forse l’adesione al Ticino! Sarebbe poco sensata come la politica del pallottoliere. Forse qualche governante si gonfia il petto con questi progetti che sanno un po’ di modernismo globalizzatore. Se guardiamo ai frutti della globalizzazione sfrenata, vediamo che questa per il momento ha fatto più danni che benefici. Certo in questa visuale non bisogna confrontare solo i dati dei bilanci, ma i malesseri e i disordini che stanno divagando e che aumenteranno. Prospero 2
Poschiavo - 3 novembre 2011 No. 44 V I T A D I C O M U N I T À 15 Un quarto dei passeggeri posteriori non allaccia la cintura Censimento upi 2010 sulla percentuale d’uso della cintura Il censimento upi 2010 non evidenzia variazioni percentuali significative rispetto all’anno scorso. Sul piano nazionale, l’88 percento dei conducenti (2009: 87%) e l’89 percento dei passeggeri anteriori (2009: 88%) allaccia la cintura. La quota d’uso sui sedili posteriori è passata dal 68 al 74 percento. L’ultima rilevazione rappresentativa dell’upi – Ufficio prevenzione infortuni – sulla quota d’uso della cintura di sicurezza evidenzia un quadro differenziato a seconda delle regioni. In Ticino la percentuale è del 77 percento tra i conducenti (2009: 83%) e del 79 percento tra i passeggeri anteriori (2009: 84%). La crescita significativa registrata l’anno scorso in questo cantone si è quindi smorzata. Nella Svizzera romanda l’83 percento dei conducenti (2009: 82%) e l’84 percento dei passeggeri anteriori (2009: 84%) allaccia la cintura. Sia in Svizzera francese che in Svizzera tedesca, le percentuali sono rimaste sostanzialmente invariate rispetto all’anno precedente: il 90 percento dei conducenti (2009: 89%) e il 91 percento dei passeggeri anteriori (2009: 89%) rispetta l’obbligo di allacciare le cinture di sicurezza. Da segnalare comunque il leggero incremento rispetto al 2009 registrato su scala nazionale per i passeggeri posteriori. Tuttavia, se si considera che dal 1994 la cintura è obbligatoria anche sui sedili posteriori, la quota d’uso del 74 percento (2009: 68%) è tuttora insoddisfacente. La cintura di sicurezza resta il più importante dispositivo salvavita per chi viaggia in automobile. Si stima che da quando è stata inventata negli anni Cinquanta ha salvato oltre un milione di vite umane. Se allacciarla divenisse un gesto automatico per tutti i passeggeri, in Svizzera si potrebbero salvare 40 vite umane ed evitare 150 feriti gravi. Benché le statistiche degli ultimi anni denotino un aumento delle percentuali d’uso, la Svizzera ha ancora molta strada da compiere per raggiungere i risultati dei Paesi vicini (per confronto la quota d’uso tra i conducenti all’interno delle località è del 96% in Germania, del 98% in Francia e dell’83% in Svizzera). L’upi, il centro svizzero di competenza per la prevenzione degli infortuni, si impegna con altri partner e in particolare con la polizia affinché in Svizzera allacciare la cintura diventi un gesto automatico, anche sui sedili posteriori. www.cintura.ch Non piangete per me, Vi amerò dal cielo come vi ho amato sulla terra. Dopo breve malattia ci ha lasciati il nostro caro papà e nonno Franco Del Tenno 1936 - 2011 Lo annunciano: i figli Fabiola con Carlo e Marina Romana con Daniele, Stefano e Cristina Rocco con Ortensia, Martina, Matteo e Chiara Renzo con la mamma Mariangela Chiesa cattolica COMUNE DI POSCHIAVO www.valposchiavo.ch/chiese Località Sabato Domenica Poschiavo S. Vittore 18.00 10.00 Monastero 07.00 Cologna 19.30 San Carlo 10.00 19.30 Angeli Custodi 08.30 Pagnoncini 08.30 Prada 19.30 10.00 Cantone 17.30 S. Antonio 08.45 Le Prese 10.15 Chiesa evangelica riformata Valposchiavo Domenica 6 novembre ore 10.00 a Poschiavo: Festa della Riforma. Culto con Cena del Signore. Festa domencale per gli allievi delle elementari. Mercoledì 9 novembre ore 20.15 a Poschiavo: Studio biblico in tedesco Giovedì 10 novembre ore 20.00 a Brusio: Conversazione biblica Chiesa Neo apostolica Domenica 6 novembre ore 09.30 Culto domenicale a Samedan Chiesa cattolica COMUNE DI BRUSIO Località Sabato Domenica Brusio 10.00 18.00 Viano 09.00 Campocologno 18.00 COMUNE DI BREGAGLIA Chiesa evangelica riformata: Festa del raccolto con S. Cena Domenica 6 novembre ore 09.00 Soglio Pastore S. D’Archino Domenica 6 novembre ore 09.00 Vico S. Cassiano Pastora S. Rauch Domenica 6 novembre ore 10.30 Castasegna Pastore S. D’Archino Domenica 6 novembre ore 10.30 Stampa sala Pastora S. Rauch Domenica 6 novembre ore 10.30 Maloja (D) Pastore T. Josi Chiesa cattolica fUNzIONI religIOse Località Sab Sabato ato Domenica Vicosoprano 10.00 Promontogno 17.00 14.00 Incontro comunitario a Vicosoprano in Villa Pia PROGRAMMAZIONE RELIGIOSA ALLA RSI Segni dei Tempi - sabato 5 novembre 2011, RSI LA1, 12.05, lunedì 7 novembre 2011, RSI LA1, dopo il TG notte (replica) - settimanale evangelico condotto da Paolo Tognina Strada Regina - sabato 5 novembre 2011, RSI LA1, ore 18.30 - domenica 6 novembre, RSI LA1, ore 07.20 ca. (replica) - settimanale cattolico condotto da don Italo Molinaro. Culto evangelico - in diretta dalla chiesa riformata di Poschiavo - domenica 6 novembre, RSI LA1, 10.00 Tempo dello spirito - pensiero evangelico, Coro Harmonics, meditazione biblica - domenica 6 novembre, ore 08.00 ca., RSI RETE2 Chiese in diretta - domenica 6 novembre, ore 08.35 ca., RSI Rete1 - settimanale d’informazione religiosa a cura di Paolo Tognina e don Italo Molinaro. Santa Messa - domenica 6 novembre 2011, ore 09.00 ca., RSI RETE2 Inaspettatamente ci ha lasciato il nostro caro Franco Del Tenno-Della Ca 1936 - 2011 Lo annunciano: la moglie Marisa con la figlia Celine Agassis la sorella Carla Crameri-Del Tenno e famiglia il fratello Plinio e famiglia i cognati Pietro, Pia, Giorgio e famiglie Il funerale avrà luogo a Poschiavo, giovedì 3 novembre 2011 alle ore 14.00. ringraziamento Dolce sia il tuo riposo come buono era il tuo cuore. Ringraziamo di cuore in particolare: – il dott. Mauro Albertini per la premurosa assistenza; – il Servizio Ambulanza, il personale dell’Ospedale San Sisto e la Rega Samedan; – i vicini di casa e tutti gli amici che ci sono stati vicini; – don Giuseppe, don Cleto e la Coralina; – i coetanei; – il signor Lino Semadeni; Chiediamo venia per eventuali involontarie dimenticanze. Valga il presente quale ringraziamento personale. La tua bontà e il tuo amore ci seguiranno per tutta la vita. Addolorati ma rassegnati alla volontà di Dio, annunciamo la morte del nostro amato papà, suocero, nonno, bisnonno, fratello, cognato e zio Luigi Lanfranchi-Cortesi 31 gennaio 1916 - 30 ottobre 2011 Ne danno il triste annuncio: il figlio Luigi e Lisa eva-Maria con Christian e figli Carlo con Andrea la figlia Maria e Zeno Michela con Claudio e figli Daniela con Simone e figli Angela con Reto e figli il figlio Franco il fratello Giovanni Lanfranchi-Nani le cognate Pierina Roemer-Cortesi Maria Jacomet-Cortesi i nipoti, i pronipoti e parenti tutti. La cerimonia funebre ha avuto luogo a San Carlo, mercoledì 2 novembre 2011. Eventuali offerte possono essere devolute al Fondo Ospedale San Sisto, 7742 Poschiavo, BCG CA 239.066.300.
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