Speciale - Confesercenti Parma
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Economia e Società<br />
Venturi: “Migliaia di<br />
PMI a rischio chiusura”<br />
Attenzione a non creare nel paese una<br />
spaccatura della realtà sociale fra “imprese<br />
e lavoratori di serie A, e imprese<br />
e lavoratori di serie B”, questo in sintesi<br />
il preoccupante allarme lanciato dal presidente<br />
di <strong>Confesercenti</strong> Mario Venturi, a<br />
commento del pacchetto di misure che<br />
il Governo sta studiando per affrontare la<br />
crisi del settore automobilistico. Si parla<br />
di 300milioni di euro, ma la cifra è forse<br />
destinata ad aumentare, per incentivare<br />
rottamazioni, acquisti di nuove vetture e<br />
ricerca di modelli meno inquinanti. “Che<br />
errore chiudere gli occhi sulle grandi<br />
difficoltà di migliaia di piccole e medie<br />
imprese a rischio chiusura, con danni<br />
all’occupazione realmente devastanti.<br />
Nel settore del commercio e del turismo<br />
nel 2008 hanno chiuso 55mila imprese<br />
con circa 150mila posti di lavoro persi<br />
nella più totale indifferenza. Il polverone<br />
solo sulla crisi dell’auto, che pure c’è e<br />
va affrontata, è dunque sbagliato e largamente<br />
impopolare. Servono interventi<br />
più vasti che tengano conto del reale<br />
assetto pruduttivo del paese”.<br />
Più attenzione al<br />
calo dei consumi<br />
Il calo delle vendite non frena la<br />
sua caduta. E anche se i saldi di<br />
gennaio hanno rappresentato un<br />
momento di respiro per i commercianti,<br />
non si può abbassare<br />
l’attenzione, soprattutto dopo i dati<br />
negativi registrati nei precedenti<br />
mesi di novembre e dicembre.<br />
Mario Venturi ha ricordato che “nel<br />
Inbreve<br />
DAll’italia<br />
INFLAZIONE 2008: l’Istat ha registrato una media del 3,3%, il livello più<br />
alto da 12 anni. L’effetto del trascinamento sul 2009 è pari allo 0,2%<br />
periodo gennaio-novembre 2008,<br />
mentre la grande distribuzione<br />
registra un +1,3%, il commercio<br />
‘tradizionale’ segna un -1,7%. La<br />
situazione dei consumi esige più<br />
attenzione e più responsabilità<br />
da parte del Governo”. Venturi ha<br />
inoltre sottolineato che, se i consumi<br />
continueranno a diminuire, il<br />
numero delle imprese chiuse e dei<br />
lavoratori disoccupati continuerà<br />
drasticamente a calare.<br />
Industria: fatturato<br />
e ordini in crisi<br />
Non solo il ramo automobilistico,<br />
ma tutto il settore industriale, sta<br />
attraversando uno dei periodi più<br />
neri dal 1991. A novembre si è<br />
assistito ad un drastico crollo di<br />
ordini e fattturato. In quel mese gli<br />
ordini hanno registrato un calo del<br />
6,3% rispetto allo stesso periodo<br />
del 2007, e un calo del 26,2% su<br />
base annua; mentre il fatturato è<br />
diminuito del 13,9% rispetto allo<br />
S.o.s. Fmi: per l’Italia<br />
3 anni di recessione<br />
Il Fmi ha rivisto le stime della crescita<br />
globale, prevedendo per l’area<br />
euro un -2% nel 2009 e +0,2% nel<br />
2010. Per l’Italia le previsioni sono<br />
più pessimistiche: l’ipotesi è di un<br />
-2,1% nel 2009 e un -0,1% nel<br />
2010. Una spiegazione di questa<br />
previsione l’ha data Charles Collyns,<br />
vicedirettore del dipartimento ricerca<br />
economica del Fmi, il quale ha<br />
precisato il fatto che l’Italia è entrata<br />
nella situaizone di crisi congiunturale<br />
già debole, disponendo, quindi, a<br />
livelllo economico, di un margine<br />
di manovra limitato, anche a causa<br />
dell’alto debito pubblico. Il Fmi ha<br />
inoltre ricordato la necessità di<br />
riforme strutturali volte a sostenere<br />
la produttività della penisola.<br />
stesso periodo del 2007 e del<br />
3,9% congiunturale. Per quanto<br />
riguarda i singoli settori di attività<br />
economica, il fatturato ha registrato<br />
su base tendenziale le seguenti<br />
diminuzioni: -20,6% la produzione<br />
dei mezzi di trasporto, -19,6%<br />
per i mobili, -19,4% per le altre<br />
industrie manifatturiere compresi<br />
i mobili, -19% per la produzione<br />
di macchine e apparecchi meccanici.<br />
Per quanto riguarda gli<br />
ordinativi, le variazioni tendenziali<br />
più negative sono state: -62,1%<br />
per la produzione di mezzi di trasporto,<br />
-25,6% per la produzione di<br />
macchine e apparecchi meccanici,<br />
-25,2% la produzione di mobili.<br />
Dopo il Dl Anticrisi,<br />
ultriori manovre<br />
Con il nuovo piano il Governo cerca di<br />
attutire la grande crisi, con interventi che<br />
coinvolgono famiglia, imprese e banche.<br />
Ma la particolare situazione economica<br />
richiede continui interventi statali. Il<br />
Governo è già al lavoro per individuare<br />
nuove risorse per gli ammortizzatori<br />
sociali a favore del reddito dei lavoratori<br />
più deboli (apprendisti, interinali,<br />
collaboratori a progetto) e introdurre la<br />
settimana corta.<br />
<strong>Confesercenti</strong> firma l’accordo sulla riforma dei contratti<br />
Siglato a Palazzo Chigi l’accordo<br />
per la riforma del modello contrattuale,<br />
fra Governo, le sigle<br />
sindacali di Cisl, Uil, Ugl, e le<br />
associazioni di <strong>Confesercenti</strong>,<br />
Confindustria, Confcommercio,<br />
Confapi e Confsal. Non ha aderito<br />
all’accordo Cgil e hanno dato<br />
il loro consenso, ma con riserva<br />
sulla firma, Ania e Abi.<br />
Quello per il quale è stato espresso<br />
l’accordo, è il modello contrattuale<br />
che andrà a sostiuite il precedente del<br />
1993, e che trae origine da un positivo confronto<br />
fra Governo, sistema industriale e mondo delle<br />
cooperative. “L’accordo quadro - ha spiegato il<br />
ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi<br />
- promuove lo spostamento<br />
del cuore della contrattazione dal<br />
livello nazionale alla dimensione<br />
aziendale e territoriale ove, anche<br />
grazie alla detassazione del salario<br />
di produttività, le parti sono naturalmente<br />
portate a condividere obiettivi<br />
e risultati”. L’accordo prevede due<br />
grandi novità: i contratti avranno<br />
durata triennale sia dal punto di vista<br />
normativo che economico; scompare<br />
l’inflazione programmata, sostituita dall’Ipca<br />
(indice dei prezzi al consumo armonizzato in ambito<br />
europeo per l’Italia) depurato dalla dinamica dei<br />
prezzi dei beni energetici importati.<br />
FEBBRAIO / 09<br />
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