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TUTTA L'ARTE DA VEDERE IN - Il Giornale dell'Arte

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Le mostre di Roma<br />

ricomporre il lungo arco temporale del gusto Museo Nazionale delle Arti<br />

Biedermeier triestino. Numerosi ritratti, tra cui e Tradizioni Popolari<br />

quello delle sorelle Elena e Calliope Czorzy di fino al 30 gennaio 2011; piazza Marconi<br />

8; tel. 06 5926148; Orario: ma-sa 9-<br />

August Anton Tischbein e quello della famiglia<br />

Hortis di Eduard de Heinrich, ben si affiancano<br />

ai molti ritratti e alle scene di con-<br />

5 /**/••/ mappa: FM<br />

18; do 9-20<br />

versazione prediletti dal celebre anglista e presenti<br />

nella sua collezione. La mostra è a cura<br />

di Lorenza Resciniti e Patrizia Rosazza-Ferraris<br />

Museo Mario Praz<br />

fino al 2 maggio 2011; via Zanardelli 1;<br />

tel. 06 6861089; www.museopraz.beniculturali.it;<br />

Orario: ma-do 9-14 /<br />

14.30-19.30; lu 14.30-19.30.<br />

5 /**/••/ mappa: 5<br />

simbolismi e geometrie<br />

nelle arti applicate del<br />

primo novecento<br />

L’esposizione documenta con circa 40 opere<br />

la presenza della rosa, il suo significato iconografico<br />

e la sua fortuna nell’arte applicata<br />

del primo Novecento. Sono ceramiche, porcellane,<br />

vasi di vetro e bronzo, arredi, gioielli<br />

di corallo, oro e avorio, vetrate e cartoni preparatori,<br />

provenienti prevalentemente da collezioni<br />

private, ma anche da importanti istituzioni<br />

specializzate in questo settore quali il<br />

Museo Richard Ginori delle Porcellane di<br />

Doccia o il Museo Stibbert di Firenze. L’esposizione<br />

è curata da Andreina d’Agliano, Carla<br />

Cerutti e Maria Grazia Massafra.<br />

Museo di Villa Torlonia - Casina<br />

delle Civette<br />

fino al 30 gennaio 2011; via Nomentana<br />

70; tel. 060608; www.museivillatorlonia.it;<br />

Orario: ma-do 9–17,30<br />

5 /**/••/<br />

Carsten Nicolai.<br />

Da Hendrik<br />

Con una mostra personale dedicata a Carsten<br />

Nicolai, un nuovo progetto espositivo prende<br />

avvio presso il Museo Hendrik Christian Andersen<br />

di Roma. Carsten Nicolai ha concepito<br />

per lo Studio, ambiente destinato al tempo<br />

di Andersen a laboratorio per l’ideazione delle<br />

opere, la traduzione plastica dal bozzetto alla<br />

grande dimensione e la modellazione, Maßstabsbilner,<br />

un’installazione volta a riflettere<br />

sul concetto di proporzione. La mostra è realizzata<br />

in collaborazione con l’Accademia Tedesca,<br />

Roma - Villa Massimo ed è curata da<br />

Martina De Luca e Pier Paolo Pancotto.<br />

Museo Hendrik Christian Andersen<br />

fino al 7 gennaio 2011; via Pasquale<br />

Stanislao Mancini 20; tel. 06 3219089;<br />

www.museoandersen.beniculturali.it<br />

5 /**/••/ mappa: B<br />

Trieste Biedermeier.<br />

L’Ottocento nelle collezioni<br />

dei Civici Musei di Storia<br />

e Arte<br />

Dipinti, arredi, porcellane e miniature databili<br />

tra il 1820 e il 1860, provenienti in gran parte<br />

dal Civico Museo Sartorio di Trieste, vengono<br />

riuniti presso il Museo Mario Praz per<br />

I vini dell’Imperatrice. La<br />

cantina di Joséphine alla<br />

Malmaison (1800-1814)<br />

L’idea della mostra nasce dalla lettura dell’inventario,<br />

redatto nel 1814 dopo la morte dell’imperatrice<br />

Joséphine, prima moglie di Napoleone,<br />

nel quale è descritto il contenuto della<br />

cantina della Malmaison, sua residenza, dove<br />

erano custodite oltre 13.000 bottiglie. Sono<br />

esposti preziosi calici per lo champagne,<br />

bicchieri per acqua e vino, caraffe, rinfrescatoi,<br />

etichette e bottiglie, 148 provenienti dalle<br />

collezioni della Malmaison, e, tra gli altri musei,<br />

da Fontainebleau, Compiègne, Musée<br />

Louis-Philippe d’Eu, Musée Carnavalet.<br />

Museo Napoleonico<br />

fino al 27 febbraio 2011; piazza di Ponte<br />

Umberto I; tel. 060608; www.museonapoleonico.it;<br />

Orario: ma-do 9-19<br />

12 /**/••/ mappa: 5<br />

G come Gioco. Nomi, cose,<br />

città… animali feroci.<br />

Abecedario Mook<br />

Questa singolare mostra lega i temi dell’arte e<br />

della valorizzazione del patrimonio culturale,<br />

della tutela dell’ambiente e della didattica per<br />

bambini e ragazzi. Una narrazione espositiva<br />

ideata da Mook (Carlo Nannetti e Francesca<br />

Crisafulli), i cui lavori vengono sovente definiti<br />

giocattoli per adulti. La funzionalità degli<br />

oggetti è spesso puro elemento narrativo e decorativo<br />

dell’opera, un racconto che si snoda<br />

tra le venature del legno e del vetro inciso a<br />

mano.<br />

Un altro tedesco innamorato<br />

dell’Italia<br />

«Ulisse e le sirene»<br />

(1896) di Otto Greiner<br />

Otto Greiner (1868-<br />

1916), vissuto tra il<br />

1898 e il 1916 a Roma,<br />

nella casa che gli<br />

lasciò Max Klinger sulla via Claudia a due passi dal Colosseo, fu considerato<br />

un maestro da Umberto Boccioni, Gino Severini e Duilio Cambellotti.<br />

Come altri tedeschi arrivati in Italia, non riuscì più a lasciarla,<br />

avendo trovato qui una patria dell’anima. Questa mostra rappresenta<br />

una vera riscoperta di un incisore che non lottò per la fama, ma<br />

per un’arte pura, devoto agli stilemi propri del simbolismo. Circa trenta<br />

le incisioni in mostra, accompagnate da numerosi studi e disegni,<br />

tutti riportati nella monografia, la prima italiana, edita da Officine Vereia<br />

e introdotta da un saggio di Emanuele Bardazzi.<br />

❑ Guglielmo Gigliotti<br />

Otto Greiner. Incisioni e disegni, fino al 30 gennaio 2011<br />

Aleandri Arte Moderna, via dei Coronari 146; tel. 347 6309520;<br />

www.aleandriartemoderna.com<br />

<strong>Il</strong> grido pre-futurista di Balla<br />

<strong>Il</strong> «Venditore di scope<br />

e piumini» (1901) di<br />

Giacomo Balla<br />

Cinque tele di Giacomo Balla<br />

offrono uno sguardo inconsueto<br />

sul pittore torinese:<br />

è un Balla poco noto,<br />

quello illustrato dall’esposizione<br />

a cura di Lela Djokic e<br />

Daina Maja Titonel, con un catalogo curato da Elena Gigli, perché ancora<br />

lontano dalle modalità pittoriche e dai temi futuristi. Esposte per<br />

l’ultima volta alla Galleria Civica di Torino nel 1963, le tele pre-futuriste,<br />

eseguite intorno al 1901, descrivono scorci romani popolati di<br />

venditori di povere mercanzie: piumini, scope, portafortuna. Giunto<br />

da pochi anni a Roma, Balla ne ritrae angoli e botteghe, figure e frammenti<br />

di architetture, utilizzando piccole invenzioni stilistiche che<br />

aprono alle successive, e assai più ardite, innovazioni formali. Sul bordo<br />

inferiore di tre delle tele, campeggiano le frasi strillate dai venditori,<br />

riportate dal pittore con grafia alterata e distorta, come in «ricooootta<br />

freeeesca», dalle vocali moltiplicate per rendere la durata e<br />

l’estensione della voce gridata.<br />

❑ Arianna Antoniutti<br />

Giacomo Balla. Capricci romani, fino al 31 dicembre<br />

Nuova Galleria Campo dei Fiori, via di Monserrato 30; tel. 06 68804621; www.nuovagalleriacampodeifiori.it<br />

orario: lu 16-19; ma-sa 10-13/16-19<br />

Invito a tavola. Ceramiche<br />

medievali e moderne<br />

<strong>Il</strong> Museo presenta una eccezionale collezione<br />

di suppellettili da mensa che raccontano la<br />

storia di Roma dal periodo tardo antico all’età<br />

moderna, considerata nella realtà del vissuto<br />

quotidiano.<br />

Museo Nazionale Romano - Crypta<br />

Balbi<br />

fino al 26 dicembre; via delle Botteghe<br />

Oscure 31<br />

9 /**/••/<br />

L’Italia e il restauro<br />

del “Magnifico Cratere”.<br />

Capolavori dal Museo<br />

Nazionale di Belgrado<br />

L’esposizione ducumenta il restauro del cosiddetto<br />

“Magnifico Cratere”, grande vaso<br />

bronzeo databile alla fine del VI secolo a.C.,<br />

emblema della collezione greca del Museo<br />

Nazionale di Belgrado. Oltre esso, sono esposti<br />

i reperti principali della Tomba 8 di Trebeniste,<br />

da cui proviene il Cratere: si tratta di elementi<br />

del corredo militare dell’ignoto principe<br />

ivi sepolto, come lo splendido elmo bronzeo,<br />

decorato da applicazioni in oro raffiguranti<br />

due cavalieri.<br />

Palazzo del Quirinale<br />

dall’11 dicembre al 6 febbraio 2011;<br />

piazza del Quirinale; tel. 06-6871005;<br />

Orario: ma-sa 10-13/15.30-18.30, do<br />

8.30-12<br />

2 /**/••/ mappa: 11<br />

Teotihuacan.<br />

La Città degli Dei<br />

<strong>Il</strong> più importante progetto espositivo interamente<br />

dedicato alla civiltà precolombiana di<br />

Teotihuacan (II sec. - VII sec. d.C.), presenta<br />

oltre 300 capolavori fra straordinari reperti di<br />

scultura monumentale, rilievi in onice e pitture<br />

murali, statuette in ossidiana e pietra verde,<br />

vasi in terracotta dipinta o intarsiata, bracieri<br />

in terracotta.<br />

Palazzo delle Esposizioni<br />

fino al 27 febbraio 2011; via Nazionale<br />

194; tel. 06 68301087; www.palazzoesposizioni.it;<br />

Orario: do-ma-me-gio<br />

10-20; ve-sa 10-22.30<br />

2 /**/••/ mappa: 8<br />

Mexico. Immagini<br />

di una Rivoluzione<br />

La mostra riunisce un’inedita selezione di fotografie<br />

sulla Rivoluzione messicana che, attraverso<br />

undici nuclei tematici, racconta la<br />

storia dei cruciali accadimenti politici e dei<br />

leggendari movimenti armati avvicendatisi nel<br />

paese dal 1910 al 1920. 179 immagini in bianco<br />

e nero di straordinario impatto visivo, provenienti<br />

da numerosi fondi archivistici della<br />

Fototeca Nazionale dell’<strong>IN</strong>AH (Instituto Nacional<br />

de Antropología e Historia di Città del Messico),<br />

raccontano i dieci anni della Rivoluzione<br />

messicana secondo due differenti livelli di<br />

lettura, sia come testimonianza storica dei fatti<br />

accaduti, sia come esempi di interpretazione<br />

“estetica”, prodotto dello sguardo individuale<br />

rivolto dai singoli fotografi a una congiuntura<br />

storico-politica vissuta da ciascuno<br />

in modo diretto e partecipato.<br />

Palazzo delle Esposizioni<br />

fino al 9 gennaio 2011; via Nazionale<br />

194; tel. 06 68301087; www.palazzoesposizioni.it;<br />

Orario: do-ma-me-gio<br />

10-20; ve-sa 10-22.30<br />

5 /**/••/ mappa: 8<br />

Mexico. Carlos Amorales.<br />

Remix<br />

Sei grandi installazioni di Carlos Amorales si<br />

susseguono nelle sale del Palazzo delle Esposizioni<br />

senza soluzione di continuità, dando<br />

vita a un nuovo e inedito lavoro. Con un processo<br />

di sovrapposizione che l’artista sperimenta<br />

qui per la prima volta, si intrecceranno<br />

opere realizzate tra il 2006 e il 2010 nella prima<br />

mostra personale in Italia del noto artista<br />

messicano. La cura è di Daniela Lancioni.<br />

Palazzo delle Esposizioni<br />

fino al 27 febbraio 2011; via Nazionale<br />

194; tel. 06 68301087; www.palazzoesposizioni.it;<br />

Orario: do-ma-me-gio<br />

10-20; ve-sa 10-22.30<br />

5 /**/••/ mappa: 8<br />

Palazzo Farnese. Dalle<br />

collezioni rinascimentali<br />

ad Ambasciata di Francia<br />

Oltre 150 opere, tra dipinti, statue, disegni,<br />

sculture, monete, arazzi e ceramiche, faranno<br />

rivivere cinque secoli della storia del Palazzo:<br />

dai fasti cinquecenteschi della Famiglia<br />

Farnese al periodo moderno, che vede il<br />

Palazzo quale sede dell’Ambasciata di Francia<br />

in Italia e dell’Ecole française de Rome.<br />

Saranno visibili capolavori come l’Ercole Farnese,<br />

l’Ercole latino, il Toro Farnese, provenienti<br />

dal Museo Archeologico Nazionale di<br />

Napoli.<br />

Palazzo Farnese<br />

Volevo dirvi che<br />

Ha appena chiuso mostre<br />

personali a Torino<br />

(Weber & Weber) e Bologna<br />

(Galleria Studio G7)<br />

e nel 2011 ce ne saranno altre due (Trisorio a Napoli<br />

e Spaziotemporaneo a Milano). Gregorio Botta<br />

è sulla cresta dell’onda, ma senza far rumore.<br />

«Faccio arte perché ogni tanto ho bisogno di tornare<br />

a casa», afferma, «di avvicinarmi in silenzio<br />

al respiro della vita, di spegnere la luce e chiudere<br />

la porta». Dei suoi cinquantasette anni, i primi<br />

sette li ha trascorsi dove è nato, Napoli, gli altri<br />

cinquanta a Roma, che diventano cento se si considera<br />

la sua doppia vita di artista e giornalista.<br />

Lunga vita per un’arte fatta di quasi nulla.<br />

Sembra esserci più sparizione che apparizione nelle<br />

sue opere, non pensa?<br />

La nostra percezione è sempre tenue, vaga, fallace,<br />

ma non possiamo farne a meno: cogliere la forma<br />

nel suo apparire e nel suo andarsene è il momento<br />

più importante della visione.<br />

Si sente più estetico o più estatico?<br />

Le opere dovrebbero essere delle piste di atterraggio<br />

estatiche.<br />

A che serve l’arte?<br />

A guarire e a ricordarti che sei qui.<br />

Come definirebbe il soggetto delle sue opere?<br />

Non lo so. Lo sto cercando. L’arte è un percorso<br />

verso questo soggetto misterioso.<br />

Oggi trionfa l’immagine e muore l’immaginazione.<br />

L’arte dove va?<br />

L’arte sta dove è sempre stata. Basta scavare. Certo,<br />

il vento sta soffiando da un’altra parte, ma l’arte<br />

che mi interessa va, come dice una canzone di<br />

Fabrizio De André, «in direzione ostinata e contraria»,<br />

è un’arte che richiede tempo, che tenacemente<br />

resiste al cinismo posthuman e alla superficialità<br />

pop, che indaga la radicalità dell’esperienza<br />

umana ed è capace di restituire l’incanto, il dolore,<br />

la meraviglia dell’essere al mondo e il mistero<br />

della morte.<br />

dal 17 dicembre al 27 aprile 2011; piazza<br />

Farnese; tel. 06 68892818<br />

7 /**/••/<br />

I Due Imperi. L’aquila<br />

e il Dragone<br />

Oltre 450 capolavori italiani e cinesi mettono a<br />

confronto, per la prima volta, i due più importanti<br />

imperi della storia, quello romano e quello<br />

delle dinastie cinesi Qin e Han nel periodo<br />

che va dal II secolo a.C. al IV secolo d.C. Le<br />

opere ricostruiscono le tappe e i momenti salienti<br />

del sorgere e dello sviluppo dei due imperi<br />

mettendo in luce aspetti della vita quotidiana,<br />

della società, del culto e dell’economia.<br />

Contemporaneamente alla mostra di Palazzo<br />

Venezia, la Curia Iulia, cuore del Foro Romano,<br />

accoglie una seconda sezione della grande<br />

esposizione, con, ad esempio, una statua<br />

loricata di principe giulio-claudio, aquile provenienti<br />

dalla decorazione della Curia stessa,<br />

e i plutei con episodi del principato di Traiano.<br />

Palazzo Venezia<br />

fino al 6 febbraio 2011; via del Plebiscito<br />

118; tel. 06 6780131; Orario: mado<br />

9-19<br />

2 /**/••/ mappa: 11<br />

Ida Gerosa.<br />

<strong>Il</strong> tempio dell’uomo<br />

Nell’abside della chiesa di Santa Rita, su un<br />

grande schermo, è proiettato un video di Ida<br />

Gerosa. Inoltre, al centro della sala, altri filmati<br />

sono proiettati su teli, e infine in una nicchia<br />

immagini fisse creano “affreschi virtuali”.<br />

Sala Santa Rita<br />

fino al 15 dicembre; via Montanara 8;<br />

tel. 0667105568; www.salasantarita.culturaroma.it<br />

5 /**/••/ mappa: 15<br />

1861. I pittori<br />

del Risorgimento<br />

La mostra, curata da Fernando Mazzocca e<br />

Carlo Sisi, in occasione delle celebrazioni per<br />

il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, illustra<br />

come la pittura italiana abbia rappresentato gli<br />

eventi storici che vanno dal 1859 al 1861.<br />

Esposte le opere dei maggiori artisti dell’epoca,<br />

tra i quali Francesco Hayez, Giuseppe Molteni,<br />

Domenico e Gerolamo Induno, Eleuterio<br />

Pagliano, Federico Faruffini, Giovanni Fattori,<br />

Silvestro Lega, Odoardo Borrani, Michele<br />

Cammarano e Giuseppe Sciuti.<br />

Scuderie del Quirinale<br />

fino al 16 gennaio 2011; via XXIV maggio<br />

16; tel. 06 39967200; www.scuderiequirinale.it;<br />

Orario: do-gio 10-20;<br />

ve-sa 10-22.30<br />

7 /**/••/ mappa: 11<br />

Gregorio Botta: «l’arte serve a ricordarti<br />

che sei qui»<br />

Romaeuropa Festival 2010<br />

Da un quarto di secolo Romaeuropa Festival<br />

racconta il nostro tempo e le trasformazioni<br />

del mondo contemporaneo attraverso gli<br />

sguardi degli artisti che ne hanno fatto una<br />

vetrina d’eccellenza sulla scena internazionale:<br />

per questo importante anniversario il REF<br />

ha in programma 20 prime nazionali e 3 prime<br />

mondiali per 38 appuntamenti che celebrano<br />

la meraviglia e la forza della scena.<br />

Sedi varie<br />

fino al 2 dicembre<br />

11 /**/••/<br />

Omar Galliani<br />

L'esposizione, curata da Claudio Proietti,<br />

La pittura è un CoBrA<br />

«Ragazzo con palla» (1950)<br />

di Karel Appel<br />

La Galleria Nazionale d’Arte Moderna<br />

presenta uno spaccato da<br />

non dimenticare dell’arte europea<br />

di fine anni ’40 e anni ’50,<br />

quello che vide la nascita del<br />

gruppo CoBrA nel 1948, l’attività<br />

del Movimento Nucleare fondato<br />

da Enrico Baj e Sergio Dangelo nel<br />

1952 e le ramificazioni internazionali<br />

del Movimento per una<br />

Bauhaus Immaginista creato da<br />

Pinot Gallizio e Asger Jorn ad Alba,<br />

in Piemonte, nel 1955. CoBrA<br />

era l’acronimo delle iniziali di Copenhagen,<br />

Bruxelles e Amsterdam,<br />

città di provenienza di Jorn,<br />

Appel, Corneille, Alechinsky e degli<br />

altri affiliati, tutti propugnatori<br />

di una pittura informale dai tratti selvatici ed espressionisti. Pittura<br />

d’asprezza nordica, che sposò la luce italiana nelle esperienze<br />

di collaborazione svolte ad Albisola, davanti al mar Ligure, tra i nordici<br />

e i compagni di strada italiani, Baj, Pinot Gallizio e Lucio Fontana,<br />

tra gli altri. Ad Albisola, nei laboratori di Tullio Mazzotti e dei<br />

fratelli Poggi, gli amici artisti realizzavano ceramiche, immaginando<br />

di riscrivere il mondo nel nome dell’arte. A cura di Denis Laoureux<br />

e Matilde Amaturo.<br />

❑ Guglielmo Gigliotti<br />

CoBrA e l’Italia, fino al 13 febbraio 2011<br />

GNAM - Galleria Nazionale d’Arte Moderna, viale Belle Arti 131;<br />

www.gnam.beniculturali.it<br />

Orario: ma-do 8.30-19.30<br />

10<br />

Nelle sedi istituzionali<br />

Faccia qualche nome.<br />

Anish Kapoor. Poi Bill Viola o Laib, ma anche Penone,<br />

Rovner, Spalletti e Kounellis.<br />

Ha dei suoi personali referenti nel passato?<br />

C’è una linea ideale che mi lega al Beato Angelico<br />

del Convento di San Marco, al Caravaggio, a Vermeer<br />

e a Morandi.<br />

L’arte dov’è, nell’opera o nell’occhio di chi guarda?<br />

È nell’incontro tra l’opera e l’occhio. L’arte è una<br />

forma che nasce perché qualcuno la guardi.<br />

La cera, che lei predilige, è «solo» un materiale?<br />

La cera è come la mia pelle, è il mio corpo.<br />

E gli altri materiali che usa: il vetro, l’acqua, il fuoco,<br />

il pigmento?<br />

Sono elementi essenziali radicati nella nostra antropologia,<br />

la plastica non ha storia né inconscio.<br />

Lei appartiene alla folta pattuglia di artisti che hanno<br />

avuto Scialoja come docente in Accademia a<br />

Roma.<br />

Scialoja mi ha trasmesso chiarezza, rigore e un<br />

amore per la verità al limite del far male, una sincerità<br />

soprattutto con se stessi: quando un’opera<br />

non va, non va.<br />

Ha un suo ricordo di Paolo Picozza, morto trentanovenne<br />

il 13 settembre scorso?<br />

Ecco, Paolo era vero. Con se stesso, con gli altri.<br />

Non dimenticherò mai il suo amore per la verità.<br />

Che cosa vorrebbe dal suo futuro?<br />

Di riuscire a lavorare sempre più con meno, sempre<br />

più verso l’essenza.<br />

Che cosa si aspetta dal passato?<br />

Che mi aspetti lui. <strong>Il</strong> golfo di Napoli inondato di luce,<br />

quella terra antica, fertile e calda fa parte dei<br />

miei geni e dei miei sogni, e sento che alla fine a<br />

Napoli ci tornerò a vivere.<br />

❑ Guglielmo Gigliotti<br />

presenta sette grandi disegni di Omar Galliani,<br />

allestiti nel foyer del Teatro India. Dice<br />

dell'operazione lo stesso Galliani: «Sette<br />

grandi tavole disegnano e accolgono lo<br />

sguardo di chi entra al Teatro India. Monoliti<br />

del volto e del corpo ci mostrano un’altra<br />

scena in cui gli unici protagonisti sono il<br />

soggetto, il supporto, una matita e l’autore.<br />

Soliloquio del Disegno, dilatazione e contrazione<br />

dello sguardo nel ciclo dei “Nuovi Santi”,<br />

contaminazioni e ferite senza urlo per le<br />

“Nuove Anatomie”».<br />

Teatro India<br />

fino al 19 dicembre; via Pierantoni 6<br />

5 /**/••/

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