I QUADERNI DELLA SPERANZA - Il Convivio
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icavarne una prima idea, imperfetta quanto si voglia, di come una coscienza emancipata<br />
dagli ordinari limiti possa pensare molte più cose che nell’ordinario, innumerevoli cose<br />
tutte insieme.<br />
È il primo avvio di un processo di presa di coscienza di quel che l’onniscienza divina<br />
può significare, di quel che potrebbe significare per noi medesimi l’accesso ad una tale<br />
esperienza suprema. E ci auguriamo che anche una semplice attenta lettura di<br />
testimonianze come quelle riportate ce ne possa dare almeno un qualche barlume.<br />
18. Cerchiamo di immaginare quel che la vita eterna<br />
possa significare per noi in concreto<br />
Cerchiamo di immaginare tutto quel che la vita eterna, cioè la vita divina, possa<br />
significare e comportare per ciascuno di noi.<br />
Vuol dire onniscienza. Vuol dire creatività perfetta: ossia l’avere portata la creazione<br />
dell’universo al suo perfettivo compimento. Vuol dire pienezza di essere e felicità senza<br />
limiti.<br />
Cerchiamo di farci un’idea dell’onniscienza, attraverso la considerazione delle<br />
esperienze cosmiche e anche di certe esperienze di confine che certe persone hanno in<br />
punto di morte, o in condizioni di gravissimo pericolo.<br />
Cerchiamo di farci un’idea di quel che possa essere una creatività perfetta mediante la<br />
considerazione, la fruizione vissuta di una grandiosa opera d’arte: che so, la Divina<br />
Commedia di Dante, il Giudizio Universale di Michelangelo o la Nona Sinfonia di<br />
Beethoven.<br />
Cerchiamo di immaginare che cosa possa essere un mondo perfetto in cui gli umani<br />
siano pervenuti alla vetta dell’evoluzione e di ogni perfezione concepibile e abbiano<br />
trasformato l’universo intero per renderlo veicolo della perfezione spirituale più alta.<br />
Immaginiamo una materia spiritualizzata non solo in certe sue modalità, come nei<br />
fenomeni paramistici dei santi, ma nella sua totalità.<br />
Ricordiamo certi momenti magici in cui siamo stati veramente felici. La felicità che ci<br />
attende all’ultimo è molto, molto di più, infinitamente di più.<br />
Tutto questo ci darà un’idea certo inadeguata, ma suggestiva: che almeno ci possa<br />
spronare a metterci su quel cammino con entusiasmo e buona lena, perché l’esperienza<br />
sia vissuta con sempre maggiore chiarezza e forza coinvolgente.<br />
19. Siamo destinati a “diventare come Dio”<br />
ma per sua grazia, cui la nostra iniziativa<br />
può efficacemente collaborare<br />
Che significa per te la resurrezione finale? “Sarà il coronamento. In che senso? “Di<br />
essere finalmente simili a Dio. Spiego: [in] santità, amore e tutte le altre qualità divine”<br />
(Iuzza, 99). “Ultima meta è la reintegrazione dell’essere. Una completezza dell’umanità.<br />
Saprete e sarete dèi” (Amico, 604).<br />
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