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I QUADERNI DELLA SPERANZA - Il Convivio

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<strong>Il</strong> discorso aperto dai giovani di luce è di natura essenzialmente religiosa e mistica, e<br />

va ben oltre a quei termini cui l’attenzione dei loro genitori si limitava.<br />

Questi vorrebbero il prolungarsi del consueto dialogo nelle condizioni consuete: se<br />

possibile, proprio nelle condizioni terrene cui vorrebbero che il giovane ritornasse risuscitando<br />

com’era.<br />

Nel discorso dei giovani di luce si vengono, invece, ad aprire orizzonti nuovi, inattesi,<br />

inediti. Sono le prospettive del regno di Dio che viene.<br />

In questo senso la manifestazione dei figli di luce non fa che ribadire quella Buona<br />

Novella, o Buona Notizia, che, dall’espressione greca Eu Evanghelìa, è l’Evangelo.<br />

<strong>Il</strong> Vangelo, in sostanza, che cosa ci annuncia? Ci annuncia che noi umani siamo<br />

destinati ad una vita divina.<br />

Un giorno che molti discepoli abbandonavano Gesù, Egli chiese ai Dodici: “Volete<br />

andarvene anche voi?” Per tutti gli rispose Simon Pietro: “Signore, a chi andremo? Tu hai<br />

parole di vita eterna” (Gv. 6, 68).<br />

A questo punto è opportuno far vedere meglio come i contenuti delle comunicazioni<br />

medianiche ottenute da noi della comunità della Speranza e in particolare del gruppo<br />

sperimentale romano del <strong>Convivio</strong> confermino quel Lieto Annuncio.<br />

In un primo momento i giovani di luce, al pari di tutti gli spiriti comunicanti<br />

dall’altra dimensione, si manifestano per farci sapere che ben sopravvivono alla morte<br />

fisica, rimanendo integri nella loro personalità.<br />

In genere i giovani di luce dicono a noi che si trovano in un ambiente luminoso, dove<br />

la loro esistenza è felice. A dire il vero, non proprio tutte le anime ci danno la medesima<br />

testimonianza. Tante si trovano in una condizione penosissima: sono le anime che<br />

trapassano gravate di eccessive scorie di peccato e di imperfezioni.<br />

Quella dell’altra dimensione è una realtà mentale: e ciascuno vi si adegua a seconda<br />

di quello che è il proprio stato mentale, appunto. Quindi chi ha un’anima luminosa entra<br />

in una esistenza luminosa; chi, invece, ha un’anima appesantita da scorie entra in uno<br />

stato mentale penoso di oscurità e di solitudine, dove è lasciato a meditare sui propri<br />

errori per emendarsene, per ottenere il perdono divino e per intraprendere alfine un<br />

percorso spirituale positivo.<br />

Pare che i giovani di luce, ragazzi più che normali e tirati su bene in famiglie oneste,<br />

al momento dal trapasso vengano coinvolti da anime giovani dell’altra dimensione e<br />

immessi nel cammino positivo di un’esistenza interamente donata al servizio di Dio e dei<br />

propri simili.<br />

Pare, ancora, che l’accettazione immediata di una nuova esistenza che sia tutta e solo<br />

dedita alla causa del bene costituisca, di per sé, la migliore delle espiazioni.<br />

Un’offerta così generosa di sé renderebbe superflua qualsiasi espiazione afflittiva in<br />

un isolamento che, per un periodo iniziale anche lungo, potrebbe dimostrarsi inutilmente<br />

sterile. È la pronta risposta positiva all’appello divino, è il dono incondizionato di sé che<br />

già, come tale, purifica ed eleva.<br />

Vorrei notare, qui, per inciso, come il concetto or ora espresso trovi corrispondenza<br />

nell’affermazione di Pietro, ripresa dai Proverbi, che “la carità copre una moltitudine di<br />

peccati” (1 Pt. 4, 8; Prov. 10, 12; cfr. Giac. 5, 20).<br />

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