Tutti gli appuntamenti più importanti - Campo de'fiori
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Intervista a<br />
Walter Santinelli<br />
‘A Madonna de’ Frati<br />
ritorna all’antico splendore<br />
Gli Omega<br />
La vera storia del gruppo<br />
Santuario della Madonna<br />
di Uliano.<br />
Otto secoli di storia e<br />
tanta fede<br />
AGENDA<br />
<strong>Tutti</strong> <strong>gli</strong> <strong>appuntamenti</strong> più<br />
<strong>importanti</strong>
2 <strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
SOMMARIO<br />
Editoriale:<br />
Vota Antonio!!! ........................................3<br />
Curriculum vitae:<br />
Francesca Cama.......................................4<br />
Walter Santinelli ..................................5<br />
Collezionismo:<br />
Ferri da stiro................. .......................6-7<br />
Suonare Suonare:<br />
Mamma, mi compri una chitarra?...........8-9<br />
Occhi di bimbo.....................................11<br />
Roma che se n’è andata:<br />
Visita alle sette chiese........................12-13<br />
Cinema News:<br />
Hannah Montana....................................14<br />
G.B. Casti, poeta libertino...................15<br />
Ecologia e ambiente:<br />
Le tempeste solari .................................16<br />
Come eravamo:<br />
Gli esami non finiscono mai.....................17<br />
Piazza di Siena....................................18<br />
Una “Fabrica” di ricordi:<br />
A Madonna de’ frati ..........................20-21<br />
Civita Castellana 4/12/1798..............22<br />
Ceral:<br />
La persona e i suoi disturbi ....................23<br />
Le guide di <strong>Campo</strong> de’ fiori:<br />
Tarano ..................................................24<br />
Il compito della filosofia.....................25<br />
Altro che acqua in galleria .................26<br />
Ass. Artistica IVNA:<br />
Gustavo Pozzi.........................................28<br />
Albero genealogico ............................29<br />
100 anni sempre verdi:<br />
Rosa Tion...............................................30<br />
Il Fumetto:<br />
Fortified School.......................................31<br />
La storia del cimitero di Civita<br />
Castellana ...........................................32<br />
La rubrica dei perchè..........................33<br />
Le storie di Max:<br />
Gli Omega.........................................34-35<br />
Il mondo del Jazz:<br />
La swing era ........................................36<br />
Civita Castellana a fine ‘800...............37<br />
Nel cuore.............................................39<br />
Elena Bonelli........................................40<br />
L’angolo del Bon Ton:<br />
I liquori..................................................42<br />
Lette a Napoli......................................43<br />
Il diario dei Girasoli............................44<br />
Madonna di Uliano..............................45<br />
Agenda ......................................46-47-48<br />
Vita cittadina ......................................49<br />
Messaggi....................................50-51-52<br />
I nostri amici ......................................53<br />
Album dei ricordi.........54-55-56-57-58-59<br />
Annunci Gratuiti ............................60-61<br />
Oroscopo..............................................62<br />
Selezione Offerte Immobiliari.......63-64<br />
Foto di copertina di Bruno Sisti<br />
Nel mare tempestoso di Internet, naviga in acque calme
<strong>Campo</strong> de’ fiori 3<br />
Vota Antonio!!!<br />
Vota Antonio La Trippa!!!!<br />
di Sandro Anselmi<br />
Il desiderio di vincere che è stato, per giorni e giorni, l’unico motivo di vita per molti candidati alle elezioni amministrative,<br />
ha finalmente liberato le loro menti dai suoi tentacoli!<br />
Dopo i caroselli assordanti di musiche e parole, dopo i pranzi e le cene, i concerti rock e le marce in fa, si provvede ora<br />
a ripulire la città dalle montagne di cartelloni e manifesti che l’hanno tappezzata in maniera selvaggia.<br />
Così le speranze di molti sono state vanificate dalle vittorie de<strong>gli</strong> altri ed alla fine, come in ogni partita, ci sono stati vincitori<br />
e vinti.<br />
Ho scoperto, però, che tutti e due i candidati delle più forti coalizioni politiche avevano qualcosa che li accomunava, qualcosa<br />
che, spero, li abbia fatti veri nelle loro promesse: quell’ angelo che è nella radice dei loro nomi!<br />
Io che considero la politica una materia difficile, da studiare con grande rigore ed applicare con grande onestà, auguro al<br />
neo eletto sindaco e a tutta la sua giunta di lavorare con grande impegno e massima trasparenza a favore di TUTTI i cittadini,<br />
e che possano traghettare, in questo periodo di magra economia, la nostra cittadina in un mare più calmo, sicuro<br />
e pescoso.<br />
Mi auguro possano realizzare il loro programma elettorale, sentendo sempre la voce del popolo che rappresentano e dare<br />
priorità alle cose che risulteranno più urgenti e necessarie.<br />
“La fatica è l’alimento de<strong>gli</strong> spiriti generosi”, diceva Seneca, e per superare questo momento particolare, bisognerà lavorare<br />
senza prendere riposo, ed arrivare comunque. AD MAIORA.<br />
Totò nel film<br />
“Gli onorevoli”<br />
di Sergio Corbucci
4<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
CURRICULUM VITAE<br />
Non potevamo esimerci dal dedicare questa puntata ad<br />
un’ artista completa incontrata allo stadio delle Terme di<br />
Caracalla in occasione dello spettacolo dedicato a “Race<br />
for the Cure” dove la nostra danzatrice si esibiva ed il sottoscritto<br />
era incaricato alla presentazione.<br />
Francesca Cama, nasce a Roma il 23/05/1988 e subito<br />
viene attratta dal mondo della danza iniziando fin da piccola<br />
a frequentare le mi<strong>gli</strong>ori scuole di danza romane partecipando<br />
con piccole apparizioni al programma Rai “Uno<br />
Mattina”.<br />
Si specializza in Danza Classica, Moderna, Acrobatica e<br />
Video Dance presso la Santinelli Dance Academy ed inizia<br />
a partecipare a spettacoli di grande spessore tra cui<br />
“Notte Mediterranea” e “Napoli prima e dopo” inserendosi<br />
nel corpo di ballo. Importante la partecipazione nel<br />
2008 al corpo di ballo di “Vieni avanti cretino” con la regia<br />
di Pierfrancesco Pingitore e le coreografie di Claudio<br />
Ferraro. Viene chiamata come acrobata a realizzare il<br />
nuovo video musicale del cantante americano Hip Hop<br />
Coolio nel nuovo video di J-Ax colonna sonora del film “Ti<br />
Stramo” con la regia di Pino Insegno.<br />
Artista solare ed eclettica, siamo sicuri che la giovane<br />
Francesca percorrerà parecchia strada nel mondo dello<br />
spettacolo.<br />
Francesca Cama<br />
di Sandro Alessi
l’intervista<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Walter Santinelli<br />
5<br />
una vita a passi di Valzer, Tango e Latino Americani<br />
di Sandro Alessi<br />
Arriviamo ne<strong>gli</strong><br />
anni ’80 e<br />
nelle stessa<br />
scuola iniziano<br />
a seguire i<br />
primi corsi di<br />
danza Paola e<br />
Stefania che<br />
seguono le<br />
orme dei genitori:<br />
esibizioni<br />
di danza e ginnastica<br />
artistica<br />
acrobatica,<br />
fino ad insegnare<br />
i nuovi<br />
stili di danza<br />
provenienti da<br />
tutto il mondo.<br />
foto di Domenico Costantini<br />
Qual è il<br />
segreto di<br />
questo successo<br />
La storia del Maestro Walter Santinelli è la<br />
storia del ballo a Roma ed in Italia.<br />
Due scuole avviatissime nel centro della<br />
città dove adesso insegnano soprattutto le<br />
fi<strong>gli</strong>e Paola e Stefania.<br />
Maestro Santinelli, come fu la sua iniziazione<br />
al ballo?<br />
“Mio padre Antonio e mia madre Enrica<br />
Lucia, alla fine della seconda guerra mondiale,<br />
misero in piedi una grande struttura<br />
per impartire lezioni di ballo ed addirittura<br />
inventarono i corsi per corrispondenza per<br />
<strong>gli</strong> amanti dei cosiddetti Balli di Società.<br />
Dal 1945 furono riconosciuti come maestri<br />
di grande valore partecipando con le loro<br />
esibizioni alle più grandi manifestazione di<br />
Roma e dintorni.”<br />
Infatti il primogenito Walter inizia a muovere<br />
i primi passi nel mondo del ballo all’età<br />
fami<strong>gli</strong>are artistico?<br />
“Ognuno di noi ha raggiunto il successo<br />
attraverso un percorso fatto di duro lavoro,<br />
grande tenacia e costanza. Non sempre<br />
è stato facile!”<br />
In qualità di Presidente FITD quando<br />
è arrivato il ballo in Italia?<br />
“Possiamo dire che il ballo c’e sempre<br />
stato, ma a livello organizzativo vero e<br />
proprio, esiste da<strong>gli</strong> anni 40 con la creazione<br />
delle prime associazioni nazionali,<br />
mentre in Inghilterra lo troviamo già da<br />
oltre cento anni.<br />
Dobbiamo quindi ringraziare le iniziative<br />
dei maestri di ballo che tanto hanno contribuito<br />
alla sua crescita.”<br />
Di cosa si occupa<br />
la FITD?<br />
“La Federazione<br />
di dieci anni e, ben presto, anche lui rilascia diplomi<br />
segue le orme dei genitori.<br />
ufficiali dopo<br />
Incontra Gina Antonelli che <strong>gli</strong> sarà partner<br />
nella vita e nel lavoro ed insieme<br />
diventano professionisti ed esperti di walzer,<br />
tango e danze latino-americane.<br />
“Insieme partecipammo a numerose competizioni<br />
in tutto il mondo e perfino ai<br />
esami specializzati,<br />
e si occupa<br />
di formazione di<br />
nuovi maestri in<br />
tutta la penisola,<br />
mentre per <strong>gli</strong><br />
Campionati del Mondo per Professionisti di allievi vengono<br />
danze latino americane “Royal Albert Hall”<br />
nel 1972 in rappresentanza dell’ Italia ai<br />
Campionati Europei”.<br />
organizzati ogni<br />
anno campionati<br />
italiani e regionali<br />
Ne<strong>gli</strong> anni ’70 la febbre per il ballo sale, e da cui escono<br />
le loro esibizioni, sempre più numerose,<br />
danno il via alle stagioni danzanti presso i<br />
più prestigiosi locali romani. E’ in questi<br />
anni che nasce la scuola “Santinelli Dance<br />
veri campioni di<br />
ballo.<br />
La FITD ha oggi<br />
iscritti circa 1.000<br />
Studio” dove Walter e Gina insegnano ai maestri professionisti,<br />
giovani il campionario di danze di società.<br />
e 10.000<br />
allievi nel settore promozionale ed amatoriale.”<br />
Come vi rapportate con il CONI?<br />
“Il nostro rapporto con il Coni avviene<br />
attraverso la CSAIN, ente promozionale, in<br />
accordo con le regolamentazioni ufficiali.<br />
Vorrei ricordare che il ballo fa parte delle<br />
discipline sportive attraverso la FIDS che<br />
fu fondata da me nel 1971 e si occupa di<br />
organizzare le competizioni di tutte le<br />
discipline dilettantistiche.”<br />
Che differenza esiste tra il professionale<br />
ed il dilettantistico ?<br />
“Possiamo affermare che il professionista<br />
è il maestro di ballo, che noi chiamiamo<br />
tecnico federale, mentre i dilettanti sono<br />
<strong>gli</strong> allievi che seguono l’iter formativo.”<br />
Cosa c’è di nuovo nell’aria?<br />
“Per quanto riguarda la nostra<br />
Federazione, siamo i primi in Italia che, a<br />
fianco del diploma classico, rilasciamo<br />
anche attestati di attività fisico-motoria di<br />
base, rivolta ai maestri FITD insieme a<br />
nozioni di pronto soccorso.<br />
Aggiungeremo anche una scuola di salute<br />
e l’ opportunità di avere un questionario<br />
per ogni allievo, opportuno a segnalare<br />
quella che deve essere l’alimentazione giusta.<br />
Insomma, per noi il Maestro del futuro<br />
non dovrà essere quello capace di insegnare<br />
solamente i passi di ballo, ma si<br />
dovrà occupare di tante cose contingenti il<br />
ballo.”<br />
Ringraziamo il Maestro Walter Santinelli<br />
che ci insegna subito alcuni passi di<br />
salsa….
6<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Collezionismo<br />
FERRI DA STIRO<br />
La storia del ferro<br />
da stiro è, al pari di<br />
tante altre, la storia<br />
della civiltà : nasce<br />
infatti dalla necessità<br />
di vincere la resistenza<br />
delle fibre<br />
con cui erano tessuti<br />
i vestiti dell’uomo,<br />
vestiti che, dopo la<br />
lavatura in acqua e<br />
l’esposizione al sole,<br />
di Alfonso Tozzi<br />
assumevano forme<br />
impresentabili spesso<br />
da renderli non corrispondenti alla funzione<br />
per la quale erano stati preparati.<br />
Gli artigiani dell’epoca si arrovellarono<br />
parecchio per trovare de<strong>gli</strong> strumenti adatti<br />
allo scopo, ma senza risultati concreti,<br />
fino a quando non si scoprì che il calore,<br />
trasmesso da un corpo pesante, agiva in<br />
modo determinante sul tessuto inumidito;<br />
nacquero così nel Medioevo i primi ferri da<br />
stiro veri e propri dai più elementari, costituiti<br />
da un pezzo di ferro appiattito e manico<br />
ricurvo, ai più elaborati a pietra infuocata,<br />
a carbone, ad acqua, ad alcool; nacquero<br />
altresì ferri dalle fogge più disparate<br />
: quadrati, rotondi, a forma di scatolone<br />
con manico intarsiato, ecc. tutti opera di<br />
piccoli ed oscuri artigiani i quali, molto<br />
spesso, unendo l’estro all’inventiva personale,<br />
riuscivano a modellare la materia<br />
realizzando delle vere e proprie opere d’arte<br />
dalle forme belle ed irripetibili, oggi<br />
oggetto di ricerca e di “culto”.<br />
Alcuni di questi esemplari sono anche<br />
diventati parte integrante di arredamento,<br />
mentre altri troneggiano in collezioni<br />
<strong>importanti</strong> o in musei.<br />
I precursori dei ferri da stiro si ebbero nell’antica<br />
Cina dove venivano usate delle<br />
scodelline di metallo da riempire con carbonella<br />
accesa. Generalmente tali scodelline<br />
avevano artistiche incisioni e manici<br />
d’avorio.<br />
Nell’antica Roma invece i patrizi e <strong>gli</strong> alti<br />
magistrati, non conoscendo l’invenzione<br />
della scodellina cinese, si facevano stirare<br />
le toghe mediante una pietra levigata di<br />
forma ovoidale che veniva arroventata con<br />
le fiamme e quindi usata con apposita presina<br />
di stoffa imbottita per non scottarsi le<br />
mani.<br />
I primi ferri da stiro veri e propri apparvero<br />
nel Medio Evo in forma semplice : il<br />
ferro con base liscia e manico grezzo veniva<br />
riscaldato sul fuoco e quindi utilizzato.<br />
Nel Settecento si ebbero ferri da stiro ric-<br />
camente incisi e più elaborati : per farli<br />
riscaldare bisognava inserire all’interno un<br />
pezzo di ferro acciaioso arroventato (o pietra<br />
infuocata) che sprigionavano un calore<br />
costante per almeno 15-18 minuti consecutivi.<br />
Ma l’estro de<strong>gli</strong> inventori di allora, non<br />
soddisfatti di questa realizzazione, si sviluppò<br />
ancora di più nell’Ottocento facendo<br />
apparire sul mercato nuovi ferri da stiro<br />
con forme insolite e con piccoli fori per circolare<br />
l’aria. Tali ferri vennero subito chiamati<br />
dal popolo le “vaporiere”.<br />
Al posto del ferro arroventato o della pietra<br />
infuocata veniva inserita la carbonella,<br />
proprio come facevano i cinesi molti secoli<br />
prima, in modo da prolungare il calore<br />
per almeno 50-60 minuti.<br />
Altri ferri da stiro, muniti con un apposito<br />
serbatoio collocato sul retro, da riempire<br />
con alcool o benzina, facevano sprigionare<br />
una trentina di fiammelle che arroventavano<br />
il ferro mantenendolo ad un calore<br />
costante.<br />
Ne<strong>gli</strong> anni ’30 di questo secolo venne ideato<br />
in Germania un ferro da stiro alquanto<br />
originale ma complicato : per scaldarlo<br />
bisognava girare la pancia in su e infilare<br />
quindi nel manico (rosso) un combustibile<br />
solido a forma di tavoletta (il “meta”) che<br />
sprigionava un calore a tutto il ferro.<br />
L’invenzione, senz’altro diversa dalle precedenti,<br />
non ebbe però successo e fallì<br />
miseramente nel giro di qualche anno.<br />
Nel corso de<strong>gli</strong> anni Il rivoluzionario procedimento<br />
a caldo passò attraverso fasi<br />
sempre più perfezionate: dal ferro da stiro<br />
“pieno” a quello “a braci”, a quello “a lingotto”.<br />
Il primo è il più antico e comporta di essere<br />
riscaldato direttamente sul fuoco; il tipo<br />
“a braci” supera l’inconveniente del primo,<br />
ma presenta il rischio che le braci, poste<br />
all’interno, fuoriescano dalle aperture laterali;<br />
il ferro “a lingotto” nasce per ultimo,<br />
ed essendo costituito da un contenitore<br />
chiuso, risolve anche l’inconveniente creato<br />
dalle braci, fu quindi il tipo maggiormente<br />
usato.<br />
Nell’Ottocento i ferri da stiro vengono prodotti<br />
per lo più su scala industriale e principalmente<br />
in ghisa, diversificandosi in<br />
numerosi modelli che, a grandi linee, ricalcano<br />
le forme e le modalità di funzionamento<br />
dei tre tipi principali.<br />
Nel corso della sua storia sono stati fabbricati<br />
tantissimi ferri da stiro, molti dei<br />
quali però, almeno per noi italiani, sono<br />
andati a finire nelle “raccolte del ferro”,<br />
operate durante <strong>gli</strong> anni 40 dal regime<br />
fascista e trasformati in attrezzi bellici, altri<br />
sono stati conservati nelle fami<strong>gli</strong>e per il<br />
loro valore “affettivo” ed estetico.<br />
In Italia la raccolta dei ferri da stiro annovera<br />
numerosi cultori, punto di riferimento<br />
per tutti <strong>gli</strong> “aficionados” del settore, in<br />
campo europeo, è il “CLUB DES AMIS DES<br />
FERS A REPASSER ANCIENNES” con sede<br />
a Roubaix (Francia), ma i collezionisti possono<br />
trovare pezzi interessanti con la<br />
modica spesa di 10-20 euro in tutti i mercatini<br />
di antiquariato o partecipando alle<br />
aste periodicamente indette in cui è possibile<br />
aggiudicarsi qualche esemplare particolare<br />
anche con 50-100 euro.<br />
Fra i collezionisti italiani più grandi mi limito<br />
a segnalare:<br />
Giampaolo Piccioni – Passo di Trenta<br />
(MC); Enrico Del Pizzo – Lama dei Peligni<br />
(CH); Carla Boromei – Firenze; Romano<br />
Ghirelli – Casina – (RE); -Annalberta<br />
Freschi – Milano e Silvio Del Mestre –<br />
Seda<strong>gli</strong>ano (UD), tutti con raccolte numerose<br />
di sommo interesse.
<strong>Campo</strong> de’ fiori 7
8<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
di Carlo Cattani<br />
Mamma mi compri una chitarra ?<br />
Bruno Rubino ci racconta la sua F I A BA<br />
( p a r t e 4 )<br />
Carlo :…..Bruno …mentre provi pure<br />
questo infuso di fiori di biancospino, coni<br />
di luppolo, e infiorescenze di ti<strong>gli</strong>o, perché<br />
non mi parli de<strong>gli</strong> studi sullo strumento e<br />
di qualche aneddoto a riguardo ?<br />
Bruno:Slurp…slurp….buona ‘sta roba<br />
….dai,.versa ancora !…….Beh , sono un<br />
irriducibile autodidatta ma questo non mi<br />
ha impedito di chiedere consi<strong>gli</strong> ai musicisti<br />
più preparati di me o che in qualche<br />
modo abbia ritenuto interessanti. L’unico<br />
aneddoto che mi viene in mente, è quello<br />
che mi ha dato la conferma del fatto che<br />
bisogna dare il giusto peso alle critiche<br />
altrui….mi spiego …. un musicista, che<br />
suonava tutt’altro genere con un’altra<br />
band, mi disse …a parte<br />
la critica non richiesta, ciò mi fece riflettere<br />
molto …… (nda: come abbiamo appreso<br />
poco sopra ,il batterista de<strong>gli</strong><br />
Arabesque era sempre Bruno …)<br />
Carlo:Quante ore passi allo strumento per<br />
“mantenere la forma “?<br />
Bruno:AAAArrrgh! Non tocco mai la<br />
batteria, tranne quando<br />
suoniamo…prometto che rimedierò….<br />
da ragazzino entravo da solo in sala<br />
prove : fuori era giorno e quando uscivo<br />
era buio…altri tempi !<br />
Carlo:come ci si prepara per un concerto<br />
?<br />
Bruno:dopo i primi , almeno vale per<br />
me, si impara a mangiare bene<br />
….quando hai appreso prima a non<br />
emozionarti tanto da farti chiudere lo<br />
stomaco, ti rilassi e fai un quarto d’ora<br />
almeno di riscaldamento, se puoi con il<br />
tuo strumento. Io, per i concerti fatti<br />
nelle piazze, mi sono spesso trovato ad<br />
allenarmi con le bacchette sullo sterzo<br />
della macchina !<br />
Carlo:ci sono stati incontri “artistici” di<br />
rilievo per la tua formazione ?<br />
Bruno:devo dire che sotto questo punto<br />
di vista, vivere in un’isola è assai penalizzante…..<br />
non ho avuto modo di approfondire<br />
personalmente conoscenze con artisti<br />
interessanti famosi….. ho incontrato sconosciuti<br />
i cui nomi non direbbero molto ai<br />
più, ma che sicuramente non hanno niente<br />
da invidiare ai più conosciuti.<br />
La mia delusione è che le poche<br />
volte che ho incontrato personaggi<br />
famosi, con i quali si<br />
sarebbe potuto allacciare un bel<br />
rapporto e realizzare collaborazioni,<br />
questi non hanno dimostrato<br />
l’umiltà necessaria affinchè<br />
ciò avvenisse.<br />
Carlo:parlami di come ti sei<br />
ritrovato a comporre e quale è<br />
stata la tua prima “costruzione<br />
musicale”<br />
Bruno:ho semplicemente scritto<br />
ciò che mi sarebbe piaciuto<br />
ascoltare. Non ricordo quale sia<br />
stata la mia prima composizione<br />
e a quale età l’abbia scritta…..<br />
una delle mie prime canzoni in<br />
Italiano penso sia stata “Viene<br />
l’angelo”, a 17<br />
anni…credo…(nda: brano confluito<br />
nell’album di esordio dei Fiaba “XII<br />
L’APPICCATO” del 1994 )<br />
Carlo: parliamo dello strumento :quante<br />
Bruno Rubino & Giuseppe Brancato<br />
Radio Rock Roma 10-11-2005<br />
batterie sono passate sotto le tue mani ?<br />
Cita marche,fornisci qualche giudizio e<br />
,naturalmente, parliamo della tua<br />
“Drumtree”…la “batteria-albero” :come<br />
l’hai realizzata e di cosa si compone ?<br />
Bruno: ho suonato e registrato un po’ con<br />
tutto: Yamaha, Premier, Tama, Remo; ho<br />
anche avuto la TD20 della Roland….. con<br />
questa e un set di piatti veri abbiamo<br />
potuto aprire con i Fiaba la data di Fish<br />
(nda : il mai dimenticato ex cantante dei<br />
Marrillion, fuoriuscito nel 1988 dopo 4<br />
album ) in Italia a S.Giuliano del Sannio in<br />
Molise nell’agosto del 2004; l’ho usata<br />
anche per registrare il singolo dei<br />
Fiaba “Il Lustrastelle” (2006) ; in passato<br />
ho utilizzato pads con convertitore<br />
midi e una batteria elettronica come<br />
centralina…… non avevamo grossi<br />
budget e per realizzare il primo album<br />
dei Fiaba nel 1994 , avevamo solo un<br />
otto tracce a cassette….. non avremmo<br />
mai potuto fare un lavoro del<br />
genere con una batteria acustica.<br />
Sono i suoni vintage che abbiamo<br />
usato in ”XII L’Appiccato” , nel brano<br />
“I Sogni di Marzia” e che abbiamo<br />
recuperato per registrare “Il Bambino<br />
coi Sona<strong>gli</strong>” (2007) , singolo e seguito<br />
narrativo del precedente “I Sogni di<br />
Marzia” . Ogni strumento ha la sua dignità,<br />
poi è un fatto di mezzi economici e<br />
gusto. Il rack della mia batteria è autocostruito.<br />
Vidi quella dei Queensryche con le<br />
catene saldate e mi dispiacque non aver<br />
avuto la stessa idea prima, era proprio l’epoca<br />
de “I Sogni di Marzia” e avevo usato<br />
la mia camera da letto come scenografia<br />
per la copertina con tanto di rami e terra,<br />
quando steso sul letto a pensare tutto
<strong>Campo</strong> de’ fiori 9<br />
questo, vidi un rovo che pendeva da sopra<br />
il tetto…. così mi venne l’idea dei rami<br />
come supporti. I rack per le elettroacustiche<br />
costavano parecchio e pensai di<br />
costruirmene uno da solo ma allora ritornai<br />
a suonare l’acustica e tenendo quell’idea<br />
realizzai la mia attuale batteria in ferro<br />
saldato e pasta di cellulosa. Il mio set ?<br />
Toms da 8”-12”-13”, timpano da 16”, cassa<br />
da 22”, rullante 14”, un charleston da 12”,<br />
due splash da 6,5”, crash 15”,16”, ride da<br />
20”, china 18”, una Quijada (nda: strumento<br />
di origini africane : l’originale è una<br />
mandibola d’asino da sfregare lungo ciò<br />
Bruno Rubino sotto una neve .... FIABESCA<br />
che resta …del sorriso del povero animale<br />
…) e ,per finire …... una campana in<br />
bronzo di una scuola elementare !<br />
Carlo: Hai qualche consi<strong>gli</strong>o da suggerire<br />
per chi inizia lo studio dello strumento ?<br />
Bruno:senz’altro avere pazienza ! Me<strong>gli</strong>o<br />
studiare poco ma concentrati che studiare<br />
molto ma distrattamente; cercare di divertirsi<br />
facendo <strong>gli</strong> esercizi; capire anche dall’ascolto<br />
senza bisogno di partiture cosa fa<br />
lo strumento in un brano che si sta studiando;<br />
se si ha difficoltà a seguire il<br />
metronomo, pensarlo come un percussionista<br />
che sta suonando con te e non come<br />
un orologio che ti controlla e, quando si<br />
suona insieme a<strong>gli</strong> altri (lo studio mi<strong>gli</strong>ore),<br />
non suonare da soli ma prestare<br />
attenzione a tutti e pensare il brano dal<br />
punto di vista di chi ascolta e non da quello<br />
dello strumento che stai suonando. Un<br />
ultimo consi<strong>gli</strong>o per i batteristi neofiti,<br />
attenzione a non accelerare nei passaggi<br />
durante l’esecuzione ……un difetto che<br />
molti di noi hanno…… un passaggio eseguito<br />
con la giusta intenzione oltre ad<br />
essere corretto a livello di tempo suona<br />
molto molto me<strong>gli</strong>o. Come in ogni buona<br />
tradizione l’allievo sce<strong>gli</strong>e il maestro ed il<br />
maestro sce<strong>gli</strong>e l’allievo……. bisogna<br />
apprendere da chiunque possa insegnarti<br />
qualcosa senza remore e non è sempre<br />
detto che sia una persona più preparata di<br />
te !.... magari è solo qualcuno che può trasmetterti<br />
ciò di cui tu hai bisogno…….il<br />
maestro non è chi insegna, ma colui<br />
dal quale si può apprendere !<br />
Carlo: c’è un evento memorabile della tua<br />
“storia artistica” e hai un “sogno nel cassetto”<br />
?<br />
Bruno:a parte l’emozione e la trepidazione<br />
per la pubblicazione del primo album<br />
dei Fiaba nel 1994 , la prima cosa che mi<br />
viene in mente è la copertina disegnata da<br />
John Howe per il nostro singolo “Il<br />
Lustrastelle”. Avevo letto da ragazzino<br />
un fumetto da lui illustrato, scritto su una<br />
storia di Claude Clemént “Il Lustrastelle”; i<br />
Fiaba ancora non esistevano e pensai >. Passano diversi<br />
anni …... avevo appena<br />
scritto il brano “promessomi”<br />
e non sapevo<br />
che ormai John fosse<br />
conosciuto come uno<br />
dei più grandi disegnatori<br />
del mondo ; era<br />
appena uscita la trilogia<br />
del Signore de<strong>gli</strong> anelli e<br />
lui era l’art design insieme<br />
ad Alan Lee…poco<br />
male: contattai John<br />
……. dopo qualche mese<br />
uscì il singolo con la<br />
copertina firmata da lui !<br />
Un’altra cosa che mi<br />
viene in mente è quando<br />
cercai di contattare Dario Spada,<br />
autore del libro “Il Piccolo Popolo”, un<br />
Bruno Rubino in concerto<br />
opera che per me ha rappresentato una<br />
vera e propria enciclopedia da consultare<br />
per scrivere in modo filologicamente corretto<br />
gran parte dei testi delle canzoni dei<br />
Fiaba .<br />
Lasciai un messaggio sulla sua segreteria<br />
telefonica e mi richiamò; avevo quel libro<br />
sin da bambino e mi sembrava doveroso<br />
far<strong>gli</strong> i complimenti per il lavoro e ringraziarlo<br />
per questa inesauribile fonte di ispirazione.<br />
Non appena <strong>gli</strong> spiegai il tutto e<br />
<strong>gli</strong> dissi che ero il batterista dei Fiaba, mi<br />
rispose >. Questi sono piccoli<br />
segnali, ma è la prova che dopo tanti<br />
sacrifici qualcosa ritorna !<br />
Mi chiedevi riguardo a un sogno nel cassetto……se<br />
ti dico un videoclip realizzato<br />
insieme a Ridley Scott ?<br />
Carlo:e allora ,parlami anche della tua<br />
passione come “videomaker” …quindi<br />
delle cose che hai fatto in tal senso etc<br />
Bruno:professionalmente ho lavorato<br />
insieme al mio amico Pierluigi Cavarra<br />
(nda: manager della band ) alla realizzazione<br />
di diversi spot regionali e videoclip<br />
per gruppi e solisti oltre ai video realizzati<br />
per illustrare alcune canzoni dei Fiaba<br />
(nda: ad esempio, cercate su Youtube per<br />
“I sogni di Marzia” www.youtube.com/watch?v=x_EnbW-iSMk<br />
e per<br />
“Angelica e il folletto del salice”<br />
www.youtube.com/watch?v=O8eGAOq9N<br />
0c&feature=related ). Ho realizzato svariati<br />
corti : il cinema è per me una passione<br />
grande almeno quanto quella per la musica.<br />
Attualmente, mi sto accingendo a realizzare<br />
il mio primo lungometraggio, è una<br />
cosa comunque fatta solo per passione e<br />
senza nessun tipo di compromesso.<br />
Carlo:Ultime cose in casa Fiaba? Ho notizia<br />
di un brano realizzato per un tributo<br />
a Branduardi …<br />
Bruno:qualcuno ha messo su Youtube<br />
(www.youtube.com/watch?v=luFVIYPW6c<br />
M ) lo spezzone di un nostro live dove<br />
suonavamo , “Ballo in fa diesis minore”, un<br />
pezzo storico di Angelo Branduardi con<br />
l’incipit che fa<br />
< Sono io io son di tutti voi Sono io la<br />
morte e porto corona, io Son di tutti voi<br />
signora e padrona…> eccetera, eccetera<br />
…. la nostra versione è piaciuta e ci è<br />
stato chiesto di registrarlo per una prossima<br />
compilation di tributo a Branduardi.<br />
In ultimo in ultimo,permettimi un annuncio:<br />
stiamo cercando una produzione esecutiva<br />
per il nostro nuovo album, chi fosse<br />
interessato può mandare una mail a<br />
info@fiabaweb.com<br />
Carlo: e permettetemi di farvi una<br />
proposta : ho notizia che la nostra<br />
rivista è letta anche da amici all’estero<br />
e il sito di “<strong>Campo</strong>” è visitato da<br />
varie parti del mondo …..allora perché<br />
qualcuno dei nostri lettori, bravi<br />
nel disegno ,non si cimenta in una<br />
illustrazione ispirandosi al mondo<br />
musicale dei Fiaba ? Chissà che non<br />
si possa arrivare alla pubblicazione di<br />
una copertina per un prossimo album<br />
della band ? Allora,VIA da questo<br />
momento …le vs proposte in forma di<br />
files elettronici all’email<br />
info@fiabaweb.com (indirizzi web<br />
del gruppo : www.fiabaweb.com -<br />
www.myspace.com/fiabaweb)<br />
……ho visto uno gnomo ! E voi ?
<strong>Campo</strong> de’ fiori 11<br />
Occhi di bimbo<br />
Come proteggerli dal sole dell’estate<br />
I filtri contro i raggi ultravioletti nel caso<br />
de<strong>gli</strong> occhiali da sole non sono certo un<br />
lusso superfluo, bensì una necessità. Con<br />
la riduzione dello strato di ozono aumentano<br />
le radiazioni ultraviolette. E la cosa crea<br />
sempre più problemi anche ai nostri occhi:<br />
le vacanze si avvicinano. Per i nostri bimbi<br />
pronti zoccoli, costume e crema solare, ok!<br />
Ma <strong>gli</strong> occhiali da sole? Mai lasciare i bambini<br />
al sole senza crema protettiva, perché<br />
la loro pelle è delicata, ma i loro occhi sono<br />
ancora più sensibili alle pericolose radiazioni<br />
ultraviolette, presenti oggi più che<br />
mai nella luce del sole, per colpa dell’inquinamento<br />
atmosferico e del buco dell’ozono<br />
In vacanza <strong>gli</strong> occhiali da sole per i<br />
bambini non dovrebbero mai mancare: la<br />
loro vista è delicata e va difesa. Secondo<br />
un’indagine della Commissione Difesa<br />
Vista, l’11 per cento dei bambini in età scolare<br />
non porta <strong>gli</strong> occhiali da sole nemmeno<br />
al mare o in montagna, mentre <strong>gli</strong><br />
esperti raccomandano di fare indossare <strong>gli</strong><br />
occhiali da sole perché i raggi U.V. d’estate<br />
sono più intensi. Il cristallino dei bambini<br />
è più trasparente e lascia passare una<br />
maggiore quantità di raggi dannosi, assieme<br />
alla luce solare. I danni provocati da<strong>gli</strong><br />
UV si sommano con il tempo, e il modo<br />
mi<strong>gli</strong>ore per evitare in futuro danni irreparabili<br />
quali cataratte o degenerazioni<br />
maculari, è iniziare la protezione sin da<br />
bambini! Quando iniziare ad usare <strong>gli</strong><br />
occhiali da sole? Gli occhiali da sole sono<br />
consi<strong>gli</strong>ati da<strong>gli</strong> otto mesi in poi, quando il<br />
bambino comincia a stare seduto. E se<br />
proprio non li vuole mettere, si può ripiegare<br />
sul cappellino: con visiera e di colore<br />
chiaro riesce a respingere il 60 per cento<br />
dei raggi ultravioletti. A patto, però, di non<br />
tenere il bambino in spiaggia nelle ore più<br />
calde.<br />
Gli occhi dei bambini...<br />
Gli occhi dei bambini richiedono una protezione<br />
maggiore! La realtà è che i bambini<br />
sono più a rischio de<strong>gli</strong> effetti nocivi<br />
su<strong>gli</strong> occhi dovuti all’esposizione ai raggi<br />
UV rispetto a<strong>gli</strong> adulti, e questo per diverse<br />
ragioni.<br />
Ad esempio, non tutti sanno che<br />
- un bambino riceve, in media, tre volte l’esposizione<br />
ai raggi UV rispetto a un adulto<br />
- Il cristallino dell’occhio di un bambino al<br />
di sotto dei 10 anni permette l’assorbimento<br />
di una quantità 6 volte maggiore di<br />
radiazioni ultraviolette rispetto a<strong>gli</strong> occhi di<br />
un adulto<br />
- La protezione della pelle nei primi 18 anni<br />
di vita può diminuire il rischio di tumori<br />
della pelle di oltre il 50%.!<br />
Si calcola che a 12 anni l’occhio ha assorbito<br />
oltre 2/3 delle radiazioni ultraviolette<br />
che assorirà in tutto il corso della vita!<br />
- Non è mai troppo presto per cominciare<br />
a prendersi cura de<strong>gli</strong> occhi dei propri fi<strong>gli</strong>.<br />
Ecco perché prendersi cura de<strong>gli</strong> occhi dei<br />
bambini è così importante.<br />
QUALI OCCHIALI DA SOLE<br />
SCEGLIERE PER I BAMBINI<br />
Gli occhiali da sole vanno acquistati dall’ottico<br />
che, assieme all’etichetta con marchio<br />
CE, rilascia certificazione di garanzia con le<br />
caratteristiche delle lenti (infrangibili, con<br />
filtro solare al 100 per cento) e della montatura<br />
(anallergica, materiale atossico,<br />
forme arrotondate), sce<strong>gli</strong>endo la montatura<br />
di misura adeguata per adattarsi alle<br />
dimensioni del viso. Gli occhiali da sole<br />
devono coprire bene tutto l’occhio. Come<br />
colori, marroni, verdi o grigio sono ideali in<br />
città, mentre per il mare o la montagna<br />
sono preferibili più scuri.<br />
GLI OCCHIALI DA SOLE PER I<br />
BAMBINI MIOPI E ASTIGMATICI<br />
Per i bambini con difetti visivi l’ideale sono<br />
le lenti fotocromatiche: sono infrangibili,<br />
graduate e si adattano da sole alle condizioni<br />
di luminosità. In pratica diventano<br />
scure se il bambino è in una zona illuminata<br />
e si schiariscono se va all’ombra.<br />
Quelle di ultima generazione lo fanno in<br />
tempi rapidissimi e proteggono in modo<br />
molto efficace da Uv e luce blu. I bambini<br />
hanno bisogno di prodotti ottici sicuri<br />
e antiurto e sono pertanto ottimi candidati<br />
per queste lenti, disponibili in<br />
materiali robusti, leggeri, antiurto e<br />
inscalfibili per tutta la gamma di materiali<br />
ottici e di marchi.<br />
Contro i danni a<strong>gli</strong> occhi provocati dalla<br />
luce possono proteggere soltanto de<strong>gli</strong><br />
occhiali da sole con filtro protettivo contro<br />
i raggi ultravioletti.<br />
Un paio di occhiali semplicemente oscurati<br />
ma senza alcuna azione filtrante non<br />
soltanto è inutile ma anche estremamente<br />
pericoloso, perché dietro a<strong>gli</strong><br />
occhiali scuri le pupille si dilatano facendo<br />
così arrivare indisturbate radiazioni<br />
ultraviolette ancora più dannose al cristallino<br />
e alla retina.<br />
La sensibilità dei bambini...<br />
Per i bambini sono quindi indicati filtri di<br />
qualità, perché <strong>gli</strong> occhiali per loro vengono<br />
spesso considerati soltanto come<br />
dei giocattoli, anche se proprio i loro<br />
occhi sono i più sensibili.<br />
di Paolo Balzamo<br />
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economico, consentendo loro di ricevere una<br />
copertura finanziaria,<br />
anche in caso di prematura scomparsa.<br />
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12<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Roma che se n’è andata:<br />
Visita alle sette Chiese, il pelle<br />
Un certo numero di<br />
religiosi, all’ora<br />
della passeggiata<br />
pomeridiana, avevano<br />
cominciato a<br />
ritrovarsi sul sagrato<br />
della chiesa di<br />
San Girolamo della<br />
Carità in via<br />
Monserrato a<br />
di Riccardo Consoli<br />
pochi passi da<br />
Piazza Farnese; questo incontro quotidiano<br />
non passò inosservato ai romani che<br />
non tardarono a individuare quei religiosi<br />
come “ … <strong>gli</strong> amici di Padre Filippo Neri, il<br />
fiorentino … “.<br />
Secondo tradizione questa chiesa, sorta<br />
sulla casa dove era vissuto San Girolamo,<br />
fu tenuta dai Minori Osservanti fino al<br />
1534 quando si trasferirono sull’Isola<br />
Tiberina e fu da allora che Clemente VII,<br />
Giulio de’ Medici, 1523 - 1534 la concesse<br />
ad una Confraternita di nobili fiorentini<br />
all’insegna della carità titolo attribuito, da<br />
qui in avanti, alla medesima chiesa; nel<br />
Convento posto accanto abitò per oltre<br />
trent’anni Filippo Neri e la camera dove<br />
e<strong>gli</strong> visse così a lungo ospitò frequenti<br />
incontri e colloqui di ben quattro Santi<br />
Filippo Neri, Firenze 1515 - Roma 1595,<br />
fondatore della Congregazione de<strong>gli</strong><br />
Oratoriani, Carlo Borromeo, Ignazio da<br />
Lodola e Felice da Cantalice.<br />
Correva il 25 febbraio dell’anno 1552, giorno<br />
di giovedì grasso, quando Padre<br />
Filippo, per la prima volta, oppose ai<br />
festeggiamenti del Carnevale romano la<br />
meditazione della Passione e la devozione<br />
nei confronti dei luoghi più sacri di Roma,<br />
nasceva così il Pellegrinaggio alle sette<br />
Chiese.<br />
Tutto era cominciato nel maggio dell’anno<br />
precedente allorquando Padre Filippo Neri,<br />
novello sacerdote, aveva preso dimora nel<br />
luogo innanzi descritto e, nella chiesa di<br />
San Girolamo della Carità, s’intrattenevano<br />
con lui diverse persone, non solo religiosi,<br />
che poi uscivano per una passeggiata;<br />
a volte, superato Ponte Sant’Angelo, si<br />
dirigevano verso San Pietro per una visita<br />
alla tomba dell’Apostolo, oppure si dirigevano<br />
verso l’Esquilino alla volta di Santa<br />
Maria Maggiore, la domenica poi, Padre<br />
Filippo attendeva i suoi fi<strong>gli</strong>oli sul sagrato<br />
della chiesa per una scampagnata, il cammino,<br />
in questo caso, diventava più lungo<br />
e le mete erano diverse: San Paolo, le<br />
Catacombe di San Sebastiano, San<br />
Giovanni in Laterano, Santa Croce in<br />
Gerusalemme.<br />
Padre Filippo e i suoi amici amavano definire<br />
queste passeggiate “visite” come se si<br />
andasse a far visita alla casa di un amico,<br />
con la differenza che le case visitate erano<br />
luoghi cari alla memoria cristiana, è con<br />
questa spontaneità che nasceva la Visita<br />
alle sette Chiese, il pellegrinaggio più<br />
famoso di Roma.<br />
A onor del vero alcuni studiosi dell’epoca<br />
sostenevano che il Padre Filippo Neri non<br />
avrebbe inventato nulla di nuovo essendosi<br />
limitato piuttosto a riesumare quella che<br />
era stata una antichissima tradizione;<br />
ovviamente non è dato sapere quali siano<br />
state le origini di questa secolare tradizione<br />
tipicamente romana, tuttavia un primo<br />
limite è costituito dalla data di fondazione<br />
delle sette basiliche oltre il quale, non possibile<br />
risalire.<br />
Ma vediamo di conoscere me<strong>gli</strong>o le sette<br />
basiliche meta di questo pellegrinaggio,<br />
cinque di esse: San Pietro, San Paolo, San<br />
Giovanni, Santa Croce e San Lorenzo,<br />
furono erette per iniziativa di Costantino,<br />
Santa Maria Maggiore risale alla prima<br />
metà del V secolo e il culto di San<br />
Sebastiano risale alla prima metà del II<br />
secolo, sarebbe quindi errato pensare ad<br />
una tradizione antecedente a queste date.<br />
Tuttavia è possibile che, prima del Santo<br />
fiorentino, gruppi di fedeli abbiano compiuto<br />
quell’itinerario allo scopo di acquisire<br />
indulgenze, comunque Padre Filippo non<br />
poteva di certo contare su una tradizione<br />
consolidata e la sua vera innovazione fu<br />
quella di costituire una visita collettiva,<br />
una occasione di aggregazione spirituale e<br />
di rinnovamento proprio in un periodo<br />
durante il quale il Carnevale di Roma, di<br />
cui ho trattato in altra sede, sembrava<br />
volesse respingere il pensiero della penitenza<br />
e della stessa vita cristiana.<br />
La tradizione che più da vicino ci interessa<br />
e quella della c.d.stationes allorquando<br />
venne introdotta la consuetudine in base<br />
alla quale il Pontefice non diceva Messa<br />
sempre nel medesimo luogo, ma presso<br />
una chiesa di particolare prestigio dove<br />
celebrava l’Eucarestia; nasceva in tal<br />
modo una particolare tradizione di processioni<br />
che attraversavano la città sino a raggiungere<br />
il luogo prescelto, si costituirono<br />
così le c.d. “chiese principali” a partire<br />
dalla basilica costantiniana per eccellenza<br />
ossia San Giovanni e, a seguire, le già citate<br />
San Pietro, San Paolo, Santa Croce e<br />
San Lorenzo.<br />
Alcuni testi del seicento, trattando delle<br />
sette chiese, mettono in evidenza la circostanza<br />
che, ogni tratta dell’itinerario, costituirebbe<br />
una sorta di anticipazione della<br />
Via Crucis così individuata: dal Cenacolo al<br />
Getsemani, dall’orto alla casa di Anna, da<br />
questa alla casa di Caifa, da li a quella di<br />
Pilato, a quella di Erode, di nuovo da<br />
Erode a Pilato e, infine, dal palazzo di<br />
Pilato al Calvario.<br />
Il Pellegrinaggio alle sette Basiliche, iniziato<br />
da Padre Filippo Neri, ebbe un tale successo<br />
che, in pochi anni, con il crescere<br />
della popolarità di quel sacerdote, arrivò a<br />
coinvolgere centinaia di persone fino a<br />
raggiungere, sotto il pontificato di Pio IV,<br />
Giovan Angelo de’ Medici, 1560 - 1565, il<br />
numero di seimila partecipanti; senza<br />
volere, quasi senza accorgersene, Padre<br />
Filippo aveva coinvolto tutta Roma.<br />
Il percorso, lungo sedici mi<strong>gli</strong>a, fu originariamente<br />
affrontato in due giorni con partenza,<br />
il mercoledì sera da San Girolamo<br />
della Carità da dove, attraversato ponte<br />
Sant’Angelo, si faceva visita a<strong>gli</strong> ammalati<br />
dell’ospedale Santo Spirito, quindi il corteo<br />
si racco<strong>gli</strong>eva presso la basilica di San<br />
Pietro; il mattino seguente l’appuntamento<br />
era fissato presso la basilica di San<br />
Paolo da dove, percorsa via della Sette<br />
Chiese, si giungeva a San Sebastiano, qui<br />
si per partecipare alla Santa Messa a cui<br />
faceva seguito l’omelia di Padre Filippo o<br />
di altri sacerdoti, quindi, una refezione.<br />
Il lungo cammino era continuamente rallegrato<br />
da melodie e preghiere che spezzavano,<br />
in un festoso clima di giubilo, le lunghe<br />
pause di contemplazione e di silenzio,<br />
famoso il “ … canto delle vanità … “ la cui<br />
composizione è attribuita a tale Giovanni<br />
Animuccia, uno dei compagni di Padre<br />
Filippo Neri; il canto così ammoniva “ …<br />
vanità di vanità / ogni cosa è vanità / tutto<br />
il mondo è ciò che ha/ ogni cosa è vanità<br />
… “ L’apostolo di Roma, come venne<br />
chiamato Filippo Neri, aveva concepito una<br />
celebrazione spirituale piuttosto moderna<br />
e perfettamente in linea con lo spirito del<br />
tempo, da un lato una forte accentuazione<br />
dell’aspetto penitenziale e di riflessione<br />
sulla fragilità dell’uomo, dall’altro lato la<br />
fede vissuta nel suo aspetto gioioso e<br />
festivo, anche con la collaborazione delle<br />
arti e, questa mescolanza tipicamente<br />
romana fra il sacro e il profano, consentiva<br />
a Padre Filippo di chiamare la visita alle<br />
sette chiese il “ … Carnevale cristiano … “<br />
Una refezione si diceva, orbene con il passare<br />
de<strong>gli</strong> anni il luogo prescelto divenne<br />
Villa Celimontana di proprietà dei Mattei,
<strong>Campo</strong> de’ fiori 13<br />
luoghi, figure, personaggi<br />
grinaggio più famoso di Roma<br />
una villa che veniva<br />
aperta al pubblico<br />
una volta l’anno proprio<br />
in occasione<br />
della processione,<br />
infatti, dopo la visita<br />
di San Sebastiano, i<br />
fedeli entravano a<br />
Villa Celimontana per<br />
riposarsi e rifocillarsi<br />
grazie all’ospitalità dei<br />
proprietari che per<br />
l’occasione aprivano<br />
le porte ai “filippini”<br />
offrendo loro una<br />
refezione gratuita<br />
costituita da una<br />
pagnotta, vino, un<br />
uovo sodo, due fette<br />
di salame, un pezzo<br />
di formaggio e due<br />
mele per ciascuno dei<br />
partecipanti, il tutto<br />
dentro un cestello.<br />
I personaggi di<br />
riguardo trovavano<br />
posto sui gradoni del<br />
teatro interno alla<br />
villa, mentre il popolo<br />
si accomodava sul<br />
prato antistante,<br />
dopo la benedizione<br />
un bambino recitava<br />
un sermone accompagnato da suoni e da<br />
canti usanza, questa, che durò fino alla<br />
fine dell’ottocento.<br />
Il Celio all’epoca risultava scarsamente<br />
edificato, l’intero colle era infatti occupato<br />
da Monasteri, Ville, tra cui Villa<br />
Celimontana e soprattutto vigneti, l’unica<br />
zona edificata si poteva riscontrare lungo<br />
la Via San Giovanni in Laterano strada percorsa<br />
dai cortei papali in occasione del c.d.<br />
“ … possesso … “ allorquando il Pontefice<br />
nuovo eletto, quale Vescovo di Roma, si<br />
muoveva solennemente dal Vaticano perraggiungere<br />
la sua cattedrale di San<br />
Giovanni in Laterano.<br />
La visita alle sette chiese non poteva di<br />
certo sfuggire a Giggi Zanazzo, cultore<br />
de<strong>gli</strong> usi e dei costumi popolari romani<br />
dell’ottocento, ne ho trattato in altra sede;<br />
e<strong>gli</strong> così scriveva sulla visita “ … se ne<br />
ponno visità cinque in una giornata e l’antre<br />
dua in un antra … “<br />
Con il passare del tempo la visita divenne<br />
tradizione consolidata e l’idea di Padre<br />
Filippo Neri trovò consenso anche fuori<br />
dalla città dei Papi, infatti, Gregorio XIII,<br />
Ugo Boncompagni, 1572 - 1585, su preghiera<br />
dell’arcivescovo di Milano Carlo<br />
Borromeo, estese anche alle sette principali<br />
chiese della città lombarda le medesime<br />
indulgenze delle sette basiliche romane.<br />
Nel 1999 alcuni studiosi decisero di dare<br />
vita al volume dal titolo “I luoghi giubilari<br />
di Roma”, ma per loro si pose immediatamente<br />
il problema di quale fosse il legame<br />
fra il Giubileo e l’itinerario delle Sette chiese<br />
infatti, malgrado i due itinerari di pellegrinaggio<br />
fossero seguiti da innumerevoli<br />
pellegrini, le Sette chiese non erano mai<br />
state inserite tutte insieme nella venerazione<br />
de<strong>gli</strong> Anni Santi.<br />
Soltanto nell’anno 2000, in occasione del<br />
grande Giubileo indetto da Giovanni Paolo<br />
II, tutte le chiese delle famose peregrinazioni<br />
“filippine” sono indicate, per la prima<br />
volta, come luoghi nei quali recarsi per<br />
ricevere l’indulgenza propria del Giubileo.<br />
Antonio Lafrèry - Le<br />
sette chiese di Roma - Incisione del 1575<br />
Le Sette Chiese di Roma<br />
Per essere venuto l’anno del santo<br />
Jubileo<br />
concesso da Nostro Sig. Gregorio XIII<br />
secondo<br />
l’anticho consueto è fatto questo disegno<br />
con il<br />
circuito de Roma, dove si vedono dette<br />
chiese<br />
cavate dal naturale, et se non poste nel<br />
suo luogo ogni persona iuditiosa conoscerà<br />
depender la causa per non haver più spatio.<br />
Di queste sette chiese quattro sono le<br />
privilegiate<br />
segnate con li Santi à che son<br />
dedicate, et con una et in esse si pi<strong>gli</strong>a il<br />
Santo Jubileo, il quale i Dio ci dia la sua<br />
santa<br />
Pace per poterlo acquistare nel presente<br />
anno 1575<br />
Ant. Lafrèy. Romae
14<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
HANNAH MONTANA: THE MOVIE<br />
Hannah Montana: the<br />
movie, Usa, 2009.<br />
Genere: commedia;<br />
regia: Peter Chelsom;<br />
di<br />
sceneggiatura: Dan<br />
Maria Cristina Berendsen; interpreti:<br />
Caponi Miley Cyrus, Billy Ray<br />
Cyrus, Vanessa<br />
Williams, Emily Osment, Jason Gunn,<br />
Melora Hardin; fotografia: David<br />
Hennings; distribuzione: Walt Disney<br />
Studios Motion Pictures; durata: 102<br />
minuti .<br />
Il personaggio Hannah Montana<br />
Hannah Montana è una platinata pop star<br />
adolescente in grado di fare il tutto esaurito<br />
ai suoi concerti. Inoltre, ha milioni di<br />
sostenitori suoi coetanei che seguono con<br />
venerazione e trepidazione ogni sua esibizione<br />
canora. Di giorno, al contrario, la<br />
giovane appende al chiodo i suoi variopinti<br />
abiti di scena e la bionda capi<strong>gli</strong>atura,<br />
per assumere le sue vere fattezze. Difatti,<br />
Miley Stewart è la sua effettiva identità<br />
ovvero quella di una ragazzina come<br />
tante, costretta ad barcamenarsi tra la<br />
scuola, i compagni e i problemi tipici della<br />
sua età. Soltanto <strong>gli</strong> amici intimi e la sua<br />
fami<strong>gli</strong>a sono a conoscenza di questo<br />
segreto e lo custodiscono, non facendone<br />
parola a nessuno. Insomma, Miley Stewart<br />
e Hannah Montana sono due facce della<br />
stessa meda<strong>gli</strong>a, esattamente come<br />
superman e il suo alter ego Clark Kent o<br />
spiderman e Peter Parker.<br />
Fama di Hannah Montana in Italia<br />
Il personaggio di Hannah Montana è stato<br />
lanciato ne<strong>gli</strong> Stati Uniti su Disney Channel<br />
nel 2006 e sin dalla sua prima apparizione<br />
la serie ha riscosso un incredibile successo,<br />
fino al punto da diventare un vero e<br />
proprio fenomeno mediatico.<br />
L’acclamazione definitiva l’ha avuta quest’anno,<br />
guadagnandosi un’ambita nomination<br />
a<strong>gli</strong> Emmy Awards, ovvero i noti<br />
riconoscimenti dedicati alla produzione<br />
televisiva statunitense e internazionale,<br />
rivolti al settore dell’intrattenimento. In<br />
Italia, la sitcom è arrivata su Disney<br />
Channel Italia solo il 21 settembre 2006 e<br />
da allora non si contano più le mi<strong>gli</strong>aia di<br />
fan di Hannah Montana, giunta oramai alla<br />
terza stagione televisiva. Queste ammiratrici<br />
sono da ricercare essenzialmente in<br />
un target di pubblico che oscilla fra <strong>gli</strong> 8 ai<br />
16 anni di età; già le diciassettenni, infatti,<br />
iniziano a storcere il naso di fronte ad<br />
un personaggio come Hannah Montana<br />
che è stato annoverato tra i cento spettacoli<br />
più influenti a livello mondiale. E non<br />
è poco, assolutamente. Ora, la fortunata<br />
serie televisiva di Disney Channel Hannah<br />
Montana tenta il colpaccio, sbarcando<br />
addirittura sul grande schermo.<br />
Successo di Hannah Montana: the<br />
movie in America<br />
In America il film è uscito il 10 aprile, racimolando<br />
la cifra record di ben 34 milioni di<br />
dollari nel primo week end di programmazione.<br />
Da noi, invece, si è dovuto attendere<br />
fino al 30 dello scorso mese, per poter<br />
apprezzare la pellicola.<br />
Hannah Montana: the movie ovvero<br />
un musical per teen ager<br />
Il suo punto di forza si polarizza nella<br />
accorta fattura confezionata dal regista<br />
Peter Chelsom e nei nuovi tredici brani<br />
musicali, tutti assolutamente inediti. Tra<br />
questi, il più riuscito anche per quanto<br />
riguarda coreografia, è quello a base di un<br />
perfetto mix tra hip hop e musica country.<br />
Sembra proprio che questa sia la stagione<br />
calda dei musical cinematografici, come<br />
già suggeritoci dal successo planetario del<br />
musical Mamma mia!, ispirato alle musiche<br />
de<strong>gli</strong> ABBA e da High School Musical 3<br />
Senior Year.<br />
Trama di Hannah<br />
Montana: the movie<br />
Il film Hannah Montana<br />
the movie riprende,<br />
allargandolo, lo spunto<br />
della serie televisiva<br />
relativo alla doppia personalità<br />
della teen ager<br />
Miley Cyrus. La trama<br />
della pellicola parte dai<br />
capricci della giovane<br />
pop star che, al vertice<br />
della fama, inizia a<br />
dimenticare i valori con<br />
cui è stata educata. Per<br />
questo motivo, il padre<br />
prende una decisione drastica, riconducendola<br />
per circa un paio di settimane<br />
nella sua cittadina di origine, Crowley<br />
Corners in Tennessee. Qui a contatto con<br />
le sue radici e con <strong>gli</strong> splendidi scenari<br />
naturali, Miley pian piano ritrova se stessa<br />
e aiuta il suo paesino in gravi difficoltà<br />
economiche, organizzando un concerto in<br />
cui si esibirà Hannah Montana. In tutto<br />
questo, Miley sarà tallonata da un paparazzo<br />
alla ricerca dei possibili scheletri nell’armadio<br />
di Hannah Montana. Senza rivelare<br />
il finale, posso solo anticipare che<br />
Miley a questo punto si troverà di fronte<br />
ad un bivio e dovrà prendere una decisione,<br />
sce<strong>gli</strong>endo finalmente se essere<br />
Hannah Montana a tempo pieno o semplicemente<br />
Miley, la ragazza della porta<br />
accanto. Hannah Montana the movie èla<br />
commedia musicale più attesa dai giovanissimi<br />
in questo inizio anno 2009. L’attrice<br />
in erba Miley Cyrus, a parte il proprio assodato<br />
status di mini star, si dimostra abbastanza<br />
versatile sia nel recitare sia nel cantare.<br />
La morale finale classica targata<br />
Disney non manca in una trama alquanto<br />
insulsa tutta basata sulla contrapposizione<br />
tra i morigerati costumi campagnoli e le<br />
lusinghe tentatrici del mondo dello showbusiness.<br />
Come se non bastasse, a fiaccare<br />
ulteriormente il film interviene una sceneggiatura<br />
incoerente a cui non mancano<br />
siparietti comici solo in parte riusciti.<br />
Assolutamente sconsi<strong>gli</strong>ato a tutti coloro<br />
che hanno superato da tempo la so<strong>gli</strong>a<br />
della maturità.<br />
Miley Cyrus: gavetta e curiosità.<br />
Miley Cyrus, per chi ancora non lo sapesse,<br />
è il nome dell’attrice che impersona<br />
Hannah Montana. Fi<strong>gli</strong>a del famoso cantante<br />
country Billy Ray Cyrus, Miley ancora<br />
bambina inizia a suonare la chitarra e a<br />
scrivere testi musicali spinta dal padre.<br />
Piccola curiosità: l’interprete che ha il<br />
ruolo del padre di Hannah Montana sia<br />
nella serie tv sia nel film è proprio Billy Ray<br />
Cyrus, il genitore di Miley Cyrus. Nel 2005<br />
l’attrice allora tredicenne vince il provino<br />
indetto dalla Disney per trovare la protagonista<br />
di Hannah Montana e da<br />
quel momento la sua vita è cambiata<br />
completamente. Ultimamente<br />
gira la voce che Miley Cyrus sarebbe<br />
pronta ad abbandonare il personaggio<br />
che l’ha resa famosa, per<br />
cimentarsi in un film drammatico<br />
hollywoodiano.<br />
Hannah Montana: the movie è<br />
un film adatto a una determinata<br />
fascia di pubblico: 6-15<br />
anni. Altri film che posso essere<br />
considerati dei “capisaldi” del<br />
genere.<br />
Prima di Hannah Montana, abbiamo<br />
avuto il pessimo film delle Bratz, le<br />
famose bambole rivali di Barbie. Il<br />
flop di questa pellicola è dipeso dal suo<br />
essere una sorta di ibrido technicolor fra<br />
un chiassoso cartone animato e un serial<br />
televisivo per teenager; il tutto farcito con<br />
la buona parabola dell’essere solamente<br />
se stessi. Diversa sorte è toccata ad un<br />
altro dei capisaldi di questo genere come<br />
High School Musical III che non ha tradito<br />
le aspettative di tutti i suoi fans, regalando<br />
un sano intrattenimento, scoppiettanti<br />
passi di danza e graziose canzoni pop. Ma<br />
la commedia non è il solo genere per questa<br />
tipologia di film che abbracciano una<br />
fascia di pubblico che va dai 6 ai 15 anni<br />
di età. Anche il fantastico è un ottimo<br />
campo per queste pellicole, basti vedere il<br />
successo della saga di Harry Porter, giunto<br />
ormai al sesto episodio con Harry Porter e<br />
il principe mezzo sangue in uscita a lu<strong>gli</strong>o<br />
o le gesta dei vampiri di Twilight che riverdiscono<br />
il genere film di ragazzi per ragazzi.
<strong>Campo</strong> de’ fiori 15<br />
Nacque ad Acquapendente, si fece monaco a Montefiascone.<br />
G.B. Casti, poeta libertino<br />
di Secondiano Zeroli<br />
Così il PARINI<br />
descrive il librettista<br />
e poeta del<br />
‘700, l’abate<br />
GIOVAN BATTI-<br />
STA CASTI, nato<br />
ad Acquapendete<br />
(Vt), nel<br />
1724 e morto a<br />
Parigi nel 1803:<br />
“Un prete brutto, vecchio e puzzolente<br />
Dal mal moderno tutto quanto guasto<br />
E che, per bizzarria dell’accidente<br />
Dal nome del casato è detto casto”.<br />
Eppure l’esuberante aquesiano era uomo<br />
ricchissimo d’ingegno, tanto che appena<br />
quindicenne fu nominato professore d’eloquenza<br />
presso il seminario vescovile di<br />
Montefiascone, dove pochi anni più tardi<br />
riceverà l’abito monacale. Il Casti è soprattutto<br />
legato al poema in sesta rima intitolato:<br />
“Gli animali parlanti”, scritto tra<br />
Vienna e Parigi. Il tema era molto in voga<br />
nel Settecento e riguardava un insieme di<br />
favole con protagonisti <strong>gli</strong> animali, in cui ci<br />
si innestavano scene rivoltanti e allusioni<br />
clamorose verso i “vips” dell’epoca.<br />
L’abate di Acquapendente , come già<br />
detto, fu anche librettista e a questo proposito<br />
sono rimaste epiche le sfide con il<br />
suo rivale LORENZO DA PONTE, sfide che<br />
avevano come obiettivo quello di diventare<br />
poeti di corte. E la corte era quella di<br />
Vienna, dominata dal capriccioso imperatore<br />
Giuseppe II: i due contendenti furono<br />
nella capitale asburgica nel 1783, per contendersi<br />
il posto lascIato vacante da Pietro<br />
METASTASIO. In un primo tempo la sfida<br />
fu appannaggio del Da Ponte, ma successivamente<br />
(nel ’92) il Casti venne richiamato<br />
e nominato poeta cesareo. Tutte<br />
queste vicende si possono ricavare leggendo<br />
il bel libro di Pierluigi PANZA<br />
“Italiani nell’Opera. Casti, Salieri, Da<br />
Ponte, Mozart”. Su quest’ultimo l’autore ha<br />
parole di grandissima ammirazione e non<br />
manca di formulare delle ipotesi sulla<br />
natura di alcune sue opere liriche, sulla<br />
scelta delle cantanti (donne facilmente<br />
conquistabili dal compositore e dal librettista…)<br />
e nella controversa amicizia con<br />
Salieri. Per Pierluigi Panza, non vi fu omicidio,<br />
anzi il Salieri fu fatto accomodare ai<br />
piedi del letto di morte, mentre il grande<br />
Amadeus componeva la partitura del suo<br />
celeberrimo REQUIEM.<br />
Ma per tornare al Nostro, fanno rabbrividire<br />
le cattiverie, le vi<strong>gli</strong>accherie, le calunnie,<br />
che seminò, le donne che concupì, i<br />
tormenti che <strong>gli</strong> arrecò la sifilide, sua snervante<br />
compagna di viaggio. Il Panza non<br />
concede sconti, il suo è davvero un ritratto<br />
senza filtri: “conobbi il sortilegio delle<br />
più sconce meretrici… Non si può descrivere<br />
quanto godevano quando le si legava<br />
al legno delle navi nei porti, quando, di<br />
notte, contorcevano le loro gonfie mammelle<br />
e le facevano urlare dal dolore. Ero<br />
sacerdote, sì, ma scaltro, scanzonato…”<br />
Così si esprime il Casti in una lettera a Da<br />
Ponte, poco prima di morire a Parigi.<br />
Stiamo, in bella sostanza, parlando d’un<br />
vero “tombeur de femme”, d’un abate<br />
molto sui generis, che però scrisse pregevolissimi<br />
libretti per opere musicati, da<br />
PAISIELLO e SALIERI. Come ogni<br />
Casanova che si rispetti anch’e<strong>gli</strong> conobbe<br />
però l’onta di essere respinto da una<br />
donna, esattamente la Marchesa LEPRI,<br />
alla quale indirizzò questi dolenti versi:<br />
“Quanta, o ingannevole donna maligna, in<br />
te perfidia corre ed alligna, so di qual indole,<br />
fille, tu sei, né son dimentico dei mali<br />
miei. Il ciel mi fulmini, il suol m’ingoi, s’io<br />
torni, o fillide, ne’ lacci tuoi”.<br />
Eravamo nel diciottesimo secolo, un tempo<br />
pieno di grandi energie e di insuperabili<br />
geni. Un posticino in quel funebro proscenio,<br />
lo ha, nel bene e nel male, occupato<br />
anche il nostro poeta e librettista libertino,<br />
Giovanni Battista Casti, abate di<br />
Acquapendente.
16 <strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
di Giovanni<br />
Francola<br />
Ecologia e Ambiente<br />
Le tempeste solari<br />
Le tempeste solari<br />
non sono altro che<br />
ondate di energia<br />
elettromagnetica,<br />
la composizione di<br />
questo vento solare è<br />
per il 73% di idrogeno<br />
e del 25% di elio<br />
con il resto formato<br />
da tracce. Questo<br />
vento ha una velocità<br />
che va dai 200 Km al<br />
secondo ai 900 Km al secondo, tenendo<br />
così una media di 550 Km/sec. In questa<br />
attività il Sole perde circa 800 Kg al secondo<br />
di materia che, pur essendo insignificante<br />
rispetto alla massa del Sole, è pur<br />
sempre una perdita. Questi non sono altro<br />
che numeri per far capire di quale e di<br />
quanta energia è composta una tempesta<br />
solare, ma la cosa che in questi ultimi<br />
decenni preoccupa maggiormente è il<br />
fatto che queste tempeste solari si sono<br />
ulteriormente intensificate, infatti si è<br />
passati da 30 tempeste solari ogni<br />
anno a 300 tempeste al mese. Anche<br />
la NAS ha pubblicato un vero dossier al<br />
riguardo, dove si parla esplicitamente dei<br />
potenziali rischi<br />
che potrebbero<br />
verificarsi nei<br />
prossimi anni. Già<br />
nel 1859 si verificò<br />
un fenomeno di<br />
tale attività che<br />
mise fuori uso<br />
tutti i sistemi di<br />
comunicazione<br />
esistenti sia ne<strong>gli</strong><br />
Stati Uniti che in<br />
Europa. E’ chiaro<br />
a tutti che se 150<br />
anni fa andarono<br />
in tilt soltanto le<br />
reti del telegrafo, in un mondo in cui le<br />
telecomunicazioni sono basi fondanti di<br />
innumerevoli attività umane, una replica di<br />
questo evento, potrebbe causare una<br />
devastazione, in termini sociali ed economici,<br />
più ampia e catastrofica. Tutto nasce<br />
dal fatto che la così detta “fase attiva” che<br />
il sole attraversa ogni 11 anni, generando<br />
appunto queste tempeste magnetiche,<br />
potrebbe essere sempre più intensa e<br />
potente, essendo così capace di mettere<br />
fuori uso i satelliti e sonde spaziali,<br />
o addirittura interrompere ogni<br />
rete di energia elettrica. Ma quel che è<br />
peggio immaginare, stando a quel dossier,<br />
è che, qualora si verificasse una così<br />
potente tempesta solare, i servizi d’emergenza<br />
potrebbero essere interrotti e perdere<br />
il totale controllo della situazione su<br />
tutta la Terra.<br />
Naturalmente ci si augura che il Sole,<br />
fonte di energia e di vita, continui le sue<br />
attività senza dover segnare la fine di una<br />
civiltà.<br />
Perché <strong>gli</strong> italiani non leggono? E’ una domanda che torna spesso, per spiegare perché non si legge o si legge poco in questo nostro<br />
Paese e si organizzano ricerche e dibattiti, dove emerge che i bambini e i ragazzi sono tra i maggiori lettori (ma i nostri bambini leggono<br />
meno dei loro coetanei europei). Molti editori si sono affrettati nel manifestare soddisfazione per le vendite natalizie e ottimismo<br />
per quelle future. Ma la realtà è che nel periodo di Natale il libro si vende perché come regalo costa poco e fa bella figura. Non<br />
vediamo davanti a noi momenti di grande ripresa e molte sono le librerie che, in Italia, hanno chiuso i battenti. La lettura non si può<br />
imporre, ma si può fare molto per promuoverla. Editori e librai hanno bisogno l’uno dell’altro e c’è bisogno dell’attenzione delle<br />
Istituzioni, delle biblioteche, delle scuole, dei premi letterari e dei media. Perché leggere? Perché i libri rendono mi<strong>gli</strong>ori.<br />
Perché ogni volta che si legge un libro ci si arricchisce un po’ e si acquisisce qualcosa che prima non si aveva. Leggere<br />
ti fa vivere in altri luoghi, in altri tempi, ti fa fare un’infinità di esperienze, che mai potresti fare nella realtà. Certo vorremmo<br />
sempre avere in mano quel tipo di libro per il quale vorresti che l’autore fosse un tuo amico, perché è riuscito a mettere nero<br />
su bianco tante sensazioni che senti tue, nel cuore e nella pelle. Non è sempre così, ma anche le peggiori letture, magari in un periodo<br />
diverso, diventano più comprensibili, più digeribili.Quindi leggere non è mai tempo perso!<br />
Le mie favole. Da Pinocchio a Harry Potter (passando per<br />
Berlusconi) - Margherita Hack. C’è un filo segreto che lega le<br />
favole alle stelle. Tutte e due sono lontane, ma tutte e due da quella<br />
distanze splendono di luce propria, e possono svelare tanti misteri.<br />
Una bella conferma del gemellaggio la dà Margherita Hack con<br />
Le mie favole (Edizioni dell’Altana). Acuta e controcorrente come<br />
sempre, l’astrofisica più famosa d’Italia racconta a modo suo <strong>gli</strong> eroi<br />
dell’Odissea e della Bibbia, di Collodi e di Lewis Carroll. Eroi incantati<br />
che sembrano sfidare le leggi della scienza e, invece, le hanno<br />
intuite senza saperlo. Come Alice, il cui Paese delle Meravi<strong>gli</strong>e anticipa<br />
l’antimateria e perfino la relatività di Einstein.<br />
ATTENZIONE<br />
Non dimenticate dal mese di giugno in<br />
poi, sono aperte le iscrizioni per prenotare<br />
i libri di testo per scuole elementari,<br />
medie, superiori, testi universitari.<br />
GRANDE NOVITA’ PER PREMIARE<br />
LA CLIENTELA:<br />
chi ordinerà i libri di testo entro e non<br />
oltre il 20 agosto 2009 avrà uno sconto<br />
del 10% sul prezzo di copertina!
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
17<br />
Come eravamo<br />
GLI ESAMI NON FINISCONO MAI !<br />
E’ proprio vero che<br />
nella vita, non si finisce<br />
mai di imparare.<br />
Gli esami ai quali<br />
veniamo sottoposti,<br />
si susseguono in<br />
modo continuo nell’arco<br />
di una intera<br />
esistenza, e noi,<br />
di Alessandro Soli quasi senza rendercene<br />
conto, riusciamo,<br />
bene o male, a superarli tutti. La terminologia<br />
“esame”, ci fa subito pensare ad<br />
un ambito scolastico, dove fin da piccoli,<br />
veniamo messi a confronto prima con noi<br />
stessi, poi col nostro prossimo, spinti dalla<br />
necessità di imparare per conoscere il<br />
mondo che ci circonda.<br />
Quanti esami, quanto studio, quante<br />
paure, quante delusioni, quante soddisfazioni,<br />
hanno caratterizzato la nostra infanzia<br />
e adolescenza. Siamo cresciuti a “pane<br />
e ojo”, a “pane burro e marmellata”, noi<br />
che siamo i fi<strong>gli</strong> di quella guerra che, dopo<br />
tante distruzioni, ha cambiato il modo di<br />
vivere di tutti, con il progresso che, facendo<br />
passi da gigante, ci ha messo di fronte<br />
ad altri esami più difficili di quelli dei nostri<br />
padri. Certo, andando avanti con l’età, rimpiangiamo<br />
quel tipo di esami, perché non<br />
dobbiamo più affrontare una traduzione<br />
dal greco, o un irrisolvibile compito di<br />
matematica. Ora si tratta di esami clinici,<br />
ne vale della nostra salute, non dobbiamo<br />
affidarci alle nostre capacità intellettive,<br />
per la soluzione del problema, siamo totalmente<br />
nelle mani del medico.<br />
La paura è diversa, non c’entra il non essere<br />
preparato, non c’entra l’essere bocciato.<br />
Abbiamo paura della malattia, abbiamo<br />
paura di non farcela, ora veramente speriamo<br />
di essere rimandati, siamo disposti<br />
anche a ripetere l’anno, ora più che mai<br />
siamo attaccati alla vita.<br />
Com’è diversa l’attesa de<strong>gli</strong> esiti dell’esame:<br />
allora andavamo col cuore in gola a<br />
3<br />
4<br />
1 2<br />
Civita Castellana 1962 - Classe II media. 1. Renzo Alessandrucci, 2. Franco Aimola, 3. Erina,<br />
4. Rita Capozucchi, 5. Ponti, 6. Adriana Baldasserini, 7. Liana Fantera, 8. Daniela Costantini,<br />
9. Nadia De Angelis, 10. Delia De Angelis. Foto del Sig. Franco Aimola<br />
consultare “ i quadri” appesi nell’androne<br />
della scuola, cercando sempre di essere i<br />
primi, sperando di non incontrare nessun<br />
compagno che ti spifferava i risultati.<br />
Avevi sì un po’ di paura, specialmente se<br />
non eri sicuro al cento per cento di quello<br />
che avevi fatto. Poi entravi, e scorrendo<br />
rapidamente la riga col tuo nome, quasi<br />
non leggevi neanche i voti, ma guardavi<br />
solo che fossero tutti di colore nero, quello<br />
della sufficienza, perché i dolori e lo scoramento<br />
cominciavano col rosso.<br />
Ora invece, l’attesa dell’esame, è trepidante<br />
ma non angosciosa, la paura ti arriva<br />
quando il laboratorio di analisi, consegnandoti<br />
i risultati in una cartellina chiusa,<br />
li nasconde a<strong>gli</strong> occhi di tutti. Allora esci,<br />
apri, e cominci a leggere, cerchi di capirci<br />
5<br />
6<br />
7 8<br />
9 10<br />
qualcosa, guardi i valori e se vedi asterischi<br />
e crocette, non vedi l’ora di andare dal<br />
dottore, per una spiegazione.<br />
Quanto vorresti invece andare dal tuo vecchio<br />
professore di liceo a farti spiegare il<br />
perché di quella sottolineatura in matita<br />
blu, e sentirti dire:- Non preoccuparti, farai<br />
me<strong>gli</strong>o al prossimo compito in classe!.<br />
Invece oggi, speri solo che dopo la fila<br />
fatta in ambulatorio, il tuo medico ti dica:<br />
- Coraggio, stai attento a questo, non<br />
mangiare quello, la cosa non è grave,<br />
prendi questa medicina, poi fra quindici -<br />
venti giorni, faremo un altro esame.<br />
E’ proprio vero, “<strong>gli</strong> esami non finiscono<br />
mai”
18<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
PIAZZA DI SIENA:<br />
quattro giorni di emozioni nel cuore di Roma<br />
di Ilaria Becchetti<br />
Il concorso di Piazza<br />
di Siena è ormai un<br />
appuntamento fisso<br />
per la città di Roma<br />
ed è il più significativo<br />
bi<strong>gli</strong>etto da visita<br />
dell’equitazione<br />
italiana nel mondo.<br />
Si svolge nella<br />
splendida cornice di<br />
Villa Borghese da 76 anni a questa parte.<br />
Cavalli e cavalieri sono i protagonisti assoluti<br />
di una manifestazione che va oltre la<br />
competizione sportiva e che è contemporaneamente<br />
spettacolo, costume ed impatto<br />
mediatico. La manifestazione, svoltasi<br />
dal 28 al 31 maggio, ha visto l’alternarsi di<br />
gare sempre più emozionanti, tra le quali<br />
la Coppa delle Nazioni (a squadre), il Gran<br />
Premio Città di Roma (individuale) e la<br />
Potenza. Quest’ultima è sicuramente la<br />
categoria più apprezzata dal pubblico,<br />
dove la forza e il coraggio del cavallo eccellono.<br />
I concorrenti, infatti, devono affrontare<br />
nell’ordine una “triplice” e un “muro”,<br />
due tipi diversi di ostacoli la cui<br />
altezza viene<br />
progressivamente aumentata<br />
ad ogni barrage successivo<br />
fino alla conclusione della<br />
prova. Le gare si sono svolte<br />
nel famoso ovale di Piazza di<br />
Siena, un campo di pianta ellittica<br />
(150x50) con una superficie<br />
di gara apprezzata da tutti<br />
i cavalieri ed in grado di garantire<br />
ottime performance. Al<br />
compimento del suo 75° anno<br />
di età, nel 2007, Piazza di<br />
Siena si è presentata con una<br />
nuova veste: il suo tradizionale<br />
campo in erba, per la prima<br />
volta, ha lasciato il posto ad<br />
un tecnologico fondo sabbioso<br />
che ha riscontrato grande<br />
successo. L’interesse generale<br />
per questo concorso<br />
ippico è testimoniato dalla<br />
grandissima affluenza di pubblico che<br />
con entusiasmo crescente gremisce ogni<br />
anno le tribune nelle giornate di gare e<br />
dalla presenza di <strong>importanti</strong>ssimi sponsor<br />
che mai rinunciano alla visibilità cha una<br />
vetrina come Piazza di Siena può dare<br />
loro. Attesissimo come sempre il Carosello<br />
dei Carabinieri. La domenica sera, al termine<br />
delle gare, quando tutto quello che<br />
per quattro giorni è stato il centro del<br />
mondo equestre sta lentamente restituendo<br />
Piazza di Siena ai romani, uno squillo di<br />
tromba preannuncia l’arrivo del<br />
Reggimento dei Carabinieri a cavallo che<br />
fa il suo ingresso in campo per il celebre<br />
Carosello con l’accompagnamento musicale<br />
della Fanfara a cavallo. Si tratta di<br />
centoquarantacinque cavalli, divisi equamente<br />
tra quelli di mantello sauro e quelli<br />
di mantello grigio che si esibiscono in formazioni<br />
di linea, frazionamento in squadri<strong>gli</strong>e,<br />
incroci in diagonale, attraversamenti<br />
a pettine; tutte figure che ricalcano le batta<strong>gli</strong>e<br />
del passato. Non a caso il Carosello<br />
si conclude con la spettacolare carica che<br />
vede due formazioni fronteggiarsi ed<br />
incrociarsi sul campo ad alta velocità e con<br />
le spade dei cavalieri sguainate. Uno spettacolo<br />
davvero suggestivo che merita di<br />
essere visto almeno una volta nella vita.
20<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Una “Fabrica” di ricordi<br />
Personaggi, storie ed immagini di Fabrica di Roma<br />
‘A Madonna de’ Frati<br />
ritorna all’antico splendore<br />
di<br />
Sandro Anselmi<br />
Santa Maria della Pietà,<br />
“ ‘a Madonna de’ Frati ”,<br />
questa chiesa, un<br />
tempo fuori il paese,<br />
era immersa nelle campagne<br />
e fino a<strong>gli</strong> inizi<br />
del ‘900 i giovani ci<br />
andavano a giocare a<br />
ruzzola con le forme di<br />
formaggio, sfruttando il<br />
terreno pianeggiante<br />
davanti al grande portale. Anch’io me la<br />
ricordo quando ancora c’era soltanto la<br />
strada che lambiva il lato sud-est e nella<br />
sua facciata, per chi proveniva da Roma,<br />
c’era la scritta Fabrica di Roma composta<br />
da piccoli catarifrangenti incastonati nell’insegna<br />
blu. Ricordo che alle spalle dell’edificio,<br />
nel lato nord, dove ora corre l’altra<br />
strada che ha completamente isolato il<br />
complesso monumentale, c’era tutta campagna,<br />
ed era, questa, ad un livello più<br />
alto rispetto al piano della chiesa.<br />
Lì secoli addietro c’era l’orto dei frati.<br />
Sopra questi prati che cominciavano dal<br />
piazzale fuori porta (Piazzale Garibaldi), ed<br />
occupavano quasi interamente i due lati<br />
della strada, s’insediavano, durante le<br />
feste patronali, i caroselli, le macchinette a<br />
scontro ed il circo, ma quando poi la fami<strong>gli</strong>a<br />
Ruggeri, ne<strong>gli</strong> anni ’60, vendette i terreni<br />
che confinavano con la villa, vi nacque<br />
un’intensa zona abitata, che cambiò radicalmente<br />
la fisionomia dei luoghi.<br />
Alle spalle dell’edificio, vicino dove è ora la<br />
fontana, per anni vi si fermavano i carabinieri<br />
per controllare i veicoli in transito.<br />
Era quella una posizione strategica, perché<br />
chi usciva dal paese e faceva la curva, se<br />
li trovava davanti senza averli potuti scorgere<br />
prima.<br />
Ed allora quante volte abbiamo sentito dire<br />
che “giù ‘a Madonna de’ Frati fioccavano e<br />
contravenzioni”. Tra i tanti<br />
episodi di gente fermata, è<br />
rimasto famoso quello di<br />
Duilio Di Menichi, “Lello de<br />
Chiona”.<br />
Era stato appena reso obbligatorio<br />
l’uso del triangolo<br />
segnalatore di sosta, quando<br />
i carabinieri si trovarono<br />
a fermare Lello per un controllo<br />
e chieder<strong>gli</strong>elo.<br />
Il malcapitato, a questa<br />
richiesta, cascò letteralmente<br />
dalle nuvole poiché non<br />
ne conosceva nemmeno l’esistenza<br />
e così, tutto solerte<br />
pensò bene di mostrar<strong>gli</strong> “il<br />
triangolo ed anche la cote”,<br />
che aveva riposti nel “tascapane”<br />
(attrezzi questi che<br />
servivano per arrotare le<br />
falci). Possiamo immaginare il seguito...<br />
Nella chiesa c’era riposta la statua di Sant’<br />
Antonio Abate, ed ogni anno tutto il paese<br />
seguiva la sua processione, e lì arrivano<br />
anche quelle del Corpus Domini e dei Santi<br />
Patroni. Durante l’estate vi si è sempre<br />
celebrate la messa vespertina della domenica,<br />
ed ora, con la riapertura, il parroco<br />
ha deciso di celebrarvela tutti i giorni.<br />
1968 - demolizione de<strong>gli</strong> altari<br />
Ricci Vittorio con alcuni operai
<strong>Campo</strong> de’ fiori 21<br />
Il giorno 7 giugno è stata riaperta al culto la chiesa<br />
della Madonna della Pietà. Dopo l’importante<br />
lavoro di consolidamento e restauro, diretto<br />
dall’Architetto Giuseppe Cencelli, il monumento è<br />
tornato al suo antico splendore. L’aggiunta di una<br />
suggestiva illuminazione esterna, ha arricchito l’elegante<br />
prospetto dando<strong>gli</strong> un fascino nuovo, particolare.<br />
Ha concelebrato il Vescovo S.E. Romano<br />
Rossi insieme al parroco del paese don Terzilio e ai<br />
parroci don Maurizio, don Mauro, don Pasquale e<br />
don Agostino.<br />
Presenti tutte le autorità ed un foltissimo pubblico<br />
di fedeli.<br />
Cenni storici. A causa della mancanza di documentazione<br />
certa, la costruzione della chiesa si fa<br />
risalire al periodo compreso fra la fine dell’epidemia<br />
di peste, che si diffuse in Italia a partire dal 1523,<br />
e il pontificato di Paolo III Farnese (1534 – 1549),<br />
il quale formò ufficialmente il Ducato di Castro e<br />
Ronci<strong>gli</strong>one, per il proprio fi<strong>gli</strong>o Pierluigi.<br />
Durante la sua costruzione, il progetto originario<br />
deve aver subito delle variazioni.<br />
L’impianto ottogonale doveva inizialmente essere<br />
coperto da una cupola a padi<strong>gli</strong>one mai realizzata<br />
e la navata unica coperta a volta. La tipologia<br />
dell’ottagono richiama altre strutture della<br />
zona, realizzate dall’architetto Antonio da<br />
Sangallo il Giovane.<br />
Nel XVI secolo divenne la seconda chiesa di<br />
Fabrica per importanza, dopo la chiesa di San<br />
Silvestro. Dal 1554 in poi, infatti, ebbero inizio<br />
una serie di riparazioni, viste le condizioni ancora<br />
precarie della struttura, tanto che la comunità<br />
decise di mettere a riparo il fonte battesimale,<br />
trasportandolo nella chiesa di San Silvestro.<br />
Poco dopo venne edificato un corpo di fabbrica<br />
affiancato alla tribuna ottogonale, destinato a<br />
convento per i frati. Da qui la denominazione<br />
Madonna dei Frati, utilizzata ancor oggi dai<br />
fabrichesi.<br />
Nel 1603, infatti, il Vescovo Andrea Longo assegnò<br />
la chiesa a<strong>gli</strong> agostiniani, a condizione che mantenessero nel convento un priore con un altro sacerdote ed un frate laico. Risale al<br />
1561, stando ad un documento conservato presso l’Archivio diocesano di Nepi, la demolizione della volta della navata, impoverendo<br />
ulteriormente la chiesa nella veste di decoro architettonico e liturgico, tanto che il convento fu chiuso per volere del pontefice e i frati<br />
furono mandati ad allargare la già consistente comunità che si trovava presso Santa Maria del Soccorso, nel vicino paese di Corchiano.<br />
Subito dopo, nel 1660, la comunità di Fabrica avviò <strong>importanti</strong> lavori per consolidare il tetto, le celle dei frati ed una piccola cappella,<br />
forse dedicata a San Lorenzo. Tutto questo con una spesa di 35 scudi per muratori e falegnami e poco meno di uno scudo per l’eremita<br />
della Madonna che viveva nei pressi del Convento. Nel 1675, però, <strong>gli</strong> Agostiniani riuscirono a riappropriarsi del convento, pagando<br />
otto scudi alla Curia Romana. Ma nel 1785 <strong>gli</strong> stessi lasciarono definitivamente la chiesa in quanto non amministravano più i sacramenti<br />
ed erano diventati solo un peso per la comunità. Nel 1794 , Papa Pio VI elevò la chiesa di San Silvestro a Collegiata, e pensò di far passare<br />
i beni del convento tra i beni dell’arcipretura e del capitolo, ma il Comune si oppose e il convento, con annesso l’orto, rimase tra<br />
i beni comunali, mentre la chiesa rimase alla parrocchia. Nel secolo successivo, la chiesa venne utilizzata anche come cimitero. Solo nel<br />
1968 si ebbero i primi lavori inerenti al presbiterio, in seguito allo spostamento dell’altare maggiore versus populum.<br />
In seguito alla demolizione della tela dell’altare, si scoprì un dipinto sottostante, che riproduceva la Vergine con il Bambino e i Santi.<br />
Immagine che tutt’ora si ammira. Nel 1978, a seguito di un crollo, venne rifatta una porzione del tetto della Tribuna e nell’ ’82 venne<br />
eseguita la consacrazione dell’altare maggiore.<br />
Da ultimo i lavori di restauro svolti tra il 2008 e il 2009.
22<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Civita Castellana 4 dicembre 1798<br />
un’importante pagina di Storia, un giorno decisivo nello scontro tra le truppe francesi e napoletane<br />
Sabato 9 maggio, presso la Sala<br />
Conferenze dell’Hotel Relais Falisco di<br />
Civita Castella, si è tenuta la Conferenza<br />
sul tema “La batta<strong>gli</strong>a di Civita Castellana,<br />
4 dicembre 1798”. Dopo una breve introduzione<br />
all’argomento da parte dallAvv.<br />
Alessandro Fortuna, la parola è passata al<br />
relatore Dott. Riccardo Consoli, che ha<br />
magistralmente argomentato la vicenda<br />
storica, supportato da splendide diapositive.<br />
Tra i presenti, piuttosto numerosi, il<br />
Vescovo Emerito di Civita Castellana, Sua<br />
Eccellenza Divo Zadi, il Sidaco uscente<br />
Dott. Massimo Giampieri e altri personaggi<br />
noti della cittadina. Al termine della conferenza<br />
è stata scoperta un’epigrafe commemorativa<br />
dell’importante episodio storico,<br />
realizzata da Fausto Mancini e Ulisse<br />
Frezza e posta in Piazza Duomo.<br />
Il 4 dicembre 1798 è una data assolutamente<br />
importante per Civita Castellana,<br />
quel giorno il suo territorio fu teatro di una<br />
importante pagina di storia. Quì, infatti, si<br />
combattè una cruenta batta<strong>gli</strong>a tra le truppe<br />
francesi, facenti parte dell’armata di<br />
Roma del generale Jean Etienne Vachier -<br />
Championnet al comando del generale<br />
Etienne Jacques Joseph Alexandre<br />
Macdonald, e quelle napoletane al comando<br />
del barone generale Karl Mack von<br />
Lieberick. A valle del trattato di<br />
<strong>Campo</strong>formio le intenzioni della Francia<br />
sull’Italia sono sempre più chiare.<br />
Giuseppe Bonaparte, fratello di<br />
Napoleone, è ambasciatore a Roma e la<br />
sua residenza diventa un alveare di attività<br />
sovversive. Un giovane ufficiale francese<br />
si dimostra utile alla causa della<br />
Francia, è questi il ventisettenne generale<br />
Duphot che fa parte dello Stato Maggiore<br />
di Giuseppe Bonaparte; il 27 dicembre<br />
1797, a Villa Medici, sede dell’Accademia di<br />
Francia, i giacobini romani, coadiuvati da<br />
gruppi di esuli napoletani, provocano un<br />
tumulto che viene disperso dalla polizia. Il<br />
giorno dopo si affollano nuovamente<br />
davanti all’Ambasciata Francese, interviene<br />
un plotone di cavalleria e il generale<br />
Duphot, con alcuni ufficiali, scese in strada.<br />
I suoi ordini, gridati in francese, non<br />
vengono capiti e vedendolo con la spada<br />
sguarnita, un caporale romano spara, uccidendolo.<br />
Il generale Louis Alexandre<br />
Berthier riceve l’ordine di marciare su<br />
Roma, dove entra il 10 febbraio 179 senza<br />
trovare alcuna resistenza, il 15 febbraio<br />
1798, davanti ad una folla riunita presso il<br />
Foro Romano, circondato da un distaccamento<br />
di cavalleria francese, a<strong>gli</strong> ordini del<br />
generale Murat, proclama la nuova<br />
Repubblica Romana. Pio VI, che si rifiuta<br />
di abdicare, viene trattato barbaramente<br />
dal commissario francese cittadino Haller.<br />
Rinchiuso in<br />
una carrozza,<br />
è trasferito<br />
prima a Siena,<br />
quindi in<br />
Francia, dove<br />
morirà nell’agosto<br />
179. I<br />
francesi, intanto,<br />
si danno a<br />
depredare<br />
palazzi e ville<br />
della nobiltà<br />
romana, non<br />
sono risparmiate<br />
neanche<br />
le chiese. A<br />
Napoli regna Ferdinando IV di Borbone<br />
con la regina Maria Carolina d’Asburgo<br />
Lorena, fi<strong>gli</strong>a della regina d’Austria Maria<br />
Teresa e sorella della sfortunata regina di<br />
Francia Maria Antonietta. Presso la Corte<br />
di Napoli è accreditato l’inglese Sir John<br />
Francis Edward Acton, che contribuirà alla<br />
riorganizzazione della flotta di SM il Re<br />
delle Due Sicilie. Nè Maria Carolina nè<br />
Acton hanno alcuna fiducia nel trattato di<br />
<strong>Campo</strong>formio, ma decidono di tentare una<br />
politica di pace. Il marchese Marzio<br />
Mastrilli di Gallo viene richiamato da<br />
Vienna e viene nominato Consi<strong>gli</strong>ere di<br />
Stato, incaricato de<strong>gli</strong> Affari Esteri della<br />
Marina; a Napoli la Corte è indignata per la<br />
persecuzione nei confronti del Papa, tutti<br />
si chiedono perché mai la Francia, avendo<br />
invaso l’Italia settentrionale, dovrebbe<br />
risparmiare soltanto il Regno delle Due<br />
Sicilie. Napoleone lascia l’armata d’Italia<br />
sotto il comando del generale<br />
Championnet, per assumere in prima persona<br />
il comando della spedizione in Egitto.<br />
Da parte sua l’ammira<strong>gli</strong>o Nelson, fallito<br />
un primo inseguimento della flotta francese,<br />
fa ritorno a Siracusa per rifornirsi.<br />
Dopo quattro giorni riprende la caccia e il<br />
1° agosto 1798, nella baia di Aboukir, in<br />
prossimità della foce del Nilo, riesce a<br />
distruggere la flotta francese, quindi, fa<br />
ritorno a Napoli. Nelson, che non ha mai<br />
cessato di disprezzare i francesi, trova in<br />
Maria Carolina una vera compagna di fede.<br />
E’ ormai chiaro che i francesi presto invaderanno<br />
il Regno delle Due Sicilie, la<br />
Regina sa di poter contare sulla flotta britannica,<br />
è preoccupata per la mancanza di<br />
un bravo generale che possa prendere il<br />
comando dell’esercito napoletano. Ne<br />
chiede uno a suo genero, l’imperatore<br />
d’Austria, il quale convince il generale<br />
Mack ad assumere l’impegnativo incarico;<br />
quando questi giunge a Napoli, il 9 ottobre<br />
1798 è presentato a Corte e la regina dice:<br />
“ … generale siete per noi in terra quello<br />
che Nelson, il mio eroe, è stato sul mare …<br />
“ Da parte sua il generale Mack sostiene di<br />
essere “ … dispiaciuto per il fatto che un<br />
così superbo esercito non si troverà di<br />
fronte un nemico degno della sua bravura<br />
… “ Ferdinando IV, sempre molto titubante,<br />
è affrontato da un Nelson esasperato<br />
per tale mancanza di coraggio. E<strong>gli</strong> deve<br />
sce<strong>gli</strong>ere: o avanzare verso Roma fidando<br />
nell’aiuto di Dio per una giusta causa,<br />
pronto a morire con la spada in pugno, o<br />
rimanersene tranquillo a Napoli consapevole<br />
del fatto che sarà certamente cacciato<br />
dal suo Regno. Ferdinando è molto agitato,<br />
ma alla fine cede, e<strong>gli</strong> andrà avanti<br />
confidando in Dio e in Nelson. Il giorno d’inizio<br />
delle operazioni militari, l’armata<br />
napoletana è forte di circa 60.000 uomini<br />
in armi, mentre l’esercito del generale<br />
Championnet si compone di circa 20.000<br />
francesi e 7.000 alleati ma, al momento<br />
dell’invasione, può contare soltanto su<br />
18.000 uomini. Il generale Mack prevede<br />
che l’armata napoletana si scontrerà solo<br />
con le forze repubblicane disposte sul territorio<br />
della Repubblica Romana. E<strong>gli</strong><br />
pensa, infatti, che Austria e Piemonte<br />
entreranno in guerra attaccando le forze<br />
francesi dislocate nell’Italia settentrionale,<br />
quindi elabora il suo piano di guerra e<br />
decide che l’attacco decisivo sarà portato<br />
contro Roma e si concluderà con la batta<strong>gli</strong>a<br />
sotto le sue mura.
<strong>Campo</strong> de’ fiori 23<br />
STUDIO DI CONSULENZA<br />
Neuropsichiatrica, Psicologica, Logopedica,<br />
Psicopedagogica<br />
La personalità e i suoi disturbi<br />
della Dott.ssa<br />
Maura Brugnoni<br />
Il termine personalità<br />
deriva dal latino persona,<br />
cioè maschera,<br />
oggetto indossato da<strong>gli</strong><br />
attori antichi, che recitavano<br />
nei grandi anfiteatri,<br />
per farsi sentire da<br />
tutto il pubblico.<br />
Parlando attraverso<br />
(per-) la piccola apertura<br />
ad imbuto della<br />
maschera, riuscivano<br />
infatti a diffondere<br />
me<strong>gli</strong>o il suono (sona-) della loro voce.<br />
Etimologicamente, dunque, per personalità si<br />
intende l’amplificazione delle caratteristiche<br />
individuali del personaggio rappresentato dall’attore,<br />
così che il pubblico possa aspettarsi<br />
determinati comportamenti e atteggiamenti da<br />
lui. Questo significato è in parte rimasto nell’uso<br />
corrente del termine, spesso con una connotazione<br />
negativa o per sottolineare il “carisma”,<br />
cioè le capacità di adattamento e affermazione<br />
sociale, di un individuo. Espressioni<br />
come “un uomo senza personalità” o “una personalità<br />
spiccata” appartengono infatti al gergo<br />
comune. Con il tempo, il concetto di personalità<br />
ha perso la sua connotazione di apparenza<br />
per rappresentare non tanto la maschera,<br />
quanto la persona reale con le sue più profonde<br />
caratteristiche. Oggi, il termine personalità<br />
indica una modalità strutturata di pensiero,<br />
sentimento e comportamento che caratterizza<br />
il tipo di adattamento e lo stile di vita di un soggetto<br />
e che risulta contemporaneamente da<br />
fattori genetici, dello sviluppo e dell’esperienza<br />
sociale. Per molti anni la psichiatria ha descritto<br />
la personalità come una categoria chiusa,<br />
stabile e immutabile. Attualmente, invece, si<br />
tende a studiare il concetto di personalità in<br />
relazione alle sue possibilità trasformative in<br />
risposta a eventi esterni specifici, al modo in<br />
cui l’individuo li affronta, alle diverse fasi della<br />
vita o di un percorso terapeutico. Nella primissima<br />
infanzia il bambino manifesta un’ampia<br />
gamma di modalità comportamentali, volte a<br />
comunicare i suoi bisogni o a esprimere <strong>gli</strong><br />
affetti. Anche se in parte derivate dalla disposizione<br />
costituzionale, con il passare del tempo e<br />
grazie all’influenza esercitata dalle risposte<br />
ambientali, tali modalità diventano sempre più<br />
strutturate, specifiche e selettive. Si può dunque<br />
affermare che lo sviluppo psico-biologico, il<br />
contesto psicoaffettivo e l’ambiente socio-culturale<br />
contribuiscono alla formazione di una<br />
serie di tratti di personalità profondamente<br />
impressi e tendenzialmente stabili. I tratti della<br />
personalità sono modi costanti di percepire,<br />
rapportarsi e pensare nei confronti dell’ambiente<br />
e di sé stessi, che si manifestano in un ampio<br />
spettro di contesti sociali e personali. Solo<br />
quando tali tratti appaiono rigidi, non adattativi<br />
e causano una significativa compromissione<br />
del funzionamento sociale o lavorativo, oppure<br />
una sofferenza soggettiva, costituiscono i<br />
cosiddetti disturbi di personalità . Un disturbo<br />
della personalità viene dunque diagnosticato<br />
solo se i tratti presentati dall’individuo interferiscono<br />
significativamente con il suo funzionamento<br />
sociale. I disturbi della personalità possono<br />
dunque essere visti come esagerazioni o<br />
distorsioni di tratti sottostanti, al punto che il<br />
comportamento che ne consegue diventa rigi-<br />
Via T. Tasso 6/A - Civita Castellana (VT)<br />
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do e fonte di disadattamento. Gli esperti distinguono<br />
i disturbi della personalità in tre gruppi.<br />
Il gruppo A include i disturbi di personalità<br />
paranoide, schizoide e schizotipico, caratterizzati<br />
da atteggiamenti diffidenti, distaccati o<br />
eccentrici. Il gruppo B include i disturbi di personalità<br />
antisociale, borderline, istrionico e narcisistico.<br />
Gli individui con queste caratteristiche<br />
appaiono imprevedibili, inaffidabili, impulsivi.<br />
Infine il gruppo C include i disturbi di personalità<br />
evitante, dipendente e ossessivo-compulsivo.<br />
Gli individui appartenenti a questo sottogruppo<br />
appaiono paurosi, inibiti, perfezionisti.<br />
Spesso i soggetti che rientrano in tali categorie<br />
non sono consapevoli del loro disturbo, malgrado<br />
le reazioni e le lamentale di parenti ed<br />
amici. Altre volte attribuiscono correttamente le<br />
conseguenze sul piano affettivo e sociale del<br />
loro comportamento al proprio modo di funzionare<br />
a livello cognitivo, emotivo e relazionale.<br />
In ogni caso i disturbi di personalità sono fonte<br />
di sofferenza e fatica a vivere. La psicoterapia<br />
individuale e, a seconda del disturbo e del soggetto,<br />
anche quella di gruppo, possono favorire<br />
il riconoscimento, la comprensione e la<br />
modificazione dei comportamenti disfunzionali.<br />
Generalmente l’irrigidimento dei tratti di personalità<br />
è una conseguenza del bisogno dell’individuo<br />
di difendersi per facilitare il proprio adattamento<br />
al mondo esterno. Comprendere perché<br />
è stato necessario adottare così massicciamente<br />
tali difese e mettere in luce che esse,<br />
con il tempo, hanno perso la loro funzione protettiva<br />
e possono essere modificate con alternative<br />
più funzionali, può contribuire alla modificazione<br />
dei tratti di personalità più rigidi e<br />
patologici, nonché al mi<strong>gli</strong>oramento della qualità<br />
della vita.<br />
CORSI PER GENITORI E INSEGNANTI<br />
(anche on-line)<br />
Dal 1991 il CERAL svolge attività di consulenza<br />
nell’ambito dei disturbi della sfera psicologica,<br />
emotivo – relazionale, cognitiva, linguistica,<br />
foniatrica, sessuologica, delle funzioni buccali,<br />
del comportamento, dell’attenzione, dell’apprendimento<br />
e dell’adattamento sociale in età<br />
evolutiva e adulta. L’equipe è formata dal<br />
Neuropsichiatra, Psicologi, Logopedisti e<br />
Neuropsicologi che in modo specifico intervengono<br />
nelle varie fasi di trattamento. Una delle<br />
attività che il CERAL svolge con particolare<br />
attenzione è quella divulgativa e formativa per<br />
genitori ed insegnanti. Il compito che si prefigge<br />
non è quello di trasferire ricette per un pronto<br />
utilizzo, bensì offrire ai genitori e a<strong>gli</strong> insegnanti,<br />
attraverso dei corsi in piccoli gruppi o<br />
incontri individuali de<strong>gli</strong> strumenti di conoscenza<br />
da utilizzare per mi<strong>gli</strong>orare la relazione con<br />
bambini e adolescenti. Per realizzare ciò la<br />
pedagogia ha sempre posto l’accento sull’autoeducazione,<br />
cioè sulla capacità di ciascuno,<br />
bambino o adulto, di dominare <strong>gli</strong> eventi, di<br />
risolvere i propri problemi, di porsi come protagonista<br />
della propria storia. L’Organizzazione<br />
Mondiale della Sanità definisce la salute come<br />
uno stato di completo benessere fisico, mentale<br />
e sociale, che non consiste soltanto in assenza<br />
di malattie o di infermità, ma è strettamente<br />
correlato ad una crescita armonica ed alla capacità<br />
di esprimere un progetto di vita adeguato.<br />
Il ns. Studio propone attività formative per genitori,<br />
insegnanti, operatori socio-culturali, ecc., al<br />
fine di offrire strumenti di conoscenza da utilizzare<br />
per mi<strong>gli</strong>orare la relazione con i bambini e<br />
adolescenti. Si terranno de<strong>gli</strong> incontri di gruppo<br />
dove per naturale dinamica si sviluppa l’interazione,<br />
il confronto e la discussione dei temi<br />
affrontati (individuali o della coppia genitoriale<br />
ove richiesto). L’iniziativa offre opportunità di<br />
arricchimento, di conoscenza per sostenere i<br />
bambini ed adolescenti nelle varie fasi di crescita<br />
cognitiva ed emotiva, per porsi in un rapporto<br />
di reciprocità, dando e ricevendo, secondo<br />
modalità specifiche e originali, dei singoli e delle<br />
diverse età.<br />
SCELTE EDUCATIVE CHE FAVORISCONO L’AU-<br />
TOREGOLAZIONE DEL COMPORTAMENTO DEL<br />
BAMBINO E DELL’ADOLESCENTE<br />
ACCRESCIMENTO DI CONOSCENZE E STRATE-<br />
GIE PER AUMENTARE LA CONSAPEVOLEZZA<br />
DELL’INTERVENTO EDUCATIVO<br />
I genitori e la scuola devono affrontare richieste<br />
e bisogni in un mondo in continuo e accelerato<br />
divenire, per i quali non hanno più punti di riferimento<br />
stabili come le modalità educative trasmesse<br />
dai nostri genitori o docenti. Il corso si<br />
propone di fornire un contributo per affrontare<br />
queste problematiche che spesso rendono insicuro<br />
e difficile il nostro intervento educativo. Il<br />
primo scopo del corso è esaminare alcuni aspetti<br />
dello sviluppo proprio del bambino e dell’adolescente<br />
come le emozioni, le cognizioni e i<br />
comportamenti che a vicenda si influenzano e<br />
altri aspetti che riguardano il rapporto del bambino<br />
con <strong>gli</strong> altri. Il secondo scopo è proporre<br />
alcune metodologie educative che si possono<br />
utilizzare per aiutare i bambini e i ragazzi a crescere<br />
più serenamente e in armonia nelle relazioni<br />
esterne.<br />
SVILUPPO DEL LINGUAGGIO E DEL PENSIERO<br />
FORME E FUNZIONI DEL LINGUAGGIO IL<br />
GIOCO NELLE SUE FASI EVOLUTIVE COME CRE-<br />
SCITA COGNITIVA ED AFFETTIVA DEL BAM-<br />
BINO Lo sviluppo del linguaggio è guidato dall’evoluzione<br />
del pensiero. La strutturazione di un<br />
ambiente favorevole in cui il bambino possa<br />
esprimere le proprie potenzialità intellettive è<br />
condizione necessaria per l’autoregolazione del<br />
comportamento, la riflessività attraverso la condivisione<br />
del gioco è condizione necessaria perchè<br />
il bambino possa esprimere la propria<br />
potenzialità cognitiva ed affettiva. Il bambino<br />
impara a comunicare interagendo con le persone<br />
che lo circondano, costruendo espressione<br />
verbali appropriate alle situazioni e assorbendo<br />
le regole strutturali del sistema linguistico del<br />
proprio ambiente . Questi meccanismi di<br />
apprendimento sono apparentemente semplici<br />
ma nascondono operazioni cognitive complicate,<br />
organizzate sistematicamente e obbedienti a<br />
regole precise.<br />
L’ADOLESCENZA E I SUOI COMPITI DI SVILUP-<br />
PO: Durata dei corsi: n° 8 incontri di 2 ore<br />
con cadenza settimanale da svolgersi nei bimestri<br />
GENNAIO-FEBBRAIO/MAGGIO-GIUGNO<br />
MARZO-APRILE/SETTEMBRE-OTTOBRE<br />
NOVEMBRE-DICEMBRE
24<br />
Tarano<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Le guide di <strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
di<br />
Ermelinda Benedetti<br />
...continua dal n.59<br />
FESTE E TRADIZIO-<br />
NI L’Amministrazione<br />
comunale, ne<strong>gli</strong> ultimi<br />
hanno, ha particolarmente<br />
curato l’aspetto<br />
folclorico del paese,<br />
organizzando, sovente,<br />
spettacoli musicali.<br />
Ha invitato gruppi,<br />
cori, orchestre, bande<br />
ed artisti vari di grande spessore e professionalità,<br />
che si sono esibiti nella splendida<br />
cornice della monumentale chiesa di<br />
Tarano.<br />
Festa di Sant’Antonio Abate<br />
Festeggiamenti in onore del Santo protettore<br />
de<strong>gli</strong> animali, con processione e tradizionale<br />
benedizione del bestiame. Cade il<br />
17 di gennaio ed è particolarmente sentita<br />
nella zona di Santo Polo.<br />
Festa di San Biagio Festeggiamenti in<br />
onore del Santo, nella omonima contrada.<br />
Si celebra la domenica più prossima al 3<br />
febbraio. Alla solenne processione seguono<br />
i giochi popolari.<br />
Festa di San Giorgio Festa in onore del<br />
Santo Patrono protettore della cittadina, il<br />
23 Aprile. Un lungo corteo con il Gonfalone<br />
del comune e le Autorità, accompagnato<br />
dalla banda musicale, attraversa i quattro<br />
centri abitati che costituiscono il comune<br />
di Tarano. Ad essa è associata la Sagra<br />
delle fave col pecorino, animata da serate<br />
musicali e spettacoli di intrattenimento.<br />
Festa della Madonna Festa per la chiusura<br />
del mese dedicato alla Madonna, con<br />
solenne processione l’ultimo giorno del<br />
mese.<br />
Festa di Sant’Antonio di Padova Festa<br />
in onore del Santo, che cade il 13 di<br />
Giugno.<br />
Festa di San Barnaba<br />
Festeggiamenti in onore del Santo<br />
Protettore della frazione di Santo<br />
Polo, all’interno dei quali si inserisce<br />
anche la commemorazione del miracolo<br />
della Madonna della Noce. La<br />
festa ricorre l’11 giugno, ma nei tre<br />
giorni precedenti si svolgono le solenni<br />
processioni penitenziarie secondo<br />
l’antica usanza nata a seguito del<br />
miracolo del 1505. Una rievocazione<br />
storica in costumi dell’epoca e l’apertura<br />
delle cantine con degustazione di prodotti<br />
tipici locali, contornano la parte religiosa<br />
della festa, durante la quale il confratello<br />
che aveva tenuto in casa la statua<br />
del Santo la riconsegna ad un nuovo confratello,<br />
lasciando un’offerta al Santo. Gli<br />
altri 130 fedeli, che fanno parte della<br />
Confraternita, hanno il dovere di far visita<br />
al Santo, in attesa di poterlo avere in casa<br />
propria.<br />
Festa popolare della trebbiatura<br />
Rievocazione dell’antico modo di trebbiare,<br />
con le “trebbie piazzate”, nel mese di<br />
lu<strong>gli</strong>o.<br />
Festa della Madonna del Carmine E’<br />
una festa esclusivamente religiosa e si<br />
festeggia intorno alla metà del mese di<br />
lu<strong>gli</strong>o.<br />
Festa di San Cristoforo Festeggiamenti<br />
in onore del Santo, nella frazione di Borgo<br />
Nuovo. Si festeggia l’ultima domenica di<br />
lu<strong>gli</strong>o, e alla processione seguono i giochi<br />
popolari.<br />
Festa di Santa Cecilia Festeggiamenti<br />
in onore della Santa protettrice dei musicisti,<br />
il 22 Novembre. La festa è fortemente<br />
San Polo, frazione di Tarano<br />
voluta dal gruppo bandistico del paese che<br />
esiste da ben 131 anni, essendo stato fondato<br />
nel lontano 1878.<br />
SAPORI TIPICI Tra i piatti tradizionali<br />
del paese si annoverano i fagioli con le<br />
cotiche, <strong>gli</strong> strozzapreti, l’acquacotta<br />
e i picchiarelli, un particolare tipo di<br />
pasta fatta con acqua e farina e ta<strong>gli</strong>ata a<br />
mo’ di fettuccine. Ottima è la porchetta<br />
locale, condita con a<strong>gli</strong>o e rosmarino che<br />
sostituisce il più comune finocchio selvatico.<br />
Per quanto riguarda i dolci, caratteristici<br />
sono le ciambelle con l’anice e i<br />
tozzetti con le nocciole. La zona di<br />
Tarano è particolarmente conosciuta ed<br />
apprezzata per la produzione di olio di<br />
oliva e di vino, nonché per i tartufi.<br />
Complesso Bandistico San Polo Sabino
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
25<br />
Il compito della filosofia nel nostro tempo<br />
del Prof.<br />
Massimo Marsicola<br />
Ciò che è necessario<br />
dire, prima di<br />
iniziare qualsiasi<br />
ragionamento<br />
sulla filosofia contemporanea,<br />
è che<br />
non tutto ciò che<br />
ne<strong>gli</strong> ultimi anni è<br />
passato per filosofia<br />
lo era veramente.<br />
Anzi, la maggior<br />
parte delle<br />
idee che sono<br />
transitate per il libri e tra le persone, erano<br />
delle semplici opinioni (doxa).<br />
E da sempre, occorre ribadirlo, la filosofia<br />
non coincide affatto con l’opinione che una<br />
persona può avere su questo o quel tema,<br />
su questo o quell’aspetto della vita. Al<br />
massimo è episteme.<br />
Edmund Husserl scrisse la fenomenologia<br />
trascendentale sulla base di una preoccupante<br />
riflessione riguardo alla crisi delle<br />
scienze europee. Crisi dovuta ad una esasperata<br />
separazione tra l’oggettività empirica<br />
e la trascendentalità soggettiva; tra la<br />
necessità della divaricazione disciplinare e<br />
la specializzazione settoriale interna a ciascuna<br />
disciplina;tra l’approfondimento che<br />
allontana dall’origine e l’ineluttabile, progressiva<br />
perdita di ogni visione unitaria del<br />
sapere. Insomma, alla necessità di avere<br />
una visione del mondo si contrappone una<br />
frammentazione del sapere che esprime<br />
dall’interno l’incapacità della scienza di<br />
comunicarla.<br />
Husserl, per rimediare, propone, come è<br />
noto, il metodo dell’epochè, che qualcuno<br />
traduce con “messa tra parentesi; sospensione<br />
del giudizio”. In realtà, l’epochè husserliana<br />
vuole essere un metodo che consente<br />
di ripartire da zero, facendo a meno<br />
delle conoscenze fin qui acquisite, per<br />
essere guidati unicamente dalle essenze.<br />
La uniche possono garantire insieme la<br />
validità del rapporto soggetto conoscitoreoggetto<br />
conosciuto e l’universalità oggettiva<br />
della conoscenza.<br />
Ma per far questo occorre ripartire su basi<br />
nuove. Occorre salvare i principi cardini<br />
della filosofia che sono riscontrabili nell’ambito<br />
dello sviluppo del pensiero filosofico<br />
e rigettare le non filosofie, facilmente<br />
riconoscibili per il fatto che non erano<br />
orientate verso l’essere, verso il fondamento,<br />
verso il Principio.<br />
Ripartire su basi nuove significa scrivere<br />
una nuova pagina di antropologia che dica<br />
finalmente in maniera univoca ma valida<br />
per tutti, chi è l’uomo.<br />
Dopo di questi preliminari passi sarà possibile<br />
scrivere la filosofia come scienza<br />
rigorosa che, per quanto mi riguarda,<br />
coincide con la metafisica della storia, già<br />
da me annunciata ed alla quale lavoro da<br />
qualche tempo.<br />
Sebbene ciascuno ha il diritto-dovere di<br />
avere una propria filosofia e confermare<br />
ad essa il proprio stile di vita (filosofia personale),<br />
questa, assai raramente coincide<br />
con la filosofia.<br />
La filosofia personale infatti può essere<br />
sba<strong>gli</strong>ata e può condurre fuori strada<br />
quando non è orientata dalla vera sapienza,<br />
verso la vera sapienza. Troppo usato<br />
ed abusato, dunque, il termine “filosofia”<br />
in questo nostro tempo.<br />
Usato ed abusato specialmente da chi non<br />
conosce , né intende affrontare<br />
la fatica di conoscere, questa<br />
disciplina. La filosofia come<br />
scienza rigorosa, muovendosi<br />
nel solco della metafisica tradizionale,<br />
prima della Critica della<br />
ragion pura di Kant, è disciplina<br />
volta a portare alla luce ciò che<br />
altrimenti è nascosta. E’ aletheia:<br />
manifestazione della verità<br />
stessa come non nascondimento.<br />
Suo compito non è quello di formulare<br />
o di abbracciare opinioni,<br />
ma di combattere le opinioni<br />
perché si affermi la verità così<br />
com’è. Accompagna il grande<br />
tema dell’essere, tema che<br />
Heidegger, ha avuto il merito di<br />
riproporre a partire dalla constatazione<br />
del suo oblio.<br />
L’essere è rimasto nell’oblio<br />
perché al suo posto è stato<br />
innalzato l’ente (la realtà del<br />
mondo fisico), quale utilizzabile<br />
dalla scienza e dalla tecnica,<br />
dominio del nostro tempo. E poiché l’essere<br />
coincide con il Principio e il<br />
Fondamento, è tutt’uno con Dio. All’oblio<br />
dell’essere corrisponde così l’oblio di Dio; il<br />
“silenzio di Dio”.<br />
L’affermazione del nichilismo a partire dal<br />
relativismo, espressione della reificazione<br />
della parte sul tutto. Alla luce di quanto<br />
abbiamo detto fin qui, possiamo concludere<br />
che la verità non può essere messa a<br />
tacere, imbava<strong>gli</strong>ata o negata.<br />
Essa grida prima nell’intimo delle coscienze,<br />
poi nelle piazze e sopra i tetti per proclamare<br />
che tra i rinnovati compiti della<br />
filosofia ci sono quello di smascherare le<br />
non filosofie e, poiché il filosofo risponde<br />
alla chiamata della verità, non può non<br />
rispondere accompagnando lo sforzo dello<br />
Spirito di verità che si manifesta in ogni<br />
tempo a conforto e a supporto dell’uomo.<br />
Accanto a quello di continuare a presentare<br />
lo svelamento dell’essere, rimane dunque<br />
il compito di accompagnare la teologia<br />
nella costante e sempre nuova epifania del<br />
Signore, vero fulcro della significatività<br />
dell’esistenza umana.<br />
Edmund Husserl
266<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
“…Il 28 ottobre quella ferrovia si deve aprire!<br />
Altro che acqua in galleria!...”<br />
di Arnaldo Ricci<br />
arnaldo_ric@yahoo.it<br />
Premessa: tutte le<br />
informazioni storiche<br />
contenute in<br />
questo articolo,<br />
sono state fornite<br />
dal mio stimatissimo<br />
amico<br />
Francesco Paolo<br />
Faggiani, testimone<br />
oculare de<strong>gli</strong><br />
avvenimenti da lui<br />
narrati, il quale, ci<br />
ha lasciato, ritornando alla casa del padre,<br />
alla bella età di 96 anni, il 5 febbraio 2007.<br />
Questo personaggio è già stato da me<br />
descritto, in un articolo pubblicato sul N°<br />
XXXVI di <strong>Campo</strong> de’ fiori.<br />
Siamo nell’agosto del 1932 ed i lavori di<br />
realizzazione della nuova ferrovia elettrica<br />
Roma – Civita Castellana – Viterbo (iniziati<br />
nel 1928 ) volgevano ormai al termine,<br />
Erano le ore 19 del 28 agosto 1932 e<br />
l’Ing. Besenzanica, progettista, nonché<br />
realizzatore della nuova e modernissima<br />
ferrovia, era intento a controllare <strong>gli</strong> schemi<br />
elettrici di alcune sottostazioni di alimentazione.<br />
Il giovane disegnatore<br />
Francesco Paolo (chiamato affettuosamente<br />
Paolino ) <strong>gli</strong> era, come sempre, vicino;<br />
pronto a stendere sul tavolo, <strong>gli</strong> schemi<br />
che <strong>gli</strong> venivano richiesti. (Francesco<br />
Paolo espletava la funzione di aiutante<br />
disegnatore ). Ormai erano mesi che si<br />
lavorava fino alle 22 per rispettare i termini<br />
di consegna ; la ferrovia doveva essere<br />
inaugurata ed entrare in esercizio il 28<br />
ottobre 1932. Francesco Paolo stava<br />
salutando l’ingegnere, erano le ore 22<br />
circa, quando arriva all’improvviso il geometra<br />
capo cantiere operante all’interno<br />
della galleria. Il geometra si ferma di fronte<br />
all’Ing Besenzanica ed in forma agitata,<br />
lo mette al corrente di una notevole quantità<br />
di acqua che da un’ora filtrava in galleria<br />
dall’alto, rischiando di allagare i binari,<br />
nascondendoli sott’acqua. L’evento si era<br />
verificato proprio all’altezza dell’ attuale<br />
stazione di Piazza Euclide, che a quei<br />
tempi, non era ancora esistente e nemmeno<br />
prevista!<br />
Immediatamente Besenzanica chiama al<br />
telefono il suo direttore dei lavori; un certo<br />
Ing. Pianesani, il quale era già andato a<br />
casa, dove non aveva il telefono; non<br />
potendo rintracciare il suo vice, si rivolse al<br />
capo cantiere dicendo<strong>gli</strong>….ci vediamo<br />
domani mattina alle 07.00 qui nel mio ufficio<br />
insieme a Pianesani…….<br />
Ore 07.00 del 29 agosto: L’Ingegnere<br />
arriva puntualmente in ufficio dove ad<br />
attenderlo, era L’ing Pianesani, già messo<br />
Inaugurazione Ferrovia della Roma Nord<br />
al corrente della situazione dal geometra<br />
capocantiere. Normalmente i due ingegneri<br />
si davano del tu; in quella occasione<br />
però Besenzanica si rivolse a Pianesani<br />
dicendo:…..Lei mi deve risolvere il problema<br />
dell’acqua in galleria……al più presto……..può<br />
fare quello che ritiene opportuno…ma<br />
lo deve risolvere!...... Pianesani<br />
capì immediatamente che questa volta<br />
L’ing. Besenzanica era veramente agitato e<br />
rispose: …..farò tutto il possibile ed anche<br />
l’impossibile…….. dopodichè si diresse in<br />
galleria. L’acqua veniva giù copiosa dalle<br />
pareti della galleria, tanto che i binari<br />
erano spariti dalla vista, completamente<br />
allagati. Si lavorò ininterrottamente per<br />
circa una settimana, per tentare di arginare<br />
l’acqua ma essa fuoriusciva sempre più<br />
copiosa, da qualsiasi fessura delle pareti.<br />
Il 05 settembre Pianesani decise di utilizzare<br />
delle potenti pompe per risucchiare<br />
l’acqua in grossi serbatoi montati su<br />
carri merci. Riapparvero di nuovo i binari;<br />
ovviamente questa non era la soluzione,<br />
ma dava la possibilità alle maestranze di<br />
non lavorare immersi nell’acqua!<br />
10 0ttobre ore 12.00 : dopo vari lavori<br />
di impermeabilizzazione delle pareti, sembrava<br />
che la fuoriuscita dell’acqua si fosse<br />
fermata; ne fù data immediatamente<br />
comunicazione a Besenzanica il quale, tirò<br />
un sospiro di sollievo; l’indomani però alle<br />
ore 06,00 i binari erano di nuovo sott’acqua!<br />
Il 15 ottobre alle ore 12.00 l’Ingegner<br />
Pianesani si presentò spontaneamente a<br />
Besenzanica e disse: Ernesto…..non sò più<br />
cosa fare….a mio avviso bisogna rimandare<br />
la data di inaugurazione fino alla risoluzione<br />
del problema!………<strong>gli</strong> rispose<br />
Besenzanica…….ma come faccio…è tutto<br />
già stabilito con il direttore delle ferrovie<br />
concesse del ministero…..ma non<br />
solo…deve venire Mussolini a fare l’inaugurazione,<br />
il quale ha già mobilitato tutti<br />
quelli del partito!....<br />
L’Ingegner Pianesani non rispose, rimase<br />
zitto per un lungo minuto, poi disse…….mi<br />
dimetto fin da questo momento dal mio<br />
incarico!.....<br />
12.15 del 15 0ttobre 1932. L’aiutante<br />
disegnatore Francesco Paolo Faggiani<br />
stava lavorando nell’ufficio di Besenzanica,<br />
chino sul tavolo da disegno a tre metri dai<br />
due ingegneri.<br />
Racconta Francesco Paolo, che dopo quel<br />
colloquio, Pianesani non si fece più vivo;<br />
sparì dalla circolazione!<br />
Praticamente, Besenzanica rimase senza il<br />
suo direttore dei lavori!<br />
Ore 07.00 del 16 ottobre: L’ingegnere<br />
dice al suo dipendente Francesco<br />
Paolo…..mi faccia avere al più presto un<br />
paio di stivaloni….vado in galleria!.....<br />
Alle ore 10.00 Ernesto Besenzanica, il<br />
più importante e famoso progettista nonchè<br />
realizzatore di ferrovie italiane del<br />
tempo, era immerso nell’acqua che <strong>gli</strong> arrivava<br />
fino alla pancia ( era alto un metro e<br />
sessantatre ) e dava disposizioni alle proprie<br />
maestranze, in modo diretto, come<br />
agisce un capomastro.<br />
25 0ttobre 1932 ore 10.00: si stava<br />
pompando acqua nei carri serbatoio per<br />
poter lavorare alla risoluzione del problema<br />
ma l’Ingegner Besenzanica ed il suo
<strong>Campo</strong> de’ fiori 27<br />
giovane aiutante non erano presenti come<br />
nei giorni precedenti; tutti si domandavano,<br />
chissà cosa succede?<br />
Ormai l’Ingegnere si era reso conto che la<br />
data dell’inaugurazione doveva essere<br />
rimandata e sapeva perfettamente che ad<br />
opporsi, sarebbe stato Mussolini, più che<br />
le autorità ministeriali delle ferrovie concesse!<br />
Ore 12.00: Mussolini riceve nel suo studio<br />
l’Ingegnere, mentre il giovane<br />
Francesco Paolo che aveva con se due<br />
borse piene di documenti e disegni( altre<br />
borse erano in auto ) fu fatto accomodare<br />
in una stanza attigua, con la porta aperta,<br />
pronto a portare al suo capo eventuali<br />
documenti richiesti.<br />
All’inizio i due parlarono amichevolmente,<br />
poi iniziarono ad alzare la voce; l’usciere<br />
chiuse la porta e Francesco Paolo non<br />
seppe mai cosa si dissero.<br />
Fu evidente che Besenzanica chiese a<br />
Mussolini di rimandare la data di inaugurazione<br />
ottenendo in risposta, un netto rifiuto.<br />
Alle ore 1500 Besenzanica e Faggiani<br />
erano di nuovo in galleria dove il problema<br />
dell’acqua era rimasto lo stesso.<br />
Ore 07.00 del 26 ottobre 1932: l’ ingegnere<br />
aveva appena indossato i suoi buffi<br />
stivaloni, quando si avvicina un operaio,<br />
che come raccontava Francesco Paolo,<br />
aveva abbondantemente superato i cinquant’anni,<br />
il quale in modo molto rispettoso<br />
disse:……. Signor Ingegnere, se permette<br />
vo<strong>gli</strong>o comunicare una mia esperienza<br />
che ho avuto, nel risolvere un problema<br />
simile, all’interno della mia cantina…..L’ingegnere<br />
che ormai non sapeva<br />
più che pesci prendere, <strong>gli</strong> rispose dando<strong>gli</strong><br />
del tu: …..dimmi…….<br />
L’operaio illustrò la situazione che si era<br />
verificata circa un anno prima, nella sua<br />
cantina riempita di acqua filtrante dalle<br />
pareti<br />
E<strong>gli</strong> disse di aver risolto il problema, facendo<br />
dei fori con una trivella a mano, sul<br />
pavimento. Al quarto foro, l’acqua alta<br />
mezzo metro, venne risucchiata con forza<br />
ed in dieci minuti sparì.<br />
Probabilmente aveva trovato una via d’uscita<br />
nel sottosuolo.<br />
Immediatamente Besenzanica dette ordine<br />
di fare la stessa cosa.<br />
Fece fare dei buchi con una potente trivella<br />
a motore con la punta lunga due metri,<br />
al centro tra un binario e l’altro; al sesto<br />
buco, come d’incanto l’acqua iniziò a<br />
defluire come quando si stappa un lavandino.<br />
Dopo due ore l’acqua era completamente<br />
assorbita! I binari erano liberi!<br />
Adesso era più facile tamponare le pareti,<br />
ed anche se, la fuoriuscita dell’acqua non<br />
si fosse risolta immediatamente, l’assorbimento<br />
della stessa sotto i binari, non<br />
avrebbe reso visibile il problema!<br />
Ore 12. 00 del 27 ottobre 1932:<br />
Besenzanica chiama Mussolini al telefono<br />
e <strong>gli</strong> dice: ……..Eccellenza……qui è tutto<br />
pronto…….vi aspetto domani mattina per<br />
la cerimonia…..Mussolini rispose:<br />
……Ernesto……non ho mai avuto alcun<br />
dubbio sulle tue capacità!<br />
L’inaugurazione avvenne poi come previsto<br />
il 28 ottobre 1932, e tutto filò liscio.<br />
Francesco Paolo Faggiani diceva:…….se<br />
non ci fosse stato quell’operaio vecchietto………chissà<br />
cosa sarebbe accaduto?<br />
Purtroppo quel problema dell’acqua all’altezza<br />
di Piazza Euclide si ripresentò, nel<br />
corso de<strong>gli</strong> anni varie volte. Mi ricordo,<br />
eravamo a metà de<strong>gli</strong> anni settanta ( io<br />
facevo il pendolare con la Roma Nord ) e<br />
per giorni quando si transitava ad Euclide,<br />
si vedeva acqua che scorreva copiosamente<br />
dalle pareti.<br />
Sono tanti anni che non viaggio più con<br />
quella ferrovia, per cui non posso dire se<br />
il problema, attualmente, sia stato definitivamente<br />
risolto!<br />
Allegata a questo articolo ripropongo la<br />
foto della cena di inaugurazione della<br />
Roma Nord, dove sono ritratti , insieme a<br />
molte maestranze, l’Ingegner Ernesto<br />
Besenzanica, che era già vicino alla settantina<br />
ed il giovane Francesco Paolo<br />
Faggiani che aveva circa venti anni.<br />
La foto è già stata pubblicata su questa<br />
rivista nel numero XXXVI a pagina 48, allegata<br />
all’articolo intitolato Per ricordare l’amico<br />
Paolo Faggiani.<br />
Paolo è seduto al tavolo rivolto al fotografo,<br />
in basso a sinistra, accanto all’uomo<br />
con baffetti. L’ingegner Besenzanica è al<br />
centro della foto, seduto ( si vede solo la<br />
testa ) con accanto un signore in piedi<br />
sulla sua destra.<br />
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CAMPO DE’ FIORI<br />
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28<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Associazione Artistica Ivna<br />
Artisti di Vignanello, Vallerano, Corchiano, Civita Castellana condividono l’arte<br />
a cura della<br />
Prof.ssa<br />
Maria Cristina<br />
Bigarelli<br />
IL TRIS ARTISTICO DI GUSTAVO POZZI<br />
La scintilla artistica di<br />
Gustavo Pozzi è la sua<br />
innata passione per il<br />
canto fin dalla più tenera<br />
età, che dà origine<br />
alla ricerca personale<br />
nell’esplorare <strong>gli</strong> aspetti<br />
più vari dell’arte.<br />
L’ambiente parrocchiale<br />
della sua infanzia lo<br />
sprona dapprima a prendersi<br />
cura della sua<br />
voce, a 12 anni costituisce il primo complesso<br />
musicale che <strong>gli</strong> da l’opportunità di<br />
entrare in contatto con il territorio viterbese<br />
al di fuori del paesino. Amplierà i suoi<br />
orizzonti, quando ormai ragazzo, viene<br />
conosciuto nella capitale per poi prendere<br />
parte a trasmissioni televisive su emittenti<br />
private sorte di recente. A ventisette anni<br />
Gustavo Pozzi inizia la sua carriera di cantante<br />
e cantautore di musica leggera partecipando<br />
a Roma alla trasmissione intitolata<br />
“La grande occasione” allestita da<br />
Telefantasy .<br />
L’Italia conosce Pozzi e Pozzi conosce<br />
l’Italia: il suo fortunato tour non si ferma<br />
ne<strong>gli</strong> studi televisivi, infatti, partecipando a<br />
concorsi e selezioni, vince numerosi premi<br />
e ottiene riconoscimenti che arricchiscono<br />
il suo curriculum nell’ambito provinciale,<br />
regionale e nazionale. Cantando le canzoni<br />
di Morandi al Teatro Tenda vince le<br />
nazionali, evento che lo incoraggia ad incidere<br />
un disco che raggiunge in poco<br />
tempo 25.000 copie in tutta Italia.<br />
Successivamente viene premiato con il<br />
Disco d’Argento. Le sue opere canore,<br />
musica e parole, sono oggi raccolte anche<br />
in Cd distribuiti da More Record Production<br />
& DISCOPIU’ di Milano. La voce, il canto,<br />
la musica e le parole sono l’accompagnamento<br />
per l’introduzione alla pittura e alla<br />
poesia. Il sorprendente successo musicale<br />
nella vita di Pozzi non rimane “fi<strong>gli</strong>o unico”<br />
come espressione artistica, ma funge da<br />
accompagnamento dell’ispirazione pittorica<br />
e della musa ispiratrice poetica. Questi<br />
tre canali si fondono, si completano<br />
seguendo lo stesso binario del cuore, sviluppando<br />
il talento variegato che fornisce<br />
un tris di facce dando forma solida poliedrica<br />
al suo modo di essere artista.<br />
Gustavo Pozzi cantante, pittore e poeta<br />
con innumerevoli riconoscimenti, con<br />
un’unica forte motivazione, la gioia di vivere,<br />
con tante fonti d’ispirazione!<br />
“Dipingere è un po’ come<br />
cantare” per Pozzi. Nei<br />
fiori, nei paesaggi, nei<br />
soggetti dipinti è come se<br />
ci fosse lo spirito del<br />
canto, per non parlare<br />
della poesia nella quale<br />
Gustavo “canta” la vita e<br />
ci racconta della sua spiritualità,<br />
della sua profondità<br />
di ideali. Quanta<br />
anima c’è in una canzone<br />
con musica e parole!<br />
Quanto sentimento in un<br />
quadro! Opere pittoriche,<br />
inizialmente disegnate a<br />
matita, abbozzate poi elaborate con colori<br />
ad olio, acrilici o a tempera su tela, che<br />
ritraggono il mare, i monti dal vero senza<br />
filtri e senza supporti virtuali.<br />
Tutto è riproposto con cura, con tono<br />
pacato e benevolo, attento al dono divino<br />
del sussulto vitale de<strong>gli</strong> ambienti che<br />
accolgono il vigore e la vivacità de<strong>gli</strong> esseri.<br />
Tra i riconoscimenti <strong>importanti</strong> ce n’è<br />
uno ottenuto per la Poesia “Dedicata a<br />
Wojtyla”, consegnata personalmente al<br />
Papa, tradotta e stampata in quattro lingue<br />
da varie accademie e associazioni artistico-culturali<br />
in Italia delle quali Gustavo<br />
Pozzi è membro. L’originale della poesia al<br />
papa è stato scritto in gotico e ogni lettera<br />
iniziale è in oro su pergamena bianca.<br />
Gli spettacoli che attualmente svolge sul<br />
territorio nazionale abbinano il canto, il<br />
convivio con declamazione di poesie in<br />
una cornice artistico pittorica prodotta da<br />
Gustavo stesso.<br />
L’amalgama tra musica, parole,<br />
pittura, poesia si incanalano<br />
tutte in un unico “ ingegnoso<br />
slogan” spirituale che predilige<br />
il sentimento religioso e la<br />
Divinità. La musicalità tocca la<br />
metrica delle poesie, delle<br />
quartine a rima alternata e la<br />
sua voce, secondo la critica<br />
fatta a Firenze, rappresenta<br />
“un animo sensibilmente<br />
umano che canta dal cuore<br />
quanto sia grande l’essenza<br />
della vita”. Gustavo Pozzi, cantautore,<br />
poeta, pittore, scrittore, è Senatore<br />
Accademico e Gran Collare U.I.A.L.<br />
dell’Accademia Toscana “Il Macchiavello”<br />
e fa della sua Arte la sua Vita e della sua<br />
Vita un’Opera d’Arte, anche e soprattutto<br />
nei difficili momenti che lo hanno colpito,<br />
che lo hanno fatto soffrire, ma che sono<br />
stati motivo di grande coraggio, di fede e<br />
di testimonianza di Amore, pescando nell’ottimismo<br />
del suo pensiero nell’ “Alba di<br />
un nuovo giorno”, poesia nella quale<br />
sogna, “… sente gioia per nuovi eventi” e<br />
la stessa alba “accarezza il creato/coi raggi<br />
vivi e<br />
splendidi/dal<br />
sole illuminato<br />
!”;<br />
trova il<br />
coraggio<br />
per dire e<br />
dirci che<br />
n o n -<br />
ostante<br />
tutto “E’<br />
un nuovo<br />
giorno”<br />
poema<br />
nel quale<br />
“…splende<br />
il sole/coi<br />
raggi e calore/ e tutto più bello sa-rà!”
Albero Genealogico<br />
Nota per la lettura: il numero prima del nome indica la generazione,dai giorni nostri andando a ritroso.<br />
Potete richiedere l’elbero<br />
genealogico della<br />
vostra fami<strong>gli</strong>a di<br />
Fabrica di Roma, rivolgendovi<br />
presso la nostra<br />
redazione. Verrà elaborato<br />
dal nostro collaboratore<br />
Geneg e potrete<br />
vederlo pubblicato sulle<br />
pagine di <strong>Campo</strong> de’<br />
fiori.
30 <strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
100 ANNI SEMPRE VERDI<br />
Rosa Tion, la fi<strong>gli</strong>a Marisa e il marito Vincenzo Leonetti<br />
Fortunatamente, di tanto in tanto, si<br />
incontra qualcuno che “c’è arrivato”, ed<br />
per noi fonte di meravi<strong>gli</strong>a e di grande<br />
ammirazione. 100 anni, infatti, sono un<br />
traguardo straordinario, un vero inno alla<br />
vita e la signora Rosa Tion li ha compiuti il<br />
26 Aprile.<br />
Raccontare tutti i 36.500 giorni della sua<br />
vita sarebbe impossibile, ma si può certamente<br />
dire a coloro che non la conoscono,<br />
chi è e come è arrivata fin qui. Rosa è nata<br />
a Reana, un paese in provincia di Udine,<br />
nel 1909, in una fami<strong>gli</strong>a piuttosto numerosa,<br />
come, del resto, molte fami<strong>gli</strong>e dell’epoca.<br />
La compagnia di due fratelli e cinque<br />
sorelle, ai quali si aggiunsero ben presto<br />
due cugini rimasti orfani dei genitori,<br />
allietava le sue giornate e insieme giocavano<br />
e crescevano. Appena abile al lavoro,<br />
viene assunta presso una fabbrica di lavorazione<br />
del cotone, che raggiungeva ogni<br />
giorno con la sua bicicletta e impara anche<br />
a lavorare le fo<strong>gli</strong>e di granturco essiccate e<br />
colorate, realizzando sedie di pa<strong>gli</strong>a e graziose<br />
borse da signora.<br />
Durante un breve soggiorno a<br />
Roma, presso una delle sue sorelle,<br />
sposata con un carabiniere, conosce<br />
un giovane di origine abruzzese,<br />
anche lui arruolato nelle forze dell’ordine,<br />
Vincenzo Leonetti, che<br />
diventa presto suo marito.<br />
Lei lo segue fedelmente nei suoi vari<br />
trasferimenti, fino a che da Gallese,<br />
non viene definitivamente a stabilirsi<br />
a Civita Castellana, dove ricopre il<br />
ruolo di brigadiere dei carabinieri<br />
per diversi anni. Dalla loro unione<br />
nascono tre splendide fi<strong>gli</strong>e: Marisa,<br />
Carla e Onelia e mentre Rosa si<br />
occupa di farle crescere brave ed<br />
educate, riprende a lavorare a casa,<br />
rispolverando i segreti del mestiere<br />
che aveva appreso da giovane.<br />
Realizza, così, borse<br />
da vendere nell’emporio<br />
di Cassietto<br />
Cassieri, in Corso<br />
Bruno Buozzi. Nel<br />
1983, rimane vedova e,<br />
sola, cerca di riempire le<br />
sue giornate lavorando a<br />
ma<strong>gli</strong>a, giocando a carte e<br />
guardando soap opera in<br />
tivù, le sue più grandi passioni.<br />
Rosa è circondata<br />
dall’affetto dei suoi cinque<br />
nipoti e otto pronipoti, che<br />
la viziano e la riempiono<br />
d’attenzioni.<br />
Ha sempre curato molto il<br />
suo aspetto fisico e non lo<br />
trascura nemmeno a questa<br />
età. E’ molto golosa e<br />
ha l’abitudine di terminare<br />
tutti i suoi pasti con un<br />
pezzettino di formaggio ed<br />
un frutto. Un’abitudine<br />
questa che, magari,<br />
potrebbe essere anche uno<br />
dei segreti della sua longevità!<br />
Ultimamente non è<br />
Rosa Tion<br />
più in grado di lavorare con i ferri e i suoi<br />
ultimi lavori sono stati dedicati alla nipote<br />
Martina. Continua, invece, a giocare a<br />
Ramino, contando tutti i punti realizzati al<br />
termine di ogni partita, senza perderne<br />
nemmeno uno! E non fa affatto fatica a<br />
seguire le trame delle innumerevoli ed<br />
intricatissime telenovele, nelle puntate<br />
quotidiane. Soffre un po’ d’insonnia, ma<br />
del resto, come si suol dire, chi dorme non<br />
pi<strong>gli</strong>a pesci. Alla luce di questo ci viene<br />
spontaneo pensare che sia una donna<br />
veramente speciale, con un carattere<br />
forte, che l’ha senz’altro aiutata a spegnere<br />
le sue 100 candeline. Le auguriamo,<br />
allora, di poter continuare a mangiare<br />
ancora tanti dolci, formaggio e frutta, di<br />
vincere tante sfide a Ramino e, perchè no,<br />
di arrivare a vedere la fine delle innumerevoli<br />
telenovele, magari proprio della interminabile<br />
Beautiful, se una fine l’avrà!<br />
di Ermelinda Benedetti
<strong>Campo</strong> de’ fiori 31<br />
“Il Fumetto”<br />
LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONA<br />
FORTIFIED SCHOOL di Takeshi Narumi e Shinichi Hiromoto<br />
edito da Starcomics – 7 volumi, conclusa<br />
di<br />
Daniele Vessella<br />
Innovativo e spettacolare.<br />
Questo manga mi ha<br />
attirato subito per i suoi<br />
disegni graffianti, sporchi…<br />
in qualche modo,<br />
rivoluzionari. E la storia<br />
non è da meno: ci catapulta<br />
in un mondo dove<br />
andare a scuola diventa<br />
un incubo, altro che 3 in<br />
matematica… qui si<br />
rischia la vita ogni istante! La scuola in<br />
questione è situata su un altopiano, protetta<br />
da alte mura e circondata da un folto<br />
bosco dove risiedono belve feroci. Tutto<br />
questo per non far scappare <strong>gli</strong> studenti, i<br />
più problematici del Giappone, che vengono<br />
portati lì per cercare di raddrizzarli<br />
anche con metodi poco ortodossi. Tre sono<br />
i protagonisti della storia: Itsuki Takizawa,<br />
Gentaro Masuda e Mei Mato. I tre novellini,<br />
appena mettono i piedi in classe, vengono<br />
presi di mira dal comitato disciplinare<br />
studentesco e dai professori. Questo<br />
costringe il trio a compattarsi e formare<br />
una solida amicizia per aiutarsi a vicenda<br />
contro le angherie subite. I tre si fidano<br />
l’uno dell’altro e Itsuki decide di rivelare ai<br />
due amici il vero motivo della sua venuta<br />
nell’istituto: truccando il suo profilo e fingendosi<br />
una criminale, si è fatta portare lì<br />
per scoprire la verità su suo fratello, apparentemente<br />
suicidatosi dopo pochi mesi di<br />
permanenza nell’istituto, ma la cosa non<br />
l’ha mai convinta. Gentaro e Mei decidono<br />
quindi di aiutarla a scoprire la verità sulla<br />
morte del fratello ed ha così inizio la loro<br />
indagine; così, i tre si accorgono che il<br />
liceo correttivo non è solo un luogo di terrore:<br />
avvengono, infatti, morti misteriose<br />
ed inspiegabili sparizioni in una scuola<br />
senza regole dove vige la legge del più<br />
forte. Pathos, colpi di scena, azione, dinamismo<br />
sono <strong>gli</strong> ingredienti di Fortified<br />
School che miscelati dal disegno di<br />
Hiromoto danno vita a un<br />
fumetto magnificamente<br />
visionario. Hiromoto col suo<br />
stile violento riesce a calarci<br />
perfettamente in un mondo<br />
traboccante da studenti<br />
sbandati. L’universo di<br />
Fortified School è contraddistinto<br />
da un’atmosfera irreale<br />
e allucinante, ed è proprio<br />
questo il punto di forza del<br />
fumetto: i due autori usano<br />
immagini forti che emozionano,<br />
colpendo il cuore del<br />
lettore. La follia delle vicende<br />
narrate, la fluidità della<br />
trama e l’abilità del disegnatore<br />
fanno di Fortified<br />
School un ottimo prodotto,<br />
anche se non privo di difetti.<br />
Gli ultimi numeri si muovono<br />
con troppa rapidità…<br />
troppi eventi da chiudere e<br />
<strong>gli</strong> autori lo fanno nel peggiore<br />
dei modi, allontanandosi<br />
dall’ambiente pseudoscolastico<br />
per sfociare nel<br />
fantasy, che in quel contesto<br />
non c’entra assolutamente<br />
nulla. Troppo repentino il<br />
finale di un prodotto che per<br />
le splendide promesse iniziali<br />
sa di occasione sprecata, nonostante<br />
risulti comunque estremamente apprezzabile.<br />
Peccato. Fortified School meritava più<br />
spazio, anche per sviluppare la tanta carne<br />
messa al fuoco e caratterizzare al me<strong>gli</strong>o<br />
alcuni personaggi secondari che rimangono<br />
senza spessore. Un capolavoro mancato?<br />
Penso di sì. Ma nonostante queste pecche,<br />
è uno dei mi<strong>gli</strong>ori shonen pubblicati<br />
nel nostro paese.<br />
Lascio l’indirizzo del mio blog:<br />
http://danielevessella.blogspot.com/
32<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
LA STORIA DEL CIMITERO DI<br />
CIVITA CASTELLANA<br />
di Enea Cisbani<br />
... continua dal numero 59<br />
Una tavola di rilievo de<strong>gli</strong> inizi del ‘900,<br />
mostra chiaramente la situazione planimetrica<br />
del Cimitero Monumentale di San<br />
Lorenzo subito dopo la conclusione dei<br />
lavori di ristrutturazione nel 1896: l’attuale<br />
via della Repubblica, la strada di collegamento<br />
detta “Dei Cappuccini”, oggi viale<br />
Mons. Tenderini, l’ampio piazzale di arrivo<br />
con i due accessi al Convento e al<br />
Cimitero, il lungo viale dei cipressi affiancato<br />
da ampie zone a prato e, infine, l’imponente<br />
complesso a pianta quadrata con<br />
corte centrale, che costituisce il fulcro dell’intero<br />
sistema architettonico e tipologico.<br />
Lo stesso grafico evidenzia, inoltre, la<br />
situazione urbanistica dell’area circostante<br />
oggi densamente abitata: ampie distese di<br />
territorio pianeggiante e in parte collinare,<br />
interrotte da rare e modeste costruzioni e<br />
solcate dal lungo rettifilo della Variante<br />
Flaminia, diretta continuazione del Ponte<br />
Clementino. Un rilievo architettonico successivo<br />
del 1904, illustra in detta<strong>gli</strong>o la<br />
situazione tipologica del Convento dei<br />
Padri Cappuccini e l’assoluta originalità,<br />
esecutiva e tipologica, dell’impianto<br />
Berniniano, perfettamente aderente ai<br />
principi costruttivi dell’Ordine<br />
Francescano: la Chiesa, dalla pianta a<br />
croce greca, caratterizzata dall’ampia e<br />
unica navata centrale con la volta a botte<br />
e quattro Cappelle laterali, due per lato, la<br />
zona terminale detta transetto, con l’Altare<br />
Maggiore isolato e il Coro retrostante con<br />
<strong>gli</strong> stalli lignei dei Conventuali e, infine, i<br />
vasti ambienti della sacrestia; il<br />
Convento, ad “L”, posto sul versante sudest,<br />
con le celle dei religiosi, la biblioteca,<br />
il refettorio e la zona dei servizi tecnici; i<br />
Magazzini, per la conservazione dei prodotti<br />
e delle derrate agricole.<br />
L’originalità dell’impianto, assolutamente<br />
inedito, è nell’utilizzo da parte del Bernini<br />
del Quadrato, come modulo generatore<br />
dell’intera struttura, con tutti <strong>gli</strong> evidenti<br />
riflessi simbolici e religiosi.<br />
L’Ex Convento, subito dopo la sua dismissione,<br />
viene utilizzato dal Comune come<br />
Lazzaretto, per il ricovero dei malati di<br />
colera, le cui epidemie erano allora frequenti<br />
in Civita Castellana date le precarie<br />
condizioni igieniche della Città. Tra il 1920<br />
e 1940, il Cimitero viene ulteriormente<br />
ampliato costruendo nuove aree cimiteriali<br />
sul lato nord, dove la continuità architettonica<br />
e visiva dei portici della corte quadrata,<br />
viene interrotta dall’esecuzione di<br />
ampie scalee in marmo per collegare il<br />
campo superiore delle sepolture con quelle<br />
del campo inferiore. Nei portici della<br />
grande corte quadrata sono conservate le<br />
Tombe dei Civitonici “Illustri”: CASIMIRO<br />
MARCANTONI, ULDERICO MIDOSSI e<br />
ATTILIO BONANNI. Sempre in que<strong>gli</strong> anni,<br />
si realizzano le Tombe di Fami<strong>gli</strong>a nelle<br />
zone prospettanti il viale interno con i<br />
cipressi, in quelle stesse aree anticamente<br />
destinate dai Francescani alla sepoltura<br />
dei Confratelli. Le Tombe di Fami<strong>gli</strong>a costituiscono<br />
episodi architettonici rilevanti<br />
sotto l’aspetto artistico e compositivo, in<br />
una perfetta fusione e rielaborazione di<br />
forme classiche e medioevali e nell’uso<br />
sapiente dei materiali costruttivi quali<br />
ferro, bronzo e marmi. Nel 1930, il<br />
Comune sopprime il Lazzaretto data ormai<br />
la sua cessata funzione e utilità, trasformando<br />
l’antico Convento sia in abitazione<br />
per il custode, che per ospitare<br />
<strong>gli</strong> uffici cimiteriali. Sempre nel<br />
1930 viene realizzato l’ingresso<br />
marmoreo con il cancello in ferro<br />
battuto, di fatto sistemando adeguatamente<br />
la zona d’ingresso<br />
sul viale Tenderini. La Chiesa di<br />
San Lorenzo, nel contempo,<br />
viene sempre utilizzata per officiare<br />
le funzioni religiose e celebrative.<br />
Esiste, poi, il Cimitero di San<br />
Lorenzo “segreto”, caratterizzato<br />
da ampi sotterranei: l’Ossario<br />
posto al disotto della stessa<br />
Chiesa, realizzato nel 1624 e collegato<br />
alle vaste gallerie della<br />
zona monumentale utilizzate per<br />
le sepolture. Nel frattempo, il<br />
vecchio Cimitero di San<br />
Giorgio con l’omonima Chiesa,<br />
soppresso nel 1893, è al centro<br />
di varie proposte di utilizzazione<br />
da parte delle Autorità Comunali<br />
del tempo: rimessaggio per i carri<br />
Comunali, utilizzo dell’area come campo<br />
militare per le truppe di passaggio e come<br />
sito dove realizzare case popolari vista la<br />
notevole richiesta abitativa. E’ il Sindaco<br />
Ulderico MIDOSSI, che comunque ne<br />
intuisce le grandi potenzialità facendo realizzare<br />
sia la Scuola d’Arte che le Scuole<br />
Elementari. Nel 1914 la Chiesa di San<br />
Giorgio viene trasformata in Scuola e in un<br />
locale attiguo ospitato fino al 1925 il<br />
Carro Mortuario del Cimitero di San<br />
Lorenzo. Una presenza mal tollerata dalla<br />
stessa scuola - tanto da dare origine a un<br />
lungo contenzioso legale con il Comune -<br />
che non accettava la sua presenza all’interno<br />
de<strong>gli</strong> spazi collettivi frequentati dai<br />
giovani allievi. Nel 1928 l’annosa controversia<br />
viene risolta, grazie alla disponibilità<br />
di un cittadino, che dona il locale per il<br />
rimessaggio del Carro Funebre Comunale<br />
posto su via Minolfo Masci nel piano terra<br />
dell’antica stazione di posta. Il 10<br />
Giugno 1940, è la data che segna la<br />
svolta nell’utilizzo del Complesso<br />
Conventuale di San Lorenzo.<br />
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continua sul prossimo numero ...<br />
San Lorenzo
<strong>Campo</strong> de’ fiori 33<br />
La rubrica<br />
dei perchè?<br />
Perchè si dice “fare la siesta”?<br />
<strong>Tutti</strong> sappiamo che il termine spagnolo "siesta" sta per il riposo pomeridiano successivo al<br />
pranzo, me<strong>gli</strong>o se effettuato su di un'amaca all'ombra delle palme di una bella isola tropicale<br />
nelle afose giornate d'estate. Tuttavia l'origine di questo termine è da ricercarsi nel lontano<br />
Medioevo... Durante il Medioevo, infatti, nei conventi si effettuavano diversi momenti di racco<strong>gli</strong>mento<br />
al fine di pregare: uno di questi era prossimo al pranzo ed era chiamato "Sesta".<br />
Successivamente all'abbondante pasto veniva effettuato un riposo e da qui venne l'uso del termine<br />
che, nell'idioma spagnolo, mutò nell'attuale e conosciuto termine "siesta". In italiano<br />
potremmo definire la siesta come il pisolino pomeridiano (con o senza amaca)!<br />
Modi di dire<br />
Perchè si dice “volere la botte piena e la mo<strong>gli</strong>e ubriaca”?<br />
Questo modo di dire viene rivolto all'indirizzo delle persone che vo<strong>gli</strong>ono ottenere solo<br />
guadagno, in ogni tipo di situazione, senza rimetterci qualcosa, senza compiere alcuna<br />
rinuncia o sacrificio... Si dice quindi "volere la botte piena e la mo<strong>gli</strong>e ubriaca" e si capisce<br />
benissimo che se la mo<strong>gli</strong>e è ubriaca, la botte non potrà mai essere piena... ma qualcuno<br />
ancora pensa che avere entrambe le cose possa essere un'ipotesi reale!<br />
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34<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Le storie di<br />
Max<br />
Gli Omega<br />
Gruppo musicale civitonico dei mitici anni ‘70<br />
Primi anni ’70: un<br />
senso di innovazione,<br />
di cambiamento<br />
e di libertà di<br />
espressione arriva<br />
anche a Civita<br />
Castellana come eco<br />
dei mitici anni ’60 e<br />
delle relative rivoluzioni,<br />
pervadendo<br />
di Amalia Cesarini <strong>gli</strong> animi dei giovani<br />
dell’epoca e portandoli<br />
a cavalcare una sorta di onda creativa,<br />
fomentando sogni che fino ad allora erano<br />
sopiti. La musica della Beat Generation<br />
ormai aveva seminato e il raccolto era<br />
molto vario, lo si riscontrava nell’animo di<br />
tutti; ogni cosa sembrava possibile e la<br />
parola d’ordine era : LIBERTA’ E CREATI-<br />
VITA’. Nasce così una generazione di “artisti”,<br />
forse un po’ sfacciati ma senza dubbio<br />
“genuini”. Eccoli là allora, a rinchiudersi<br />
dentro cantine e vecchi casali, adattati e<br />
insonorizzati alla me<strong>gli</strong>o con cartoni di<br />
uova e un po’ di polistirolo alle pareti,<br />
imbracciando tutto ciò che poteva assomi<strong>gli</strong>are<br />
a uno strumento musicale, cercando<br />
di tirarne fuori più note possibili e soprattutto<br />
che si avvicinassero a quelle dei<br />
gruppi più in voga: Beatles, Rolling<br />
Stones, Deep Purple, Santana e in particolare<br />
i nostri Nomadi, Formula Tre,<br />
Camaleonti, Dik Dik ecc… C’era chi si dilettava<br />
con la chitarra, che tra l’altro rendeva<br />
“piacioni”, aiutando a rimorchiare le ragazze,<br />
(anche se poi in realtà chi sapeva suonarla<br />
finiva immancabilmente sempre a<br />
suonare la colonna sonora di quelli che<br />
“limonavano”) e chi andava in giro con vari<br />
tipi di congas perché rendevano tutto un<br />
po’ esotico. Così tutti davano sfogo alla<br />
loro arte creando piccoli complessi musicali<br />
(già, perché allora si chiamavano così,<br />
non band, gruppi e tantomeno cover<br />
band). Ebbene, la faccia tosta di questa<br />
generazione è ben rappresentata da<strong>gli</strong><br />
Omega, che senza saper suonare nessuno<br />
strumento,prima hanno deciso di formare<br />
il complesso e poi sono andati a scuola di<br />
musica!!! Marcello Silveri ( Marcellino),<br />
batteria; Benigno Branca, chitarra; Claudio<br />
Annesi, basso; Tonino Menichelli (Billy),<br />
voce e chitarra acustica; Angelo Pescitelli<br />
(Gnolo) tastiere, un bel giorno decidono di<br />
avventurarsi nel campo della musica,<br />
fanno una bella colletta e comprano <strong>gli</strong><br />
strumenti (usati ovviamente): una batteria<br />
Hollywood grigio perla, un basso<br />
Fender, una chitarra elettrica Fender e<br />
una tastiera Hammond! Vanno a scuola e<br />
in poco tempo riescono a tirar fuori un<br />
brano che allora andava alla grande: Io mi<br />
fermo qui, dei Dik Dik!<br />
Avranno pensato veramente<br />
di fermarsi lì???<br />
Assolutamente no, quello<br />
era solo l’inizio! Infatti<br />
hanno cominciato a tirare<br />
fuori altri brani dei Dik Dik,<br />
Nomadi ecc… fino a sconfinare<br />
nei Santana e i Beatles,<br />
ottenendo un modesto<br />
repertorio che ha permesso<br />
loro di far fronte al primo<br />
concerto, nel piazzale della<br />
Chiesa di San Lorenzo,<br />
all’interno di una rassegna<br />
musicale che comprendeva i<br />
complessi locali più famosi!<br />
Quel concerto lo fecero col<br />
nome di Rothman’s, riferito<br />
appunto alle sigarette che<br />
fumava la maggior parte di<br />
loro. Ciò accadeva nell’estate<br />
del 1974. Da lì in poi<br />
cominciarono ad allargare il<br />
loro orizzonte, facendo<br />
esperienze anche in altri<br />
gruppi e annettendo per<br />
brevi periodi componenti di<br />
altri complessi, creandosi<br />
così un bel baga<strong>gli</strong>o di esperienze<br />
al punto di decidere<br />
di cambiare il nome in<br />
OMEGA: l’ultima lettera dell’alfabeto<br />
greco, sperando man mano di risalire le<br />
varie lettere fino ad arrivare all’Alfa!!! Non<br />
hanno più assunto il nome delle lettere<br />
ascendenti, ma senza dubbio hanno<br />
cominciato ad avere la loro importanza nel<br />
loro ambito, e visto che erano parecchio<br />
Inizio anni ‘70. Da sx:Angelo Pescitelli, Claudio Annesi,<br />
Benigno Branca e Marcellino Silveri.<br />
Un ve<strong>gli</strong>one<br />
richiesti, si sono “allargati” annettendo<br />
altri due pezzi “grossi” : un cantante melodico<br />
col vocione e un sax, rispettivamente<br />
Francesco Anesini (Gnecco) e Roberto Mei<br />
(Sardarello). Adesso si che potevano partire<br />
veramente! Grazie a Francesco si<br />
aggiungono canzoni melodiche, romane-
<strong>Campo</strong> de’ fiori 35<br />
1<br />
2<br />
3<br />
4<br />
5<br />
6<br />
7<br />
Gli Omega con Maria Carta ad una festa dell’Unità<br />
sche e brani di Demis Roussos e grazie a<br />
Sardarello si inseriscono i classici del liscio:<br />
valzer, mazurke, tanghi ecc… Spesso si<br />
univa a loro un’altra chitarra, quella di<br />
Giorgio Angeletti…e sette! Così in un’atmosfera<br />
molto tranquilla, senza grandi<br />
pretese di definizione dei suoni, solo per la<br />
vo<strong>gli</strong>a di suonare e spesso solo con il compenso<br />
della cena, affrontavano le varie<br />
feste patronali, le feste de l’unità e i numerosissimi<br />
ve<strong>gli</strong>oni per i quali erano molto<br />
richiesti. Alla fine de<strong>gli</strong> anni ’70, con la<br />
maturità acquisita, riuscirono a gettare le<br />
basi per un Festival canoro per bambini,<br />
che , in collaborazione con la parrocchia di<br />
San Luigi a Sassacci, portarono avanti per<br />
parecchie edizioni: l’Usignolo d’Argento,<br />
una manifestazione che richiamò un notevole<br />
numero di partecipanti di un’età compresa<br />
dai 5 ai 15 anni. A metà de<strong>gli</strong> anni<br />
’80 però le serate cominciano a rallentare,<br />
sia perché comincia a diminuire la disponibilità<br />
di qualcuno di loro per problemi legati<br />
alla fami<strong>gli</strong>a e al lavoro, sia perché le<br />
leggi fiscali relative alle serate cominciano<br />
ad essere più rigorose richiedendo<br />
troppi obblighi ai musicisti,<br />
alle associazioni e ai gestori<br />
dei locali e rendendo ciò che<br />
poteva essere divertimento un<br />
vero e proprio lavoro. Così,<br />
come l’alba che pur mettendoci<br />
davanti un giorno bello e<br />
luminoso, rapisce i nostri<br />
sogni, la vita ha preso il<br />
sopravvento su<strong>gli</strong> Omega,<br />
lasciando ai loro sogni un<br />
tempo molto esiguo<br />
ma…attenzione…anche se sotto<br />
mentite spo<strong>gli</strong>e ( coro della cattedrale)<br />
sotto altri nomi (Giovedì<br />
gnocchi, Yamagna, Tempi supplementari)<br />
o addirittura all’interno di<br />
compagnie teatrali (I<br />
Nunseponnoguardà), la loro presenza<br />
fluttua sempre nell’aria civitonica!!!<br />
Gli Omega al completo: 1. Angelo Pescitelli, 2. Tonino<br />
Menichelli (Billy),3. Benigno Branca, 4. Francesco<br />
Anesini, 5. Giorgio Angeletti, 6. Roberto Mei,<br />
7. Marcellino Silveri.<br />
Gruppo teatrale<br />
civitonico<br />
I<br />
Nunseponnogua<br />
rdà.<br />
Da sx: Raffaele<br />
Micheli, Marco<br />
Manoni,<br />
Pasqualino<br />
Spaziano,<br />
Mauro<br />
Agostinelli,<br />
Marcellino<br />
Silveri<br />
(Omega),<br />
Benigno Branca<br />
(Omega).<br />
In basso:<br />
Sandro (Max) e<br />
Cecilia Anselmi.<br />
Marcellino Silveri, alias Al Capone!<br />
Attenzione!!!<br />
Benigno Branca pronto per una serata<br />
all’Arabesk, a Febbraio del 2009.
... continua dal numero 59<br />
Benjamin David Goodman era nato a<br />
Chicago nel 1909 in una fami<strong>gli</strong>a di ebrei<br />
immigrati polacchi molto poveri e con un<br />
numero imprecisato di fi<strong>gli</strong>, tra i quali,<br />
Benny risaltava subito all’occhio per essere<br />
assai piccolo e mingherlino.<br />
Il padre, di professione sarto, era assillato<br />
da una vita piena di stenti, prima in patria<br />
e successivamente in America, tuttavia,<br />
malgrado il suo magro bilancio non mancò<br />
di far frequentare a tre dei suoi fi<strong>gli</strong>,<br />
Harry, Fred e Benjamin le lezioni di<br />
musica che si tenevano regolarmente<br />
presso la Sinagoga e, poichè Benjamin<br />
era il più gracile dei fratelli, venne avviato<br />
allo studio del sottile e leggero clarinetto.<br />
A tal proposito Benny Goodman, nella<br />
sua autobiografia dal titolo The Kingdom<br />
of Swing, scrive:<br />
“ … si dice che io abbia scelto di suonare il<br />
clarinetto perché aveva i tasti splendenti,<br />
… in verità, se il mio peso fosse stato due<br />
libbre in più e la mia statura due pollici in<br />
più, oggi probabilmente suonerei una<br />
tromba e non un clarinetto … ”.<br />
Buon per noi! Avendo Benny dimostrato<br />
ben presto una notevolissima abilità come<br />
strumentista, con un altro grosso sacrificio<br />
da parte di papà Goodman, venne prima<br />
affidato privatamente all’insegnante della<br />
stessa Sinagoga e, successivamente, a<br />
Franz Schoeppe ex insegnante del<br />
Chicago Musical College che avrebbe<br />
fatto di Benny quel virtuoso che tutti<br />
conoscono.<br />
A soli quattordici anni cominciò a guadagnare<br />
qualche dollaro suonando qua e là<br />
ispirandosi a tale Ted Lewis, un clarinettista<br />
dell’epoca, ma guardando allo stile di<br />
Leon Rappolo che, da quando aveva<br />
avuto occasione di ascoltare i New<br />
Orleans Rhythm Kings era divenuto il<br />
suo idolo.<br />
Poiché a quell’epoca le leggi del Michigan<br />
non obbligavano i ragazzi a frequentare le<br />
scuole fino a diciotto anni, Benny abbandonò<br />
<strong>gli</strong> studi per accettare <strong>gli</strong> ingaggi che<br />
<strong>gli</strong> venivano via via proposti, militò così in<br />
numerose orchestre, da quella di Kekelah<br />
Jacob Synagogue, a quella di Ben<br />
Pollack e di Paul Whiteman; ciò fino al<br />
1934, allorquando il clarinettista riuscì a<br />
mettere in piedi una sua formazione nella<br />
quale i punti di forza erano costituiti dai<br />
fratelli Jack e Carlie Teagarden e da<br />
suo fratello Harry.<br />
A<strong>gli</strong> inizi non riuscì ad imporre un suo particolare<br />
stile, anche a causa dei proprietari<br />
dei vari locali nei quali la formazione si<br />
esibisce che esigevano che venisse eseguita<br />
musica Sweet - musica dolce che, a<br />
loro ed al pubblico, piaceva.<br />
Benny Goodman non è di certo l’uomo<br />
più rappresentativo del momento, ma è lui<br />
che consente al Jazz di raggiungere un<br />
pubblico sempre più vasto e che per primo<br />
tenta quello che nessuno prima di lui<br />
aveva osato tentare, ossia presentare<br />
complessi in bianco e nero, vale a dire formazioni<br />
miste di musicisti bianchi e di<br />
colore che porta il Jazz nelle sale da concerto.<br />
Il successo è assicurato da una grande<br />
orchestra che Benny Goodman riunisce<br />
nel 1934, che suona arrangiamenti di noti<br />
musicisti negri e che, grazie al successo<br />
ottenuto, concepisce l’idea di tentare una<br />
nuova forma musicale che e<strong>gli</strong> stesso battezza<br />
Jazz da camera.<br />
Nulla a che vedere naturalmente con la<br />
tradizionale musica da camera, ma piuttosto<br />
un certo senso di intimità e di compostezza<br />
che richiama quella musica; <strong>gli</strong><br />
artefici sono, oltre che lo stesso Benny<br />
Goodman, il pianista negro Teddy<br />
Wilson, salottiero e piacevole, il vibrafonista<br />
nero Lionel Hampton e il batterista<br />
bianco Gene Krupa.<br />
Sono questi i dominatori de<strong>gli</strong> anni trenta,<br />
di Riccardo Consoli<br />
anche se al loro fianco militano altre grandi<br />
orchestre, spesso decisamente mi<strong>gli</strong>ori,<br />
oltre che alcune formazioni bianche di<br />
tutto rispetto.<br />
Ben presto però il nome di Benny<br />
Goodman sarebbe divenuto noto in tutti<br />
<strong>gli</strong> Stati Uniti ogni sabato sera, infatti, la<br />
NBC trasmette un’ora di Jazz con l’orchestra<br />
del clarinettista che propone esecuzioni<br />
decisamente raffinate oltre che squisitamente<br />
orchestrate.<br />
Non si tratta di certo di un nuovo genere<br />
musicale dal momento che la musica proposta<br />
da Benny Goodman altro non è<br />
che il Jazz già suonato in alcuni locali<br />
dalle orchestre di Fletcher Henderson,<br />
Cab Calloway, Jimmie Lunceford e<br />
Chick Webb tuttavia, mai come in que<strong>gli</strong><br />
anni, essa corrisponde perfettamente al<br />
gusto ed alle esigenze di un pubblico giovane<br />
in cerca di emozioni, un pubblico che<br />
rappresenta tutti <strong>gli</strong> americani senza<br />
distinzione di razza.<br />
Anche per questo lo Swing e di conseguenza<br />
il Jazz, ebbero un successo mai<br />
conosciuto prima di allora; naturalmente<br />
fondamentale fu la diffusione radiofonica<br />
dei programmi di musica Swing cui si è<br />
fatto cenno che portava questa musica in<br />
tutte le case americane.<br />
continua sul prossimo numero ...<br />
Benjamin Goodman
Civita Castellana<br />
a fine Ottocento<br />
Civita entrò a far parte del Regno d’Italia il<br />
12 settembre, poco prima della presa di<br />
Roma nel 1870, con l’entrata in città del<br />
Regio Esercito e la resa della “Basti<strong>gli</strong>a<br />
Pontificia” e fu governata, per parecchi<br />
anni, dalle fami<strong>gli</strong>e piu in vista e benestanti:<br />
Coluzzi, Morelli, Feroldi De Rosa,<br />
Trocchi, Ciotti, Midossi per citarne alcuni.<br />
Costoro si adoperarono per ingrandire e<br />
modernizzare la nostra città che usciva da<br />
una profonda crisi economica essendo<br />
venuto a mancare il ruolo che aveva svolto<br />
come punto strategico dello stato<br />
Pontificio e i vantaggi che ne aveva tratto,la<br />
carica di Sindaco fu quindi svolta da<br />
questi cittadini,anche perché il 60 per<br />
cento della popolazione era analfabeta. Il<br />
primo cittadino era eletto con nomina<br />
regia,cioè dal Re,poiché soltanto nei<br />
Comuni con 10.000 abitanti il Consi<strong>gli</strong>o<br />
Comunale poteva eleggere il proprio sindaco,<br />
furono infatti eletti con nomina<br />
regia: Ferdinando Giunti reg. delegato<br />
straordinario 1871, Marco Morelli 1873,<br />
Giovan Battista Montanari 1874,Domenico<br />
Coluzzi 1876, Antonio Riccioni 1894, poi<br />
ancora Domenico Coluzzi, le cariche di<br />
consi<strong>gli</strong>ere erano svolte da padre in<br />
fi<strong>gli</strong>o,da fratello a fratello. La legge 29<br />
lu<strong>gli</strong>o 1896, n. 346 (Di Rudini) fece si che<br />
l’elezione dei Sindaci da parte di tutti i<br />
Consi<strong>gli</strong> comunali, confermando la durata<br />
triennale della carica, poteva avvenire<br />
anche nei Comuni che contava 5000 abitanti<br />
come Civita: Giovanni Arrigoni nel<br />
1897 fu il primo Sindaco eletto dai consi<strong>gli</strong>eri.<br />
Iniziarono cosi dopo il 1870 una<br />
serie di cambiamenti: nel Carcere<br />
Mandamentale che si trovava dove ora è<br />
l’ufficio anagrafe in Corso Bruno Buozzi vi<br />
venne trasferita la Pretura, che si trovava<br />
in Piazza di Massa nei locali del Sig. Petrini<br />
in affitto per la somma di L. 1080 annue,<br />
il palazzo fu modificato venne costruita la<br />
scala,allargato il portone, fu rialzato il<br />
secondo piano, costruito il cornicione si<br />
rimosse anche la gradinata della chiesa di<br />
San Francesco per uniformarla alla<br />
Pretura,poiché la sagrestia doveva essere<br />
adattata a biblioteca ed ospitare circa<br />
6.000 volumi. Il Carcere quindi fu trasferito<br />
alle due Torri di via Vinciolino,si acquistarono<br />
<strong>gli</strong> stabili adiacenti,fu costruito<br />
anche l’alloggio per il custode,il costo fu di<br />
L. 10.021. Le Mole del Treia che erano<br />
state devastate dall’alluvione del 1861<br />
furono riattivate ,i mugnai ne avevano<br />
approfittato formando una Società e<br />
facendo pagare L.150 al quintale per la<br />
molitura traendone cosi profitto e recando<br />
danno ai contadini costretti a sottostare a<br />
ciò per ben 17 anni. La Caserma Militare<br />
Enrico Cosenz che si trovava a palazzo<br />
Andosilla, trasformato poi nel 1899 per<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori 37<br />
ospitare la<br />
scuola elementare,<br />
fu<br />
ampliata<br />
unendo il<br />
palazzo della<br />
Pretura e<br />
la Caserma<br />
fu trasferita<br />
nel convento<br />
delle<br />
Clarisse traslocate<br />
nel<br />
Seminario. Nel 1878 e <strong>gli</strong> inizi del 1879 vi<br />
furono altre alluvioni con scarsi raccolti, il<br />
Comune acquistò grano da distribuire<br />
durante i mesi invernali alle fami<strong>gli</strong>e bisognose.<br />
Il demanio donò al Comune la<br />
Chiesa e il Convento dei Cappuccini compresa<br />
la biblioteca e si decise di costruirvi<br />
il nuovo cimitero che si trovava presso la<br />
Chiesa di San Giorgio, fu comperato un<br />
carro funebre per la somma di L. 682,il<br />
trasporto delle salme fu appaltato per la<br />
somma di L. 300,furono piantati <strong>gli</strong> alberi<br />
nel viale. Venne deciso di costruire il<br />
Mattatoio Pubblico,il maestro muratore<br />
Domenico Paolelli si offri di costruirlo nell’orto<br />
di sua proprietà e di godere della<br />
tassa di mattazione sino all’estinzione del<br />
debito, la proposta non venne accettata e<br />
si deliberò di costruirlo vicino al ponte<br />
Terrano. Venne allargata la strada della via<br />
Flaminia dall’angolo della casa del signor<br />
Arigoni alla chiesa di S. Giovanni demolendo<br />
edifici,in quanto stretta e in cattive condizioni<br />
essendo di vitale importanza per il<br />
passaggio dei carri,del bestiame e per<br />
l’Arti<strong>gli</strong>eria dell’esercito. Si ottenne la fermata<br />
delle 6,29 antimeridiane alla stazione<br />
di Borghetto, i civitonici potevano cosi<br />
recarsi a Roma in mattinata e rientrare la<br />
sera .Nel 1877 venne inaugurato il primo<br />
asilo infantile,le strade di via Posterula e la<br />
salita del ponte Clementino essendo molto<br />
scomode per la salita fu tolto il selciato per<br />
renderle il più possibile pianeggianti con<br />
l’inconveniente che durante le giornate di<br />
tramontana si alzava un gran polverone<br />
costringendo la Spazzatura Pubblica ad<br />
innaffiarle . La Polizia Urbana controllava<br />
la sanità dei cibi e con bilancette tascabili<br />
e controllavano che non ci fossero frodi nei<br />
pesi, il servizio di spazzatura urbana era in<br />
appalto,<strong>gli</strong> spazzini erano tre con carrettini<br />
a mano, mal pagati,accumulavano il letame<br />
per poi rivenderlo cercando cosi di<br />
arrotondare lo stipendio. Il servizio sanitario<br />
era affidato a due medici più il medico<br />
chirurgo che eseguiva la vaccinazione del<br />
vaiolo,le malattie che predominavano<br />
erano la polmonite, pleuro polmonite,<br />
pleurite, faringite, febbri malariche e cataralli,<br />
C’era la Banda Municipale diretta dal<br />
maestro Antonio Cavicchioli. Gli istituti di<br />
beneficenza erano l’Ospedale,<br />
l’Orfanatrofio, il Monte Frumentario e<br />
Pegni gestito dalla congregazione di<br />
Carità,vi era una banca :la Cassa di<br />
Risparmio. Si pagava la tassa sul bestiame,la<br />
tassa di fami<strong>gli</strong>a o Fuocatico che era<br />
divisa in 20 classi, 700 erano <strong>gli</strong> iscritti,la<br />
prima pagava L.100 e vi appartenevano<br />
soltanto quattro fami<strong>gli</strong>e, l’ultima L. 1 vi<br />
appartenevano 397 fami<strong>gli</strong>e. Il matrimonio<br />
civile diventò obbligatorio definitivamente<br />
nel sistema giuridico italiano con la promulgazione<br />
del Codice Civile del Regno<br />
d’Italia nel 1865, in vigore dal 1 gennaio<br />
1866 ma i Civitonici preferivano il matrimonio<br />
religioso,infatti nel 1878 erano soltanto<br />
83 quelli celebrati con rito civile e<br />
non si preoccupavano di denunciare il<br />
cambio di residenza come esigeva la<br />
legge. Nel 1878 vi furono 251 nascite,250<br />
morti e furono celebrati 36 matrimoni.<br />
Nonostante la Legge sulla istruzione obbligatoria<br />
le scuole elementari per i bambini<br />
dai sei a nove anni non erano molto frequentate<br />
i genitori renitenti venivano<br />
denunciati al Regio Pretore,vi erano inoltre<br />
le scuole ginnasiali dall’anno scolastico<br />
1876/77. Venne fatto un nuovo regolamento<br />
di igiene pubblica che vietava di di<br />
fare i lavori agricoli come per esempio sfo<strong>gli</strong>are<br />
il granoturco o spellare <strong>gli</strong> animali<br />
per le vie interne di Civita. L’illuminazione<br />
notturna prima ad olio poi a petrolio infine<br />
il 15 settembre nel 1890 fu inaugurata<br />
quella elettrica,era di quaranta lampioni<br />
oltre al disco dell’orologio comunale che<br />
nei mesi gennaio,febbraio,marzo novembre<br />
e dicembre erano accesi tutta la<br />
notte,ne<strong>gli</strong> altri mesi secondo le tavole<br />
lunarie per la spesa di L. 2000, ne fu<br />
aggiunto un altro nella stretta via Febo.<br />
Vennero appaltati i lavori di fognatura e la<br />
conduttura di acqua potabile. Nel 1895 si<br />
impiantava la rete telefonica mandamentale<br />
per circa 60 chilometri, univa per 17<br />
chilometri Civita a Ma<strong>gli</strong>ano Sabino,15 chilometri<br />
Civita, Faleria,e Calcata,14 chilometri<br />
Civita, Nepi, e Castel Sant’Elia, 18<br />
chilometri Civita, Fabrica di Roma e<br />
Corchiano.<br />
Francesca Pelinga
38<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Corchiano - 2 Giugno 2009. Festa dei giovani della classe 1954.<br />
Foto Severina Iannoni<br />
Civita Castellana<br />
Giugno 2009.<br />
Renato Conti,<br />
classe 1911,<br />
e Flavio Biagiola,<br />
classe 1930.<br />
“Ultimo avamposto<br />
a difesa di Piazza<br />
Matteotti”.<br />
Foto Alberto Sacchi<br />
Al reparto di Ginecologia di<br />
Civita Castellana.<br />
Con affetto e profondo rispetto vo<strong>gli</strong>o<br />
ringraziare il reparto di Ginecologia di<br />
Civita Castellana., per la sua grande<br />
professionalità e per l’umanità ricevuta<br />
da tutto il personale medico e<br />
infermieristico del reparto.<br />
Un grazie sincero.<br />
Lorella Zeppilli<br />
campodefiori.biz
<strong>Campo</strong> de’ fiori 39<br />
Nel cuore<br />
Enrico<br />
Ciccarella<br />
Occorre tanta fede per accettare quello che spesso non riusciamo a capire, e la<br />
morte di Enrico, è comunque una di quelle cose incomprensibili, che ci lasciano<br />
increduli ed attoniti.<br />
Non si può accettare che una persona, già provata da dispiaceri incolmabili, possa<br />
morire così!<br />
Aveva sofferto immensamente quando aveva perso la sua dolce Daniela e s’era trovato<br />
solo con la sua piccola Sara ancora da crescere.<br />
Aveva dovuto trovare il coraggio e la forza per farlo, riuscendovi nel mi<strong>gli</strong>ore dei<br />
modi.<br />
Aveva allora riversato tutto il suo amore su quella fi<strong>gli</strong>a tanto desiderata, ed ogni<br />
volta che ci incontravamo me ne parlava, a volte preoccupato per l’inquietudine<br />
adolescenziale, a volte entusiasta per le innumerevoli soddisfazioni che <strong>gli</strong> dava.<br />
Povero Enrico, lo conobbi quando ancora avevo l’ufficio in via della Repubblica e fermava<br />
spesso la sua vespa davanti alla vetrina per entrare a scambiare due chiacchiere.<br />
Mi colpì immediatamente la sua mitezza e la sua grande educazione, e già allora mi<br />
parlava della sua profonda fede cristiana e dell’amore per il prossimo.<br />
Ebbi modo di conoscerlo ancor più quando mia fi<strong>gli</strong>a, all’età di dieci anni, entrò a far parte del coro della cattedrale, sotto la<br />
giuda dell’insuperato Don Giuseppe. Allora Enrico che faceva già parte di questo prestigioso sodalizio per esserne un basso dalla<br />
voce pura e possente, l’aiutò molto, con la sua acco<strong>gli</strong>enza e cordialità, a superare le resistenze e le paure iniziali che una bambina<br />
come Cecilia poteva avere.<br />
Me lo ricordo in que<strong>gli</strong> anni accompagnare alla messa della domenica Tonino, quel ragazzo down al quale si era tanto affezionato,<br />
ed ancor più forte ho l’immagine di lui con la madre ed il fratello Ermanno che andavano, immancabilmente sotto braccio,<br />
per via Garibaldi fino a fermarsi alla pasticceria Etrusca per il rito della colazione, un’icona questa di una Civita che non c’è più.<br />
Enrico è stato un appassionato lettore di <strong>Campo</strong> de’ fiori e me lo<br />
ricordava sempre con apprezzamenti calorosi. E’ stato un mio sincero<br />
estimatore quando anch’io entrai a far parte del coro e lì ha<br />
proseguito la sua attività, dopo la morte di Don Giuseppe, con i<br />
Maestri Enrico Mazzoni, prima, e Laura Ammannato, dopo.<br />
I tanti viaggi con il treno bianco a Lourdes con la divisa<br />
dell’UNITALSI e <strong>gli</strong> altrettanti pellegrinaggi, <strong>gli</strong> davano arricchimento<br />
e gioia, così pure la vicinanza e l’amicizia con la Curia, lo riempivano<br />
di soddisfazione.<br />
Anche il giorno prima di morire, Cecilia mi aveva riportato, felice, i<br />
suoi saluti, che non mancava mai di inviarmi.<br />
Ho cantato assieme al tuo coro per accompagnarti nel tuo ultimo<br />
viaggio, e siamo stati tutti presi da un’incontrollabile emozione<br />
quando abbiamo intonato Madonna Nera, il brano che amavi<br />
tanto…<br />
Ciao Enrico<br />
Ricordo Enrico<br />
A Liliana la mia vita<br />
Il 7 Gennaio te ne sei andata,<br />
e con me non sei restata,<br />
a te sono stato sempre affezionato<br />
e per di più ti ho sempre amata.<br />
Quarantacinque anni di matrimonio e di felicità<br />
con tanti accordi e serenità.<br />
Ti porgo sulla tomba questo fiore,<br />
che tu lo passa donare al Signore<br />
e con la tua dolcezza e il tuo sorriso<br />
il Signore ti possa acco<strong>gli</strong>ere in Paradiso.<br />
Sandro Anselmi<br />
Antonio Gu<strong>gli</strong>elmo
40 <strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
ELENA BONELLI Chiuso CON GRAN SUCCESSO<br />
il suo tour ROMA IN THE WORLD<br />
Sabato 25 e domenica 26 Maggio, il<br />
TEATRO ELISEO ha registarato<br />
straesaurito ed il pubblico era letteralmente<br />
andato in visibilio. Alla fine<br />
dello spettacolo una gigantesca botti<strong>gli</strong>a<br />
di champagne è stata stappata<br />
in scena per brindare alla chiusura<br />
del progetto “Roma in the world - la<br />
canzone romana nel mondo” che da<br />
6 anni sta calcando i più bei palcoscenici<br />
mondiali.<br />
Elena Bonelli e la sua New Band sono<br />
stati accolti da scroscianti applausi e standing<br />
ovation. L’artista romana ha avvolto<br />
la platea facendola partecipare per tutto lo<br />
spettacolo col canto di canzoni del repertorio<br />
romano quale<br />
“Barcarolo Romano” di<br />
Romolo Balzani, “Tanto<br />
pe Cantà” di Ettore<br />
Petrolini, “Sinnò me<br />
moro” di Carlo<br />
Rustichelli ma anche<br />
inediti scritti in romanesco<br />
dalla Bonelli e musicati<br />
da Mariella Nava,<br />
presente in sala e Pippo<br />
Caruso. Nella totale<br />
attenzione del pubblico<br />
che ha seguito con passione<br />
la performance<br />
della Bonelli l’attrice ha<br />
tenuto quasi due ore di<br />
spettacolo, intervallando<br />
alle canzoni romane,<br />
brani recitati e citazioni<br />
dei grandi personaggi<br />
della romanità. Molto<br />
suggestiva la proiezione<br />
in cui la Bonelli interpretava<br />
la grande Anna<br />
Magnani intervistata da<br />
Carlo Lizzani, e “Le mantellate” girate dentro<br />
il carcere. Straordinaria l’interpretazione<br />
di “Chitarra Romana” in fado portoghese<br />
che da l’idea di sentire una Amalia<br />
Rodriguez capitolina, e molto divertente e<br />
apprezzata dal pubblico una “Roma nun fa<br />
la stupida” in swing americano. Il pubblico<br />
ha battuto il tempo di tutte le canzoni e<br />
ha omaggiato l’artista con una standing<br />
ovation. Alla fine l’attrice ha ringraziato<br />
tutto il pubblico che, tornando assiduamente<br />
ai suoi spettacoli, l’ha seguita per 6<br />
anni e stappando una enorme botti<strong>gli</strong>a di<br />
champagne in scena, ha brindato con tutti<br />
al successo dell’operazione. Molto efficace<br />
ed affiatata la NewBand diretta da<br />
Giandomenico Anellino–Chitarra, Roberto<br />
Mezzetti–Percussioni, Roberto Magnanensi<br />
– Fisarmonica, Luca Perroni–Piano,<br />
Alessandro Mazza–Basso, Riccardo<br />
Medile–Chitarra, coordinati dalla Bonelli<br />
che di questo allestimento ha curato<br />
anche la regia. Aveva già scaldato 20000<br />
romani che l’hanno applaudita in Piazza<br />
Campido<strong>gli</strong>o, ma ieri sera la Bonelli,<br />
avvolta da un seducente abito di Donna<br />
Karan, ha trasformato la serata in due ore<br />
di magia regalando al pubblico ogni genere<br />
di emozione. Ad applaudirla molta<br />
gente di spettacolo quali:, Renato<br />
Balestra, Batta<strong>gli</strong>a e Miseferi, Stelvio<br />
Cipriani, lo stilista Paolo di Pofi, <strong>gli</strong><br />
scenografi Dante e Francesca Ferretti<br />
e Gaetano Castelli, l’autore tv Cesare<br />
Lanza, Amedeo Minghi, Mariella<br />
Nava, Dario Salvatori, Maria Monsè,<br />
Catena Fiorello, Vittorio del GF, il<br />
Vice Presidente del Consi<strong>gli</strong>o<br />
Comunale On. Mirko Coratti, il<br />
Senatore Mario Baldassarri, Lella<br />
Bertinotti Fagno, Gianni Bisiach, il<br />
principe Carlo Giovannelli, nonchè il<br />
fi<strong>gli</strong>o di Romolo Balzani Remo ed altri.<br />
Protegge i tuoi valori<br />
Silvia Malatesta - Via S. Felicissima, 25<br />
01033 Civita Castellana (VT)<br />
Tel.0761.599444 Fax 0761.599369<br />
silviamalatesta@libero.it
42<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
L’angolo del Bon Ton<br />
Subito dopo il servizio<br />
del caffè, o anche contemporaneamente<br />
a<br />
tavola o in salotto,<br />
vengono offerti liquori<br />
e digestivi.<br />
I bicchieri di diversi<br />
tipi, a seconda dei<br />
di Letizia Chilelli liquori che si vorranno<br />
servire, verranno posizionati<br />
su di un tavolo di servizio o su di un<br />
mobile bar.<br />
Spesso vengono offerte più qualità di<br />
liquori, se invece si opterà per un liquore<br />
solo, si dovrà sce<strong>gli</strong>ere qualcosa di molto<br />
particolare come un buon nocino o un ottimo<br />
limoncello fatto in casa o un amaro,<br />
una tequila o un liquore caratteristico<br />
acquistato in un viaggio, un famoso<br />
cognac, una vodka ghiacciata oppure dell’eccellente<br />
whisky.<br />
Il whisky, si potrà servire al naturale, come<br />
digestivo e se ne verseranno circa due<br />
dita, oppure con ghiaccio che metteremo<br />
nel bicchiere prima di versarlo, si potrà<br />
aggiungere anche soda o acqua naturale<br />
in quantità uguale al volume del whisky.<br />
Altro discorso per il cognac, se lo si serve<br />
nell’apposito bicchiere a tulipano possiamo<br />
procedere così:<br />
- Versare il cognac in ogni bicchiere servendolo<br />
da destra;<br />
- Prendere il bicchiere per lo stelo, alzarlo<br />
e inclinarlo avvicinandolo al collo della botti<strong>gli</strong>a<br />
che terremo con la mano destra,<br />
quindi lo verseremo;<br />
- La botti<strong>gli</strong>a non va tenuta in mano ma<br />
adagiata nell’apposito supporto (cannoncino)<br />
di ferro o di legno; alziamo il bicchiere<br />
e lo avviciniamo alla botti<strong>gli</strong>a inclinando<br />
sia il bicchiere, sia il “cannoncino”.<br />
Se ospiteremo, invece, i nostri amici per<br />
un drink serale, magari il sabato sera, predisporremmo<br />
tutto in cucina, in questo<br />
caso <strong>gli</strong> accessori saranno ridotti al minimo:<br />
non si offrono bevande miscelate, è di<br />
rigore il secchiello del ghiaccio.<br />
I liquori da offrire saranno: brandy,<br />
cognac, vodka, grappa, limoncello o<br />
<br />
amari. Nel servizio dei liquori non dovrà<br />
mancare poi dell’acqua minerale fresca,<br />
graditi saranno anche dei piccoli assaggi di<br />
cioccolatini o marron glacè.<br />
TIPI DI BICCHIERI<br />
Vediamo in questa rassegna i bicchieri che<br />
non possono mancare per il servizio dei<br />
liquori.<br />
- Bicchiere tradizionale da cocktail secco<br />
che ha la forma di una piccola coppa conica<br />
svasata con gambo corto. Va tenuto<br />
sino all’ultimo nel freezer e lo si riempie<br />
con miscele concentrate molto alcoliche,<br />
ma in quantità modeste;<br />
- Il Tumbler o bicchiere da whisky, con<br />
forma a cilindro, molto capace si usa molto<br />
per i long drinks e le preparazioni on the<br />
rocks;<br />
- Il Ballon da brandy<br />
o cognac, con forma<br />
panciuta ma con<br />
imboccatura stretta,<br />
che serve per canalizzare<br />
verso il naso i<br />
sentori del liquore, si<br />
tiene il corto gambo<br />
tra il dito medio e<br />
l’anulare e si sorregge<br />
il bicchiere con il<br />
palmo per scaldare il<br />
contenuto per poterne<br />
apprezzare così i<br />
profumi e il sapore.<br />
Di solito viene scelta<br />
la misura media che<br />
corrisponde alla<br />
capacità di un bicchiere da vino normale;<br />
- Il Tulipano, è il “vecchio” bicchiere da<br />
Marsala, leggermente panciuto e con la<br />
bocca che tende a restringersi terminando<br />
dritta, si usa per i vini ad alta gradazione<br />
alcolica o per liquori come amari, creme o<br />
il brandy in assenza del ballon;<br />
- Il Gotto, bicchiere basso e tozzo, di cristallo<br />
e spesso inciso alla base, si usa per<br />
il vermut serviti freddissimi ma senza<br />
ghiaccio;<br />
- I bicchieri da vodka, con base cilindrica<br />
da cui parte una parte stretta e alta, che<br />
vengono tenuti nel freezer fino all’ultimo<br />
secondo prima del servizio o ancora<br />
me<strong>gli</strong>o se vengono immersi in una coppa<br />
piena di ghiaccio tritato.<br />
Si usano solo per il servizio della vodka;<br />
- Il Calice grande che corrisponde al bicchiere<br />
da acqua del servizio da tavola, si<br />
usa per le composizioni che richiedono<br />
impiego di frutta fresca, che viene ta<strong>gli</strong>ata<br />
a fette o a spicchi.<br />
Ultimo consi<strong>gli</strong>o: se <strong>gli</strong> invitati sono numerosi,<br />
è obbligatorio riempire prima tutti i<br />
bicchieri e poi servire, per evitare di far<br />
attendere troppo <strong>gli</strong> ospiti che avremmo<br />
servito per ultimi.<br />
(Bibliografia: “La mia cucina”).
<strong>Campo</strong> de’ fiori 43<br />
Lette a Napoli<br />
Pane fresco caldo<br />
Vendesi gelateria, liquido tutto<br />
Si vendono letti a castello per bambini di legno<br />
Si vendono mobili del 700 nuovi<br />
Carne bovina, ovina, caprina, suina, pollina e coni<strong>gli</strong>na<br />
Polli arrosto anche vivi<br />
Si ammazzano galline in faccia<br />
Se mi cercate sono al cimitero ... vivo<br />
Non andate altrove a farvi rubare, provate da noi<br />
Al reparto bambini 3 al prezzo di 2<br />
Si vendono impermeabili per bambini di gomma<br />
Si smacchiano antilopi<br />
Si riparano biciclette anche rotte
44 <strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Il diario dei<br />
Giras<br />
questa pagina è dei ragazzi speciali<br />
li<br />
Domenica 10 Maggio 2009 - Pratica di Mare (Roma) - Zoo Marine.<br />
I ragazzi del Centro Rosa Merlini Frezza di Civita Castellana, le loro fami<strong>gli</strong>e e <strong>gli</strong> accompagnatori, in gita.<br />
Alcuni momenti di questa divertente giornata.
<strong>Campo</strong> de’ fiori 45<br />
Madonna di Uliano<br />
Otto secoli di storia e tanta fede<br />
S<br />
L’interno del Santuario<br />
i respira veramente un’aria di grande tranquillità,<br />
come è difficile trovare. Chi, tra le<br />
mie conoscenze, vi è già stato ed è solito<br />
ritornarvi, me lo aveva raccontato, aveva<br />
cercato di descrivermelo, ma pur avendo<br />
provato ad immaginarlo, non avevo potuto<br />
minimamente avvicinarmi alla realtà.<br />
Forse, se mai l’avessi provata, avevo<br />
dimenticato che potesse esietere una pace<br />
tale, immersa, come tutti, nel caos di ogni<br />
giorno. Sono rimasti veramente pochi i<br />
luoghi al mondo dove poter ascolatre quel<br />
silenzio e, allo stesso tempo, parlare ed<br />
ascoltare noi stessi e pregare quel<br />
Signore, unico artefice di tanta pace.<br />
Sto parlano del Santuario della Madonna<br />
di Uliano, situato a circa sette km dal centro<br />
del paese di Ma<strong>gli</strong>ano Sabina (Ri), ed<br />
eretto sul Colle di Chiorano, sotto il quale<br />
si apre un’apia vallata, solcata da un piccolo<br />
torrente, le cui acque, nel lontano<br />
1242 riportarono alla vita un neonato<br />
morto soffocato e guarirono le piaghe<br />
della madre, sfregiata dal marito, perchè<br />
causa involontaria della morte del loro piccolo.<br />
Questa è la storia del primo di una lunga<br />
serie di miracoli compiuti dalla Madonna<br />
per mezzo di quelle acque (storia che<br />
abbiamo già riportato nel n. 52 di <strong>Campo</strong><br />
de’ fiori). L’originaria chiesa, voluta da<br />
Giuliano per ringraziare Maria Santissima<br />
della grazia ricevuta, non esiste più ormai<br />
da tempo, così l’effige della Madonna di<br />
Uliano venne conservata in varie chiese<br />
del paese. Fino a che nel 1967, l’allora parroco<br />
di Ma<strong>gli</strong>ano Sabina, don Attilio<br />
Falcetta, volle costruire un nuovo santuario,<br />
esclusivamente dedicato alla Madonna<br />
del miracolo, non molto distante dal primo<br />
e dal luogo dello straordinario avvenimento.<br />
Ben presto, per mantenere vivo il ricordo<br />
dell’accaduto, alcuni fedeli ma<strong>gli</strong>anesi si<br />
riunirono dando vita ad una compagnia di<br />
confratelli e consorelle, chiamati a pagare<br />
la somma di 50 cent., che si sarebbero<br />
presi cura del santuario e avrebbero onorato<br />
la Vergine di Uliano in tutte le festività<br />
dedicate alla Madonna, particolarmente<br />
nel giorno dell’Annunziata.<br />
Siccome però tale giorno cadeva nella stagione<br />
piovosa si decise di festeggiare la<br />
ricorrenza il secondo giorno dopo la<br />
Pasqua. Tutto ciò permise di mantenere la<br />
chiesa di Santa Maria di Ulliano in buono<br />
stato per circa tre secoli e mezzzo, e di<br />
essere restaurata nel 1735 per volere di<br />
una signora assai devota alla Madonna.<br />
Nei secoli successevi, invece, il luogo di<br />
devozione venne piano piano trascurato e<br />
la chiesa, accanto alla villa di Giuliano,<br />
venne sconsacrata e venduta<br />
Anche il luogo vero e proprio del miracolo,<br />
dove era stata fatta costruire una fonte,<br />
nella quale i malati erano soliti recarsi per<br />
bagnarsi con l’acqua miracolosa, è oggi<br />
praticamente inaccessibile, poichè le erbe<br />
e <strong>gli</strong> spini hanno, purtroppo, coperto il<br />
sentiero. E’ possibile però prendere un po’<br />
di quell’acqua miracolosa tramite un<br />
impianto idrico, che, grazie ad una pompa,<br />
fa arrivare l’acqua alle fontanelle poste nel<br />
cortile antistante il nuovo santuario.<br />
Studi approfonditi hanno rivelato che questa<br />
acqua è acidula e ferruginosa e quindi<br />
particolarmente indicata per la cura di<br />
malattie intestinali, essendo purgante e<br />
diuretica.<br />
Nonostante le vicissitudine del Santuario, i<br />
confratellii e le consorelle della Madonna<br />
di Uliano si susseguirono di generazione in<br />
generazione, mantenendo sempre viva la<br />
fede e la devozione per Maria Santissima.<br />
Attualmente, sono a capo<br />
del gruppo rispettivamente<br />
Pierino Marciani e<br />
Natalina Taizani. Le cariche<br />
vengono rinnovate<br />
ogni tre anni per <strong>gli</strong> uomini<br />
ed ogni cinque per le<br />
donne. I confratelli hanno<br />
mantenuto l’antica tradizine<br />
di festeggiare la<br />
ricorrenza del miracolo il<br />
giorno successivo alla<br />
Pasqua, quando, dopo la<br />
benedizione delle ciambelle,<br />
si parte dalla chiesa<br />
di San Pietro per arrivare,<br />
dopo le soste presso la<br />
chiesa di Madonna<br />
Grande e quella della<br />
Madonna de<strong>gli</strong> Angeli, al Santuario, per<br />
celebrare la santa messa. Al termine, si<br />
estraggono i nomi di dodici confratelli, che<br />
avranno il compito e l’onore di tenere per<br />
un mese in casa propria l’Urna.<br />
Si è perduta l’abitudine di fermarsi tutti<br />
insieme a mangiare all’aperto sui prati che<br />
circondano il Santuario, a ridosso del<br />
fiume e della polla miracolosa, anche a<br />
causa dell’inaccessibilità a quei luoghi.<br />
Le consorelle, al contrario, si trovano a fetseggiare<br />
la Madonna di Uliano nella seconda<br />
domenica di ottobre. Si arriva procesionalmente<br />
con l’Urna, si celebra la messa,<br />
si estraggono le dodici nuove “festarole”<br />
che per un anno, a turno, la terranno in<br />
casa, si offre un piccolo rinfresco ai fedeli<br />
intervenuti e si conclude con il pranzo<br />
annuale.<br />
Con il passare del tempo molte cose cambiano.<br />
Importante è però che a restare<br />
salda sia la fede, la devozione e l’amore<br />
verso la Madonna.<br />
Pierino e Natalina, i due presidenti, sostenuti<br />
da altri fedeli compagni, si stanno<br />
muovendo quanto più possono per riaprire<br />
l’antico passo che porta direttamente<br />
alla polla d’acqua miracolosa, ormai<br />
abbandonata da oltre trent’anni.<br />
Sarebbe un vero peccato lasciar cadere<br />
nell’oblio un avvenimento di tale grandezza,<br />
una tradizione così antica e sentita.<br />
Non sarebbe giusto privare tante persone<br />
della possibilità di recarsi in quel luogo e,<br />
magari, ricevere la stessa grazia che<br />
Dorotea ricevette quasi otto secoli fa, per<br />
intercessione di Maria.<br />
Riscopriamo e conserviamo le cose belle,<br />
condividiamo ciò che Dio ci dà di straordinario.<br />
Crediamoci.<br />
Ermelinda Benedetti<br />
Alcune Consorelle e Confratelle della Madonna di Uliano<br />
Il Santuario della Madonna di Uliano è visitabile<br />
tutti i sabati e le domeniche dalle<br />
ore 16.00 nel periodo estivo e dalle ore<br />
15.00 durante il periodo invernale.
46<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
AGENDA<br />
<strong>Tutti</strong> <strong>gli</strong> <strong>appuntamenti</strong> più <strong>importanti</strong><br />
FESTA DI SAN LUIGI<br />
GONZAGA<br />
17 - 21 GIUGNO 2009<br />
SASSACCI, CIVITA<br />
CASTELLANA<br />
Mercoledì 17 giugno<br />
Ore 12.00 Apertura festeggiamenti<br />
Ore 21.15 Chiesa di San Luigi Gonzaga, Sassacci:<br />
Concerto dell’Orchestra da Camera “Le Metamorfosi<br />
Musicali”, 6° edizione in memoria di<br />
Giovanni Colamedici<br />
Giovedì 18 giugno<br />
Ore 19.30 Apertura stand gastronomico<br />
Ore 21.30 Esibizione di danza contemporanea Modern<br />
Jazz e Classica della scuola Blu Life di Civita<br />
Castellana<br />
Venerdì 19 giugno<br />
Ore 17.00 Un pomeriggio per i bambini con animatori in Piazza,<br />
scivoli gonfiabili, baby dance, regali, clown, giocolieri, musica e palloncini<br />
artistici.<br />
Ore 19.00 Apertura stand gastronomico<br />
Ore 21.00 Inizio serata musicale con i Money For Band Cover<br />
Dire Straits<br />
Ore 22.30 La serata continua con il gruppo<br />
Tempisupplementari<br />
Sabato 20 giugno<br />
Ore 17.00 Un pomeriggio per i bambini con animatori in Piazza,<br />
scivoli gonfiabili, baby dance, regali, clown, giocolieri, musica e palloncini<br />
artistici.<br />
Ore 19.00 Apertura stand gastronomico<br />
Ore 21.00 La compagnia teatrale La bottega delle chiacchiere<br />
presenta “Alleluia Brava Gente”, commedia<br />
musicale di Garinei e Giovannini<br />
Domenica 21 giugno<br />
Ore 8.30 Santa Messa<br />
Ore 11.00 Messa Solenne<br />
Ore 17.00 Esibizione Trial offerto da “Top Trial Mito Show”<br />
Ore 17.30 La Banda Musicale Muzio Clementi di Civita Castellana<br />
percorrerò le vie della frazione<br />
Ore 19.00 Santa Messa e solenne processione<br />
Ore 19.30 Apertura stand gastronomico<br />
Ore 21.30 Serata musicale con i Skartoon Band Clyde e la<br />
sua banda, le sigle dei cartoni animate come non le avete<br />
mai sentite.<br />
Ore 24.00 Chiusura dei festeggiamenti con grandioso<br />
spettacolo pirotecnico.<br />
Il Salotto dei Singles<br />
Evento speciale di cultura a arte per comitive. Per tutte le<br />
domeniche del periodo estivo fino a settembre.<br />
ABBAZIA DI FARFA<br />
Domenica 14 giugno - Domenica 21giugno - Domenica<br />
28 Giugno 2009 oasi nel giardino dell'abbazia di Farfa<br />
torneo di Brunch e Burraco per tutti., ore 12,30 E.16.<br />
Telefonare ad Adriana 333-7806648.<br />
Vi aspetto in tanti!
<strong>Campo</strong> de’ fiori 47<br />
AGENDA<br />
<strong>Tutti</strong> <strong>gli</strong> <strong>appuntamenti</strong> più <strong>importanti</strong><br />
3° Raduno Bandistico<br />
Il raduno bandistico, promosso dal Comune di<br />
Corchiano e dalla locale Banda Musicale “G.<br />
Verdi”, vuole creare nuove sinergie e collaborazioni<br />
con altre realtà bandistiche del territorio. Protagoniste<br />
di questa edizione, oltre alla banda del paese organizzatore<br />
dell’iniziativa, l’associazione “Amici della<br />
musica” di Allumiere e la Banda Musicale<br />
“G.Porri” di Vasanello. La manifestazione avrà luogo<br />
domenica 5 Lu<strong>gli</strong>o 2009, a Corchiano, e rispetterà il<br />
seguente programma:<br />
ore 17.30 Partenza delle bande dai diversi siti del<br />
paese<br />
ore 17.45 Arrivo in Piazza del Bersa<strong>gli</strong>ere ed esibizione<br />
delle singole bande<br />
ore 18.45 Le bande, inquadrate in formazione unica,<br />
sfileranno lungo Via Roma, sino a raggiungere Piazza<br />
IV Novembre<br />
ore 19.00 Concerto delle singole bande , con maxi esibizione<br />
finale in Piazza Pina Piovani e premiazione.
48<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
AGENDA<br />
<strong>Tutti</strong> <strong>gli</strong> <strong>appuntamenti</strong> più <strong>importanti</strong><br />
L’Associazione Fab(b)rica delle<br />
donne organizza una filiera alimentare<br />
che si propone di far conoscere e valorizzare<br />
nel settore agro-alimentare del<br />
nostro territorio le attività e la produzione<br />
al femminile e di indirizzare i consumi<br />
verso le produzioni locali.<br />
L’evento che avrà luogo a Fabrica di<br />
Roma (Vt) nei giorni 25, 26 e 27 giugno<br />
è patrocinato dall’Assessorato<br />
all’Agricoltura della Regione Lazio, dalla Provincia di Viterbo, dal<br />
Comune di Fabrica di Roma, dalla Consi<strong>gli</strong>era di Parità e dalla Delegata<br />
alle Pari Opportunità della Provincia di Viterbo. La manifestazione<br />
seguirà il seguente programma:<br />
25 giugno – ore 21,00 – Sala della Biblioteca<br />
Inaugurazione e presentazione di una mostra in tema.<br />
Proiezione del film documento “Terra Madre” di Ermanno Olmi.<br />
Degustazione di prodotti locali e artigianali.<br />
26 giugno – ore 17,00 – Sala della Biblioteca<br />
La cittadinanza incontra: l’Associazione Slow food “Buono, pulito e<br />
giusto”, i nuovi criteri di scelta; le donne del settore impresa e etica.<br />
Proiezione di un filmato storico anni ’50, sull’ultima sagra delle<br />
pesche a Fabrica di Roma.<br />
Degustazione di prodotti locali e artigianali.<br />
27 giugno – ore 17,00/ 22,00 – Piazza del Duomo<br />
Mostra dei prodotti delle aziende e cooperative di donne agricoltrici e<br />
artigiane: vendita e degustazione.<br />
Pietro<br />
Sarandrea<br />
in collettiva al<br />
Museo Crocetti<br />
Via Cassia, 492<br />
Roma<br />
Dal 2 lu<strong>gli</strong>o al<br />
26 lu<strong>gli</strong>o 2009<br />
Inaugurazione<br />
giovedì 2 lu<strong>gli</strong>o<br />
alle ore 19.00<br />
Orario<br />
mostra:<br />
dalle ore<br />
11.00 alle<br />
ore 18.00<br />
compresi<br />
festivi.<br />
Chiuso il<br />
martedì e il<br />
mercoledì
<strong>Campo</strong> de’ fiori 49<br />
Vita cittadina<br />
Domenica 24 maggio si è svolto alla sala Cicuti, gremita di spettatori,<br />
come ogni anno lo spettacolo teatrale della scuola<br />
dell’Infanzia “GRAMSCI”che è una scuola colorata dalla presenza<br />
di tante culture e di tante religioni che convivono pacificamente nel<br />
rispetto reciproco e chi me<strong>gli</strong>o del Circo con la sua allegria ed artisti<br />
di ogni parte del mondo può rappresentarli. I bambini di tre, quattro,<br />
cinque anni si sono esibiti con le musiche tradizionali del circo,le<br />
coreografie sono state realizzate dalle sorelle Francesca e Sara<br />
Antonelli. Le insegnanti hanno curato i costumi e la scenografia in<br />
collaborazione con la scenografa Licia Liberati. Alla fine dello spettacolo<br />
i bambini di cinque anni hanno ricevuto il diploma di licenza di<br />
scuola dell’Infanzia. I piccoli artisti hanno riscosso un grande successo<br />
dimostrando che la scuola serve anche ad insegnarci a vivere<br />
insieme che ci sono altri popoli,altre modi di vivere che sono validi<br />
tanto quanto i nostri e che il miscu<strong>gli</strong>o è arricchimento reciproco.<br />
Pelinga Francesca<br />
Corchiano - 31 maggio 2009. Infiorata in occasione della<br />
chiusura del mese Mariano.<br />
Civita Castellana - 16 maggio - Palazzo Montalto<br />
Belei. Presentazione del libro “BOOM (il tonfo)<br />
economico” di Antonio Orlando. Da sx Fabrizio<br />
Anzellini, Antonio Delli Iaconi, Luigi Annesi,<br />
Antonio Orlando, Augusto Ciarrocchi.<br />
San Giovanni Rotondo (Fg) - 31 maggio 2009 -<br />
57° Raduno Nazionale Bersa<strong>gli</strong>eri.Nella foto in basso un<br />
gruppo di ex bersa<strong>gli</strong>eri di Corchiano, che hanno partecipato<br />
al raduno. Da sx: Massimo Zannotti, Paolo Bernabei,<br />
Domenico Ceccarelli, ... , Romeo Campanelli.
La Redazione di <strong>Campo</strong> de’ fiori si associa a<strong>gli</strong> auguri<br />
Auguri a Daniele e Michela sposi il<br />
23 Maggio, <strong>gli</strong> amici delle Forre del<br />
Treja partecipano con gioia alla loro<br />
felicità.<br />
Sei<br />
meravi<strong>gli</strong>oso<br />
mio grande<br />
dolce Michel,<br />
da mamma<br />
Fiorella, papà<br />
Bruno e da<br />
tutti quelli che<br />
ti conoscono<br />
Tanti auguri a Ivan<br />
Pirri di Corchiano<br />
che il 24 maggio ha<br />
ricevuto la<br />
sua Prima Comunione,<br />
da papà Massimo,<br />
mamma Viviana e<br />
dalla sorellina<br />
Melissa.<br />
Tanti auguri a Filippo<br />
Carosi che il 7 Lu<strong>gli</strong>o<br />
compi 1 anno, ti vo<strong>gli</strong>o<br />
tanto bene cucciolo<br />
dalla tua cuginetta<br />
Asia.<br />
Il 17 Giugno è il nostro 7° anniversario,<br />
volevo ringraziarti per<br />
ogni minuto passato insieme, sei<br />
davvero speciale ed io sono molto<br />
fortunata ad averti accanto.<br />
Ti Amo dal profondo del cuore.<br />
Cara Trilli, il 24<br />
Giugno sarà il tuo<br />
compleanno, 3 anni<br />
sono <strong>importanti</strong> e<br />
vanno festeggiati in<br />
grande!” Ti facciamo<br />
tanti auguri e ti mandiamo<br />
un mare di<br />
bacioni. Ti vo<strong>gli</strong>amo<br />
davvero tanto<br />
bene,sei la nostra cucciolina.<br />
Ancora tanti<br />
baci da zio Marco e<br />
zia Elisa.<br />
Un grandissimo<br />
abbraccio forte forte dalla<br />
zia Fiorella, da Michel e<br />
zio Bruno<br />
Verena e Antonio insieme da 36 anni<br />
il 10 Giugno, siete ancora bellissimi!!<br />
Auguri, <strong>gli</strong> amici delle Forre del<br />
Treja.<br />
Verena 58 anni non avere il tempo di<br />
sentirli!<br />
Sei davvero in gamba, auguri da<strong>gli</strong><br />
amici delle Forre del Treja.<br />
Tanti auguri a Matteo Longo che compie 2<br />
anni il 10 Giugno, da mamma Lorena, papà<br />
Alessandro, i nonni Antonio, Maddalena,<br />
Renzo e<br />
Daniela, <strong>gli</strong><br />
zii Giovanni<br />
e Loredana<br />
e le cuginette<br />
Sara<br />
e Martina.
Tantissimi auguri alla<br />
nostra piccola Sofia che il<br />
14 Giugno compirà 5 anni.<br />
Auguri dalla mamma, dal<br />
papà, dalla sorellina<br />
Rebecca, dai nonni e da<br />
tutti coloro cha la amano.<br />
P.S.<br />
Sei un dono meravi<strong>gli</strong>oso!!!<br />
Tanti auguri ad Angelo<br />
e Sabrina per il loro<br />
primo anno di matrimonio,<br />
il 22 giugno.<br />
Auguri dal papà, la<br />
mamma, la sorella, il<br />
fratello, il cognato<br />
Francesco, la nipote<br />
Vanessa e i suoceri<br />
Ridolfi.<br />
Michela<br />
Maggio<br />
annuncia la<br />
nascita<br />
della sorella<br />
Rebecca.<br />
Tanti auguri<br />
dai<br />
genitori, i<br />
nonni<br />
e <strong>gli</strong> zii.<br />
Tanti auguri al<br />
piccolo cucciolo<br />
Filippo Carosi<br />
che compie<br />
1 anno<br />
da mamma,<br />
papà, i nonni, <strong>gli</strong><br />
zii e<br />
i cugini.<br />
1° Febbraio 1959 Febbraio 2009<br />
Tanti Auguri Armando Antonelli e Maria Luisa Ripani<br />
per i loro 50 Anni di Matrimonio da parte de<strong>gli</strong> fi<strong>gli</strong><br />
Massimo e Claudio, delle nuore Filomena e Gabriela e<br />
dei nipoti Stefano, Tiziano, Andrea, Viola e Aurora.<br />
Congratulazioni a Federico Rosella<br />
che il 4 marzo ha conseguito<br />
la laurea in Comunicazione<br />
Interlinguistica<br />
applicata,<br />
presso<br />
l’Università di<br />
Trieste.<br />
Tanti auguri<br />
dalla mamma, il<br />
papà e <strong>gli</strong> amici<br />
di Trieste e<br />
di Civita<br />
Castellana.<br />
Tantissimi<br />
auguri di<br />
buon compleanno!!!!<br />
Sono 26 !!!!<br />
Ti vo<strong>gli</strong>o un casino<br />
di bene!!!!<br />
Valentina e Davide<br />
Tanti auguri di buon<br />
compleanno a Matteo<br />
Ferrari di Monza che<br />
compie <strong>gli</strong> anni il<br />
30 Giugno
52<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Tanti auguri a zio marco per i suoi 40 anni da<br />
Martina, Lavinia e tutti i parenti.<br />
L’8 Maggio<br />
Maggiorino Di<br />
Berardino festeggia<br />
il suo 85° anno di<br />
età e il 31 Agosto<br />
sua mo<strong>gli</strong>e Giuditta<br />
Di Clemente festeggia<br />
i suoi 84 anni.<br />
Tanti auguri dai<br />
fi<strong>gli</strong>e e dai nipoti.<br />
Ciao zia Titti, non ti aspettavi questa sorpresa<br />
per il tuo compleanno, vero? Però in<br />
fondo al nostro cuoricino<br />
sentivamo il bisogno di<br />
dirti che ti vo<strong>gli</strong>amo<br />
tanto bene perché sei<br />
una persona tanto speciale!<br />
Auguroni dai tuoi nipotini<br />
Simone, Sofia, Giada<br />
e Rebecca e da tutti<br />
coloro che ti amano<br />
Tanti auguri a<br />
Michele Moscioni<br />
che il 19 Giugno<br />
compie <strong>gli</strong> anni, da<br />
mamma, papà,<br />
Roberto e tutta la<br />
redazione di <strong>Campo</strong><br />
de’ fiori.
<strong>Campo</strong> de’ fiori 53<br />
Ciao sono Puzzola,<br />
anche se assomi<strong>gli</strong>a ad<br />
una piccola iena in<br />
miniatura. Sono di ta<strong>gli</strong>a<br />
piccola, mini, avrò 7/8<br />
mesi e non vedo l’ora di<br />
trovare una casa e una<br />
fami<strong>gli</strong>a tutta mia.<br />
Verrò consegnata<br />
sterilizzata.<br />
Ti aspetto! 3389383581<br />
CIAO A TUTTI IL MIO<br />
NOME E’ NATAL, HO<br />
CIRCA 40 GIORNI E<br />
SONO UN BEL<br />
MASCHIETTO. QUALCU-<br />
NO MI HA GETTATO NEL<br />
CASSONETTO DELLA<br />
SPAZZATURA MA PER<br />
FORTUNA SONO PASSA-<br />
TE DI LI’ DUE FATINE<br />
BUONE E MI HANNO<br />
RACCOLTO E PORTATO<br />
DAL VETERINARIO.<br />
SONO IN OTTIMA SALU-<br />
TE, SIMPATICO E MOLTO AFFETTUOSO. CERCO UNA<br />
FAMIGLIA CHE POSSA ADOTTARMI ED AMARMI RICAM-<br />
BIERO’ CON FEDELTA’ E AMORE INCONDIZIONATO.<br />
PER INFORMAZIONI TELEFONARE A MANJLA<br />
333.5095345/ 06.66512452<br />
IL CUCCIOLO VERRA’ DATO IN AFFIDAMENTO DOPO LE<br />
OPPORTUNE VERIFICHE.<br />
Ciao, sono VASCO, cane<br />
simil corso di circa 2 anni,<br />
ta<strong>gli</strong>a medio/grande, ma so<br />
vivere in appartamento perchè attualmente sono in stallo<br />
presso un volontario del canile e mi comporto benissimo.<br />
Mi trovo a Roma ma mi portano dove sei tu! Sono<br />
buono come il pane, conosco il guinza<strong>gli</strong>o ma cerco<br />
disperatamente una fami<strong>gli</strong>a che mi sappia dare l’affetto<br />
che io contraccambierò senza voler nulla in cambio.<br />
Fate presto perchè il volontario a fine giugno se ne va e<br />
allora dovrò ritornare in Canile...Vi prego: non fatemi tornare<br />
là. FEDERICO: 3337788516<br />
Trovata ieri pomeriggio 8 maggio a<br />
Vallerano VT cane di ta<strong>gli</strong>a piccola tipo<br />
chihuahua età presumibile 3/4 anni femmina<br />
mantello marrone chiaro con due<br />
striscie più chiare sun dorso trasversali,<br />
ha un microchip Country 982 -<br />
982009106549970 che non risulta registrato<br />
nella Regione Lazio. Come accadeva<br />
molto tempo fa le persone mettevano<br />
il microchip al cane, lo avevano trascritto dal veterinario nel libretto, ma<br />
non andavano a registrarlo all’anagrafe canina della ASL di<br />
competenza territoriale, ecco il risultato NON si riesce ad identificare<br />
il proprietario. Associazione Garibaldi Onlus-Vetralla 3389383581<br />
Non siamo riusciti a contarli:<br />
potrebbero essere 3-<br />
4 o 5 di ta<strong>gli</strong>a piccola (<br />
simil volpini) e non ne<br />
conosciamo il sesso.<br />
Cercano casa e se volete<br />
adottarli, vi portiamo sul<br />
posto a sce<strong>gli</strong>erli, e potrete<br />
così visionare anche i<br />
genitori<br />
(di ta<strong>gli</strong>a piccola).<br />
Angela: 3389383581<br />
Smarrita simil<br />
maremmana<br />
bianca nella<br />
riserva naturale<br />
del lago di Vico<br />
(zona Santa<br />
Lucia). E’ paurosa<br />
e si spaventa,<br />
se l’avvistate non tentate di prenderla<br />
altrimenti scappa. Ha microchip ed è<br />
sterilizzata, risponde al nome di Bianca.<br />
AVVISATECI A TUTTE LE ORE<br />
3393501334 - 3384072822 - 3391748952<br />
3478996299 - 3386133572
54<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Album d<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Civita Castellana - 1958. Da sx Alberto Piccolo, Antonio Madeddu e<br />
Francesco Vizzaccaro.<br />
Civita Castellana - 6 Giugno 1949. Ristorante Albergo Bar<br />
Flaminio. Da sx Armando Bravini, Maurizio Fani, Flora Bravini e<br />
Mario Bravini. Foto del Sig. Ulisse Frezza.<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Civita Castellana - 1964. In piedi da sx: Luigi Cimarra, Massimo Bruzziches, Giuseppe Conti, Luciano Paolelli, Marco Marchetti, Angelo Rossini,<br />
Vincenzo Crescenzi. In basso da sx: Domenico Paolelli, Giuseppe Profili, Giampaolo Pellegrini, Filippo Sopranzi, Alberto Sacchi.
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
55<br />
ei ricordi<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Maestro Celestino Morelli - Banda Virgilio Mazzocchi - Via della Repubblica Osteria di Moriconi<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
4 aprile 1954 campionato juniores Fabrica di Roma - foto del prof. Vinicio Testa
56<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Album de<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
5<br />
4<br />
6<br />
3<br />
7<br />
8<br />
1<br />
2<br />
10<br />
9<br />
11<br />
Fabrica di Roma - 1944. Matrimonio di Augusto Anselmi e Alba Iannoni.<br />
1. Paolo Celeste, 2. Lisandro Iannoni, 3. Francesca Tranquilli, 4. Laurina Alessi, 5. Silvestro Anselmi, 6. Vera Iannoni, 7. Marisa Anselmi,<br />
8. Augusto Testa, 9. Rosa Anselmi, 10. Tommaso Anselmi, 11. Mario Iannoni.<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Fabrica di Roma - Anni ‘60. Lucia Francola e le sue sartine. Da sx Rina Tabacchini, Lucia Francola, Luciana Beccaccioli, Nadia Ricci.
<strong>Campo</strong> de’ fiori 57<br />
i ricordi<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Fine anni ‘50 - I fondatori della Ceramica Flaminia con una delegazione bulgara - foto della Sig.ra Doriana Gai<br />
9<br />
17<br />
18<br />
19<br />
20 21<br />
22<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
8<br />
10<br />
11<br />
12 13 14<br />
15<br />
16<br />
1<br />
2 3 4<br />
5<br />
6<br />
7<br />
Civita Castellana - 1960 -‘61. Terza media. 1. Piero Basili, 2. Delio Sansonetti, 3. Franco Acqua, 4. Franco Zarghetta, 5. Franco Pedica,<br />
6. Leonardo Ciavarella, 7. Concordia, 8. Angelo Corradi, 9. Gianni Manocchio, 10. Gianni Calisti, 11. Mario Quadraccia, 12. Amedeo Ferrelli,<br />
13. Sandro Anselmi, 14. Felice Savioli, 15. Eligio Di Lorenzi, 16. Prof. Pandimi<strong>gli</strong>o, 17. Aldo Del Priore, 18. Guido Spinelli, 19. De Mattia,<br />
20. Walter, 21. Massimo Mariotti, 22. Francesco Sacchetti.
58<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Album d<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
1933 Reclute Enzo Tribolati - Pressi (Beccacciò)<br />
Maggio 1947 - Fabrichesi ad Assisi<br />
foto della sig.ra Verena Baldassi<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
4<br />
3<br />
1<br />
2<br />
6<br />
5 7 8<br />
Fabrica di Roma - ragazze prima metà anni sessanta - foto della Sig.ra Piera Pulcinelli. 1. Rosaria Ricci, 2. Lina Grandi, 3. Paola Marcelli,<br />
4. Carla Cuneo, 5. Stefania Lapico, 6. Ede Zanatta, 7. Bianca Marcelli, 8. Piera Pulcinelli
<strong>Campo</strong> de’ fiori 59<br />
ei ricordi<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Pietro Morzelli - Nazzareno Balducci - Francesco Nelli (Frasca) - 1953 - tiro a segno<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
1966 - Fami<strong>gli</strong>a di Tabacchini Giacinto e Serafina Bedini - fot della sig. Laura Argelli
60<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
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62 <strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Oroscopo Giugno<br />
ARIETE: Finalmente comincerai<br />
a racco<strong>gli</strong>ere frutti<br />
nel campo lavorativo; l’estate<br />
ti porta grosse quantità<br />
di novità in tutti i<br />
campi, la salute, generalmente<br />
buona ti spinge a maggiori attività.<br />
Vivi bene ma con moderazione.<br />
TORO: La tua vo<strong>gli</strong>a di<br />
vivere ti accende e questo<br />
mese è ottimo per ‘amore<br />
serio ma anche per le<br />
avventure… il lavoro ha<br />
bisogno di essere revisionato,<br />
come la salute, niente di serio, ma è<br />
me<strong>gli</strong>o non trascurare.<br />
GEMELLI: Le ultime esperienze<br />
ti spingono a fare il<br />
punto della situazione,<br />
molte sono le cose da eliminare,<br />
ma dopo, avrai<br />
una visione più chiara…<br />
denaro in arrivo; l’amore và rivalutato e<br />
comunque vanno prese in considerazione<br />
le cose vere e durature.<br />
CANCRO: Finanza da<br />
tenere sotto controllo.<br />
L’amore invece va al galoppo,<br />
forse sarà necessario<br />
smussare qualche angolo,<br />
ma ne vale la pena. Per i<br />
single ci sono novità <strong>importanti</strong>, occhi<br />
di Gaetano Grasso<br />
aperti state per non essere più soli.<br />
LEONE: Lavoro un po’ in<br />
stallo e la salute crea qualche<br />
problema di lieve entità,<br />
dovrai invece stare<br />
attento nei rapporti di coppia,<br />
devi mettercela tutta e<br />
mantenere vivo il dialogo, ogni cosa va<br />
chiarita.<br />
VERGINE: Finalmente le<br />
cose cominciano a girare<br />
per il verso giusto, il lavoro<br />
presenta nuove prospettive,<br />
l’amore può portare<br />
all’altare e … perché no, un<br />
bebè sarebbe un dono stupendo… pensaci.<br />
BILANCIA: Incomincia a<br />
rivedersi il sole, e anche tu<br />
come lui tornerai a sorridere.<br />
Ci saranno tantissimi<br />
incontri nei vari settori<br />
della vita (l’amore?).<br />
Viaggi, cambiamenti, avventure galanti,<br />
insomma non avrai motivo per annoiarti.<br />
SCORPIONE: C’è agitazione<br />
tutto intorno a te,<br />
rifletti bene prima di parlare<br />
e di agire, tieni sotto<br />
controllo la tua impulsività.<br />
Cerca di non farti nuovi<br />
nemici quelli che hai sono sufficienti …<br />
occhio alla dieta e alla salute.<br />
SAGITTARIO: Questo è<br />
un momento di paura nel<br />
quale dovrai al luogo riflettere<br />
e valutare per poi sce<strong>gli</strong>ere.<br />
L’estate ti porta<br />
grosse novità ma dovrai<br />
prepararti, e avere cura del tuo corpo,<br />
dimagrire un po’ e cercare di eliminare <strong>gli</strong><br />
effetti del tempo.<br />
CAPRICORNO: Puoi<br />
cominciare a tirare un<br />
sospiro di sollievo, l’amore<br />
incomincia ad andare per il<br />
verso giusto, la fami<strong>gli</strong>a<br />
diventa più armoniosa, e<br />
<strong>gli</strong> investimenti nella casa sono ottimali…<br />
approfitta del momento, ma con saggezza.<br />
ACQUARIO: Dovrai<br />
accettare un momentino di<br />
pausa, nelle tue cose, la<br />
tua mente vulcanica lo<br />
userà per riorganizzarsi.<br />
Nella coppia evita <strong>gli</strong> attacchi<br />
di gelosia, possono essere molto dannosi.<br />
I vari problemi comunque non devono<br />
impedirti di dedicarti al partner e cura<br />
molto il dialogo.<br />
PESCI: Incontri preziosi e<br />
in gran quantità, la gioia<br />
entra finalmente in te con<br />
l’amore, per chi è solo la<br />
persona giusta, per chi è in<br />
coppia, riaccende l’amore e<br />
la passione, periodo da non sprecare. Il<br />
lavoro presenta problemi, ma soprattutto<br />
la possibilità di risolverli.<br />
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