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Tutti gli appuntamenti più importanti - Campo de'fiori

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Intervista a<br />

Walter Santinelli<br />

‘A Madonna de’ Frati<br />

ritorna all’antico splendore<br />

Gli Omega<br />

La vera storia del gruppo<br />

Santuario della Madonna<br />

di Uliano.<br />

Otto secoli di storia e<br />

tanta fede<br />

AGENDA<br />

<strong>Tutti</strong> <strong>gli</strong> <strong>appuntamenti</strong> più<br />

<strong>importanti</strong>


2 <strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

SOMMARIO<br />

Editoriale:<br />

Vota Antonio!!! ........................................3<br />

Curriculum vitae:<br />

Francesca Cama.......................................4<br />

Walter Santinelli ..................................5<br />

Collezionismo:<br />

Ferri da stiro................. .......................6-7<br />

Suonare Suonare:<br />

Mamma, mi compri una chitarra?...........8-9<br />

Occhi di bimbo.....................................11<br />

Roma che se n’è andata:<br />

Visita alle sette chiese........................12-13<br />

Cinema News:<br />

Hannah Montana....................................14<br />

G.B. Casti, poeta libertino...................15<br />

Ecologia e ambiente:<br />

Le tempeste solari .................................16<br />

Come eravamo:<br />

Gli esami non finiscono mai.....................17<br />

Piazza di Siena....................................18<br />

Una “Fabrica” di ricordi:<br />

A Madonna de’ frati ..........................20-21<br />

Civita Castellana 4/12/1798..............22<br />

Ceral:<br />

La persona e i suoi disturbi ....................23<br />

Le guide di <strong>Campo</strong> de’ fiori:<br />

Tarano ..................................................24<br />

Il compito della filosofia.....................25<br />

Altro che acqua in galleria .................26<br />

Ass. Artistica IVNA:<br />

Gustavo Pozzi.........................................28<br />

Albero genealogico ............................29<br />

100 anni sempre verdi:<br />

Rosa Tion...............................................30<br />

Il Fumetto:<br />

Fortified School.......................................31<br />

La storia del cimitero di Civita<br />

Castellana ...........................................32<br />

La rubrica dei perchè..........................33<br />

Le storie di Max:<br />

Gli Omega.........................................34-35<br />

Il mondo del Jazz:<br />

La swing era ........................................36<br />

Civita Castellana a fine ‘800...............37<br />

Nel cuore.............................................39<br />

Elena Bonelli........................................40<br />

L’angolo del Bon Ton:<br />

I liquori..................................................42<br />

Lette a Napoli......................................43<br />

Il diario dei Girasoli............................44<br />

Madonna di Uliano..............................45<br />

Agenda ......................................46-47-48<br />

Vita cittadina ......................................49<br />

Messaggi....................................50-51-52<br />

I nostri amici ......................................53<br />

Album dei ricordi.........54-55-56-57-58-59<br />

Annunci Gratuiti ............................60-61<br />

Oroscopo..............................................62<br />

Selezione Offerte Immobiliari.......63-64<br />

Foto di copertina di Bruno Sisti<br />

Nel mare tempestoso di Internet, naviga in acque calme


<strong>Campo</strong> de’ fiori 3<br />

Vota Antonio!!!<br />

Vota Antonio La Trippa!!!!<br />

di Sandro Anselmi<br />

Il desiderio di vincere che è stato, per giorni e giorni, l’unico motivo di vita per molti candidati alle elezioni amministrative,<br />

ha finalmente liberato le loro menti dai suoi tentacoli!<br />

Dopo i caroselli assordanti di musiche e parole, dopo i pranzi e le cene, i concerti rock e le marce in fa, si provvede ora<br />

a ripulire la città dalle montagne di cartelloni e manifesti che l’hanno tappezzata in maniera selvaggia.<br />

Così le speranze di molti sono state vanificate dalle vittorie de<strong>gli</strong> altri ed alla fine, come in ogni partita, ci sono stati vincitori<br />

e vinti.<br />

Ho scoperto, però, che tutti e due i candidati delle più forti coalizioni politiche avevano qualcosa che li accomunava, qualcosa<br />

che, spero, li abbia fatti veri nelle loro promesse: quell’ angelo che è nella radice dei loro nomi!<br />

Io che considero la politica una materia difficile, da studiare con grande rigore ed applicare con grande onestà, auguro al<br />

neo eletto sindaco e a tutta la sua giunta di lavorare con grande impegno e massima trasparenza a favore di TUTTI i cittadini,<br />

e che possano traghettare, in questo periodo di magra economia, la nostra cittadina in un mare più calmo, sicuro<br />

e pescoso.<br />

Mi auguro possano realizzare il loro programma elettorale, sentendo sempre la voce del popolo che rappresentano e dare<br />

priorità alle cose che risulteranno più urgenti e necessarie.<br />

“La fatica è l’alimento de<strong>gli</strong> spiriti generosi”, diceva Seneca, e per superare questo momento particolare, bisognerà lavorare<br />

senza prendere riposo, ed arrivare comunque. AD MAIORA.<br />

Totò nel film<br />

“Gli onorevoli”<br />

di Sergio Corbucci


4<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

CURRICULUM VITAE<br />

Non potevamo esimerci dal dedicare questa puntata ad<br />

un’ artista completa incontrata allo stadio delle Terme di<br />

Caracalla in occasione dello spettacolo dedicato a “Race<br />

for the Cure” dove la nostra danzatrice si esibiva ed il sottoscritto<br />

era incaricato alla presentazione.<br />

Francesca Cama, nasce a Roma il 23/05/1988 e subito<br />

viene attratta dal mondo della danza iniziando fin da piccola<br />

a frequentare le mi<strong>gli</strong>ori scuole di danza romane partecipando<br />

con piccole apparizioni al programma Rai “Uno<br />

Mattina”.<br />

Si specializza in Danza Classica, Moderna, Acrobatica e<br />

Video Dance presso la Santinelli Dance Academy ed inizia<br />

a partecipare a spettacoli di grande spessore tra cui<br />

“Notte Mediterranea” e “Napoli prima e dopo” inserendosi<br />

nel corpo di ballo. Importante la partecipazione nel<br />

2008 al corpo di ballo di “Vieni avanti cretino” con la regia<br />

di Pierfrancesco Pingitore e le coreografie di Claudio<br />

Ferraro. Viene chiamata come acrobata a realizzare il<br />

nuovo video musicale del cantante americano Hip Hop<br />

Coolio nel nuovo video di J-Ax colonna sonora del film “Ti<br />

Stramo” con la regia di Pino Insegno.<br />

Artista solare ed eclettica, siamo sicuri che la giovane<br />

Francesca percorrerà parecchia strada nel mondo dello<br />

spettacolo.<br />

Francesca Cama<br />

di Sandro Alessi


l’intervista<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Walter Santinelli<br />

5<br />

una vita a passi di Valzer, Tango e Latino Americani<br />

di Sandro Alessi<br />

Arriviamo ne<strong>gli</strong><br />

anni ’80 e<br />

nelle stessa<br />

scuola iniziano<br />

a seguire i<br />

primi corsi di<br />

danza Paola e<br />

Stefania che<br />

seguono le<br />

orme dei genitori:<br />

esibizioni<br />

di danza e ginnastica<br />

artistica<br />

acrobatica,<br />

fino ad insegnare<br />

i nuovi<br />

stili di danza<br />

provenienti da<br />

tutto il mondo.<br />

foto di Domenico Costantini<br />

Qual è il<br />

segreto di<br />

questo successo<br />

La storia del Maestro Walter Santinelli è la<br />

storia del ballo a Roma ed in Italia.<br />

Due scuole avviatissime nel centro della<br />

città dove adesso insegnano soprattutto le<br />

fi<strong>gli</strong>e Paola e Stefania.<br />

Maestro Santinelli, come fu la sua iniziazione<br />

al ballo?<br />

“Mio padre Antonio e mia madre Enrica<br />

Lucia, alla fine della seconda guerra mondiale,<br />

misero in piedi una grande struttura<br />

per impartire lezioni di ballo ed addirittura<br />

inventarono i corsi per corrispondenza per<br />

<strong>gli</strong> amanti dei cosiddetti Balli di Società.<br />

Dal 1945 furono riconosciuti come maestri<br />

di grande valore partecipando con le loro<br />

esibizioni alle più grandi manifestazione di<br />

Roma e dintorni.”<br />

Infatti il primogenito Walter inizia a muovere<br />

i primi passi nel mondo del ballo all’età<br />

fami<strong>gli</strong>are artistico?<br />

“Ognuno di noi ha raggiunto il successo<br />

attraverso un percorso fatto di duro lavoro,<br />

grande tenacia e costanza. Non sempre<br />

è stato facile!”<br />

In qualità di Presidente FITD quando<br />

è arrivato il ballo in Italia?<br />

“Possiamo dire che il ballo c’e sempre<br />

stato, ma a livello organizzativo vero e<br />

proprio, esiste da<strong>gli</strong> anni 40 con la creazione<br />

delle prime associazioni nazionali,<br />

mentre in Inghilterra lo troviamo già da<br />

oltre cento anni.<br />

Dobbiamo quindi ringraziare le iniziative<br />

dei maestri di ballo che tanto hanno contribuito<br />

alla sua crescita.”<br />

Di cosa si occupa<br />

la FITD?<br />

“La Federazione<br />

di dieci anni e, ben presto, anche lui rilascia diplomi<br />

segue le orme dei genitori.<br />

ufficiali dopo<br />

Incontra Gina Antonelli che <strong>gli</strong> sarà partner<br />

nella vita e nel lavoro ed insieme<br />

diventano professionisti ed esperti di walzer,<br />

tango e danze latino-americane.<br />

“Insieme partecipammo a numerose competizioni<br />

in tutto il mondo e perfino ai<br />

esami specializzati,<br />

e si occupa<br />

di formazione di<br />

nuovi maestri in<br />

tutta la penisola,<br />

mentre per <strong>gli</strong><br />

Campionati del Mondo per Professionisti di allievi vengono<br />

danze latino americane “Royal Albert Hall”<br />

nel 1972 in rappresentanza dell’ Italia ai<br />

Campionati Europei”.<br />

organizzati ogni<br />

anno campionati<br />

italiani e regionali<br />

Ne<strong>gli</strong> anni ’70 la febbre per il ballo sale, e da cui escono<br />

le loro esibizioni, sempre più numerose,<br />

danno il via alle stagioni danzanti presso i<br />

più prestigiosi locali romani. E’ in questi<br />

anni che nasce la scuola “Santinelli Dance<br />

veri campioni di<br />

ballo.<br />

La FITD ha oggi<br />

iscritti circa 1.000<br />

Studio” dove Walter e Gina insegnano ai maestri professionisti,<br />

giovani il campionario di danze di società.<br />

e 10.000<br />

allievi nel settore promozionale ed amatoriale.”<br />

Come vi rapportate con il CONI?<br />

“Il nostro rapporto con il Coni avviene<br />

attraverso la CSAIN, ente promozionale, in<br />

accordo con le regolamentazioni ufficiali.<br />

Vorrei ricordare che il ballo fa parte delle<br />

discipline sportive attraverso la FIDS che<br />

fu fondata da me nel 1971 e si occupa di<br />

organizzare le competizioni di tutte le<br />

discipline dilettantistiche.”<br />

Che differenza esiste tra il professionale<br />

ed il dilettantistico ?<br />

“Possiamo affermare che il professionista<br />

è il maestro di ballo, che noi chiamiamo<br />

tecnico federale, mentre i dilettanti sono<br />

<strong>gli</strong> allievi che seguono l’iter formativo.”<br />

Cosa c’è di nuovo nell’aria?<br />

“Per quanto riguarda la nostra<br />

Federazione, siamo i primi in Italia che, a<br />

fianco del diploma classico, rilasciamo<br />

anche attestati di attività fisico-motoria di<br />

base, rivolta ai maestri FITD insieme a<br />

nozioni di pronto soccorso.<br />

Aggiungeremo anche una scuola di salute<br />

e l’ opportunità di avere un questionario<br />

per ogni allievo, opportuno a segnalare<br />

quella che deve essere l’alimentazione giusta.<br />

Insomma, per noi il Maestro del futuro<br />

non dovrà essere quello capace di insegnare<br />

solamente i passi di ballo, ma si<br />

dovrà occupare di tante cose contingenti il<br />

ballo.”<br />

Ringraziamo il Maestro Walter Santinelli<br />

che ci insegna subito alcuni passi di<br />

salsa….


6<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Collezionismo<br />

FERRI DA STIRO<br />

La storia del ferro<br />

da stiro è, al pari di<br />

tante altre, la storia<br />

della civiltà : nasce<br />

infatti dalla necessità<br />

di vincere la resistenza<br />

delle fibre<br />

con cui erano tessuti<br />

i vestiti dell’uomo,<br />

vestiti che, dopo la<br />

lavatura in acqua e<br />

l’esposizione al sole,<br />

di Alfonso Tozzi<br />

assumevano forme<br />

impresentabili spesso<br />

da renderli non corrispondenti alla funzione<br />

per la quale erano stati preparati.<br />

Gli artigiani dell’epoca si arrovellarono<br />

parecchio per trovare de<strong>gli</strong> strumenti adatti<br />

allo scopo, ma senza risultati concreti,<br />

fino a quando non si scoprì che il calore,<br />

trasmesso da un corpo pesante, agiva in<br />

modo determinante sul tessuto inumidito;<br />

nacquero così nel Medioevo i primi ferri da<br />

stiro veri e propri dai più elementari, costituiti<br />

da un pezzo di ferro appiattito e manico<br />

ricurvo, ai più elaborati a pietra infuocata,<br />

a carbone, ad acqua, ad alcool; nacquero<br />

altresì ferri dalle fogge più disparate<br />

: quadrati, rotondi, a forma di scatolone<br />

con manico intarsiato, ecc. tutti opera di<br />

piccoli ed oscuri artigiani i quali, molto<br />

spesso, unendo l’estro all’inventiva personale,<br />

riuscivano a modellare la materia<br />

realizzando delle vere e proprie opere d’arte<br />

dalle forme belle ed irripetibili, oggi<br />

oggetto di ricerca e di “culto”.<br />

Alcuni di questi esemplari sono anche<br />

diventati parte integrante di arredamento,<br />

mentre altri troneggiano in collezioni<br />

<strong>importanti</strong> o in musei.<br />

I precursori dei ferri da stiro si ebbero nell’antica<br />

Cina dove venivano usate delle<br />

scodelline di metallo da riempire con carbonella<br />

accesa. Generalmente tali scodelline<br />

avevano artistiche incisioni e manici<br />

d’avorio.<br />

Nell’antica Roma invece i patrizi e <strong>gli</strong> alti<br />

magistrati, non conoscendo l’invenzione<br />

della scodellina cinese, si facevano stirare<br />

le toghe mediante una pietra levigata di<br />

forma ovoidale che veniva arroventata con<br />

le fiamme e quindi usata con apposita presina<br />

di stoffa imbottita per non scottarsi le<br />

mani.<br />

I primi ferri da stiro veri e propri apparvero<br />

nel Medio Evo in forma semplice : il<br />

ferro con base liscia e manico grezzo veniva<br />

riscaldato sul fuoco e quindi utilizzato.<br />

Nel Settecento si ebbero ferri da stiro ric-<br />

camente incisi e più elaborati : per farli<br />

riscaldare bisognava inserire all’interno un<br />

pezzo di ferro acciaioso arroventato (o pietra<br />

infuocata) che sprigionavano un calore<br />

costante per almeno 15-18 minuti consecutivi.<br />

Ma l’estro de<strong>gli</strong> inventori di allora, non<br />

soddisfatti di questa realizzazione, si sviluppò<br />

ancora di più nell’Ottocento facendo<br />

apparire sul mercato nuovi ferri da stiro<br />

con forme insolite e con piccoli fori per circolare<br />

l’aria. Tali ferri vennero subito chiamati<br />

dal popolo le “vaporiere”.<br />

Al posto del ferro arroventato o della pietra<br />

infuocata veniva inserita la carbonella,<br />

proprio come facevano i cinesi molti secoli<br />

prima, in modo da prolungare il calore<br />

per almeno 50-60 minuti.<br />

Altri ferri da stiro, muniti con un apposito<br />

serbatoio collocato sul retro, da riempire<br />

con alcool o benzina, facevano sprigionare<br />

una trentina di fiammelle che arroventavano<br />

il ferro mantenendolo ad un calore<br />

costante.<br />

Ne<strong>gli</strong> anni ’30 di questo secolo venne ideato<br />

in Germania un ferro da stiro alquanto<br />

originale ma complicato : per scaldarlo<br />

bisognava girare la pancia in su e infilare<br />

quindi nel manico (rosso) un combustibile<br />

solido a forma di tavoletta (il “meta”) che<br />

sprigionava un calore a tutto il ferro.<br />

L’invenzione, senz’altro diversa dalle precedenti,<br />

non ebbe però successo e fallì<br />

miseramente nel giro di qualche anno.<br />

Nel corso de<strong>gli</strong> anni Il rivoluzionario procedimento<br />

a caldo passò attraverso fasi<br />

sempre più perfezionate: dal ferro da stiro<br />

“pieno” a quello “a braci”, a quello “a lingotto”.<br />

Il primo è il più antico e comporta di essere<br />

riscaldato direttamente sul fuoco; il tipo<br />

“a braci” supera l’inconveniente del primo,<br />

ma presenta il rischio che le braci, poste<br />

all’interno, fuoriescano dalle aperture laterali;<br />

il ferro “a lingotto” nasce per ultimo,<br />

ed essendo costituito da un contenitore<br />

chiuso, risolve anche l’inconveniente creato<br />

dalle braci, fu quindi il tipo maggiormente<br />

usato.<br />

Nell’Ottocento i ferri da stiro vengono prodotti<br />

per lo più su scala industriale e principalmente<br />

in ghisa, diversificandosi in<br />

numerosi modelli che, a grandi linee, ricalcano<br />

le forme e le modalità di funzionamento<br />

dei tre tipi principali.<br />

Nel corso della sua storia sono stati fabbricati<br />

tantissimi ferri da stiro, molti dei<br />

quali però, almeno per noi italiani, sono<br />

andati a finire nelle “raccolte del ferro”,<br />

operate durante <strong>gli</strong> anni 40 dal regime<br />

fascista e trasformati in attrezzi bellici, altri<br />

sono stati conservati nelle fami<strong>gli</strong>e per il<br />

loro valore “affettivo” ed estetico.<br />

In Italia la raccolta dei ferri da stiro annovera<br />

numerosi cultori, punto di riferimento<br />

per tutti <strong>gli</strong> “aficionados” del settore, in<br />

campo europeo, è il “CLUB DES AMIS DES<br />

FERS A REPASSER ANCIENNES” con sede<br />

a Roubaix (Francia), ma i collezionisti possono<br />

trovare pezzi interessanti con la<br />

modica spesa di 10-20 euro in tutti i mercatini<br />

di antiquariato o partecipando alle<br />

aste periodicamente indette in cui è possibile<br />

aggiudicarsi qualche esemplare particolare<br />

anche con 50-100 euro.<br />

Fra i collezionisti italiani più grandi mi limito<br />

a segnalare:<br />

Giampaolo Piccioni – Passo di Trenta<br />

(MC); Enrico Del Pizzo – Lama dei Peligni<br />

(CH); Carla Boromei – Firenze; Romano<br />

Ghirelli – Casina – (RE); -Annalberta<br />

Freschi – Milano e Silvio Del Mestre –<br />

Seda<strong>gli</strong>ano (UD), tutti con raccolte numerose<br />

di sommo interesse.


<strong>Campo</strong> de’ fiori 7


8<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

di Carlo Cattani<br />

Mamma mi compri una chitarra ?<br />

Bruno Rubino ci racconta la sua F I A BA<br />

( p a r t e 4 )<br />

Carlo :…..Bruno …mentre provi pure<br />

questo infuso di fiori di biancospino, coni<br />

di luppolo, e infiorescenze di ti<strong>gli</strong>o, perché<br />

non mi parli de<strong>gli</strong> studi sullo strumento e<br />

di qualche aneddoto a riguardo ?<br />

Bruno:Slurp…slurp….buona ‘sta roba<br />

….dai,.versa ancora !…….Beh , sono un<br />

irriducibile autodidatta ma questo non mi<br />

ha impedito di chiedere consi<strong>gli</strong> ai musicisti<br />

più preparati di me o che in qualche<br />

modo abbia ritenuto interessanti. L’unico<br />

aneddoto che mi viene in mente, è quello<br />

che mi ha dato la conferma del fatto che<br />

bisogna dare il giusto peso alle critiche<br />

altrui….mi spiego …. un musicista, che<br />

suonava tutt’altro genere con un’altra<br />

band, mi disse …a parte<br />

la critica non richiesta, ciò mi fece riflettere<br />

molto …… (nda: come abbiamo appreso<br />

poco sopra ,il batterista de<strong>gli</strong><br />

Arabesque era sempre Bruno …)<br />

Carlo:Quante ore passi allo strumento per<br />

“mantenere la forma “?<br />

Bruno:AAAArrrgh! Non tocco mai la<br />

batteria, tranne quando<br />

suoniamo…prometto che rimedierò….<br />

da ragazzino entravo da solo in sala<br />

prove : fuori era giorno e quando uscivo<br />

era buio…altri tempi !<br />

Carlo:come ci si prepara per un concerto<br />

?<br />

Bruno:dopo i primi , almeno vale per<br />

me, si impara a mangiare bene<br />

….quando hai appreso prima a non<br />

emozionarti tanto da farti chiudere lo<br />

stomaco, ti rilassi e fai un quarto d’ora<br />

almeno di riscaldamento, se puoi con il<br />

tuo strumento. Io, per i concerti fatti<br />

nelle piazze, mi sono spesso trovato ad<br />

allenarmi con le bacchette sullo sterzo<br />

della macchina !<br />

Carlo:ci sono stati incontri “artistici” di<br />

rilievo per la tua formazione ?<br />

Bruno:devo dire che sotto questo punto<br />

di vista, vivere in un’isola è assai penalizzante…..<br />

non ho avuto modo di approfondire<br />

personalmente conoscenze con artisti<br />

interessanti famosi….. ho incontrato sconosciuti<br />

i cui nomi non direbbero molto ai<br />

più, ma che sicuramente non hanno niente<br />

da invidiare ai più conosciuti.<br />

La mia delusione è che le poche<br />

volte che ho incontrato personaggi<br />

famosi, con i quali si<br />

sarebbe potuto allacciare un bel<br />

rapporto e realizzare collaborazioni,<br />

questi non hanno dimostrato<br />

l’umiltà necessaria affinchè<br />

ciò avvenisse.<br />

Carlo:parlami di come ti sei<br />

ritrovato a comporre e quale è<br />

stata la tua prima “costruzione<br />

musicale”<br />

Bruno:ho semplicemente scritto<br />

ciò che mi sarebbe piaciuto<br />

ascoltare. Non ricordo quale sia<br />

stata la mia prima composizione<br />

e a quale età l’abbia scritta…..<br />

una delle mie prime canzoni in<br />

Italiano penso sia stata “Viene<br />

l’angelo”, a 17<br />

anni…credo…(nda: brano confluito<br />

nell’album di esordio dei Fiaba “XII<br />

L’APPICCATO” del 1994 )<br />

Carlo: parliamo dello strumento :quante<br />

Bruno Rubino & Giuseppe Brancato<br />

Radio Rock Roma 10-11-2005<br />

batterie sono passate sotto le tue mani ?<br />

Cita marche,fornisci qualche giudizio e<br />

,naturalmente, parliamo della tua<br />

“Drumtree”…la “batteria-albero” :come<br />

l’hai realizzata e di cosa si compone ?<br />

Bruno: ho suonato e registrato un po’ con<br />

tutto: Yamaha, Premier, Tama, Remo; ho<br />

anche avuto la TD20 della Roland….. con<br />

questa e un set di piatti veri abbiamo<br />

potuto aprire con i Fiaba la data di Fish<br />

(nda : il mai dimenticato ex cantante dei<br />

Marrillion, fuoriuscito nel 1988 dopo 4<br />

album ) in Italia a S.Giuliano del Sannio in<br />

Molise nell’agosto del 2004; l’ho usata<br />

anche per registrare il singolo dei<br />

Fiaba “Il Lustrastelle” (2006) ; in passato<br />

ho utilizzato pads con convertitore<br />

midi e una batteria elettronica come<br />

centralina…… non avevamo grossi<br />

budget e per realizzare il primo album<br />

dei Fiaba nel 1994 , avevamo solo un<br />

otto tracce a cassette….. non avremmo<br />

mai potuto fare un lavoro del<br />

genere con una batteria acustica.<br />

Sono i suoni vintage che abbiamo<br />

usato in ”XII L’Appiccato” , nel brano<br />

“I Sogni di Marzia” e che abbiamo<br />

recuperato per registrare “Il Bambino<br />

coi Sona<strong>gli</strong>” (2007) , singolo e seguito<br />

narrativo del precedente “I Sogni di<br />

Marzia” . Ogni strumento ha la sua dignità,<br />

poi è un fatto di mezzi economici e<br />

gusto. Il rack della mia batteria è autocostruito.<br />

Vidi quella dei Queensryche con le<br />

catene saldate e mi dispiacque non aver<br />

avuto la stessa idea prima, era proprio l’epoca<br />

de “I Sogni di Marzia” e avevo usato<br />

la mia camera da letto come scenografia<br />

per la copertina con tanto di rami e terra,<br />

quando steso sul letto a pensare tutto


<strong>Campo</strong> de’ fiori 9<br />

questo, vidi un rovo che pendeva da sopra<br />

il tetto…. così mi venne l’idea dei rami<br />

come supporti. I rack per le elettroacustiche<br />

costavano parecchio e pensai di<br />

costruirmene uno da solo ma allora ritornai<br />

a suonare l’acustica e tenendo quell’idea<br />

realizzai la mia attuale batteria in ferro<br />

saldato e pasta di cellulosa. Il mio set ?<br />

Toms da 8”-12”-13”, timpano da 16”, cassa<br />

da 22”, rullante 14”, un charleston da 12”,<br />

due splash da 6,5”, crash 15”,16”, ride da<br />

20”, china 18”, una Quijada (nda: strumento<br />

di origini africane : l’originale è una<br />

mandibola d’asino da sfregare lungo ciò<br />

Bruno Rubino sotto una neve .... FIABESCA<br />

che resta …del sorriso del povero animale<br />

…) e ,per finire …... una campana in<br />

bronzo di una scuola elementare !<br />

Carlo: Hai qualche consi<strong>gli</strong>o da suggerire<br />

per chi inizia lo studio dello strumento ?<br />

Bruno:senz’altro avere pazienza ! Me<strong>gli</strong>o<br />

studiare poco ma concentrati che studiare<br />

molto ma distrattamente; cercare di divertirsi<br />

facendo <strong>gli</strong> esercizi; capire anche dall’ascolto<br />

senza bisogno di partiture cosa fa<br />

lo strumento in un brano che si sta studiando;<br />

se si ha difficoltà a seguire il<br />

metronomo, pensarlo come un percussionista<br />

che sta suonando con te e non come<br />

un orologio che ti controlla e, quando si<br />

suona insieme a<strong>gli</strong> altri (lo studio mi<strong>gli</strong>ore),<br />

non suonare da soli ma prestare<br />

attenzione a tutti e pensare il brano dal<br />

punto di vista di chi ascolta e non da quello<br />

dello strumento che stai suonando. Un<br />

ultimo consi<strong>gli</strong>o per i batteristi neofiti,<br />

attenzione a non accelerare nei passaggi<br />

durante l’esecuzione ……un difetto che<br />

molti di noi hanno…… un passaggio eseguito<br />

con la giusta intenzione oltre ad<br />

essere corretto a livello di tempo suona<br />

molto molto me<strong>gli</strong>o. Come in ogni buona<br />

tradizione l’allievo sce<strong>gli</strong>e il maestro ed il<br />

maestro sce<strong>gli</strong>e l’allievo……. bisogna<br />

apprendere da chiunque possa insegnarti<br />

qualcosa senza remore e non è sempre<br />

detto che sia una persona più preparata di<br />

te !.... magari è solo qualcuno che può trasmetterti<br />

ciò di cui tu hai bisogno…….il<br />

maestro non è chi insegna, ma colui<br />

dal quale si può apprendere !<br />

Carlo: c’è un evento memorabile della tua<br />

“storia artistica” e hai un “sogno nel cassetto”<br />

?<br />

Bruno:a parte l’emozione e la trepidazione<br />

per la pubblicazione del primo album<br />

dei Fiaba nel 1994 , la prima cosa che mi<br />

viene in mente è la copertina disegnata da<br />

John Howe per il nostro singolo “Il<br />

Lustrastelle”. Avevo letto da ragazzino<br />

un fumetto da lui illustrato, scritto su una<br />

storia di Claude Clemént “Il Lustrastelle”; i<br />

Fiaba ancora non esistevano e pensai >. Passano diversi<br />

anni …... avevo appena<br />

scritto il brano “promessomi”<br />

e non sapevo<br />

che ormai John fosse<br />

conosciuto come uno<br />

dei più grandi disegnatori<br />

del mondo ; era<br />

appena uscita la trilogia<br />

del Signore de<strong>gli</strong> anelli e<br />

lui era l’art design insieme<br />

ad Alan Lee…poco<br />

male: contattai John<br />

……. dopo qualche mese<br />

uscì il singolo con la<br />

copertina firmata da lui !<br />

Un’altra cosa che mi<br />

viene in mente è quando<br />

cercai di contattare Dario Spada,<br />

autore del libro “Il Piccolo Popolo”, un<br />

Bruno Rubino in concerto<br />

opera che per me ha rappresentato una<br />

vera e propria enciclopedia da consultare<br />

per scrivere in modo filologicamente corretto<br />

gran parte dei testi delle canzoni dei<br />

Fiaba .<br />

Lasciai un messaggio sulla sua segreteria<br />

telefonica e mi richiamò; avevo quel libro<br />

sin da bambino e mi sembrava doveroso<br />

far<strong>gli</strong> i complimenti per il lavoro e ringraziarlo<br />

per questa inesauribile fonte di ispirazione.<br />

Non appena <strong>gli</strong> spiegai il tutto e<br />

<strong>gli</strong> dissi che ero il batterista dei Fiaba, mi<br />

rispose >. Questi sono piccoli<br />

segnali, ma è la prova che dopo tanti<br />

sacrifici qualcosa ritorna !<br />

Mi chiedevi riguardo a un sogno nel cassetto……se<br />

ti dico un videoclip realizzato<br />

insieme a Ridley Scott ?<br />

Carlo:e allora ,parlami anche della tua<br />

passione come “videomaker” …quindi<br />

delle cose che hai fatto in tal senso etc<br />

Bruno:professionalmente ho lavorato<br />

insieme al mio amico Pierluigi Cavarra<br />

(nda: manager della band ) alla realizzazione<br />

di diversi spot regionali e videoclip<br />

per gruppi e solisti oltre ai video realizzati<br />

per illustrare alcune canzoni dei Fiaba<br />

(nda: ad esempio, cercate su Youtube per<br />

“I sogni di Marzia” www.youtube.com/watch?v=x_EnbW-iSMk<br />

e per<br />

“Angelica e il folletto del salice”<br />

www.youtube.com/watch?v=O8eGAOq9N<br />

0c&feature=related ). Ho realizzato svariati<br />

corti : il cinema è per me una passione<br />

grande almeno quanto quella per la musica.<br />

Attualmente, mi sto accingendo a realizzare<br />

il mio primo lungometraggio, è una<br />

cosa comunque fatta solo per passione e<br />

senza nessun tipo di compromesso.<br />

Carlo:Ultime cose in casa Fiaba? Ho notizia<br />

di un brano realizzato per un tributo<br />

a Branduardi …<br />

Bruno:qualcuno ha messo su Youtube<br />

(www.youtube.com/watch?v=luFVIYPW6c<br />

M ) lo spezzone di un nostro live dove<br />

suonavamo , “Ballo in fa diesis minore”, un<br />

pezzo storico di Angelo Branduardi con<br />

l’incipit che fa<br />

< Sono io io son di tutti voi Sono io la<br />

morte e porto corona, io Son di tutti voi<br />

signora e padrona…> eccetera, eccetera<br />

…. la nostra versione è piaciuta e ci è<br />

stato chiesto di registrarlo per una prossima<br />

compilation di tributo a Branduardi.<br />

In ultimo in ultimo,permettimi un annuncio:<br />

stiamo cercando una produzione esecutiva<br />

per il nostro nuovo album, chi fosse<br />

interessato può mandare una mail a<br />

info@fiabaweb.com<br />

Carlo: e permettetemi di farvi una<br />

proposta : ho notizia che la nostra<br />

rivista è letta anche da amici all’estero<br />

e il sito di “<strong>Campo</strong>” è visitato da<br />

varie parti del mondo …..allora perché<br />

qualcuno dei nostri lettori, bravi<br />

nel disegno ,non si cimenta in una<br />

illustrazione ispirandosi al mondo<br />

musicale dei Fiaba ? Chissà che non<br />

si possa arrivare alla pubblicazione di<br />

una copertina per un prossimo album<br />

della band ? Allora,VIA da questo<br />

momento …le vs proposte in forma di<br />

files elettronici all’email<br />

info@fiabaweb.com (indirizzi web<br />

del gruppo : www.fiabaweb.com -<br />

www.myspace.com/fiabaweb)<br />

……ho visto uno gnomo ! E voi ?


<strong>Campo</strong> de’ fiori 11<br />

Occhi di bimbo<br />

Come proteggerli dal sole dell’estate<br />

I filtri contro i raggi ultravioletti nel caso<br />

de<strong>gli</strong> occhiali da sole non sono certo un<br />

lusso superfluo, bensì una necessità. Con<br />

la riduzione dello strato di ozono aumentano<br />

le radiazioni ultraviolette. E la cosa crea<br />

sempre più problemi anche ai nostri occhi:<br />

le vacanze si avvicinano. Per i nostri bimbi<br />

pronti zoccoli, costume e crema solare, ok!<br />

Ma <strong>gli</strong> occhiali da sole? Mai lasciare i bambini<br />

al sole senza crema protettiva, perché<br />

la loro pelle è delicata, ma i loro occhi sono<br />

ancora più sensibili alle pericolose radiazioni<br />

ultraviolette, presenti oggi più che<br />

mai nella luce del sole, per colpa dell’inquinamento<br />

atmosferico e del buco dell’ozono<br />

In vacanza <strong>gli</strong> occhiali da sole per i<br />

bambini non dovrebbero mai mancare: la<br />

loro vista è delicata e va difesa. Secondo<br />

un’indagine della Commissione Difesa<br />

Vista, l’11 per cento dei bambini in età scolare<br />

non porta <strong>gli</strong> occhiali da sole nemmeno<br />

al mare o in montagna, mentre <strong>gli</strong><br />

esperti raccomandano di fare indossare <strong>gli</strong><br />

occhiali da sole perché i raggi U.V. d’estate<br />

sono più intensi. Il cristallino dei bambini<br />

è più trasparente e lascia passare una<br />

maggiore quantità di raggi dannosi, assieme<br />

alla luce solare. I danni provocati da<strong>gli</strong><br />

UV si sommano con il tempo, e il modo<br />

mi<strong>gli</strong>ore per evitare in futuro danni irreparabili<br />

quali cataratte o degenerazioni<br />

maculari, è iniziare la protezione sin da<br />

bambini! Quando iniziare ad usare <strong>gli</strong><br />

occhiali da sole? Gli occhiali da sole sono<br />

consi<strong>gli</strong>ati da<strong>gli</strong> otto mesi in poi, quando il<br />

bambino comincia a stare seduto. E se<br />

proprio non li vuole mettere, si può ripiegare<br />

sul cappellino: con visiera e di colore<br />

chiaro riesce a respingere il 60 per cento<br />

dei raggi ultravioletti. A patto, però, di non<br />

tenere il bambino in spiaggia nelle ore più<br />

calde.<br />

Gli occhi dei bambini...<br />

Gli occhi dei bambini richiedono una protezione<br />

maggiore! La realtà è che i bambini<br />

sono più a rischio de<strong>gli</strong> effetti nocivi<br />

su<strong>gli</strong> occhi dovuti all’esposizione ai raggi<br />

UV rispetto a<strong>gli</strong> adulti, e questo per diverse<br />

ragioni.<br />

Ad esempio, non tutti sanno che<br />

- un bambino riceve, in media, tre volte l’esposizione<br />

ai raggi UV rispetto a un adulto<br />

- Il cristallino dell’occhio di un bambino al<br />

di sotto dei 10 anni permette l’assorbimento<br />

di una quantità 6 volte maggiore di<br />

radiazioni ultraviolette rispetto a<strong>gli</strong> occhi di<br />

un adulto<br />

- La protezione della pelle nei primi 18 anni<br />

di vita può diminuire il rischio di tumori<br />

della pelle di oltre il 50%.!<br />

Si calcola che a 12 anni l’occhio ha assorbito<br />

oltre 2/3 delle radiazioni ultraviolette<br />

che assorirà in tutto il corso della vita!<br />

- Non è mai troppo presto per cominciare<br />

a prendersi cura de<strong>gli</strong> occhi dei propri fi<strong>gli</strong>.<br />

Ecco perché prendersi cura de<strong>gli</strong> occhi dei<br />

bambini è così importante.<br />

QUALI OCCHIALI DA SOLE<br />

SCEGLIERE PER I BAMBINI<br />

Gli occhiali da sole vanno acquistati dall’ottico<br />

che, assieme all’etichetta con marchio<br />

CE, rilascia certificazione di garanzia con le<br />

caratteristiche delle lenti (infrangibili, con<br />

filtro solare al 100 per cento) e della montatura<br />

(anallergica, materiale atossico,<br />

forme arrotondate), sce<strong>gli</strong>endo la montatura<br />

di misura adeguata per adattarsi alle<br />

dimensioni del viso. Gli occhiali da sole<br />

devono coprire bene tutto l’occhio. Come<br />

colori, marroni, verdi o grigio sono ideali in<br />

città, mentre per il mare o la montagna<br />

sono preferibili più scuri.<br />

GLI OCCHIALI DA SOLE PER I<br />

BAMBINI MIOPI E ASTIGMATICI<br />

Per i bambini con difetti visivi l’ideale sono<br />

le lenti fotocromatiche: sono infrangibili,<br />

graduate e si adattano da sole alle condizioni<br />

di luminosità. In pratica diventano<br />

scure se il bambino è in una zona illuminata<br />

e si schiariscono se va all’ombra.<br />

Quelle di ultima generazione lo fanno in<br />

tempi rapidissimi e proteggono in modo<br />

molto efficace da Uv e luce blu. I bambini<br />

hanno bisogno di prodotti ottici sicuri<br />

e antiurto e sono pertanto ottimi candidati<br />

per queste lenti, disponibili in<br />

materiali robusti, leggeri, antiurto e<br />

inscalfibili per tutta la gamma di materiali<br />

ottici e di marchi.<br />

Contro i danni a<strong>gli</strong> occhi provocati dalla<br />

luce possono proteggere soltanto de<strong>gli</strong><br />

occhiali da sole con filtro protettivo contro<br />

i raggi ultravioletti.<br />

Un paio di occhiali semplicemente oscurati<br />

ma senza alcuna azione filtrante non<br />

soltanto è inutile ma anche estremamente<br />

pericoloso, perché dietro a<strong>gli</strong><br />

occhiali scuri le pupille si dilatano facendo<br />

così arrivare indisturbate radiazioni<br />

ultraviolette ancora più dannose al cristallino<br />

e alla retina.<br />

La sensibilità dei bambini...<br />

Per i bambini sono quindi indicati filtri di<br />

qualità, perché <strong>gli</strong> occhiali per loro vengono<br />

spesso considerati soltanto come<br />

dei giocattoli, anche se proprio i loro<br />

occhi sono i più sensibili.<br />

di Paolo Balzamo<br />

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Difendi le persone a te più care da un disagio<br />

economico, consentendo loro di ricevere una<br />

copertura finanziaria,<br />

anche in caso di prematura scomparsa.<br />

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12<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Roma che se n’è andata:<br />

Visita alle sette Chiese, il pelle<br />

Un certo numero di<br />

religiosi, all’ora<br />

della passeggiata<br />

pomeridiana, avevano<br />

cominciato a<br />

ritrovarsi sul sagrato<br />

della chiesa di<br />

San Girolamo della<br />

Carità in via<br />

Monserrato a<br />

di Riccardo Consoli<br />

pochi passi da<br />

Piazza Farnese; questo incontro quotidiano<br />

non passò inosservato ai romani che<br />

non tardarono a individuare quei religiosi<br />

come “ … <strong>gli</strong> amici di Padre Filippo Neri, il<br />

fiorentino … “.<br />

Secondo tradizione questa chiesa, sorta<br />

sulla casa dove era vissuto San Girolamo,<br />

fu tenuta dai Minori Osservanti fino al<br />

1534 quando si trasferirono sull’Isola<br />

Tiberina e fu da allora che Clemente VII,<br />

Giulio de’ Medici, 1523 - 1534 la concesse<br />

ad una Confraternita di nobili fiorentini<br />

all’insegna della carità titolo attribuito, da<br />

qui in avanti, alla medesima chiesa; nel<br />

Convento posto accanto abitò per oltre<br />

trent’anni Filippo Neri e la camera dove<br />

e<strong>gli</strong> visse così a lungo ospitò frequenti<br />

incontri e colloqui di ben quattro Santi<br />

Filippo Neri, Firenze 1515 - Roma 1595,<br />

fondatore della Congregazione de<strong>gli</strong><br />

Oratoriani, Carlo Borromeo, Ignazio da<br />

Lodola e Felice da Cantalice.<br />

Correva il 25 febbraio dell’anno 1552, giorno<br />

di giovedì grasso, quando Padre<br />

Filippo, per la prima volta, oppose ai<br />

festeggiamenti del Carnevale romano la<br />

meditazione della Passione e la devozione<br />

nei confronti dei luoghi più sacri di Roma,<br />

nasceva così il Pellegrinaggio alle sette<br />

Chiese.<br />

Tutto era cominciato nel maggio dell’anno<br />

precedente allorquando Padre Filippo Neri,<br />

novello sacerdote, aveva preso dimora nel<br />

luogo innanzi descritto e, nella chiesa di<br />

San Girolamo della Carità, s’intrattenevano<br />

con lui diverse persone, non solo religiosi,<br />

che poi uscivano per una passeggiata;<br />

a volte, superato Ponte Sant’Angelo, si<br />

dirigevano verso San Pietro per una visita<br />

alla tomba dell’Apostolo, oppure si dirigevano<br />

verso l’Esquilino alla volta di Santa<br />

Maria Maggiore, la domenica poi, Padre<br />

Filippo attendeva i suoi fi<strong>gli</strong>oli sul sagrato<br />

della chiesa per una scampagnata, il cammino,<br />

in questo caso, diventava più lungo<br />

e le mete erano diverse: San Paolo, le<br />

Catacombe di San Sebastiano, San<br />

Giovanni in Laterano, Santa Croce in<br />

Gerusalemme.<br />

Padre Filippo e i suoi amici amavano definire<br />

queste passeggiate “visite” come se si<br />

andasse a far visita alla casa di un amico,<br />

con la differenza che le case visitate erano<br />

luoghi cari alla memoria cristiana, è con<br />

questa spontaneità che nasceva la Visita<br />

alle sette Chiese, il pellegrinaggio più<br />

famoso di Roma.<br />

A onor del vero alcuni studiosi dell’epoca<br />

sostenevano che il Padre Filippo Neri non<br />

avrebbe inventato nulla di nuovo essendosi<br />

limitato piuttosto a riesumare quella che<br />

era stata una antichissima tradizione;<br />

ovviamente non è dato sapere quali siano<br />

state le origini di questa secolare tradizione<br />

tipicamente romana, tuttavia un primo<br />

limite è costituito dalla data di fondazione<br />

delle sette basiliche oltre il quale, non possibile<br />

risalire.<br />

Ma vediamo di conoscere me<strong>gli</strong>o le sette<br />

basiliche meta di questo pellegrinaggio,<br />

cinque di esse: San Pietro, San Paolo, San<br />

Giovanni, Santa Croce e San Lorenzo,<br />

furono erette per iniziativa di Costantino,<br />

Santa Maria Maggiore risale alla prima<br />

metà del V secolo e il culto di San<br />

Sebastiano risale alla prima metà del II<br />

secolo, sarebbe quindi errato pensare ad<br />

una tradizione antecedente a queste date.<br />

Tuttavia è possibile che, prima del Santo<br />

fiorentino, gruppi di fedeli abbiano compiuto<br />

quell’itinerario allo scopo di acquisire<br />

indulgenze, comunque Padre Filippo non<br />

poteva di certo contare su una tradizione<br />

consolidata e la sua vera innovazione fu<br />

quella di costituire una visita collettiva,<br />

una occasione di aggregazione spirituale e<br />

di rinnovamento proprio in un periodo<br />

durante il quale il Carnevale di Roma, di<br />

cui ho trattato in altra sede, sembrava<br />

volesse respingere il pensiero della penitenza<br />

e della stessa vita cristiana.<br />

La tradizione che più da vicino ci interessa<br />

e quella della c.d.stationes allorquando<br />

venne introdotta la consuetudine in base<br />

alla quale il Pontefice non diceva Messa<br />

sempre nel medesimo luogo, ma presso<br />

una chiesa di particolare prestigio dove<br />

celebrava l’Eucarestia; nasceva in tal<br />

modo una particolare tradizione di processioni<br />

che attraversavano la città sino a raggiungere<br />

il luogo prescelto, si costituirono<br />

così le c.d. “chiese principali” a partire<br />

dalla basilica costantiniana per eccellenza<br />

ossia San Giovanni e, a seguire, le già citate<br />

San Pietro, San Paolo, Santa Croce e<br />

San Lorenzo.<br />

Alcuni testi del seicento, trattando delle<br />

sette chiese, mettono in evidenza la circostanza<br />

che, ogni tratta dell’itinerario, costituirebbe<br />

una sorta di anticipazione della<br />

Via Crucis così individuata: dal Cenacolo al<br />

Getsemani, dall’orto alla casa di Anna, da<br />

questa alla casa di Caifa, da li a quella di<br />

Pilato, a quella di Erode, di nuovo da<br />

Erode a Pilato e, infine, dal palazzo di<br />

Pilato al Calvario.<br />

Il Pellegrinaggio alle sette Basiliche, iniziato<br />

da Padre Filippo Neri, ebbe un tale successo<br />

che, in pochi anni, con il crescere<br />

della popolarità di quel sacerdote, arrivò a<br />

coinvolgere centinaia di persone fino a<br />

raggiungere, sotto il pontificato di Pio IV,<br />

Giovan Angelo de’ Medici, 1560 - 1565, il<br />

numero di seimila partecipanti; senza<br />

volere, quasi senza accorgersene, Padre<br />

Filippo aveva coinvolto tutta Roma.<br />

Il percorso, lungo sedici mi<strong>gli</strong>a, fu originariamente<br />

affrontato in due giorni con partenza,<br />

il mercoledì sera da San Girolamo<br />

della Carità da dove, attraversato ponte<br />

Sant’Angelo, si faceva visita a<strong>gli</strong> ammalati<br />

dell’ospedale Santo Spirito, quindi il corteo<br />

si racco<strong>gli</strong>eva presso la basilica di San<br />

Pietro; il mattino seguente l’appuntamento<br />

era fissato presso la basilica di San<br />

Paolo da dove, percorsa via della Sette<br />

Chiese, si giungeva a San Sebastiano, qui<br />

si per partecipare alla Santa Messa a cui<br />

faceva seguito l’omelia di Padre Filippo o<br />

di altri sacerdoti, quindi, una refezione.<br />

Il lungo cammino era continuamente rallegrato<br />

da melodie e preghiere che spezzavano,<br />

in un festoso clima di giubilo, le lunghe<br />

pause di contemplazione e di silenzio,<br />

famoso il “ … canto delle vanità … “ la cui<br />

composizione è attribuita a tale Giovanni<br />

Animuccia, uno dei compagni di Padre<br />

Filippo Neri; il canto così ammoniva “ …<br />

vanità di vanità / ogni cosa è vanità / tutto<br />

il mondo è ciò che ha/ ogni cosa è vanità<br />

… “ L’apostolo di Roma, come venne<br />

chiamato Filippo Neri, aveva concepito una<br />

celebrazione spirituale piuttosto moderna<br />

e perfettamente in linea con lo spirito del<br />

tempo, da un lato una forte accentuazione<br />

dell’aspetto penitenziale e di riflessione<br />

sulla fragilità dell’uomo, dall’altro lato la<br />

fede vissuta nel suo aspetto gioioso e<br />

festivo, anche con la collaborazione delle<br />

arti e, questa mescolanza tipicamente<br />

romana fra il sacro e il profano, consentiva<br />

a Padre Filippo di chiamare la visita alle<br />

sette chiese il “ … Carnevale cristiano … “<br />

Una refezione si diceva, orbene con il passare<br />

de<strong>gli</strong> anni il luogo prescelto divenne<br />

Villa Celimontana di proprietà dei Mattei,


<strong>Campo</strong> de’ fiori 13<br />

luoghi, figure, personaggi<br />

grinaggio più famoso di Roma<br />

una villa che veniva<br />

aperta al pubblico<br />

una volta l’anno proprio<br />

in occasione<br />

della processione,<br />

infatti, dopo la visita<br />

di San Sebastiano, i<br />

fedeli entravano a<br />

Villa Celimontana per<br />

riposarsi e rifocillarsi<br />

grazie all’ospitalità dei<br />

proprietari che per<br />

l’occasione aprivano<br />

le porte ai “filippini”<br />

offrendo loro una<br />

refezione gratuita<br />

costituita da una<br />

pagnotta, vino, un<br />

uovo sodo, due fette<br />

di salame, un pezzo<br />

di formaggio e due<br />

mele per ciascuno dei<br />

partecipanti, il tutto<br />

dentro un cestello.<br />

I personaggi di<br />

riguardo trovavano<br />

posto sui gradoni del<br />

teatro interno alla<br />

villa, mentre il popolo<br />

si accomodava sul<br />

prato antistante,<br />

dopo la benedizione<br />

un bambino recitava<br />

un sermone accompagnato da suoni e da<br />

canti usanza, questa, che durò fino alla<br />

fine dell’ottocento.<br />

Il Celio all’epoca risultava scarsamente<br />

edificato, l’intero colle era infatti occupato<br />

da Monasteri, Ville, tra cui Villa<br />

Celimontana e soprattutto vigneti, l’unica<br />

zona edificata si poteva riscontrare lungo<br />

la Via San Giovanni in Laterano strada percorsa<br />

dai cortei papali in occasione del c.d.<br />

“ … possesso … “ allorquando il Pontefice<br />

nuovo eletto, quale Vescovo di Roma, si<br />

muoveva solennemente dal Vaticano perraggiungere<br />

la sua cattedrale di San<br />

Giovanni in Laterano.<br />

La visita alle sette chiese non poteva di<br />

certo sfuggire a Giggi Zanazzo, cultore<br />

de<strong>gli</strong> usi e dei costumi popolari romani<br />

dell’ottocento, ne ho trattato in altra sede;<br />

e<strong>gli</strong> così scriveva sulla visita “ … se ne<br />

ponno visità cinque in una giornata e l’antre<br />

dua in un antra … “<br />

Con il passare del tempo la visita divenne<br />

tradizione consolidata e l’idea di Padre<br />

Filippo Neri trovò consenso anche fuori<br />

dalla città dei Papi, infatti, Gregorio XIII,<br />

Ugo Boncompagni, 1572 - 1585, su preghiera<br />

dell’arcivescovo di Milano Carlo<br />

Borromeo, estese anche alle sette principali<br />

chiese della città lombarda le medesime<br />

indulgenze delle sette basiliche romane.<br />

Nel 1999 alcuni studiosi decisero di dare<br />

vita al volume dal titolo “I luoghi giubilari<br />

di Roma”, ma per loro si pose immediatamente<br />

il problema di quale fosse il legame<br />

fra il Giubileo e l’itinerario delle Sette chiese<br />

infatti, malgrado i due itinerari di pellegrinaggio<br />

fossero seguiti da innumerevoli<br />

pellegrini, le Sette chiese non erano mai<br />

state inserite tutte insieme nella venerazione<br />

de<strong>gli</strong> Anni Santi.<br />

Soltanto nell’anno 2000, in occasione del<br />

grande Giubileo indetto da Giovanni Paolo<br />

II, tutte le chiese delle famose peregrinazioni<br />

“filippine” sono indicate, per la prima<br />

volta, come luoghi nei quali recarsi per<br />

ricevere l’indulgenza propria del Giubileo.<br />

Antonio Lafrèry - Le<br />

sette chiese di Roma - Incisione del 1575<br />

Le Sette Chiese di Roma<br />

Per essere venuto l’anno del santo<br />

Jubileo<br />

concesso da Nostro Sig. Gregorio XIII<br />

secondo<br />

l’anticho consueto è fatto questo disegno<br />

con il<br />

circuito de Roma, dove si vedono dette<br />

chiese<br />

cavate dal naturale, et se non poste nel<br />

suo luogo ogni persona iuditiosa conoscerà<br />

depender la causa per non haver più spatio.<br />

Di queste sette chiese quattro sono le<br />

privilegiate<br />

segnate con li Santi à che son<br />

dedicate, et con una et in esse si pi<strong>gli</strong>a il<br />

Santo Jubileo, il quale i Dio ci dia la sua<br />

santa<br />

Pace per poterlo acquistare nel presente<br />

anno 1575<br />

Ant. Lafrèy. Romae


14<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

HANNAH MONTANA: THE MOVIE<br />

Hannah Montana: the<br />

movie, Usa, 2009.<br />

Genere: commedia;<br />

regia: Peter Chelsom;<br />

di<br />

sceneggiatura: Dan<br />

Maria Cristina Berendsen; interpreti:<br />

Caponi Miley Cyrus, Billy Ray<br />

Cyrus, Vanessa<br />

Williams, Emily Osment, Jason Gunn,<br />

Melora Hardin; fotografia: David<br />

Hennings; distribuzione: Walt Disney<br />

Studios Motion Pictures; durata: 102<br />

minuti .<br />

Il personaggio Hannah Montana<br />

Hannah Montana è una platinata pop star<br />

adolescente in grado di fare il tutto esaurito<br />

ai suoi concerti. Inoltre, ha milioni di<br />

sostenitori suoi coetanei che seguono con<br />

venerazione e trepidazione ogni sua esibizione<br />

canora. Di giorno, al contrario, la<br />

giovane appende al chiodo i suoi variopinti<br />

abiti di scena e la bionda capi<strong>gli</strong>atura,<br />

per assumere le sue vere fattezze. Difatti,<br />

Miley Stewart è la sua effettiva identità<br />

ovvero quella di una ragazzina come<br />

tante, costretta ad barcamenarsi tra la<br />

scuola, i compagni e i problemi tipici della<br />

sua età. Soltanto <strong>gli</strong> amici intimi e la sua<br />

fami<strong>gli</strong>a sono a conoscenza di questo<br />

segreto e lo custodiscono, non facendone<br />

parola a nessuno. Insomma, Miley Stewart<br />

e Hannah Montana sono due facce della<br />

stessa meda<strong>gli</strong>a, esattamente come<br />

superman e il suo alter ego Clark Kent o<br />

spiderman e Peter Parker.<br />

Fama di Hannah Montana in Italia<br />

Il personaggio di Hannah Montana è stato<br />

lanciato ne<strong>gli</strong> Stati Uniti su Disney Channel<br />

nel 2006 e sin dalla sua prima apparizione<br />

la serie ha riscosso un incredibile successo,<br />

fino al punto da diventare un vero e<br />

proprio fenomeno mediatico.<br />

L’acclamazione definitiva l’ha avuta quest’anno,<br />

guadagnandosi un’ambita nomination<br />

a<strong>gli</strong> Emmy Awards, ovvero i noti<br />

riconoscimenti dedicati alla produzione<br />

televisiva statunitense e internazionale,<br />

rivolti al settore dell’intrattenimento. In<br />

Italia, la sitcom è arrivata su Disney<br />

Channel Italia solo il 21 settembre 2006 e<br />

da allora non si contano più le mi<strong>gli</strong>aia di<br />

fan di Hannah Montana, giunta oramai alla<br />

terza stagione televisiva. Queste ammiratrici<br />

sono da ricercare essenzialmente in<br />

un target di pubblico che oscilla fra <strong>gli</strong> 8 ai<br />

16 anni di età; già le diciassettenni, infatti,<br />

iniziano a storcere il naso di fronte ad<br />

un personaggio come Hannah Montana<br />

che è stato annoverato tra i cento spettacoli<br />

più influenti a livello mondiale. E non<br />

è poco, assolutamente. Ora, la fortunata<br />

serie televisiva di Disney Channel Hannah<br />

Montana tenta il colpaccio, sbarcando<br />

addirittura sul grande schermo.<br />

Successo di Hannah Montana: the<br />

movie in America<br />

In America il film è uscito il 10 aprile, racimolando<br />

la cifra record di ben 34 milioni di<br />

dollari nel primo week end di programmazione.<br />

Da noi, invece, si è dovuto attendere<br />

fino al 30 dello scorso mese, per poter<br />

apprezzare la pellicola.<br />

Hannah Montana: the movie ovvero<br />

un musical per teen ager<br />

Il suo punto di forza si polarizza nella<br />

accorta fattura confezionata dal regista<br />

Peter Chelsom e nei nuovi tredici brani<br />

musicali, tutti assolutamente inediti. Tra<br />

questi, il più riuscito anche per quanto<br />

riguarda coreografia, è quello a base di un<br />

perfetto mix tra hip hop e musica country.<br />

Sembra proprio che questa sia la stagione<br />

calda dei musical cinematografici, come<br />

già suggeritoci dal successo planetario del<br />

musical Mamma mia!, ispirato alle musiche<br />

de<strong>gli</strong> ABBA e da High School Musical 3<br />

Senior Year.<br />

Trama di Hannah<br />

Montana: the movie<br />

Il film Hannah Montana<br />

the movie riprende,<br />

allargandolo, lo spunto<br />

della serie televisiva<br />

relativo alla doppia personalità<br />

della teen ager<br />

Miley Cyrus. La trama<br />

della pellicola parte dai<br />

capricci della giovane<br />

pop star che, al vertice<br />

della fama, inizia a<br />

dimenticare i valori con<br />

cui è stata educata. Per<br />

questo motivo, il padre<br />

prende una decisione drastica, riconducendola<br />

per circa un paio di settimane<br />

nella sua cittadina di origine, Crowley<br />

Corners in Tennessee. Qui a contatto con<br />

le sue radici e con <strong>gli</strong> splendidi scenari<br />

naturali, Miley pian piano ritrova se stessa<br />

e aiuta il suo paesino in gravi difficoltà<br />

economiche, organizzando un concerto in<br />

cui si esibirà Hannah Montana. In tutto<br />

questo, Miley sarà tallonata da un paparazzo<br />

alla ricerca dei possibili scheletri nell’armadio<br />

di Hannah Montana. Senza rivelare<br />

il finale, posso solo anticipare che<br />

Miley a questo punto si troverà di fronte<br />

ad un bivio e dovrà prendere una decisione,<br />

sce<strong>gli</strong>endo finalmente se essere<br />

Hannah Montana a tempo pieno o semplicemente<br />

Miley, la ragazza della porta<br />

accanto. Hannah Montana the movie èla<br />

commedia musicale più attesa dai giovanissimi<br />

in questo inizio anno 2009. L’attrice<br />

in erba Miley Cyrus, a parte il proprio assodato<br />

status di mini star, si dimostra abbastanza<br />

versatile sia nel recitare sia nel cantare.<br />

La morale finale classica targata<br />

Disney non manca in una trama alquanto<br />

insulsa tutta basata sulla contrapposizione<br />

tra i morigerati costumi campagnoli e le<br />

lusinghe tentatrici del mondo dello showbusiness.<br />

Come se non bastasse, a fiaccare<br />

ulteriormente il film interviene una sceneggiatura<br />

incoerente a cui non mancano<br />

siparietti comici solo in parte riusciti.<br />

Assolutamente sconsi<strong>gli</strong>ato a tutti coloro<br />

che hanno superato da tempo la so<strong>gli</strong>a<br />

della maturità.<br />

Miley Cyrus: gavetta e curiosità.<br />

Miley Cyrus, per chi ancora non lo sapesse,<br />

è il nome dell’attrice che impersona<br />

Hannah Montana. Fi<strong>gli</strong>a del famoso cantante<br />

country Billy Ray Cyrus, Miley ancora<br />

bambina inizia a suonare la chitarra e a<br />

scrivere testi musicali spinta dal padre.<br />

Piccola curiosità: l’interprete che ha il<br />

ruolo del padre di Hannah Montana sia<br />

nella serie tv sia nel film è proprio Billy Ray<br />

Cyrus, il genitore di Miley Cyrus. Nel 2005<br />

l’attrice allora tredicenne vince il provino<br />

indetto dalla Disney per trovare la protagonista<br />

di Hannah Montana e da<br />

quel momento la sua vita è cambiata<br />

completamente. Ultimamente<br />

gira la voce che Miley Cyrus sarebbe<br />

pronta ad abbandonare il personaggio<br />

che l’ha resa famosa, per<br />

cimentarsi in un film drammatico<br />

hollywoodiano.<br />

Hannah Montana: the movie è<br />

un film adatto a una determinata<br />

fascia di pubblico: 6-15<br />

anni. Altri film che posso essere<br />

considerati dei “capisaldi” del<br />

genere.<br />

Prima di Hannah Montana, abbiamo<br />

avuto il pessimo film delle Bratz, le<br />

famose bambole rivali di Barbie. Il<br />

flop di questa pellicola è dipeso dal suo<br />

essere una sorta di ibrido technicolor fra<br />

un chiassoso cartone animato e un serial<br />

televisivo per teenager; il tutto farcito con<br />

la buona parabola dell’essere solamente<br />

se stessi. Diversa sorte è toccata ad un<br />

altro dei capisaldi di questo genere come<br />

High School Musical III che non ha tradito<br />

le aspettative di tutti i suoi fans, regalando<br />

un sano intrattenimento, scoppiettanti<br />

passi di danza e graziose canzoni pop. Ma<br />

la commedia non è il solo genere per questa<br />

tipologia di film che abbracciano una<br />

fascia di pubblico che va dai 6 ai 15 anni<br />

di età. Anche il fantastico è un ottimo<br />

campo per queste pellicole, basti vedere il<br />

successo della saga di Harry Porter, giunto<br />

ormai al sesto episodio con Harry Porter e<br />

il principe mezzo sangue in uscita a lu<strong>gli</strong>o<br />

o le gesta dei vampiri di Twilight che riverdiscono<br />

il genere film di ragazzi per ragazzi.


<strong>Campo</strong> de’ fiori 15<br />

Nacque ad Acquapendente, si fece monaco a Montefiascone.<br />

G.B. Casti, poeta libertino<br />

di Secondiano Zeroli<br />

Così il PARINI<br />

descrive il librettista<br />

e poeta del<br />

‘700, l’abate<br />

GIOVAN BATTI-<br />

STA CASTI, nato<br />

ad Acquapendete<br />

(Vt), nel<br />

1724 e morto a<br />

Parigi nel 1803:<br />

“Un prete brutto, vecchio e puzzolente<br />

Dal mal moderno tutto quanto guasto<br />

E che, per bizzarria dell’accidente<br />

Dal nome del casato è detto casto”.<br />

Eppure l’esuberante aquesiano era uomo<br />

ricchissimo d’ingegno, tanto che appena<br />

quindicenne fu nominato professore d’eloquenza<br />

presso il seminario vescovile di<br />

Montefiascone, dove pochi anni più tardi<br />

riceverà l’abito monacale. Il Casti è soprattutto<br />

legato al poema in sesta rima intitolato:<br />

“Gli animali parlanti”, scritto tra<br />

Vienna e Parigi. Il tema era molto in voga<br />

nel Settecento e riguardava un insieme di<br />

favole con protagonisti <strong>gli</strong> animali, in cui ci<br />

si innestavano scene rivoltanti e allusioni<br />

clamorose verso i “vips” dell’epoca.<br />

L’abate di Acquapendente , come già<br />

detto, fu anche librettista e a questo proposito<br />

sono rimaste epiche le sfide con il<br />

suo rivale LORENZO DA PONTE, sfide che<br />

avevano come obiettivo quello di diventare<br />

poeti di corte. E la corte era quella di<br />

Vienna, dominata dal capriccioso imperatore<br />

Giuseppe II: i due contendenti furono<br />

nella capitale asburgica nel 1783, per contendersi<br />

il posto lascIato vacante da Pietro<br />

METASTASIO. In un primo tempo la sfida<br />

fu appannaggio del Da Ponte, ma successivamente<br />

(nel ’92) il Casti venne richiamato<br />

e nominato poeta cesareo. Tutte<br />

queste vicende si possono ricavare leggendo<br />

il bel libro di Pierluigi PANZA<br />

“Italiani nell’Opera. Casti, Salieri, Da<br />

Ponte, Mozart”. Su quest’ultimo l’autore ha<br />

parole di grandissima ammirazione e non<br />

manca di formulare delle ipotesi sulla<br />

natura di alcune sue opere liriche, sulla<br />

scelta delle cantanti (donne facilmente<br />

conquistabili dal compositore e dal librettista…)<br />

e nella controversa amicizia con<br />

Salieri. Per Pierluigi Panza, non vi fu omicidio,<br />

anzi il Salieri fu fatto accomodare ai<br />

piedi del letto di morte, mentre il grande<br />

Amadeus componeva la partitura del suo<br />

celeberrimo REQUIEM.<br />

Ma per tornare al Nostro, fanno rabbrividire<br />

le cattiverie, le vi<strong>gli</strong>accherie, le calunnie,<br />

che seminò, le donne che concupì, i<br />

tormenti che <strong>gli</strong> arrecò la sifilide, sua snervante<br />

compagna di viaggio. Il Panza non<br />

concede sconti, il suo è davvero un ritratto<br />

senza filtri: “conobbi il sortilegio delle<br />

più sconce meretrici… Non si può descrivere<br />

quanto godevano quando le si legava<br />

al legno delle navi nei porti, quando, di<br />

notte, contorcevano le loro gonfie mammelle<br />

e le facevano urlare dal dolore. Ero<br />

sacerdote, sì, ma scaltro, scanzonato…”<br />

Così si esprime il Casti in una lettera a Da<br />

Ponte, poco prima di morire a Parigi.<br />

Stiamo, in bella sostanza, parlando d’un<br />

vero “tombeur de femme”, d’un abate<br />

molto sui generis, che però scrisse pregevolissimi<br />

libretti per opere musicati, da<br />

PAISIELLO e SALIERI. Come ogni<br />

Casanova che si rispetti anch’e<strong>gli</strong> conobbe<br />

però l’onta di essere respinto da una<br />

donna, esattamente la Marchesa LEPRI,<br />

alla quale indirizzò questi dolenti versi:<br />

“Quanta, o ingannevole donna maligna, in<br />

te perfidia corre ed alligna, so di qual indole,<br />

fille, tu sei, né son dimentico dei mali<br />

miei. Il ciel mi fulmini, il suol m’ingoi, s’io<br />

torni, o fillide, ne’ lacci tuoi”.<br />

Eravamo nel diciottesimo secolo, un tempo<br />

pieno di grandi energie e di insuperabili<br />

geni. Un posticino in quel funebro proscenio,<br />

lo ha, nel bene e nel male, occupato<br />

anche il nostro poeta e librettista libertino,<br />

Giovanni Battista Casti, abate di<br />

Acquapendente.


16 <strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

di Giovanni<br />

Francola<br />

Ecologia e Ambiente<br />

Le tempeste solari<br />

Le tempeste solari<br />

non sono altro che<br />

ondate di energia<br />

elettromagnetica,<br />

la composizione di<br />

questo vento solare è<br />

per il 73% di idrogeno<br />

e del 25% di elio<br />

con il resto formato<br />

da tracce. Questo<br />

vento ha una velocità<br />

che va dai 200 Km al<br />

secondo ai 900 Km al secondo, tenendo<br />

così una media di 550 Km/sec. In questa<br />

attività il Sole perde circa 800 Kg al secondo<br />

di materia che, pur essendo insignificante<br />

rispetto alla massa del Sole, è pur<br />

sempre una perdita. Questi non sono altro<br />

che numeri per far capire di quale e di<br />

quanta energia è composta una tempesta<br />

solare, ma la cosa che in questi ultimi<br />

decenni preoccupa maggiormente è il<br />

fatto che queste tempeste solari si sono<br />

ulteriormente intensificate, infatti si è<br />

passati da 30 tempeste solari ogni<br />

anno a 300 tempeste al mese. Anche<br />

la NAS ha pubblicato un vero dossier al<br />

riguardo, dove si parla esplicitamente dei<br />

potenziali rischi<br />

che potrebbero<br />

verificarsi nei<br />

prossimi anni. Già<br />

nel 1859 si verificò<br />

un fenomeno di<br />

tale attività che<br />

mise fuori uso<br />

tutti i sistemi di<br />

comunicazione<br />

esistenti sia ne<strong>gli</strong><br />

Stati Uniti che in<br />

Europa. E’ chiaro<br />

a tutti che se 150<br />

anni fa andarono<br />

in tilt soltanto le<br />

reti del telegrafo, in un mondo in cui le<br />

telecomunicazioni sono basi fondanti di<br />

innumerevoli attività umane, una replica di<br />

questo evento, potrebbe causare una<br />

devastazione, in termini sociali ed economici,<br />

più ampia e catastrofica. Tutto nasce<br />

dal fatto che la così detta “fase attiva” che<br />

il sole attraversa ogni 11 anni, generando<br />

appunto queste tempeste magnetiche,<br />

potrebbe essere sempre più intensa e<br />

potente, essendo così capace di mettere<br />

fuori uso i satelliti e sonde spaziali,<br />

o addirittura interrompere ogni<br />

rete di energia elettrica. Ma quel che è<br />

peggio immaginare, stando a quel dossier,<br />

è che, qualora si verificasse una così<br />

potente tempesta solare, i servizi d’emergenza<br />

potrebbero essere interrotti e perdere<br />

il totale controllo della situazione su<br />

tutta la Terra.<br />

Naturalmente ci si augura che il Sole,<br />

fonte di energia e di vita, continui le sue<br />

attività senza dover segnare la fine di una<br />

civiltà.<br />

Perché <strong>gli</strong> italiani non leggono? E’ una domanda che torna spesso, per spiegare perché non si legge o si legge poco in questo nostro<br />

Paese e si organizzano ricerche e dibattiti, dove emerge che i bambini e i ragazzi sono tra i maggiori lettori (ma i nostri bambini leggono<br />

meno dei loro coetanei europei). Molti editori si sono affrettati nel manifestare soddisfazione per le vendite natalizie e ottimismo<br />

per quelle future. Ma la realtà è che nel periodo di Natale il libro si vende perché come regalo costa poco e fa bella figura. Non<br />

vediamo davanti a noi momenti di grande ripresa e molte sono le librerie che, in Italia, hanno chiuso i battenti. La lettura non si può<br />

imporre, ma si può fare molto per promuoverla. Editori e librai hanno bisogno l’uno dell’altro e c’è bisogno dell’attenzione delle<br />

Istituzioni, delle biblioteche, delle scuole, dei premi letterari e dei media. Perché leggere? Perché i libri rendono mi<strong>gli</strong>ori.<br />

Perché ogni volta che si legge un libro ci si arricchisce un po’ e si acquisisce qualcosa che prima non si aveva. Leggere<br />

ti fa vivere in altri luoghi, in altri tempi, ti fa fare un’infinità di esperienze, che mai potresti fare nella realtà. Certo vorremmo<br />

sempre avere in mano quel tipo di libro per il quale vorresti che l’autore fosse un tuo amico, perché è riuscito a mettere nero<br />

su bianco tante sensazioni che senti tue, nel cuore e nella pelle. Non è sempre così, ma anche le peggiori letture, magari in un periodo<br />

diverso, diventano più comprensibili, più digeribili.Quindi leggere non è mai tempo perso!<br />

Le mie favole. Da Pinocchio a Harry Potter (passando per<br />

Berlusconi) - Margherita Hack. C’è un filo segreto che lega le<br />

favole alle stelle. Tutte e due sono lontane, ma tutte e due da quella<br />

distanze splendono di luce propria, e possono svelare tanti misteri.<br />

Una bella conferma del gemellaggio la dà Margherita Hack con<br />

Le mie favole (Edizioni dell’Altana). Acuta e controcorrente come<br />

sempre, l’astrofisica più famosa d’Italia racconta a modo suo <strong>gli</strong> eroi<br />

dell’Odissea e della Bibbia, di Collodi e di Lewis Carroll. Eroi incantati<br />

che sembrano sfidare le leggi della scienza e, invece, le hanno<br />

intuite senza saperlo. Come Alice, il cui Paese delle Meravi<strong>gli</strong>e anticipa<br />

l’antimateria e perfino la relatività di Einstein.<br />

ATTENZIONE<br />

Non dimenticate dal mese di giugno in<br />

poi, sono aperte le iscrizioni per prenotare<br />

i libri di testo per scuole elementari,<br />

medie, superiori, testi universitari.<br />

GRANDE NOVITA’ PER PREMIARE<br />

LA CLIENTELA:<br />

chi ordinerà i libri di testo entro e non<br />

oltre il 20 agosto 2009 avrà uno sconto<br />

del 10% sul prezzo di copertina!


<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

17<br />

Come eravamo<br />

GLI ESAMI NON FINISCONO MAI !<br />

E’ proprio vero che<br />

nella vita, non si finisce<br />

mai di imparare.<br />

Gli esami ai quali<br />

veniamo sottoposti,<br />

si susseguono in<br />

modo continuo nell’arco<br />

di una intera<br />

esistenza, e noi,<br />

di Alessandro Soli quasi senza rendercene<br />

conto, riusciamo,<br />

bene o male, a superarli tutti. La terminologia<br />

“esame”, ci fa subito pensare ad<br />

un ambito scolastico, dove fin da piccoli,<br />

veniamo messi a confronto prima con noi<br />

stessi, poi col nostro prossimo, spinti dalla<br />

necessità di imparare per conoscere il<br />

mondo che ci circonda.<br />

Quanti esami, quanto studio, quante<br />

paure, quante delusioni, quante soddisfazioni,<br />

hanno caratterizzato la nostra infanzia<br />

e adolescenza. Siamo cresciuti a “pane<br />

e ojo”, a “pane burro e marmellata”, noi<br />

che siamo i fi<strong>gli</strong> di quella guerra che, dopo<br />

tante distruzioni, ha cambiato il modo di<br />

vivere di tutti, con il progresso che, facendo<br />

passi da gigante, ci ha messo di fronte<br />

ad altri esami più difficili di quelli dei nostri<br />

padri. Certo, andando avanti con l’età, rimpiangiamo<br />

quel tipo di esami, perché non<br />

dobbiamo più affrontare una traduzione<br />

dal greco, o un irrisolvibile compito di<br />

matematica. Ora si tratta di esami clinici,<br />

ne vale della nostra salute, non dobbiamo<br />

affidarci alle nostre capacità intellettive,<br />

per la soluzione del problema, siamo totalmente<br />

nelle mani del medico.<br />

La paura è diversa, non c’entra il non essere<br />

preparato, non c’entra l’essere bocciato.<br />

Abbiamo paura della malattia, abbiamo<br />

paura di non farcela, ora veramente speriamo<br />

di essere rimandati, siamo disposti<br />

anche a ripetere l’anno, ora più che mai<br />

siamo attaccati alla vita.<br />

Com’è diversa l’attesa de<strong>gli</strong> esiti dell’esame:<br />

allora andavamo col cuore in gola a<br />

3<br />

4<br />

1 2<br />

Civita Castellana 1962 - Classe II media. 1. Renzo Alessandrucci, 2. Franco Aimola, 3. Erina,<br />

4. Rita Capozucchi, 5. Ponti, 6. Adriana Baldasserini, 7. Liana Fantera, 8. Daniela Costantini,<br />

9. Nadia De Angelis, 10. Delia De Angelis. Foto del Sig. Franco Aimola<br />

consultare “ i quadri” appesi nell’androne<br />

della scuola, cercando sempre di essere i<br />

primi, sperando di non incontrare nessun<br />

compagno che ti spifferava i risultati.<br />

Avevi sì un po’ di paura, specialmente se<br />

non eri sicuro al cento per cento di quello<br />

che avevi fatto. Poi entravi, e scorrendo<br />

rapidamente la riga col tuo nome, quasi<br />

non leggevi neanche i voti, ma guardavi<br />

solo che fossero tutti di colore nero, quello<br />

della sufficienza, perché i dolori e lo scoramento<br />

cominciavano col rosso.<br />

Ora invece, l’attesa dell’esame, è trepidante<br />

ma non angosciosa, la paura ti arriva<br />

quando il laboratorio di analisi, consegnandoti<br />

i risultati in una cartellina chiusa,<br />

li nasconde a<strong>gli</strong> occhi di tutti. Allora esci,<br />

apri, e cominci a leggere, cerchi di capirci<br />

5<br />

6<br />

7 8<br />

9 10<br />

qualcosa, guardi i valori e se vedi asterischi<br />

e crocette, non vedi l’ora di andare dal<br />

dottore, per una spiegazione.<br />

Quanto vorresti invece andare dal tuo vecchio<br />

professore di liceo a farti spiegare il<br />

perché di quella sottolineatura in matita<br />

blu, e sentirti dire:- Non preoccuparti, farai<br />

me<strong>gli</strong>o al prossimo compito in classe!.<br />

Invece oggi, speri solo che dopo la fila<br />

fatta in ambulatorio, il tuo medico ti dica:<br />

- Coraggio, stai attento a questo, non<br />

mangiare quello, la cosa non è grave,<br />

prendi questa medicina, poi fra quindici -<br />

venti giorni, faremo un altro esame.<br />

E’ proprio vero, “<strong>gli</strong> esami non finiscono<br />

mai”


18<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

PIAZZA DI SIENA:<br />

quattro giorni di emozioni nel cuore di Roma<br />

di Ilaria Becchetti<br />

Il concorso di Piazza<br />

di Siena è ormai un<br />

appuntamento fisso<br />

per la città di Roma<br />

ed è il più significativo<br />

bi<strong>gli</strong>etto da visita<br />

dell’equitazione<br />

italiana nel mondo.<br />

Si svolge nella<br />

splendida cornice di<br />

Villa Borghese da 76 anni a questa parte.<br />

Cavalli e cavalieri sono i protagonisti assoluti<br />

di una manifestazione che va oltre la<br />

competizione sportiva e che è contemporaneamente<br />

spettacolo, costume ed impatto<br />

mediatico. La manifestazione, svoltasi<br />

dal 28 al 31 maggio, ha visto l’alternarsi di<br />

gare sempre più emozionanti, tra le quali<br />

la Coppa delle Nazioni (a squadre), il Gran<br />

Premio Città di Roma (individuale) e la<br />

Potenza. Quest’ultima è sicuramente la<br />

categoria più apprezzata dal pubblico,<br />

dove la forza e il coraggio del cavallo eccellono.<br />

I concorrenti, infatti, devono affrontare<br />

nell’ordine una “triplice” e un “muro”,<br />

due tipi diversi di ostacoli la cui<br />

altezza viene<br />

progressivamente aumentata<br />

ad ogni barrage successivo<br />

fino alla conclusione della<br />

prova. Le gare si sono svolte<br />

nel famoso ovale di Piazza di<br />

Siena, un campo di pianta ellittica<br />

(150x50) con una superficie<br />

di gara apprezzata da tutti<br />

i cavalieri ed in grado di garantire<br />

ottime performance. Al<br />

compimento del suo 75° anno<br />

di età, nel 2007, Piazza di<br />

Siena si è presentata con una<br />

nuova veste: il suo tradizionale<br />

campo in erba, per la prima<br />

volta, ha lasciato il posto ad<br />

un tecnologico fondo sabbioso<br />

che ha riscontrato grande<br />

successo. L’interesse generale<br />

per questo concorso<br />

ippico è testimoniato dalla<br />

grandissima affluenza di pubblico che<br />

con entusiasmo crescente gremisce ogni<br />

anno le tribune nelle giornate di gare e<br />

dalla presenza di <strong>importanti</strong>ssimi sponsor<br />

che mai rinunciano alla visibilità cha una<br />

vetrina come Piazza di Siena può dare<br />

loro. Attesissimo come sempre il Carosello<br />

dei Carabinieri. La domenica sera, al termine<br />

delle gare, quando tutto quello che<br />

per quattro giorni è stato il centro del<br />

mondo equestre sta lentamente restituendo<br />

Piazza di Siena ai romani, uno squillo di<br />

tromba preannuncia l’arrivo del<br />

Reggimento dei Carabinieri a cavallo che<br />

fa il suo ingresso in campo per il celebre<br />

Carosello con l’accompagnamento musicale<br />

della Fanfara a cavallo. Si tratta di<br />

centoquarantacinque cavalli, divisi equamente<br />

tra quelli di mantello sauro e quelli<br />

di mantello grigio che si esibiscono in formazioni<br />

di linea, frazionamento in squadri<strong>gli</strong>e,<br />

incroci in diagonale, attraversamenti<br />

a pettine; tutte figure che ricalcano le batta<strong>gli</strong>e<br />

del passato. Non a caso il Carosello<br />

si conclude con la spettacolare carica che<br />

vede due formazioni fronteggiarsi ed<br />

incrociarsi sul campo ad alta velocità e con<br />

le spade dei cavalieri sguainate. Uno spettacolo<br />

davvero suggestivo che merita di<br />

essere visto almeno una volta nella vita.


20<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Una “Fabrica” di ricordi<br />

Personaggi, storie ed immagini di Fabrica di Roma<br />

‘A Madonna de’ Frati<br />

ritorna all’antico splendore<br />

di<br />

Sandro Anselmi<br />

Santa Maria della Pietà,<br />

“ ‘a Madonna de’ Frati ”,<br />

questa chiesa, un<br />

tempo fuori il paese,<br />

era immersa nelle campagne<br />

e fino a<strong>gli</strong> inizi<br />

del ‘900 i giovani ci<br />

andavano a giocare a<br />

ruzzola con le forme di<br />

formaggio, sfruttando il<br />

terreno pianeggiante<br />

davanti al grande portale. Anch’io me la<br />

ricordo quando ancora c’era soltanto la<br />

strada che lambiva il lato sud-est e nella<br />

sua facciata, per chi proveniva da Roma,<br />

c’era la scritta Fabrica di Roma composta<br />

da piccoli catarifrangenti incastonati nell’insegna<br />

blu. Ricordo che alle spalle dell’edificio,<br />

nel lato nord, dove ora corre l’altra<br />

strada che ha completamente isolato il<br />

complesso monumentale, c’era tutta campagna,<br />

ed era, questa, ad un livello più<br />

alto rispetto al piano della chiesa.<br />

Lì secoli addietro c’era l’orto dei frati.<br />

Sopra questi prati che cominciavano dal<br />

piazzale fuori porta (Piazzale Garibaldi), ed<br />

occupavano quasi interamente i due lati<br />

della strada, s’insediavano, durante le<br />

feste patronali, i caroselli, le macchinette a<br />

scontro ed il circo, ma quando poi la fami<strong>gli</strong>a<br />

Ruggeri, ne<strong>gli</strong> anni ’60, vendette i terreni<br />

che confinavano con la villa, vi nacque<br />

un’intensa zona abitata, che cambiò radicalmente<br />

la fisionomia dei luoghi.<br />

Alle spalle dell’edificio, vicino dove è ora la<br />

fontana, per anni vi si fermavano i carabinieri<br />

per controllare i veicoli in transito.<br />

Era quella una posizione strategica, perché<br />

chi usciva dal paese e faceva la curva, se<br />

li trovava davanti senza averli potuti scorgere<br />

prima.<br />

Ed allora quante volte abbiamo sentito dire<br />

che “giù ‘a Madonna de’ Frati fioccavano e<br />

contravenzioni”. Tra i tanti<br />

episodi di gente fermata, è<br />

rimasto famoso quello di<br />

Duilio Di Menichi, “Lello de<br />

Chiona”.<br />

Era stato appena reso obbligatorio<br />

l’uso del triangolo<br />

segnalatore di sosta, quando<br />

i carabinieri si trovarono<br />

a fermare Lello per un controllo<br />

e chieder<strong>gli</strong>elo.<br />

Il malcapitato, a questa<br />

richiesta, cascò letteralmente<br />

dalle nuvole poiché non<br />

ne conosceva nemmeno l’esistenza<br />

e così, tutto solerte<br />

pensò bene di mostrar<strong>gli</strong> “il<br />

triangolo ed anche la cote”,<br />

che aveva riposti nel “tascapane”<br />

(attrezzi questi che<br />

servivano per arrotare le<br />

falci). Possiamo immaginare il seguito...<br />

Nella chiesa c’era riposta la statua di Sant’<br />

Antonio Abate, ed ogni anno tutto il paese<br />

seguiva la sua processione, e lì arrivano<br />

anche quelle del Corpus Domini e dei Santi<br />

Patroni. Durante l’estate vi si è sempre<br />

celebrate la messa vespertina della domenica,<br />

ed ora, con la riapertura, il parroco<br />

ha deciso di celebrarvela tutti i giorni.<br />

1968 - demolizione de<strong>gli</strong> altari<br />

Ricci Vittorio con alcuni operai


<strong>Campo</strong> de’ fiori 21<br />

Il giorno 7 giugno è stata riaperta al culto la chiesa<br />

della Madonna della Pietà. Dopo l’importante<br />

lavoro di consolidamento e restauro, diretto<br />

dall’Architetto Giuseppe Cencelli, il monumento è<br />

tornato al suo antico splendore. L’aggiunta di una<br />

suggestiva illuminazione esterna, ha arricchito l’elegante<br />

prospetto dando<strong>gli</strong> un fascino nuovo, particolare.<br />

Ha concelebrato il Vescovo S.E. Romano<br />

Rossi insieme al parroco del paese don Terzilio e ai<br />

parroci don Maurizio, don Mauro, don Pasquale e<br />

don Agostino.<br />

Presenti tutte le autorità ed un foltissimo pubblico<br />

di fedeli.<br />

Cenni storici. A causa della mancanza di documentazione<br />

certa, la costruzione della chiesa si fa<br />

risalire al periodo compreso fra la fine dell’epidemia<br />

di peste, che si diffuse in Italia a partire dal 1523,<br />

e il pontificato di Paolo III Farnese (1534 – 1549),<br />

il quale formò ufficialmente il Ducato di Castro e<br />

Ronci<strong>gli</strong>one, per il proprio fi<strong>gli</strong>o Pierluigi.<br />

Durante la sua costruzione, il progetto originario<br />

deve aver subito delle variazioni.<br />

L’impianto ottogonale doveva inizialmente essere<br />

coperto da una cupola a padi<strong>gli</strong>one mai realizzata<br />

e la navata unica coperta a volta. La tipologia<br />

dell’ottagono richiama altre strutture della<br />

zona, realizzate dall’architetto Antonio da<br />

Sangallo il Giovane.<br />

Nel XVI secolo divenne la seconda chiesa di<br />

Fabrica per importanza, dopo la chiesa di San<br />

Silvestro. Dal 1554 in poi, infatti, ebbero inizio<br />

una serie di riparazioni, viste le condizioni ancora<br />

precarie della struttura, tanto che la comunità<br />

decise di mettere a riparo il fonte battesimale,<br />

trasportandolo nella chiesa di San Silvestro.<br />

Poco dopo venne edificato un corpo di fabbrica<br />

affiancato alla tribuna ottogonale, destinato a<br />

convento per i frati. Da qui la denominazione<br />

Madonna dei Frati, utilizzata ancor oggi dai<br />

fabrichesi.<br />

Nel 1603, infatti, il Vescovo Andrea Longo assegnò<br />

la chiesa a<strong>gli</strong> agostiniani, a condizione che mantenessero nel convento un priore con un altro sacerdote ed un frate laico. Risale al<br />

1561, stando ad un documento conservato presso l’Archivio diocesano di Nepi, la demolizione della volta della navata, impoverendo<br />

ulteriormente la chiesa nella veste di decoro architettonico e liturgico, tanto che il convento fu chiuso per volere del pontefice e i frati<br />

furono mandati ad allargare la già consistente comunità che si trovava presso Santa Maria del Soccorso, nel vicino paese di Corchiano.<br />

Subito dopo, nel 1660, la comunità di Fabrica avviò <strong>importanti</strong> lavori per consolidare il tetto, le celle dei frati ed una piccola cappella,<br />

forse dedicata a San Lorenzo. Tutto questo con una spesa di 35 scudi per muratori e falegnami e poco meno di uno scudo per l’eremita<br />

della Madonna che viveva nei pressi del Convento. Nel 1675, però, <strong>gli</strong> Agostiniani riuscirono a riappropriarsi del convento, pagando<br />

otto scudi alla Curia Romana. Ma nel 1785 <strong>gli</strong> stessi lasciarono definitivamente la chiesa in quanto non amministravano più i sacramenti<br />

ed erano diventati solo un peso per la comunità. Nel 1794 , Papa Pio VI elevò la chiesa di San Silvestro a Collegiata, e pensò di far passare<br />

i beni del convento tra i beni dell’arcipretura e del capitolo, ma il Comune si oppose e il convento, con annesso l’orto, rimase tra<br />

i beni comunali, mentre la chiesa rimase alla parrocchia. Nel secolo successivo, la chiesa venne utilizzata anche come cimitero. Solo nel<br />

1968 si ebbero i primi lavori inerenti al presbiterio, in seguito allo spostamento dell’altare maggiore versus populum.<br />

In seguito alla demolizione della tela dell’altare, si scoprì un dipinto sottostante, che riproduceva la Vergine con il Bambino e i Santi.<br />

Immagine che tutt’ora si ammira. Nel 1978, a seguito di un crollo, venne rifatta una porzione del tetto della Tribuna e nell’ ’82 venne<br />

eseguita la consacrazione dell’altare maggiore.<br />

Da ultimo i lavori di restauro svolti tra il 2008 e il 2009.


22<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Civita Castellana 4 dicembre 1798<br />

un’importante pagina di Storia, un giorno decisivo nello scontro tra le truppe francesi e napoletane<br />

Sabato 9 maggio, presso la Sala<br />

Conferenze dell’Hotel Relais Falisco di<br />

Civita Castella, si è tenuta la Conferenza<br />

sul tema “La batta<strong>gli</strong>a di Civita Castellana,<br />

4 dicembre 1798”. Dopo una breve introduzione<br />

all’argomento da parte dallAvv.<br />

Alessandro Fortuna, la parola è passata al<br />

relatore Dott. Riccardo Consoli, che ha<br />

magistralmente argomentato la vicenda<br />

storica, supportato da splendide diapositive.<br />

Tra i presenti, piuttosto numerosi, il<br />

Vescovo Emerito di Civita Castellana, Sua<br />

Eccellenza Divo Zadi, il Sidaco uscente<br />

Dott. Massimo Giampieri e altri personaggi<br />

noti della cittadina. Al termine della conferenza<br />

è stata scoperta un’epigrafe commemorativa<br />

dell’importante episodio storico,<br />

realizzata da Fausto Mancini e Ulisse<br />

Frezza e posta in Piazza Duomo.<br />

Il 4 dicembre 1798 è una data assolutamente<br />

importante per Civita Castellana,<br />

quel giorno il suo territorio fu teatro di una<br />

importante pagina di storia. Quì, infatti, si<br />

combattè una cruenta batta<strong>gli</strong>a tra le truppe<br />

francesi, facenti parte dell’armata di<br />

Roma del generale Jean Etienne Vachier -<br />

Championnet al comando del generale<br />

Etienne Jacques Joseph Alexandre<br />

Macdonald, e quelle napoletane al comando<br />

del barone generale Karl Mack von<br />

Lieberick. A valle del trattato di<br />

<strong>Campo</strong>formio le intenzioni della Francia<br />

sull’Italia sono sempre più chiare.<br />

Giuseppe Bonaparte, fratello di<br />

Napoleone, è ambasciatore a Roma e la<br />

sua residenza diventa un alveare di attività<br />

sovversive. Un giovane ufficiale francese<br />

si dimostra utile alla causa della<br />

Francia, è questi il ventisettenne generale<br />

Duphot che fa parte dello Stato Maggiore<br />

di Giuseppe Bonaparte; il 27 dicembre<br />

1797, a Villa Medici, sede dell’Accademia di<br />

Francia, i giacobini romani, coadiuvati da<br />

gruppi di esuli napoletani, provocano un<br />

tumulto che viene disperso dalla polizia. Il<br />

giorno dopo si affollano nuovamente<br />

davanti all’Ambasciata Francese, interviene<br />

un plotone di cavalleria e il generale<br />

Duphot, con alcuni ufficiali, scese in strada.<br />

I suoi ordini, gridati in francese, non<br />

vengono capiti e vedendolo con la spada<br />

sguarnita, un caporale romano spara, uccidendolo.<br />

Il generale Louis Alexandre<br />

Berthier riceve l’ordine di marciare su<br />

Roma, dove entra il 10 febbraio 179 senza<br />

trovare alcuna resistenza, il 15 febbraio<br />

1798, davanti ad una folla riunita presso il<br />

Foro Romano, circondato da un distaccamento<br />

di cavalleria francese, a<strong>gli</strong> ordini del<br />

generale Murat, proclama la nuova<br />

Repubblica Romana. Pio VI, che si rifiuta<br />

di abdicare, viene trattato barbaramente<br />

dal commissario francese cittadino Haller.<br />

Rinchiuso in<br />

una carrozza,<br />

è trasferito<br />

prima a Siena,<br />

quindi in<br />

Francia, dove<br />

morirà nell’agosto<br />

179. I<br />

francesi, intanto,<br />

si danno a<br />

depredare<br />

palazzi e ville<br />

della nobiltà<br />

romana, non<br />

sono risparmiate<br />

neanche<br />

le chiese. A<br />

Napoli regna Ferdinando IV di Borbone<br />

con la regina Maria Carolina d’Asburgo<br />

Lorena, fi<strong>gli</strong>a della regina d’Austria Maria<br />

Teresa e sorella della sfortunata regina di<br />

Francia Maria Antonietta. Presso la Corte<br />

di Napoli è accreditato l’inglese Sir John<br />

Francis Edward Acton, che contribuirà alla<br />

riorganizzazione della flotta di SM il Re<br />

delle Due Sicilie. Nè Maria Carolina nè<br />

Acton hanno alcuna fiducia nel trattato di<br />

<strong>Campo</strong>formio, ma decidono di tentare una<br />

politica di pace. Il marchese Marzio<br />

Mastrilli di Gallo viene richiamato da<br />

Vienna e viene nominato Consi<strong>gli</strong>ere di<br />

Stato, incaricato de<strong>gli</strong> Affari Esteri della<br />

Marina; a Napoli la Corte è indignata per la<br />

persecuzione nei confronti del Papa, tutti<br />

si chiedono perché mai la Francia, avendo<br />

invaso l’Italia settentrionale, dovrebbe<br />

risparmiare soltanto il Regno delle Due<br />

Sicilie. Napoleone lascia l’armata d’Italia<br />

sotto il comando del generale<br />

Championnet, per assumere in prima persona<br />

il comando della spedizione in Egitto.<br />

Da parte sua l’ammira<strong>gli</strong>o Nelson, fallito<br />

un primo inseguimento della flotta francese,<br />

fa ritorno a Siracusa per rifornirsi.<br />

Dopo quattro giorni riprende la caccia e il<br />

1° agosto 1798, nella baia di Aboukir, in<br />

prossimità della foce del Nilo, riesce a<br />

distruggere la flotta francese, quindi, fa<br />

ritorno a Napoli. Nelson, che non ha mai<br />

cessato di disprezzare i francesi, trova in<br />

Maria Carolina una vera compagna di fede.<br />

E’ ormai chiaro che i francesi presto invaderanno<br />

il Regno delle Due Sicilie, la<br />

Regina sa di poter contare sulla flotta britannica,<br />

è preoccupata per la mancanza di<br />

un bravo generale che possa prendere il<br />

comando dell’esercito napoletano. Ne<br />

chiede uno a suo genero, l’imperatore<br />

d’Austria, il quale convince il generale<br />

Mack ad assumere l’impegnativo incarico;<br />

quando questi giunge a Napoli, il 9 ottobre<br />

1798 è presentato a Corte e la regina dice:<br />

“ … generale siete per noi in terra quello<br />

che Nelson, il mio eroe, è stato sul mare …<br />

“ Da parte sua il generale Mack sostiene di<br />

essere “ … dispiaciuto per il fatto che un<br />

così superbo esercito non si troverà di<br />

fronte un nemico degno della sua bravura<br />

… “ Ferdinando IV, sempre molto titubante,<br />

è affrontato da un Nelson esasperato<br />

per tale mancanza di coraggio. E<strong>gli</strong> deve<br />

sce<strong>gli</strong>ere: o avanzare verso Roma fidando<br />

nell’aiuto di Dio per una giusta causa,<br />

pronto a morire con la spada in pugno, o<br />

rimanersene tranquillo a Napoli consapevole<br />

del fatto che sarà certamente cacciato<br />

dal suo Regno. Ferdinando è molto agitato,<br />

ma alla fine cede, e<strong>gli</strong> andrà avanti<br />

confidando in Dio e in Nelson. Il giorno d’inizio<br />

delle operazioni militari, l’armata<br />

napoletana è forte di circa 60.000 uomini<br />

in armi, mentre l’esercito del generale<br />

Championnet si compone di circa 20.000<br />

francesi e 7.000 alleati ma, al momento<br />

dell’invasione, può contare soltanto su<br />

18.000 uomini. Il generale Mack prevede<br />

che l’armata napoletana si scontrerà solo<br />

con le forze repubblicane disposte sul territorio<br />

della Repubblica Romana. E<strong>gli</strong><br />

pensa, infatti, che Austria e Piemonte<br />

entreranno in guerra attaccando le forze<br />

francesi dislocate nell’Italia settentrionale,<br />

quindi elabora il suo piano di guerra e<br />

decide che l’attacco decisivo sarà portato<br />

contro Roma e si concluderà con la batta<strong>gli</strong>a<br />

sotto le sue mura.


<strong>Campo</strong> de’ fiori 23<br />

STUDIO DI CONSULENZA<br />

Neuropsichiatrica, Psicologica, Logopedica,<br />

Psicopedagogica<br />

La personalità e i suoi disturbi<br />

della Dott.ssa<br />

Maura Brugnoni<br />

Il termine personalità<br />

deriva dal latino persona,<br />

cioè maschera,<br />

oggetto indossato da<strong>gli</strong><br />

attori antichi, che recitavano<br />

nei grandi anfiteatri,<br />

per farsi sentire da<br />

tutto il pubblico.<br />

Parlando attraverso<br />

(per-) la piccola apertura<br />

ad imbuto della<br />

maschera, riuscivano<br />

infatti a diffondere<br />

me<strong>gli</strong>o il suono (sona-) della loro voce.<br />

Etimologicamente, dunque, per personalità si<br />

intende l’amplificazione delle caratteristiche<br />

individuali del personaggio rappresentato dall’attore,<br />

così che il pubblico possa aspettarsi<br />

determinati comportamenti e atteggiamenti da<br />

lui. Questo significato è in parte rimasto nell’uso<br />

corrente del termine, spesso con una connotazione<br />

negativa o per sottolineare il “carisma”,<br />

cioè le capacità di adattamento e affermazione<br />

sociale, di un individuo. Espressioni<br />

come “un uomo senza personalità” o “una personalità<br />

spiccata” appartengono infatti al gergo<br />

comune. Con il tempo, il concetto di personalità<br />

ha perso la sua connotazione di apparenza<br />

per rappresentare non tanto la maschera,<br />

quanto la persona reale con le sue più profonde<br />

caratteristiche. Oggi, il termine personalità<br />

indica una modalità strutturata di pensiero,<br />

sentimento e comportamento che caratterizza<br />

il tipo di adattamento e lo stile di vita di un soggetto<br />

e che risulta contemporaneamente da<br />

fattori genetici, dello sviluppo e dell’esperienza<br />

sociale. Per molti anni la psichiatria ha descritto<br />

la personalità come una categoria chiusa,<br />

stabile e immutabile. Attualmente, invece, si<br />

tende a studiare il concetto di personalità in<br />

relazione alle sue possibilità trasformative in<br />

risposta a eventi esterni specifici, al modo in<br />

cui l’individuo li affronta, alle diverse fasi della<br />

vita o di un percorso terapeutico. Nella primissima<br />

infanzia il bambino manifesta un’ampia<br />

gamma di modalità comportamentali, volte a<br />

comunicare i suoi bisogni o a esprimere <strong>gli</strong><br />

affetti. Anche se in parte derivate dalla disposizione<br />

costituzionale, con il passare del tempo e<br />

grazie all’influenza esercitata dalle risposte<br />

ambientali, tali modalità diventano sempre più<br />

strutturate, specifiche e selettive. Si può dunque<br />

affermare che lo sviluppo psico-biologico, il<br />

contesto psicoaffettivo e l’ambiente socio-culturale<br />

contribuiscono alla formazione di una<br />

serie di tratti di personalità profondamente<br />

impressi e tendenzialmente stabili. I tratti della<br />

personalità sono modi costanti di percepire,<br />

rapportarsi e pensare nei confronti dell’ambiente<br />

e di sé stessi, che si manifestano in un ampio<br />

spettro di contesti sociali e personali. Solo<br />

quando tali tratti appaiono rigidi, non adattativi<br />

e causano una significativa compromissione<br />

del funzionamento sociale o lavorativo, oppure<br />

una sofferenza soggettiva, costituiscono i<br />

cosiddetti disturbi di personalità . Un disturbo<br />

della personalità viene dunque diagnosticato<br />

solo se i tratti presentati dall’individuo interferiscono<br />

significativamente con il suo funzionamento<br />

sociale. I disturbi della personalità possono<br />

dunque essere visti come esagerazioni o<br />

distorsioni di tratti sottostanti, al punto che il<br />

comportamento che ne consegue diventa rigi-<br />

Via T. Tasso 6/A - Civita Castellana (VT)<br />

Tel. 0761.517522 Cell. 335.6984281-284<br />

www.centroceral.com<br />

info@centroceral.com<br />

do e fonte di disadattamento. Gli esperti distinguono<br />

i disturbi della personalità in tre gruppi.<br />

Il gruppo A include i disturbi di personalità<br />

paranoide, schizoide e schizotipico, caratterizzati<br />

da atteggiamenti diffidenti, distaccati o<br />

eccentrici. Il gruppo B include i disturbi di personalità<br />

antisociale, borderline, istrionico e narcisistico.<br />

Gli individui con queste caratteristiche<br />

appaiono imprevedibili, inaffidabili, impulsivi.<br />

Infine il gruppo C include i disturbi di personalità<br />

evitante, dipendente e ossessivo-compulsivo.<br />

Gli individui appartenenti a questo sottogruppo<br />

appaiono paurosi, inibiti, perfezionisti.<br />

Spesso i soggetti che rientrano in tali categorie<br />

non sono consapevoli del loro disturbo, malgrado<br />

le reazioni e le lamentale di parenti ed<br />

amici. Altre volte attribuiscono correttamente le<br />

conseguenze sul piano affettivo e sociale del<br />

loro comportamento al proprio modo di funzionare<br />

a livello cognitivo, emotivo e relazionale.<br />

In ogni caso i disturbi di personalità sono fonte<br />

di sofferenza e fatica a vivere. La psicoterapia<br />

individuale e, a seconda del disturbo e del soggetto,<br />

anche quella di gruppo, possono favorire<br />

il riconoscimento, la comprensione e la<br />

modificazione dei comportamenti disfunzionali.<br />

Generalmente l’irrigidimento dei tratti di personalità<br />

è una conseguenza del bisogno dell’individuo<br />

di difendersi per facilitare il proprio adattamento<br />

al mondo esterno. Comprendere perché<br />

è stato necessario adottare così massicciamente<br />

tali difese e mettere in luce che esse,<br />

con il tempo, hanno perso la loro funzione protettiva<br />

e possono essere modificate con alternative<br />

più funzionali, può contribuire alla modificazione<br />

dei tratti di personalità più rigidi e<br />

patologici, nonché al mi<strong>gli</strong>oramento della qualità<br />

della vita.<br />

CORSI PER GENITORI E INSEGNANTI<br />

(anche on-line)<br />

Dal 1991 il CERAL svolge attività di consulenza<br />

nell’ambito dei disturbi della sfera psicologica,<br />

emotivo – relazionale, cognitiva, linguistica,<br />

foniatrica, sessuologica, delle funzioni buccali,<br />

del comportamento, dell’attenzione, dell’apprendimento<br />

e dell’adattamento sociale in età<br />

evolutiva e adulta. L’equipe è formata dal<br />

Neuropsichiatra, Psicologi, Logopedisti e<br />

Neuropsicologi che in modo specifico intervengono<br />

nelle varie fasi di trattamento. Una delle<br />

attività che il CERAL svolge con particolare<br />

attenzione è quella divulgativa e formativa per<br />

genitori ed insegnanti. Il compito che si prefigge<br />

non è quello di trasferire ricette per un pronto<br />

utilizzo, bensì offrire ai genitori e a<strong>gli</strong> insegnanti,<br />

attraverso dei corsi in piccoli gruppi o<br />

incontri individuali de<strong>gli</strong> strumenti di conoscenza<br />

da utilizzare per mi<strong>gli</strong>orare la relazione con<br />

bambini e adolescenti. Per realizzare ciò la<br />

pedagogia ha sempre posto l’accento sull’autoeducazione,<br />

cioè sulla capacità di ciascuno,<br />

bambino o adulto, di dominare <strong>gli</strong> eventi, di<br />

risolvere i propri problemi, di porsi come protagonista<br />

della propria storia. L’Organizzazione<br />

Mondiale della Sanità definisce la salute come<br />

uno stato di completo benessere fisico, mentale<br />

e sociale, che non consiste soltanto in assenza<br />

di malattie o di infermità, ma è strettamente<br />

correlato ad una crescita armonica ed alla capacità<br />

di esprimere un progetto di vita adeguato.<br />

Il ns. Studio propone attività formative per genitori,<br />

insegnanti, operatori socio-culturali, ecc., al<br />

fine di offrire strumenti di conoscenza da utilizzare<br />

per mi<strong>gli</strong>orare la relazione con i bambini e<br />

adolescenti. Si terranno de<strong>gli</strong> incontri di gruppo<br />

dove per naturale dinamica si sviluppa l’interazione,<br />

il confronto e la discussione dei temi<br />

affrontati (individuali o della coppia genitoriale<br />

ove richiesto). L’iniziativa offre opportunità di<br />

arricchimento, di conoscenza per sostenere i<br />

bambini ed adolescenti nelle varie fasi di crescita<br />

cognitiva ed emotiva, per porsi in un rapporto<br />

di reciprocità, dando e ricevendo, secondo<br />

modalità specifiche e originali, dei singoli e delle<br />

diverse età.<br />

SCELTE EDUCATIVE CHE FAVORISCONO L’AU-<br />

TOREGOLAZIONE DEL COMPORTAMENTO DEL<br />

BAMBINO E DELL’ADOLESCENTE<br />

ACCRESCIMENTO DI CONOSCENZE E STRATE-<br />

GIE PER AUMENTARE LA CONSAPEVOLEZZA<br />

DELL’INTERVENTO EDUCATIVO<br />

I genitori e la scuola devono affrontare richieste<br />

e bisogni in un mondo in continuo e accelerato<br />

divenire, per i quali non hanno più punti di riferimento<br />

stabili come le modalità educative trasmesse<br />

dai nostri genitori o docenti. Il corso si<br />

propone di fornire un contributo per affrontare<br />

queste problematiche che spesso rendono insicuro<br />

e difficile il nostro intervento educativo. Il<br />

primo scopo del corso è esaminare alcuni aspetti<br />

dello sviluppo proprio del bambino e dell’adolescente<br />

come le emozioni, le cognizioni e i<br />

comportamenti che a vicenda si influenzano e<br />

altri aspetti che riguardano il rapporto del bambino<br />

con <strong>gli</strong> altri. Il secondo scopo è proporre<br />

alcune metodologie educative che si possono<br />

utilizzare per aiutare i bambini e i ragazzi a crescere<br />

più serenamente e in armonia nelle relazioni<br />

esterne.<br />

SVILUPPO DEL LINGUAGGIO E DEL PENSIERO<br />

FORME E FUNZIONI DEL LINGUAGGIO IL<br />

GIOCO NELLE SUE FASI EVOLUTIVE COME CRE-<br />

SCITA COGNITIVA ED AFFETTIVA DEL BAM-<br />

BINO Lo sviluppo del linguaggio è guidato dall’evoluzione<br />

del pensiero. La strutturazione di un<br />

ambiente favorevole in cui il bambino possa<br />

esprimere le proprie potenzialità intellettive è<br />

condizione necessaria per l’autoregolazione del<br />

comportamento, la riflessività attraverso la condivisione<br />

del gioco è condizione necessaria perchè<br />

il bambino possa esprimere la propria<br />

potenzialità cognitiva ed affettiva. Il bambino<br />

impara a comunicare interagendo con le persone<br />

che lo circondano, costruendo espressione<br />

verbali appropriate alle situazioni e assorbendo<br />

le regole strutturali del sistema linguistico del<br />

proprio ambiente . Questi meccanismi di<br />

apprendimento sono apparentemente semplici<br />

ma nascondono operazioni cognitive complicate,<br />

organizzate sistematicamente e obbedienti a<br />

regole precise.<br />

L’ADOLESCENZA E I SUOI COMPITI DI SVILUP-<br />

PO: Durata dei corsi: n° 8 incontri di 2 ore<br />

con cadenza settimanale da svolgersi nei bimestri<br />

GENNAIO-FEBBRAIO/MAGGIO-GIUGNO<br />

MARZO-APRILE/SETTEMBRE-OTTOBRE<br />

NOVEMBRE-DICEMBRE


24<br />

Tarano<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Le guide di <strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

di<br />

Ermelinda Benedetti<br />

...continua dal n.59<br />

FESTE E TRADIZIO-<br />

NI L’Amministrazione<br />

comunale, ne<strong>gli</strong> ultimi<br />

hanno, ha particolarmente<br />

curato l’aspetto<br />

folclorico del paese,<br />

organizzando, sovente,<br />

spettacoli musicali.<br />

Ha invitato gruppi,<br />

cori, orchestre, bande<br />

ed artisti vari di grande spessore e professionalità,<br />

che si sono esibiti nella splendida<br />

cornice della monumentale chiesa di<br />

Tarano.<br />

Festa di Sant’Antonio Abate<br />

Festeggiamenti in onore del Santo protettore<br />

de<strong>gli</strong> animali, con processione e tradizionale<br />

benedizione del bestiame. Cade il<br />

17 di gennaio ed è particolarmente sentita<br />

nella zona di Santo Polo.<br />

Festa di San Biagio Festeggiamenti in<br />

onore del Santo, nella omonima contrada.<br />

Si celebra la domenica più prossima al 3<br />

febbraio. Alla solenne processione seguono<br />

i giochi popolari.<br />

Festa di San Giorgio Festa in onore del<br />

Santo Patrono protettore della cittadina, il<br />

23 Aprile. Un lungo corteo con il Gonfalone<br />

del comune e le Autorità, accompagnato<br />

dalla banda musicale, attraversa i quattro<br />

centri abitati che costituiscono il comune<br />

di Tarano. Ad essa è associata la Sagra<br />

delle fave col pecorino, animata da serate<br />

musicali e spettacoli di intrattenimento.<br />

Festa della Madonna Festa per la chiusura<br />

del mese dedicato alla Madonna, con<br />

solenne processione l’ultimo giorno del<br />

mese.<br />

Festa di Sant’Antonio di Padova Festa<br />

in onore del Santo, che cade il 13 di<br />

Giugno.<br />

Festa di San Barnaba<br />

Festeggiamenti in onore del Santo<br />

Protettore della frazione di Santo<br />

Polo, all’interno dei quali si inserisce<br />

anche la commemorazione del miracolo<br />

della Madonna della Noce. La<br />

festa ricorre l’11 giugno, ma nei tre<br />

giorni precedenti si svolgono le solenni<br />

processioni penitenziarie secondo<br />

l’antica usanza nata a seguito del<br />

miracolo del 1505. Una rievocazione<br />

storica in costumi dell’epoca e l’apertura<br />

delle cantine con degustazione di prodotti<br />

tipici locali, contornano la parte religiosa<br />

della festa, durante la quale il confratello<br />

che aveva tenuto in casa la statua<br />

del Santo la riconsegna ad un nuovo confratello,<br />

lasciando un’offerta al Santo. Gli<br />

altri 130 fedeli, che fanno parte della<br />

Confraternita, hanno il dovere di far visita<br />

al Santo, in attesa di poterlo avere in casa<br />

propria.<br />

Festa popolare della trebbiatura<br />

Rievocazione dell’antico modo di trebbiare,<br />

con le “trebbie piazzate”, nel mese di<br />

lu<strong>gli</strong>o.<br />

Festa della Madonna del Carmine E’<br />

una festa esclusivamente religiosa e si<br />

festeggia intorno alla metà del mese di<br />

lu<strong>gli</strong>o.<br />

Festa di San Cristoforo Festeggiamenti<br />

in onore del Santo, nella frazione di Borgo<br />

Nuovo. Si festeggia l’ultima domenica di<br />

lu<strong>gli</strong>o, e alla processione seguono i giochi<br />

popolari.<br />

Festa di Santa Cecilia Festeggiamenti<br />

in onore della Santa protettrice dei musicisti,<br />

il 22 Novembre. La festa è fortemente<br />

San Polo, frazione di Tarano<br />

voluta dal gruppo bandistico del paese che<br />

esiste da ben 131 anni, essendo stato fondato<br />

nel lontano 1878.<br />

SAPORI TIPICI Tra i piatti tradizionali<br />

del paese si annoverano i fagioli con le<br />

cotiche, <strong>gli</strong> strozzapreti, l’acquacotta<br />

e i picchiarelli, un particolare tipo di<br />

pasta fatta con acqua e farina e ta<strong>gli</strong>ata a<br />

mo’ di fettuccine. Ottima è la porchetta<br />

locale, condita con a<strong>gli</strong>o e rosmarino che<br />

sostituisce il più comune finocchio selvatico.<br />

Per quanto riguarda i dolci, caratteristici<br />

sono le ciambelle con l’anice e i<br />

tozzetti con le nocciole. La zona di<br />

Tarano è particolarmente conosciuta ed<br />

apprezzata per la produzione di olio di<br />

oliva e di vino, nonché per i tartufi.<br />

Complesso Bandistico San Polo Sabino


<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

25<br />

Il compito della filosofia nel nostro tempo<br />

del Prof.<br />

Massimo Marsicola<br />

Ciò che è necessario<br />

dire, prima di<br />

iniziare qualsiasi<br />

ragionamento<br />

sulla filosofia contemporanea,<br />

è che<br />

non tutto ciò che<br />

ne<strong>gli</strong> ultimi anni è<br />

passato per filosofia<br />

lo era veramente.<br />

Anzi, la maggior<br />

parte delle<br />

idee che sono<br />

transitate per il libri e tra le persone, erano<br />

delle semplici opinioni (doxa).<br />

E da sempre, occorre ribadirlo, la filosofia<br />

non coincide affatto con l’opinione che una<br />

persona può avere su questo o quel tema,<br />

su questo o quell’aspetto della vita. Al<br />

massimo è episteme.<br />

Edmund Husserl scrisse la fenomenologia<br />

trascendentale sulla base di una preoccupante<br />

riflessione riguardo alla crisi delle<br />

scienze europee. Crisi dovuta ad una esasperata<br />

separazione tra l’oggettività empirica<br />

e la trascendentalità soggettiva; tra la<br />

necessità della divaricazione disciplinare e<br />

la specializzazione settoriale interna a ciascuna<br />

disciplina;tra l’approfondimento che<br />

allontana dall’origine e l’ineluttabile, progressiva<br />

perdita di ogni visione unitaria del<br />

sapere. Insomma, alla necessità di avere<br />

una visione del mondo si contrappone una<br />

frammentazione del sapere che esprime<br />

dall’interno l’incapacità della scienza di<br />

comunicarla.<br />

Husserl, per rimediare, propone, come è<br />

noto, il metodo dell’epochè, che qualcuno<br />

traduce con “messa tra parentesi; sospensione<br />

del giudizio”. In realtà, l’epochè husserliana<br />

vuole essere un metodo che consente<br />

di ripartire da zero, facendo a meno<br />

delle conoscenze fin qui acquisite, per<br />

essere guidati unicamente dalle essenze.<br />

La uniche possono garantire insieme la<br />

validità del rapporto soggetto conoscitoreoggetto<br />

conosciuto e l’universalità oggettiva<br />

della conoscenza.<br />

Ma per far questo occorre ripartire su basi<br />

nuove. Occorre salvare i principi cardini<br />

della filosofia che sono riscontrabili nell’ambito<br />

dello sviluppo del pensiero filosofico<br />

e rigettare le non filosofie, facilmente<br />

riconoscibili per il fatto che non erano<br />

orientate verso l’essere, verso il fondamento,<br />

verso il Principio.<br />

Ripartire su basi nuove significa scrivere<br />

una nuova pagina di antropologia che dica<br />

finalmente in maniera univoca ma valida<br />

per tutti, chi è l’uomo.<br />

Dopo di questi preliminari passi sarà possibile<br />

scrivere la filosofia come scienza<br />

rigorosa che, per quanto mi riguarda,<br />

coincide con la metafisica della storia, già<br />

da me annunciata ed alla quale lavoro da<br />

qualche tempo.<br />

Sebbene ciascuno ha il diritto-dovere di<br />

avere una propria filosofia e confermare<br />

ad essa il proprio stile di vita (filosofia personale),<br />

questa, assai raramente coincide<br />

con la filosofia.<br />

La filosofia personale infatti può essere<br />

sba<strong>gli</strong>ata e può condurre fuori strada<br />

quando non è orientata dalla vera sapienza,<br />

verso la vera sapienza. Troppo usato<br />

ed abusato, dunque, il termine “filosofia”<br />

in questo nostro tempo.<br />

Usato ed abusato specialmente da chi non<br />

conosce , né intende affrontare<br />

la fatica di conoscere, questa<br />

disciplina. La filosofia come<br />

scienza rigorosa, muovendosi<br />

nel solco della metafisica tradizionale,<br />

prima della Critica della<br />

ragion pura di Kant, è disciplina<br />

volta a portare alla luce ciò che<br />

altrimenti è nascosta. E’ aletheia:<br />

manifestazione della verità<br />

stessa come non nascondimento.<br />

Suo compito non è quello di formulare<br />

o di abbracciare opinioni,<br />

ma di combattere le opinioni<br />

perché si affermi la verità così<br />

com’è. Accompagna il grande<br />

tema dell’essere, tema che<br />

Heidegger, ha avuto il merito di<br />

riproporre a partire dalla constatazione<br />

del suo oblio.<br />

L’essere è rimasto nell’oblio<br />

perché al suo posto è stato<br />

innalzato l’ente (la realtà del<br />

mondo fisico), quale utilizzabile<br />

dalla scienza e dalla tecnica,<br />

dominio del nostro tempo. E poiché l’essere<br />

coincide con il Principio e il<br />

Fondamento, è tutt’uno con Dio. All’oblio<br />

dell’essere corrisponde così l’oblio di Dio; il<br />

“silenzio di Dio”.<br />

L’affermazione del nichilismo a partire dal<br />

relativismo, espressione della reificazione<br />

della parte sul tutto. Alla luce di quanto<br />

abbiamo detto fin qui, possiamo concludere<br />

che la verità non può essere messa a<br />

tacere, imbava<strong>gli</strong>ata o negata.<br />

Essa grida prima nell’intimo delle coscienze,<br />

poi nelle piazze e sopra i tetti per proclamare<br />

che tra i rinnovati compiti della<br />

filosofia ci sono quello di smascherare le<br />

non filosofie e, poiché il filosofo risponde<br />

alla chiamata della verità, non può non<br />

rispondere accompagnando lo sforzo dello<br />

Spirito di verità che si manifesta in ogni<br />

tempo a conforto e a supporto dell’uomo.<br />

Accanto a quello di continuare a presentare<br />

lo svelamento dell’essere, rimane dunque<br />

il compito di accompagnare la teologia<br />

nella costante e sempre nuova epifania del<br />

Signore, vero fulcro della significatività<br />

dell’esistenza umana.<br />

Edmund Husserl


266<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

“…Il 28 ottobre quella ferrovia si deve aprire!<br />

Altro che acqua in galleria!...”<br />

di Arnaldo Ricci<br />

arnaldo_ric@yahoo.it<br />

Premessa: tutte le<br />

informazioni storiche<br />

contenute in<br />

questo articolo,<br />

sono state fornite<br />

dal mio stimatissimo<br />

amico<br />

Francesco Paolo<br />

Faggiani, testimone<br />

oculare de<strong>gli</strong><br />

avvenimenti da lui<br />

narrati, il quale, ci<br />

ha lasciato, ritornando alla casa del padre,<br />

alla bella età di 96 anni, il 5 febbraio 2007.<br />

Questo personaggio è già stato da me<br />

descritto, in un articolo pubblicato sul N°<br />

XXXVI di <strong>Campo</strong> de’ fiori.<br />

Siamo nell’agosto del 1932 ed i lavori di<br />

realizzazione della nuova ferrovia elettrica<br />

Roma – Civita Castellana – Viterbo (iniziati<br />

nel 1928 ) volgevano ormai al termine,<br />

Erano le ore 19 del 28 agosto 1932 e<br />

l’Ing. Besenzanica, progettista, nonché<br />

realizzatore della nuova e modernissima<br />

ferrovia, era intento a controllare <strong>gli</strong> schemi<br />

elettrici di alcune sottostazioni di alimentazione.<br />

Il giovane disegnatore<br />

Francesco Paolo (chiamato affettuosamente<br />

Paolino ) <strong>gli</strong> era, come sempre, vicino;<br />

pronto a stendere sul tavolo, <strong>gli</strong> schemi<br />

che <strong>gli</strong> venivano richiesti. (Francesco<br />

Paolo espletava la funzione di aiutante<br />

disegnatore ). Ormai erano mesi che si<br />

lavorava fino alle 22 per rispettare i termini<br />

di consegna ; la ferrovia doveva essere<br />

inaugurata ed entrare in esercizio il 28<br />

ottobre 1932. Francesco Paolo stava<br />

salutando l’ingegnere, erano le ore 22<br />

circa, quando arriva all’improvviso il geometra<br />

capo cantiere operante all’interno<br />

della galleria. Il geometra si ferma di fronte<br />

all’Ing Besenzanica ed in forma agitata,<br />

lo mette al corrente di una notevole quantità<br />

di acqua che da un’ora filtrava in galleria<br />

dall’alto, rischiando di allagare i binari,<br />

nascondendoli sott’acqua. L’evento si era<br />

verificato proprio all’altezza dell’ attuale<br />

stazione di Piazza Euclide, che a quei<br />

tempi, non era ancora esistente e nemmeno<br />

prevista!<br />

Immediatamente Besenzanica chiama al<br />

telefono il suo direttore dei lavori; un certo<br />

Ing. Pianesani, il quale era già andato a<br />

casa, dove non aveva il telefono; non<br />

potendo rintracciare il suo vice, si rivolse al<br />

capo cantiere dicendo<strong>gli</strong>….ci vediamo<br />

domani mattina alle 07.00 qui nel mio ufficio<br />

insieme a Pianesani…….<br />

Ore 07.00 del 29 agosto: L’Ingegnere<br />

arriva puntualmente in ufficio dove ad<br />

attenderlo, era L’ing Pianesani, già messo<br />

Inaugurazione Ferrovia della Roma Nord<br />

al corrente della situazione dal geometra<br />

capocantiere. Normalmente i due ingegneri<br />

si davano del tu; in quella occasione<br />

però Besenzanica si rivolse a Pianesani<br />

dicendo:…..Lei mi deve risolvere il problema<br />

dell’acqua in galleria……al più presto……..può<br />

fare quello che ritiene opportuno…ma<br />

lo deve risolvere!...... Pianesani<br />

capì immediatamente che questa volta<br />

L’ing. Besenzanica era veramente agitato e<br />

rispose: …..farò tutto il possibile ed anche<br />

l’impossibile…….. dopodichè si diresse in<br />

galleria. L’acqua veniva giù copiosa dalle<br />

pareti della galleria, tanto che i binari<br />

erano spariti dalla vista, completamente<br />

allagati. Si lavorò ininterrottamente per<br />

circa una settimana, per tentare di arginare<br />

l’acqua ma essa fuoriusciva sempre più<br />

copiosa, da qualsiasi fessura delle pareti.<br />

Il 05 settembre Pianesani decise di utilizzare<br />

delle potenti pompe per risucchiare<br />

l’acqua in grossi serbatoi montati su<br />

carri merci. Riapparvero di nuovo i binari;<br />

ovviamente questa non era la soluzione,<br />

ma dava la possibilità alle maestranze di<br />

non lavorare immersi nell’acqua!<br />

10 0ttobre ore 12.00 : dopo vari lavori<br />

di impermeabilizzazione delle pareti, sembrava<br />

che la fuoriuscita dell’acqua si fosse<br />

fermata; ne fù data immediatamente<br />

comunicazione a Besenzanica il quale, tirò<br />

un sospiro di sollievo; l’indomani però alle<br />

ore 06,00 i binari erano di nuovo sott’acqua!<br />

Il 15 ottobre alle ore 12.00 l’Ingegner<br />

Pianesani si presentò spontaneamente a<br />

Besenzanica e disse: Ernesto…..non sò più<br />

cosa fare….a mio avviso bisogna rimandare<br />

la data di inaugurazione fino alla risoluzione<br />

del problema!………<strong>gli</strong> rispose<br />

Besenzanica…….ma come faccio…è tutto<br />

già stabilito con il direttore delle ferrovie<br />

concesse del ministero…..ma non<br />

solo…deve venire Mussolini a fare l’inaugurazione,<br />

il quale ha già mobilitato tutti<br />

quelli del partito!....<br />

L’Ingegner Pianesani non rispose, rimase<br />

zitto per un lungo minuto, poi disse…….mi<br />

dimetto fin da questo momento dal mio<br />

incarico!.....<br />

12.15 del 15 0ttobre 1932. L’aiutante<br />

disegnatore Francesco Paolo Faggiani<br />

stava lavorando nell’ufficio di Besenzanica,<br />

chino sul tavolo da disegno a tre metri dai<br />

due ingegneri.<br />

Racconta Francesco Paolo, che dopo quel<br />

colloquio, Pianesani non si fece più vivo;<br />

sparì dalla circolazione!<br />

Praticamente, Besenzanica rimase senza il<br />

suo direttore dei lavori!<br />

Ore 07.00 del 16 ottobre: L’ingegnere<br />

dice al suo dipendente Francesco<br />

Paolo…..mi faccia avere al più presto un<br />

paio di stivaloni….vado in galleria!.....<br />

Alle ore 10.00 Ernesto Besenzanica, il<br />

più importante e famoso progettista nonchè<br />

realizzatore di ferrovie italiane del<br />

tempo, era immerso nell’acqua che <strong>gli</strong> arrivava<br />

fino alla pancia ( era alto un metro e<br />

sessantatre ) e dava disposizioni alle proprie<br />

maestranze, in modo diretto, come<br />

agisce un capomastro.<br />

25 0ttobre 1932 ore 10.00: si stava<br />

pompando acqua nei carri serbatoio per<br />

poter lavorare alla risoluzione del problema<br />

ma l’Ingegner Besenzanica ed il suo


<strong>Campo</strong> de’ fiori 27<br />

giovane aiutante non erano presenti come<br />

nei giorni precedenti; tutti si domandavano,<br />

chissà cosa succede?<br />

Ormai l’Ingegnere si era reso conto che la<br />

data dell’inaugurazione doveva essere<br />

rimandata e sapeva perfettamente che ad<br />

opporsi, sarebbe stato Mussolini, più che<br />

le autorità ministeriali delle ferrovie concesse!<br />

Ore 12.00: Mussolini riceve nel suo studio<br />

l’Ingegnere, mentre il giovane<br />

Francesco Paolo che aveva con se due<br />

borse piene di documenti e disegni( altre<br />

borse erano in auto ) fu fatto accomodare<br />

in una stanza attigua, con la porta aperta,<br />

pronto a portare al suo capo eventuali<br />

documenti richiesti.<br />

All’inizio i due parlarono amichevolmente,<br />

poi iniziarono ad alzare la voce; l’usciere<br />

chiuse la porta e Francesco Paolo non<br />

seppe mai cosa si dissero.<br />

Fu evidente che Besenzanica chiese a<br />

Mussolini di rimandare la data di inaugurazione<br />

ottenendo in risposta, un netto rifiuto.<br />

Alle ore 1500 Besenzanica e Faggiani<br />

erano di nuovo in galleria dove il problema<br />

dell’acqua era rimasto lo stesso.<br />

Ore 07.00 del 26 ottobre 1932: l’ ingegnere<br />

aveva appena indossato i suoi buffi<br />

stivaloni, quando si avvicina un operaio,<br />

che come raccontava Francesco Paolo,<br />

aveva abbondantemente superato i cinquant’anni,<br />

il quale in modo molto rispettoso<br />

disse:……. Signor Ingegnere, se permette<br />

vo<strong>gli</strong>o comunicare una mia esperienza<br />

che ho avuto, nel risolvere un problema<br />

simile, all’interno della mia cantina…..L’ingegnere<br />

che ormai non sapeva<br />

più che pesci prendere, <strong>gli</strong> rispose dando<strong>gli</strong><br />

del tu: …..dimmi…….<br />

L’operaio illustrò la situazione che si era<br />

verificata circa un anno prima, nella sua<br />

cantina riempita di acqua filtrante dalle<br />

pareti<br />

E<strong>gli</strong> disse di aver risolto il problema, facendo<br />

dei fori con una trivella a mano, sul<br />

pavimento. Al quarto foro, l’acqua alta<br />

mezzo metro, venne risucchiata con forza<br />

ed in dieci minuti sparì.<br />

Probabilmente aveva trovato una via d’uscita<br />

nel sottosuolo.<br />

Immediatamente Besenzanica dette ordine<br />

di fare la stessa cosa.<br />

Fece fare dei buchi con una potente trivella<br />

a motore con la punta lunga due metri,<br />

al centro tra un binario e l’altro; al sesto<br />

buco, come d’incanto l’acqua iniziò a<br />

defluire come quando si stappa un lavandino.<br />

Dopo due ore l’acqua era completamente<br />

assorbita! I binari erano liberi!<br />

Adesso era più facile tamponare le pareti,<br />

ed anche se, la fuoriuscita dell’acqua non<br />

si fosse risolta immediatamente, l’assorbimento<br />

della stessa sotto i binari, non<br />

avrebbe reso visibile il problema!<br />

Ore 12. 00 del 27 ottobre 1932:<br />

Besenzanica chiama Mussolini al telefono<br />

e <strong>gli</strong> dice: ……..Eccellenza……qui è tutto<br />

pronto…….vi aspetto domani mattina per<br />

la cerimonia…..Mussolini rispose:<br />

……Ernesto……non ho mai avuto alcun<br />

dubbio sulle tue capacità!<br />

L’inaugurazione avvenne poi come previsto<br />

il 28 ottobre 1932, e tutto filò liscio.<br />

Francesco Paolo Faggiani diceva:…….se<br />

non ci fosse stato quell’operaio vecchietto………chissà<br />

cosa sarebbe accaduto?<br />

Purtroppo quel problema dell’acqua all’altezza<br />

di Piazza Euclide si ripresentò, nel<br />

corso de<strong>gli</strong> anni varie volte. Mi ricordo,<br />

eravamo a metà de<strong>gli</strong> anni settanta ( io<br />

facevo il pendolare con la Roma Nord ) e<br />

per giorni quando si transitava ad Euclide,<br />

si vedeva acqua che scorreva copiosamente<br />

dalle pareti.<br />

Sono tanti anni che non viaggio più con<br />

quella ferrovia, per cui non posso dire se<br />

il problema, attualmente, sia stato definitivamente<br />

risolto!<br />

Allegata a questo articolo ripropongo la<br />

foto della cena di inaugurazione della<br />

Roma Nord, dove sono ritratti , insieme a<br />

molte maestranze, l’Ingegner Ernesto<br />

Besenzanica, che era già vicino alla settantina<br />

ed il giovane Francesco Paolo<br />

Faggiani che aveva circa venti anni.<br />

La foto è già stata pubblicata su questa<br />

rivista nel numero XXXVI a pagina 48, allegata<br />

all’articolo intitolato Per ricordare l’amico<br />

Paolo Faggiani.<br />

Paolo è seduto al tavolo rivolto al fotografo,<br />

in basso a sinistra, accanto all’uomo<br />

con baffetti. L’ingegner Besenzanica è al<br />

centro della foto, seduto ( si vede solo la<br />

testa ) con accanto un signore in piedi<br />

sulla sua destra.<br />

ABBONATI A<br />

CAMPO DE’ FIORI<br />

Compila e spedisci il coupon che trovi a pagina 62


28<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Associazione Artistica Ivna<br />

Artisti di Vignanello, Vallerano, Corchiano, Civita Castellana condividono l’arte<br />

a cura della<br />

Prof.ssa<br />

Maria Cristina<br />

Bigarelli<br />

IL TRIS ARTISTICO DI GUSTAVO POZZI<br />

La scintilla artistica di<br />

Gustavo Pozzi è la sua<br />

innata passione per il<br />

canto fin dalla più tenera<br />

età, che dà origine<br />

alla ricerca personale<br />

nell’esplorare <strong>gli</strong> aspetti<br />

più vari dell’arte.<br />

L’ambiente parrocchiale<br />

della sua infanzia lo<br />

sprona dapprima a prendersi<br />

cura della sua<br />

voce, a 12 anni costituisce il primo complesso<br />

musicale che <strong>gli</strong> da l’opportunità di<br />

entrare in contatto con il territorio viterbese<br />

al di fuori del paesino. Amplierà i suoi<br />

orizzonti, quando ormai ragazzo, viene<br />

conosciuto nella capitale per poi prendere<br />

parte a trasmissioni televisive su emittenti<br />

private sorte di recente. A ventisette anni<br />

Gustavo Pozzi inizia la sua carriera di cantante<br />

e cantautore di musica leggera partecipando<br />

a Roma alla trasmissione intitolata<br />

“La grande occasione” allestita da<br />

Telefantasy .<br />

L’Italia conosce Pozzi e Pozzi conosce<br />

l’Italia: il suo fortunato tour non si ferma<br />

ne<strong>gli</strong> studi televisivi, infatti, partecipando a<br />

concorsi e selezioni, vince numerosi premi<br />

e ottiene riconoscimenti che arricchiscono<br />

il suo curriculum nell’ambito provinciale,<br />

regionale e nazionale. Cantando le canzoni<br />

di Morandi al Teatro Tenda vince le<br />

nazionali, evento che lo incoraggia ad incidere<br />

un disco che raggiunge in poco<br />

tempo 25.000 copie in tutta Italia.<br />

Successivamente viene premiato con il<br />

Disco d’Argento. Le sue opere canore,<br />

musica e parole, sono oggi raccolte anche<br />

in Cd distribuiti da More Record Production<br />

& DISCOPIU’ di Milano. La voce, il canto,<br />

la musica e le parole sono l’accompagnamento<br />

per l’introduzione alla pittura e alla<br />

poesia. Il sorprendente successo musicale<br />

nella vita di Pozzi non rimane “fi<strong>gli</strong>o unico”<br />

come espressione artistica, ma funge da<br />

accompagnamento dell’ispirazione pittorica<br />

e della musa ispiratrice poetica. Questi<br />

tre canali si fondono, si completano<br />

seguendo lo stesso binario del cuore, sviluppando<br />

il talento variegato che fornisce<br />

un tris di facce dando forma solida poliedrica<br />

al suo modo di essere artista.<br />

Gustavo Pozzi cantante, pittore e poeta<br />

con innumerevoli riconoscimenti, con<br />

un’unica forte motivazione, la gioia di vivere,<br />

con tante fonti d’ispirazione!<br />

“Dipingere è un po’ come<br />

cantare” per Pozzi. Nei<br />

fiori, nei paesaggi, nei<br />

soggetti dipinti è come se<br />

ci fosse lo spirito del<br />

canto, per non parlare<br />

della poesia nella quale<br />

Gustavo “canta” la vita e<br />

ci racconta della sua spiritualità,<br />

della sua profondità<br />

di ideali. Quanta<br />

anima c’è in una canzone<br />

con musica e parole!<br />

Quanto sentimento in un<br />

quadro! Opere pittoriche,<br />

inizialmente disegnate a<br />

matita, abbozzate poi elaborate con colori<br />

ad olio, acrilici o a tempera su tela, che<br />

ritraggono il mare, i monti dal vero senza<br />

filtri e senza supporti virtuali.<br />

Tutto è riproposto con cura, con tono<br />

pacato e benevolo, attento al dono divino<br />

del sussulto vitale de<strong>gli</strong> ambienti che<br />

accolgono il vigore e la vivacità de<strong>gli</strong> esseri.<br />

Tra i riconoscimenti <strong>importanti</strong> ce n’è<br />

uno ottenuto per la Poesia “Dedicata a<br />

Wojtyla”, consegnata personalmente al<br />

Papa, tradotta e stampata in quattro lingue<br />

da varie accademie e associazioni artistico-culturali<br />

in Italia delle quali Gustavo<br />

Pozzi è membro. L’originale della poesia al<br />

papa è stato scritto in gotico e ogni lettera<br />

iniziale è in oro su pergamena bianca.<br />

Gli spettacoli che attualmente svolge sul<br />

territorio nazionale abbinano il canto, il<br />

convivio con declamazione di poesie in<br />

una cornice artistico pittorica prodotta da<br />

Gustavo stesso.<br />

L’amalgama tra musica, parole,<br />

pittura, poesia si incanalano<br />

tutte in un unico “ ingegnoso<br />

slogan” spirituale che predilige<br />

il sentimento religioso e la<br />

Divinità. La musicalità tocca la<br />

metrica delle poesie, delle<br />

quartine a rima alternata e la<br />

sua voce, secondo la critica<br />

fatta a Firenze, rappresenta<br />

“un animo sensibilmente<br />

umano che canta dal cuore<br />

quanto sia grande l’essenza<br />

della vita”. Gustavo Pozzi, cantautore,<br />

poeta, pittore, scrittore, è Senatore<br />

Accademico e Gran Collare U.I.A.L.<br />

dell’Accademia Toscana “Il Macchiavello”<br />

e fa della sua Arte la sua Vita e della sua<br />

Vita un’Opera d’Arte, anche e soprattutto<br />

nei difficili momenti che lo hanno colpito,<br />

che lo hanno fatto soffrire, ma che sono<br />

stati motivo di grande coraggio, di fede e<br />

di testimonianza di Amore, pescando nell’ottimismo<br />

del suo pensiero nell’ “Alba di<br />

un nuovo giorno”, poesia nella quale<br />

sogna, “… sente gioia per nuovi eventi” e<br />

la stessa alba “accarezza il creato/coi raggi<br />

vivi e<br />

splendidi/dal<br />

sole illuminato<br />

!”;<br />

trova il<br />

coraggio<br />

per dire e<br />

dirci che<br />

n o n -<br />

ostante<br />

tutto “E’<br />

un nuovo<br />

giorno”<br />

poema<br />

nel quale<br />

“…splende<br />

il sole/coi<br />

raggi e calore/ e tutto più bello sa-rà!”


Albero Genealogico<br />

Nota per la lettura: il numero prima del nome indica la generazione,dai giorni nostri andando a ritroso.<br />

Potete richiedere l’elbero<br />

genealogico della<br />

vostra fami<strong>gli</strong>a di<br />

Fabrica di Roma, rivolgendovi<br />

presso la nostra<br />

redazione. Verrà elaborato<br />

dal nostro collaboratore<br />

Geneg e potrete<br />

vederlo pubblicato sulle<br />

pagine di <strong>Campo</strong> de’<br />

fiori.


30 <strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

100 ANNI SEMPRE VERDI<br />

Rosa Tion, la fi<strong>gli</strong>a Marisa e il marito Vincenzo Leonetti<br />

Fortunatamente, di tanto in tanto, si<br />

incontra qualcuno che “c’è arrivato”, ed<br />

per noi fonte di meravi<strong>gli</strong>a e di grande<br />

ammirazione. 100 anni, infatti, sono un<br />

traguardo straordinario, un vero inno alla<br />

vita e la signora Rosa Tion li ha compiuti il<br />

26 Aprile.<br />

Raccontare tutti i 36.500 giorni della sua<br />

vita sarebbe impossibile, ma si può certamente<br />

dire a coloro che non la conoscono,<br />

chi è e come è arrivata fin qui. Rosa è nata<br />

a Reana, un paese in provincia di Udine,<br />

nel 1909, in una fami<strong>gli</strong>a piuttosto numerosa,<br />

come, del resto, molte fami<strong>gli</strong>e dell’epoca.<br />

La compagnia di due fratelli e cinque<br />

sorelle, ai quali si aggiunsero ben presto<br />

due cugini rimasti orfani dei genitori,<br />

allietava le sue giornate e insieme giocavano<br />

e crescevano. Appena abile al lavoro,<br />

viene assunta presso una fabbrica di lavorazione<br />

del cotone, che raggiungeva ogni<br />

giorno con la sua bicicletta e impara anche<br />

a lavorare le fo<strong>gli</strong>e di granturco essiccate e<br />

colorate, realizzando sedie di pa<strong>gli</strong>a e graziose<br />

borse da signora.<br />

Durante un breve soggiorno a<br />

Roma, presso una delle sue sorelle,<br />

sposata con un carabiniere, conosce<br />

un giovane di origine abruzzese,<br />

anche lui arruolato nelle forze dell’ordine,<br />

Vincenzo Leonetti, che<br />

diventa presto suo marito.<br />

Lei lo segue fedelmente nei suoi vari<br />

trasferimenti, fino a che da Gallese,<br />

non viene definitivamente a stabilirsi<br />

a Civita Castellana, dove ricopre il<br />

ruolo di brigadiere dei carabinieri<br />

per diversi anni. Dalla loro unione<br />

nascono tre splendide fi<strong>gli</strong>e: Marisa,<br />

Carla e Onelia e mentre Rosa si<br />

occupa di farle crescere brave ed<br />

educate, riprende a lavorare a casa,<br />

rispolverando i segreti del mestiere<br />

che aveva appreso da giovane.<br />

Realizza, così, borse<br />

da vendere nell’emporio<br />

di Cassietto<br />

Cassieri, in Corso<br />

Bruno Buozzi. Nel<br />

1983, rimane vedova e,<br />

sola, cerca di riempire le<br />

sue giornate lavorando a<br />

ma<strong>gli</strong>a, giocando a carte e<br />

guardando soap opera in<br />

tivù, le sue più grandi passioni.<br />

Rosa è circondata<br />

dall’affetto dei suoi cinque<br />

nipoti e otto pronipoti, che<br />

la viziano e la riempiono<br />

d’attenzioni.<br />

Ha sempre curato molto il<br />

suo aspetto fisico e non lo<br />

trascura nemmeno a questa<br />

età. E’ molto golosa e<br />

ha l’abitudine di terminare<br />

tutti i suoi pasti con un<br />

pezzettino di formaggio ed<br />

un frutto. Un’abitudine<br />

questa che, magari,<br />

potrebbe essere anche uno<br />

dei segreti della sua longevità!<br />

Ultimamente non è<br />

Rosa Tion<br />

più in grado di lavorare con i ferri e i suoi<br />

ultimi lavori sono stati dedicati alla nipote<br />

Martina. Continua, invece, a giocare a<br />

Ramino, contando tutti i punti realizzati al<br />

termine di ogni partita, senza perderne<br />

nemmeno uno! E non fa affatto fatica a<br />

seguire le trame delle innumerevoli ed<br />

intricatissime telenovele, nelle puntate<br />

quotidiane. Soffre un po’ d’insonnia, ma<br />

del resto, come si suol dire, chi dorme non<br />

pi<strong>gli</strong>a pesci. Alla luce di questo ci viene<br />

spontaneo pensare che sia una donna<br />

veramente speciale, con un carattere<br />

forte, che l’ha senz’altro aiutata a spegnere<br />

le sue 100 candeline. Le auguriamo,<br />

allora, di poter continuare a mangiare<br />

ancora tanti dolci, formaggio e frutta, di<br />

vincere tante sfide a Ramino e, perchè no,<br />

di arrivare a vedere la fine delle innumerevoli<br />

telenovele, magari proprio della interminabile<br />

Beautiful, se una fine l’avrà!<br />

di Ermelinda Benedetti


<strong>Campo</strong> de’ fiori 31<br />

“Il Fumetto”<br />

LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONA<br />

FORTIFIED SCHOOL di Takeshi Narumi e Shinichi Hiromoto<br />

edito da Starcomics – 7 volumi, conclusa<br />

di<br />

Daniele Vessella<br />

Innovativo e spettacolare.<br />

Questo manga mi ha<br />

attirato subito per i suoi<br />

disegni graffianti, sporchi…<br />

in qualche modo,<br />

rivoluzionari. E la storia<br />

non è da meno: ci catapulta<br />

in un mondo dove<br />

andare a scuola diventa<br />

un incubo, altro che 3 in<br />

matematica… qui si<br />

rischia la vita ogni istante! La scuola in<br />

questione è situata su un altopiano, protetta<br />

da alte mura e circondata da un folto<br />

bosco dove risiedono belve feroci. Tutto<br />

questo per non far scappare <strong>gli</strong> studenti, i<br />

più problematici del Giappone, che vengono<br />

portati lì per cercare di raddrizzarli<br />

anche con metodi poco ortodossi. Tre sono<br />

i protagonisti della storia: Itsuki Takizawa,<br />

Gentaro Masuda e Mei Mato. I tre novellini,<br />

appena mettono i piedi in classe, vengono<br />

presi di mira dal comitato disciplinare<br />

studentesco e dai professori. Questo<br />

costringe il trio a compattarsi e formare<br />

una solida amicizia per aiutarsi a vicenda<br />

contro le angherie subite. I tre si fidano<br />

l’uno dell’altro e Itsuki decide di rivelare ai<br />

due amici il vero motivo della sua venuta<br />

nell’istituto: truccando il suo profilo e fingendosi<br />

una criminale, si è fatta portare lì<br />

per scoprire la verità su suo fratello, apparentemente<br />

suicidatosi dopo pochi mesi di<br />

permanenza nell’istituto, ma la cosa non<br />

l’ha mai convinta. Gentaro e Mei decidono<br />

quindi di aiutarla a scoprire la verità sulla<br />

morte del fratello ed ha così inizio la loro<br />

indagine; così, i tre si accorgono che il<br />

liceo correttivo non è solo un luogo di terrore:<br />

avvengono, infatti, morti misteriose<br />

ed inspiegabili sparizioni in una scuola<br />

senza regole dove vige la legge del più<br />

forte. Pathos, colpi di scena, azione, dinamismo<br />

sono <strong>gli</strong> ingredienti di Fortified<br />

School che miscelati dal disegno di<br />

Hiromoto danno vita a un<br />

fumetto magnificamente<br />

visionario. Hiromoto col suo<br />

stile violento riesce a calarci<br />

perfettamente in un mondo<br />

traboccante da studenti<br />

sbandati. L’universo di<br />

Fortified School è contraddistinto<br />

da un’atmosfera irreale<br />

e allucinante, ed è proprio<br />

questo il punto di forza del<br />

fumetto: i due autori usano<br />

immagini forti che emozionano,<br />

colpendo il cuore del<br />

lettore. La follia delle vicende<br />

narrate, la fluidità della<br />

trama e l’abilità del disegnatore<br />

fanno di Fortified<br />

School un ottimo prodotto,<br />

anche se non privo di difetti.<br />

Gli ultimi numeri si muovono<br />

con troppa rapidità…<br />

troppi eventi da chiudere e<br />

<strong>gli</strong> autori lo fanno nel peggiore<br />

dei modi, allontanandosi<br />

dall’ambiente pseudoscolastico<br />

per sfociare nel<br />

fantasy, che in quel contesto<br />

non c’entra assolutamente<br />

nulla. Troppo repentino il<br />

finale di un prodotto che per<br />

le splendide promesse iniziali<br />

sa di occasione sprecata, nonostante<br />

risulti comunque estremamente apprezzabile.<br />

Peccato. Fortified School meritava più<br />

spazio, anche per sviluppare la tanta carne<br />

messa al fuoco e caratterizzare al me<strong>gli</strong>o<br />

alcuni personaggi secondari che rimangono<br />

senza spessore. Un capolavoro mancato?<br />

Penso di sì. Ma nonostante queste pecche,<br />

è uno dei mi<strong>gli</strong>ori shonen pubblicati<br />

nel nostro paese.<br />

Lascio l’indirizzo del mio blog:<br />

http://danielevessella.blogspot.com/


32<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

LA STORIA DEL CIMITERO DI<br />

CIVITA CASTELLANA<br />

di Enea Cisbani<br />

... continua dal numero 59<br />

Una tavola di rilievo de<strong>gli</strong> inizi del ‘900,<br />

mostra chiaramente la situazione planimetrica<br />

del Cimitero Monumentale di San<br />

Lorenzo subito dopo la conclusione dei<br />

lavori di ristrutturazione nel 1896: l’attuale<br />

via della Repubblica, la strada di collegamento<br />

detta “Dei Cappuccini”, oggi viale<br />

Mons. Tenderini, l’ampio piazzale di arrivo<br />

con i due accessi al Convento e al<br />

Cimitero, il lungo viale dei cipressi affiancato<br />

da ampie zone a prato e, infine, l’imponente<br />

complesso a pianta quadrata con<br />

corte centrale, che costituisce il fulcro dell’intero<br />

sistema architettonico e tipologico.<br />

Lo stesso grafico evidenzia, inoltre, la<br />

situazione urbanistica dell’area circostante<br />

oggi densamente abitata: ampie distese di<br />

territorio pianeggiante e in parte collinare,<br />

interrotte da rare e modeste costruzioni e<br />

solcate dal lungo rettifilo della Variante<br />

Flaminia, diretta continuazione del Ponte<br />

Clementino. Un rilievo architettonico successivo<br />

del 1904, illustra in detta<strong>gli</strong>o la<br />

situazione tipologica del Convento dei<br />

Padri Cappuccini e l’assoluta originalità,<br />

esecutiva e tipologica, dell’impianto<br />

Berniniano, perfettamente aderente ai<br />

principi costruttivi dell’Ordine<br />

Francescano: la Chiesa, dalla pianta a<br />

croce greca, caratterizzata dall’ampia e<br />

unica navata centrale con la volta a botte<br />

e quattro Cappelle laterali, due per lato, la<br />

zona terminale detta transetto, con l’Altare<br />

Maggiore isolato e il Coro retrostante con<br />

<strong>gli</strong> stalli lignei dei Conventuali e, infine, i<br />

vasti ambienti della sacrestia; il<br />

Convento, ad “L”, posto sul versante sudest,<br />

con le celle dei religiosi, la biblioteca,<br />

il refettorio e la zona dei servizi tecnici; i<br />

Magazzini, per la conservazione dei prodotti<br />

e delle derrate agricole.<br />

L’originalità dell’impianto, assolutamente<br />

inedito, è nell’utilizzo da parte del Bernini<br />

del Quadrato, come modulo generatore<br />

dell’intera struttura, con tutti <strong>gli</strong> evidenti<br />

riflessi simbolici e religiosi.<br />

L’Ex Convento, subito dopo la sua dismissione,<br />

viene utilizzato dal Comune come<br />

Lazzaretto, per il ricovero dei malati di<br />

colera, le cui epidemie erano allora frequenti<br />

in Civita Castellana date le precarie<br />

condizioni igieniche della Città. Tra il 1920<br />

e 1940, il Cimitero viene ulteriormente<br />

ampliato costruendo nuove aree cimiteriali<br />

sul lato nord, dove la continuità architettonica<br />

e visiva dei portici della corte quadrata,<br />

viene interrotta dall’esecuzione di<br />

ampie scalee in marmo per collegare il<br />

campo superiore delle sepolture con quelle<br />

del campo inferiore. Nei portici della<br />

grande corte quadrata sono conservate le<br />

Tombe dei Civitonici “Illustri”: CASIMIRO<br />

MARCANTONI, ULDERICO MIDOSSI e<br />

ATTILIO BONANNI. Sempre in que<strong>gli</strong> anni,<br />

si realizzano le Tombe di Fami<strong>gli</strong>a nelle<br />

zone prospettanti il viale interno con i<br />

cipressi, in quelle stesse aree anticamente<br />

destinate dai Francescani alla sepoltura<br />

dei Confratelli. Le Tombe di Fami<strong>gli</strong>a costituiscono<br />

episodi architettonici rilevanti<br />

sotto l’aspetto artistico e compositivo, in<br />

una perfetta fusione e rielaborazione di<br />

forme classiche e medioevali e nell’uso<br />

sapiente dei materiali costruttivi quali<br />

ferro, bronzo e marmi. Nel 1930, il<br />

Comune sopprime il Lazzaretto data ormai<br />

la sua cessata funzione e utilità, trasformando<br />

l’antico Convento sia in abitazione<br />

per il custode, che per ospitare<br />

<strong>gli</strong> uffici cimiteriali. Sempre nel<br />

1930 viene realizzato l’ingresso<br />

marmoreo con il cancello in ferro<br />

battuto, di fatto sistemando adeguatamente<br />

la zona d’ingresso<br />

sul viale Tenderini. La Chiesa di<br />

San Lorenzo, nel contempo,<br />

viene sempre utilizzata per officiare<br />

le funzioni religiose e celebrative.<br />

Esiste, poi, il Cimitero di San<br />

Lorenzo “segreto”, caratterizzato<br />

da ampi sotterranei: l’Ossario<br />

posto al disotto della stessa<br />

Chiesa, realizzato nel 1624 e collegato<br />

alle vaste gallerie della<br />

zona monumentale utilizzate per<br />

le sepolture. Nel frattempo, il<br />

vecchio Cimitero di San<br />

Giorgio con l’omonima Chiesa,<br />

soppresso nel 1893, è al centro<br />

di varie proposte di utilizzazione<br />

da parte delle Autorità Comunali<br />

del tempo: rimessaggio per i carri<br />

Comunali, utilizzo dell’area come campo<br />

militare per le truppe di passaggio e come<br />

sito dove realizzare case popolari vista la<br />

notevole richiesta abitativa. E’ il Sindaco<br />

Ulderico MIDOSSI, che comunque ne<br />

intuisce le grandi potenzialità facendo realizzare<br />

sia la Scuola d’Arte che le Scuole<br />

Elementari. Nel 1914 la Chiesa di San<br />

Giorgio viene trasformata in Scuola e in un<br />

locale attiguo ospitato fino al 1925 il<br />

Carro Mortuario del Cimitero di San<br />

Lorenzo. Una presenza mal tollerata dalla<br />

stessa scuola - tanto da dare origine a un<br />

lungo contenzioso legale con il Comune -<br />

che non accettava la sua presenza all’interno<br />

de<strong>gli</strong> spazi collettivi frequentati dai<br />

giovani allievi. Nel 1928 l’annosa controversia<br />

viene risolta, grazie alla disponibilità<br />

di un cittadino, che dona il locale per il<br />

rimessaggio del Carro Funebre Comunale<br />

posto su via Minolfo Masci nel piano terra<br />

dell’antica stazione di posta. Il 10<br />

Giugno 1940, è la data che segna la<br />

svolta nell’utilizzo del Complesso<br />

Conventuale di San Lorenzo.<br />

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continua sul prossimo numero ...<br />

San Lorenzo


<strong>Campo</strong> de’ fiori 33<br />

La rubrica<br />

dei perchè?<br />

Perchè si dice “fare la siesta”?<br />

<strong>Tutti</strong> sappiamo che il termine spagnolo "siesta" sta per il riposo pomeridiano successivo al<br />

pranzo, me<strong>gli</strong>o se effettuato su di un'amaca all'ombra delle palme di una bella isola tropicale<br />

nelle afose giornate d'estate. Tuttavia l'origine di questo termine è da ricercarsi nel lontano<br />

Medioevo... Durante il Medioevo, infatti, nei conventi si effettuavano diversi momenti di racco<strong>gli</strong>mento<br />

al fine di pregare: uno di questi era prossimo al pranzo ed era chiamato "Sesta".<br />

Successivamente all'abbondante pasto veniva effettuato un riposo e da qui venne l'uso del termine<br />

che, nell'idioma spagnolo, mutò nell'attuale e conosciuto termine "siesta". In italiano<br />

potremmo definire la siesta come il pisolino pomeridiano (con o senza amaca)!<br />

Modi di dire<br />

Perchè si dice “volere la botte piena e la mo<strong>gli</strong>e ubriaca”?<br />

Questo modo di dire viene rivolto all'indirizzo delle persone che vo<strong>gli</strong>ono ottenere solo<br />

guadagno, in ogni tipo di situazione, senza rimetterci qualcosa, senza compiere alcuna<br />

rinuncia o sacrificio... Si dice quindi "volere la botte piena e la mo<strong>gli</strong>e ubriaca" e si capisce<br />

benissimo che se la mo<strong>gli</strong>e è ubriaca, la botte non potrà mai essere piena... ma qualcuno<br />

ancora pensa che avere entrambe le cose possa essere un'ipotesi reale!<br />

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34<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Le storie di<br />

Max<br />

Gli Omega<br />

Gruppo musicale civitonico dei mitici anni ‘70<br />

Primi anni ’70: un<br />

senso di innovazione,<br />

di cambiamento<br />

e di libertà di<br />

espressione arriva<br />

anche a Civita<br />

Castellana come eco<br />

dei mitici anni ’60 e<br />

delle relative rivoluzioni,<br />

pervadendo<br />

di Amalia Cesarini <strong>gli</strong> animi dei giovani<br />

dell’epoca e portandoli<br />

a cavalcare una sorta di onda creativa,<br />

fomentando sogni che fino ad allora erano<br />

sopiti. La musica della Beat Generation<br />

ormai aveva seminato e il raccolto era<br />

molto vario, lo si riscontrava nell’animo di<br />

tutti; ogni cosa sembrava possibile e la<br />

parola d’ordine era : LIBERTA’ E CREATI-<br />

VITA’. Nasce così una generazione di “artisti”,<br />

forse un po’ sfacciati ma senza dubbio<br />

“genuini”. Eccoli là allora, a rinchiudersi<br />

dentro cantine e vecchi casali, adattati e<br />

insonorizzati alla me<strong>gli</strong>o con cartoni di<br />

uova e un po’ di polistirolo alle pareti,<br />

imbracciando tutto ciò che poteva assomi<strong>gli</strong>are<br />

a uno strumento musicale, cercando<br />

di tirarne fuori più note possibili e soprattutto<br />

che si avvicinassero a quelle dei<br />

gruppi più in voga: Beatles, Rolling<br />

Stones, Deep Purple, Santana e in particolare<br />

i nostri Nomadi, Formula Tre,<br />

Camaleonti, Dik Dik ecc… C’era chi si dilettava<br />

con la chitarra, che tra l’altro rendeva<br />

“piacioni”, aiutando a rimorchiare le ragazze,<br />

(anche se poi in realtà chi sapeva suonarla<br />

finiva immancabilmente sempre a<br />

suonare la colonna sonora di quelli che<br />

“limonavano”) e chi andava in giro con vari<br />

tipi di congas perché rendevano tutto un<br />

po’ esotico. Così tutti davano sfogo alla<br />

loro arte creando piccoli complessi musicali<br />

(già, perché allora si chiamavano così,<br />

non band, gruppi e tantomeno cover<br />

band). Ebbene, la faccia tosta di questa<br />

generazione è ben rappresentata da<strong>gli</strong><br />

Omega, che senza saper suonare nessuno<br />

strumento,prima hanno deciso di formare<br />

il complesso e poi sono andati a scuola di<br />

musica!!! Marcello Silveri ( Marcellino),<br />

batteria; Benigno Branca, chitarra; Claudio<br />

Annesi, basso; Tonino Menichelli (Billy),<br />

voce e chitarra acustica; Angelo Pescitelli<br />

(Gnolo) tastiere, un bel giorno decidono di<br />

avventurarsi nel campo della musica,<br />

fanno una bella colletta e comprano <strong>gli</strong><br />

strumenti (usati ovviamente): una batteria<br />

Hollywood grigio perla, un basso<br />

Fender, una chitarra elettrica Fender e<br />

una tastiera Hammond! Vanno a scuola e<br />

in poco tempo riescono a tirar fuori un<br />

brano che allora andava alla grande: Io mi<br />

fermo qui, dei Dik Dik!<br />

Avranno pensato veramente<br />

di fermarsi lì???<br />

Assolutamente no, quello<br />

era solo l’inizio! Infatti<br />

hanno cominciato a tirare<br />

fuori altri brani dei Dik Dik,<br />

Nomadi ecc… fino a sconfinare<br />

nei Santana e i Beatles,<br />

ottenendo un modesto<br />

repertorio che ha permesso<br />

loro di far fronte al primo<br />

concerto, nel piazzale della<br />

Chiesa di San Lorenzo,<br />

all’interno di una rassegna<br />

musicale che comprendeva i<br />

complessi locali più famosi!<br />

Quel concerto lo fecero col<br />

nome di Rothman’s, riferito<br />

appunto alle sigarette che<br />

fumava la maggior parte di<br />

loro. Ciò accadeva nell’estate<br />

del 1974. Da lì in poi<br />

cominciarono ad allargare il<br />

loro orizzonte, facendo<br />

esperienze anche in altri<br />

gruppi e annettendo per<br />

brevi periodi componenti di<br />

altri complessi, creandosi<br />

così un bel baga<strong>gli</strong>o di esperienze<br />

al punto di decidere<br />

di cambiare il nome in<br />

OMEGA: l’ultima lettera dell’alfabeto<br />

greco, sperando man mano di risalire le<br />

varie lettere fino ad arrivare all’Alfa!!! Non<br />

hanno più assunto il nome delle lettere<br />

ascendenti, ma senza dubbio hanno<br />

cominciato ad avere la loro importanza nel<br />

loro ambito, e visto che erano parecchio<br />

Inizio anni ‘70. Da sx:Angelo Pescitelli, Claudio Annesi,<br />

Benigno Branca e Marcellino Silveri.<br />

Un ve<strong>gli</strong>one<br />

richiesti, si sono “allargati” annettendo<br />

altri due pezzi “grossi” : un cantante melodico<br />

col vocione e un sax, rispettivamente<br />

Francesco Anesini (Gnecco) e Roberto Mei<br />

(Sardarello). Adesso si che potevano partire<br />

veramente! Grazie a Francesco si<br />

aggiungono canzoni melodiche, romane-


<strong>Campo</strong> de’ fiori 35<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5<br />

6<br />

7<br />

Gli Omega con Maria Carta ad una festa dell’Unità<br />

sche e brani di Demis Roussos e grazie a<br />

Sardarello si inseriscono i classici del liscio:<br />

valzer, mazurke, tanghi ecc… Spesso si<br />

univa a loro un’altra chitarra, quella di<br />

Giorgio Angeletti…e sette! Così in un’atmosfera<br />

molto tranquilla, senza grandi<br />

pretese di definizione dei suoni, solo per la<br />

vo<strong>gli</strong>a di suonare e spesso solo con il compenso<br />

della cena, affrontavano le varie<br />

feste patronali, le feste de l’unità e i numerosissimi<br />

ve<strong>gli</strong>oni per i quali erano molto<br />

richiesti. Alla fine de<strong>gli</strong> anni ’70, con la<br />

maturità acquisita, riuscirono a gettare le<br />

basi per un Festival canoro per bambini,<br />

che , in collaborazione con la parrocchia di<br />

San Luigi a Sassacci, portarono avanti per<br />

parecchie edizioni: l’Usignolo d’Argento,<br />

una manifestazione che richiamò un notevole<br />

numero di partecipanti di un’età compresa<br />

dai 5 ai 15 anni. A metà de<strong>gli</strong> anni<br />

’80 però le serate cominciano a rallentare,<br />

sia perché comincia a diminuire la disponibilità<br />

di qualcuno di loro per problemi legati<br />

alla fami<strong>gli</strong>a e al lavoro, sia perché le<br />

leggi fiscali relative alle serate cominciano<br />

ad essere più rigorose richiedendo<br />

troppi obblighi ai musicisti,<br />

alle associazioni e ai gestori<br />

dei locali e rendendo ciò che<br />

poteva essere divertimento un<br />

vero e proprio lavoro. Così,<br />

come l’alba che pur mettendoci<br />

davanti un giorno bello e<br />

luminoso, rapisce i nostri<br />

sogni, la vita ha preso il<br />

sopravvento su<strong>gli</strong> Omega,<br />

lasciando ai loro sogni un<br />

tempo molto esiguo<br />

ma…attenzione…anche se sotto<br />

mentite spo<strong>gli</strong>e ( coro della cattedrale)<br />

sotto altri nomi (Giovedì<br />

gnocchi, Yamagna, Tempi supplementari)<br />

o addirittura all’interno di<br />

compagnie teatrali (I<br />

Nunseponnoguardà), la loro presenza<br />

fluttua sempre nell’aria civitonica!!!<br />

Gli Omega al completo: 1. Angelo Pescitelli, 2. Tonino<br />

Menichelli (Billy),3. Benigno Branca, 4. Francesco<br />

Anesini, 5. Giorgio Angeletti, 6. Roberto Mei,<br />

7. Marcellino Silveri.<br />

Gruppo teatrale<br />

civitonico<br />

I<br />

Nunseponnogua<br />

rdà.<br />

Da sx: Raffaele<br />

Micheli, Marco<br />

Manoni,<br />

Pasqualino<br />

Spaziano,<br />

Mauro<br />

Agostinelli,<br />

Marcellino<br />

Silveri<br />

(Omega),<br />

Benigno Branca<br />

(Omega).<br />

In basso:<br />

Sandro (Max) e<br />

Cecilia Anselmi.<br />

Marcellino Silveri, alias Al Capone!<br />

Attenzione!!!<br />

Benigno Branca pronto per una serata<br />

all’Arabesk, a Febbraio del 2009.


... continua dal numero 59<br />

Benjamin David Goodman era nato a<br />

Chicago nel 1909 in una fami<strong>gli</strong>a di ebrei<br />

immigrati polacchi molto poveri e con un<br />

numero imprecisato di fi<strong>gli</strong>, tra i quali,<br />

Benny risaltava subito all’occhio per essere<br />

assai piccolo e mingherlino.<br />

Il padre, di professione sarto, era assillato<br />

da una vita piena di stenti, prima in patria<br />

e successivamente in America, tuttavia,<br />

malgrado il suo magro bilancio non mancò<br />

di far frequentare a tre dei suoi fi<strong>gli</strong>,<br />

Harry, Fred e Benjamin le lezioni di<br />

musica che si tenevano regolarmente<br />

presso la Sinagoga e, poichè Benjamin<br />

era il più gracile dei fratelli, venne avviato<br />

allo studio del sottile e leggero clarinetto.<br />

A tal proposito Benny Goodman, nella<br />

sua autobiografia dal titolo The Kingdom<br />

of Swing, scrive:<br />

“ … si dice che io abbia scelto di suonare il<br />

clarinetto perché aveva i tasti splendenti,<br />

… in verità, se il mio peso fosse stato due<br />

libbre in più e la mia statura due pollici in<br />

più, oggi probabilmente suonerei una<br />

tromba e non un clarinetto … ”.<br />

Buon per noi! Avendo Benny dimostrato<br />

ben presto una notevolissima abilità come<br />

strumentista, con un altro grosso sacrificio<br />

da parte di papà Goodman, venne prima<br />

affidato privatamente all’insegnante della<br />

stessa Sinagoga e, successivamente, a<br />

Franz Schoeppe ex insegnante del<br />

Chicago Musical College che avrebbe<br />

fatto di Benny quel virtuoso che tutti<br />

conoscono.<br />

A soli quattordici anni cominciò a guadagnare<br />

qualche dollaro suonando qua e là<br />

ispirandosi a tale Ted Lewis, un clarinettista<br />

dell’epoca, ma guardando allo stile di<br />

Leon Rappolo che, da quando aveva<br />

avuto occasione di ascoltare i New<br />

Orleans Rhythm Kings era divenuto il<br />

suo idolo.<br />

Poiché a quell’epoca le leggi del Michigan<br />

non obbligavano i ragazzi a frequentare le<br />

scuole fino a diciotto anni, Benny abbandonò<br />

<strong>gli</strong> studi per accettare <strong>gli</strong> ingaggi che<br />

<strong>gli</strong> venivano via via proposti, militò così in<br />

numerose orchestre, da quella di Kekelah<br />

Jacob Synagogue, a quella di Ben<br />

Pollack e di Paul Whiteman; ciò fino al<br />

1934, allorquando il clarinettista riuscì a<br />

mettere in piedi una sua formazione nella<br />

quale i punti di forza erano costituiti dai<br />

fratelli Jack e Carlie Teagarden e da<br />

suo fratello Harry.<br />

A<strong>gli</strong> inizi non riuscì ad imporre un suo particolare<br />

stile, anche a causa dei proprietari<br />

dei vari locali nei quali la formazione si<br />

esibisce che esigevano che venisse eseguita<br />

musica Sweet - musica dolce che, a<br />

loro ed al pubblico, piaceva.<br />

Benny Goodman non è di certo l’uomo<br />

più rappresentativo del momento, ma è lui<br />

che consente al Jazz di raggiungere un<br />

pubblico sempre più vasto e che per primo<br />

tenta quello che nessuno prima di lui<br />

aveva osato tentare, ossia presentare<br />

complessi in bianco e nero, vale a dire formazioni<br />

miste di musicisti bianchi e di<br />

colore che porta il Jazz nelle sale da concerto.<br />

Il successo è assicurato da una grande<br />

orchestra che Benny Goodman riunisce<br />

nel 1934, che suona arrangiamenti di noti<br />

musicisti negri e che, grazie al successo<br />

ottenuto, concepisce l’idea di tentare una<br />

nuova forma musicale che e<strong>gli</strong> stesso battezza<br />

Jazz da camera.<br />

Nulla a che vedere naturalmente con la<br />

tradizionale musica da camera, ma piuttosto<br />

un certo senso di intimità e di compostezza<br />

che richiama quella musica; <strong>gli</strong><br />

artefici sono, oltre che lo stesso Benny<br />

Goodman, il pianista negro Teddy<br />

Wilson, salottiero e piacevole, il vibrafonista<br />

nero Lionel Hampton e il batterista<br />

bianco Gene Krupa.<br />

Sono questi i dominatori de<strong>gli</strong> anni trenta,<br />

di Riccardo Consoli<br />

anche se al loro fianco militano altre grandi<br />

orchestre, spesso decisamente mi<strong>gli</strong>ori,<br />

oltre che alcune formazioni bianche di<br />

tutto rispetto.<br />

Ben presto però il nome di Benny<br />

Goodman sarebbe divenuto noto in tutti<br />

<strong>gli</strong> Stati Uniti ogni sabato sera, infatti, la<br />

NBC trasmette un’ora di Jazz con l’orchestra<br />

del clarinettista che propone esecuzioni<br />

decisamente raffinate oltre che squisitamente<br />

orchestrate.<br />

Non si tratta di certo di un nuovo genere<br />

musicale dal momento che la musica proposta<br />

da Benny Goodman altro non è<br />

che il Jazz già suonato in alcuni locali<br />

dalle orchestre di Fletcher Henderson,<br />

Cab Calloway, Jimmie Lunceford e<br />

Chick Webb tuttavia, mai come in que<strong>gli</strong><br />

anni, essa corrisponde perfettamente al<br />

gusto ed alle esigenze di un pubblico giovane<br />

in cerca di emozioni, un pubblico che<br />

rappresenta tutti <strong>gli</strong> americani senza<br />

distinzione di razza.<br />

Anche per questo lo Swing e di conseguenza<br />

il Jazz, ebbero un successo mai<br />

conosciuto prima di allora; naturalmente<br />

fondamentale fu la diffusione radiofonica<br />

dei programmi di musica Swing cui si è<br />

fatto cenno che portava questa musica in<br />

tutte le case americane.<br />

continua sul prossimo numero ...<br />

Benjamin Goodman


Civita Castellana<br />

a fine Ottocento<br />

Civita entrò a far parte del Regno d’Italia il<br />

12 settembre, poco prima della presa di<br />

Roma nel 1870, con l’entrata in città del<br />

Regio Esercito e la resa della “Basti<strong>gli</strong>a<br />

Pontificia” e fu governata, per parecchi<br />

anni, dalle fami<strong>gli</strong>e piu in vista e benestanti:<br />

Coluzzi, Morelli, Feroldi De Rosa,<br />

Trocchi, Ciotti, Midossi per citarne alcuni.<br />

Costoro si adoperarono per ingrandire e<br />

modernizzare la nostra città che usciva da<br />

una profonda crisi economica essendo<br />

venuto a mancare il ruolo che aveva svolto<br />

come punto strategico dello stato<br />

Pontificio e i vantaggi che ne aveva tratto,la<br />

carica di Sindaco fu quindi svolta da<br />

questi cittadini,anche perché il 60 per<br />

cento della popolazione era analfabeta. Il<br />

primo cittadino era eletto con nomina<br />

regia,cioè dal Re,poiché soltanto nei<br />

Comuni con 10.000 abitanti il Consi<strong>gli</strong>o<br />

Comunale poteva eleggere il proprio sindaco,<br />

furono infatti eletti con nomina<br />

regia: Ferdinando Giunti reg. delegato<br />

straordinario 1871, Marco Morelli 1873,<br />

Giovan Battista Montanari 1874,Domenico<br />

Coluzzi 1876, Antonio Riccioni 1894, poi<br />

ancora Domenico Coluzzi, le cariche di<br />

consi<strong>gli</strong>ere erano svolte da padre in<br />

fi<strong>gli</strong>o,da fratello a fratello. La legge 29<br />

lu<strong>gli</strong>o 1896, n. 346 (Di Rudini) fece si che<br />

l’elezione dei Sindaci da parte di tutti i<br />

Consi<strong>gli</strong> comunali, confermando la durata<br />

triennale della carica, poteva avvenire<br />

anche nei Comuni che contava 5000 abitanti<br />

come Civita: Giovanni Arrigoni nel<br />

1897 fu il primo Sindaco eletto dai consi<strong>gli</strong>eri.<br />

Iniziarono cosi dopo il 1870 una<br />

serie di cambiamenti: nel Carcere<br />

Mandamentale che si trovava dove ora è<br />

l’ufficio anagrafe in Corso Bruno Buozzi vi<br />

venne trasferita la Pretura, che si trovava<br />

in Piazza di Massa nei locali del Sig. Petrini<br />

in affitto per la somma di L. 1080 annue,<br />

il palazzo fu modificato venne costruita la<br />

scala,allargato il portone, fu rialzato il<br />

secondo piano, costruito il cornicione si<br />

rimosse anche la gradinata della chiesa di<br />

San Francesco per uniformarla alla<br />

Pretura,poiché la sagrestia doveva essere<br />

adattata a biblioteca ed ospitare circa<br />

6.000 volumi. Il Carcere quindi fu trasferito<br />

alle due Torri di via Vinciolino,si acquistarono<br />

<strong>gli</strong> stabili adiacenti,fu costruito<br />

anche l’alloggio per il custode,il costo fu di<br />

L. 10.021. Le Mole del Treia che erano<br />

state devastate dall’alluvione del 1861<br />

furono riattivate ,i mugnai ne avevano<br />

approfittato formando una Società e<br />

facendo pagare L.150 al quintale per la<br />

molitura traendone cosi profitto e recando<br />

danno ai contadini costretti a sottostare a<br />

ciò per ben 17 anni. La Caserma Militare<br />

Enrico Cosenz che si trovava a palazzo<br />

Andosilla, trasformato poi nel 1899 per<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori 37<br />

ospitare la<br />

scuola elementare,<br />

fu<br />

ampliata<br />

unendo il<br />

palazzo della<br />

Pretura e<br />

la Caserma<br />

fu trasferita<br />

nel convento<br />

delle<br />

Clarisse traslocate<br />

nel<br />

Seminario. Nel 1878 e <strong>gli</strong> inizi del 1879 vi<br />

furono altre alluvioni con scarsi raccolti, il<br />

Comune acquistò grano da distribuire<br />

durante i mesi invernali alle fami<strong>gli</strong>e bisognose.<br />

Il demanio donò al Comune la<br />

Chiesa e il Convento dei Cappuccini compresa<br />

la biblioteca e si decise di costruirvi<br />

il nuovo cimitero che si trovava presso la<br />

Chiesa di San Giorgio, fu comperato un<br />

carro funebre per la somma di L. 682,il<br />

trasporto delle salme fu appaltato per la<br />

somma di L. 300,furono piantati <strong>gli</strong> alberi<br />

nel viale. Venne deciso di costruire il<br />

Mattatoio Pubblico,il maestro muratore<br />

Domenico Paolelli si offri di costruirlo nell’orto<br />

di sua proprietà e di godere della<br />

tassa di mattazione sino all’estinzione del<br />

debito, la proposta non venne accettata e<br />

si deliberò di costruirlo vicino al ponte<br />

Terrano. Venne allargata la strada della via<br />

Flaminia dall’angolo della casa del signor<br />

Arigoni alla chiesa di S. Giovanni demolendo<br />

edifici,in quanto stretta e in cattive condizioni<br />

essendo di vitale importanza per il<br />

passaggio dei carri,del bestiame e per<br />

l’Arti<strong>gli</strong>eria dell’esercito. Si ottenne la fermata<br />

delle 6,29 antimeridiane alla stazione<br />

di Borghetto, i civitonici potevano cosi<br />

recarsi a Roma in mattinata e rientrare la<br />

sera .Nel 1877 venne inaugurato il primo<br />

asilo infantile,le strade di via Posterula e la<br />

salita del ponte Clementino essendo molto<br />

scomode per la salita fu tolto il selciato per<br />

renderle il più possibile pianeggianti con<br />

l’inconveniente che durante le giornate di<br />

tramontana si alzava un gran polverone<br />

costringendo la Spazzatura Pubblica ad<br />

innaffiarle . La Polizia Urbana controllava<br />

la sanità dei cibi e con bilancette tascabili<br />

e controllavano che non ci fossero frodi nei<br />

pesi, il servizio di spazzatura urbana era in<br />

appalto,<strong>gli</strong> spazzini erano tre con carrettini<br />

a mano, mal pagati,accumulavano il letame<br />

per poi rivenderlo cercando cosi di<br />

arrotondare lo stipendio. Il servizio sanitario<br />

era affidato a due medici più il medico<br />

chirurgo che eseguiva la vaccinazione del<br />

vaiolo,le malattie che predominavano<br />

erano la polmonite, pleuro polmonite,<br />

pleurite, faringite, febbri malariche e cataralli,<br />

C’era la Banda Municipale diretta dal<br />

maestro Antonio Cavicchioli. Gli istituti di<br />

beneficenza erano l’Ospedale,<br />

l’Orfanatrofio, il Monte Frumentario e<br />

Pegni gestito dalla congregazione di<br />

Carità,vi era una banca :la Cassa di<br />

Risparmio. Si pagava la tassa sul bestiame,la<br />

tassa di fami<strong>gli</strong>a o Fuocatico che era<br />

divisa in 20 classi, 700 erano <strong>gli</strong> iscritti,la<br />

prima pagava L.100 e vi appartenevano<br />

soltanto quattro fami<strong>gli</strong>e, l’ultima L. 1 vi<br />

appartenevano 397 fami<strong>gli</strong>e. Il matrimonio<br />

civile diventò obbligatorio definitivamente<br />

nel sistema giuridico italiano con la promulgazione<br />

del Codice Civile del Regno<br />

d’Italia nel 1865, in vigore dal 1 gennaio<br />

1866 ma i Civitonici preferivano il matrimonio<br />

religioso,infatti nel 1878 erano soltanto<br />

83 quelli celebrati con rito civile e<br />

non si preoccupavano di denunciare il<br />

cambio di residenza come esigeva la<br />

legge. Nel 1878 vi furono 251 nascite,250<br />

morti e furono celebrati 36 matrimoni.<br />

Nonostante la Legge sulla istruzione obbligatoria<br />

le scuole elementari per i bambini<br />

dai sei a nove anni non erano molto frequentate<br />

i genitori renitenti venivano<br />

denunciati al Regio Pretore,vi erano inoltre<br />

le scuole ginnasiali dall’anno scolastico<br />

1876/77. Venne fatto un nuovo regolamento<br />

di igiene pubblica che vietava di di<br />

fare i lavori agricoli come per esempio sfo<strong>gli</strong>are<br />

il granoturco o spellare <strong>gli</strong> animali<br />

per le vie interne di Civita. L’illuminazione<br />

notturna prima ad olio poi a petrolio infine<br />

il 15 settembre nel 1890 fu inaugurata<br />

quella elettrica,era di quaranta lampioni<br />

oltre al disco dell’orologio comunale che<br />

nei mesi gennaio,febbraio,marzo novembre<br />

e dicembre erano accesi tutta la<br />

notte,ne<strong>gli</strong> altri mesi secondo le tavole<br />

lunarie per la spesa di L. 2000, ne fu<br />

aggiunto un altro nella stretta via Febo.<br />

Vennero appaltati i lavori di fognatura e la<br />

conduttura di acqua potabile. Nel 1895 si<br />

impiantava la rete telefonica mandamentale<br />

per circa 60 chilometri, univa per 17<br />

chilometri Civita a Ma<strong>gli</strong>ano Sabino,15 chilometri<br />

Civita, Faleria,e Calcata,14 chilometri<br />

Civita, Nepi, e Castel Sant’Elia, 18<br />

chilometri Civita, Fabrica di Roma e<br />

Corchiano.<br />

Francesca Pelinga


38<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Corchiano - 2 Giugno 2009. Festa dei giovani della classe 1954.<br />

Foto Severina Iannoni<br />

Civita Castellana<br />

Giugno 2009.<br />

Renato Conti,<br />

classe 1911,<br />

e Flavio Biagiola,<br />

classe 1930.<br />

“Ultimo avamposto<br />

a difesa di Piazza<br />

Matteotti”.<br />

Foto Alberto Sacchi<br />

Al reparto di Ginecologia di<br />

Civita Castellana.<br />

Con affetto e profondo rispetto vo<strong>gli</strong>o<br />

ringraziare il reparto di Ginecologia di<br />

Civita Castellana., per la sua grande<br />

professionalità e per l’umanità ricevuta<br />

da tutto il personale medico e<br />

infermieristico del reparto.<br />

Un grazie sincero.<br />

Lorella Zeppilli<br />

campodefiori.biz


<strong>Campo</strong> de’ fiori 39<br />

Nel cuore<br />

Enrico<br />

Ciccarella<br />

Occorre tanta fede per accettare quello che spesso non riusciamo a capire, e la<br />

morte di Enrico, è comunque una di quelle cose incomprensibili, che ci lasciano<br />

increduli ed attoniti.<br />

Non si può accettare che una persona, già provata da dispiaceri incolmabili, possa<br />

morire così!<br />

Aveva sofferto immensamente quando aveva perso la sua dolce Daniela e s’era trovato<br />

solo con la sua piccola Sara ancora da crescere.<br />

Aveva dovuto trovare il coraggio e la forza per farlo, riuscendovi nel mi<strong>gli</strong>ore dei<br />

modi.<br />

Aveva allora riversato tutto il suo amore su quella fi<strong>gli</strong>a tanto desiderata, ed ogni<br />

volta che ci incontravamo me ne parlava, a volte preoccupato per l’inquietudine<br />

adolescenziale, a volte entusiasta per le innumerevoli soddisfazioni che <strong>gli</strong> dava.<br />

Povero Enrico, lo conobbi quando ancora avevo l’ufficio in via della Repubblica e fermava<br />

spesso la sua vespa davanti alla vetrina per entrare a scambiare due chiacchiere.<br />

Mi colpì immediatamente la sua mitezza e la sua grande educazione, e già allora mi<br />

parlava della sua profonda fede cristiana e dell’amore per il prossimo.<br />

Ebbi modo di conoscerlo ancor più quando mia fi<strong>gli</strong>a, all’età di dieci anni, entrò a far parte del coro della cattedrale, sotto la<br />

giuda dell’insuperato Don Giuseppe. Allora Enrico che faceva già parte di questo prestigioso sodalizio per esserne un basso dalla<br />

voce pura e possente, l’aiutò molto, con la sua acco<strong>gli</strong>enza e cordialità, a superare le resistenze e le paure iniziali che una bambina<br />

come Cecilia poteva avere.<br />

Me lo ricordo in que<strong>gli</strong> anni accompagnare alla messa della domenica Tonino, quel ragazzo down al quale si era tanto affezionato,<br />

ed ancor più forte ho l’immagine di lui con la madre ed il fratello Ermanno che andavano, immancabilmente sotto braccio,<br />

per via Garibaldi fino a fermarsi alla pasticceria Etrusca per il rito della colazione, un’icona questa di una Civita che non c’è più.<br />

Enrico è stato un appassionato lettore di <strong>Campo</strong> de’ fiori e me lo<br />

ricordava sempre con apprezzamenti calorosi. E’ stato un mio sincero<br />

estimatore quando anch’io entrai a far parte del coro e lì ha<br />

proseguito la sua attività, dopo la morte di Don Giuseppe, con i<br />

Maestri Enrico Mazzoni, prima, e Laura Ammannato, dopo.<br />

I tanti viaggi con il treno bianco a Lourdes con la divisa<br />

dell’UNITALSI e <strong>gli</strong> altrettanti pellegrinaggi, <strong>gli</strong> davano arricchimento<br />

e gioia, così pure la vicinanza e l’amicizia con la Curia, lo riempivano<br />

di soddisfazione.<br />

Anche il giorno prima di morire, Cecilia mi aveva riportato, felice, i<br />

suoi saluti, che non mancava mai di inviarmi.<br />

Ho cantato assieme al tuo coro per accompagnarti nel tuo ultimo<br />

viaggio, e siamo stati tutti presi da un’incontrollabile emozione<br />

quando abbiamo intonato Madonna Nera, il brano che amavi<br />

tanto…<br />

Ciao Enrico<br />

Ricordo Enrico<br />

A Liliana la mia vita<br />

Il 7 Gennaio te ne sei andata,<br />

e con me non sei restata,<br />

a te sono stato sempre affezionato<br />

e per di più ti ho sempre amata.<br />

Quarantacinque anni di matrimonio e di felicità<br />

con tanti accordi e serenità.<br />

Ti porgo sulla tomba questo fiore,<br />

che tu lo passa donare al Signore<br />

e con la tua dolcezza e il tuo sorriso<br />

il Signore ti possa acco<strong>gli</strong>ere in Paradiso.<br />

Sandro Anselmi<br />

Antonio Gu<strong>gli</strong>elmo


40 <strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

ELENA BONELLI Chiuso CON GRAN SUCCESSO<br />

il suo tour ROMA IN THE WORLD<br />

Sabato 25 e domenica 26 Maggio, il<br />

TEATRO ELISEO ha registarato<br />

straesaurito ed il pubblico era letteralmente<br />

andato in visibilio. Alla fine<br />

dello spettacolo una gigantesca botti<strong>gli</strong>a<br />

di champagne è stata stappata<br />

in scena per brindare alla chiusura<br />

del progetto “Roma in the world - la<br />

canzone romana nel mondo” che da<br />

6 anni sta calcando i più bei palcoscenici<br />

mondiali.<br />

Elena Bonelli e la sua New Band sono<br />

stati accolti da scroscianti applausi e standing<br />

ovation. L’artista romana ha avvolto<br />

la platea facendola partecipare per tutto lo<br />

spettacolo col canto di canzoni del repertorio<br />

romano quale<br />

“Barcarolo Romano” di<br />

Romolo Balzani, “Tanto<br />

pe Cantà” di Ettore<br />

Petrolini, “Sinnò me<br />

moro” di Carlo<br />

Rustichelli ma anche<br />

inediti scritti in romanesco<br />

dalla Bonelli e musicati<br />

da Mariella Nava,<br />

presente in sala e Pippo<br />

Caruso. Nella totale<br />

attenzione del pubblico<br />

che ha seguito con passione<br />

la performance<br />

della Bonelli l’attrice ha<br />

tenuto quasi due ore di<br />

spettacolo, intervallando<br />

alle canzoni romane,<br />

brani recitati e citazioni<br />

dei grandi personaggi<br />

della romanità. Molto<br />

suggestiva la proiezione<br />

in cui la Bonelli interpretava<br />

la grande Anna<br />

Magnani intervistata da<br />

Carlo Lizzani, e “Le mantellate” girate dentro<br />

il carcere. Straordinaria l’interpretazione<br />

di “Chitarra Romana” in fado portoghese<br />

che da l’idea di sentire una Amalia<br />

Rodriguez capitolina, e molto divertente e<br />

apprezzata dal pubblico una “Roma nun fa<br />

la stupida” in swing americano. Il pubblico<br />

ha battuto il tempo di tutte le canzoni e<br />

ha omaggiato l’artista con una standing<br />

ovation. Alla fine l’attrice ha ringraziato<br />

tutto il pubblico che, tornando assiduamente<br />

ai suoi spettacoli, l’ha seguita per 6<br />

anni e stappando una enorme botti<strong>gli</strong>a di<br />

champagne in scena, ha brindato con tutti<br />

al successo dell’operazione. Molto efficace<br />

ed affiatata la NewBand diretta da<br />

Giandomenico Anellino–Chitarra, Roberto<br />

Mezzetti–Percussioni, Roberto Magnanensi<br />

– Fisarmonica, Luca Perroni–Piano,<br />

Alessandro Mazza–Basso, Riccardo<br />

Medile–Chitarra, coordinati dalla Bonelli<br />

che di questo allestimento ha curato<br />

anche la regia. Aveva già scaldato 20000<br />

romani che l’hanno applaudita in Piazza<br />

Campido<strong>gli</strong>o, ma ieri sera la Bonelli,<br />

avvolta da un seducente abito di Donna<br />

Karan, ha trasformato la serata in due ore<br />

di magia regalando al pubblico ogni genere<br />

di emozione. Ad applaudirla molta<br />

gente di spettacolo quali:, Renato<br />

Balestra, Batta<strong>gli</strong>a e Miseferi, Stelvio<br />

Cipriani, lo stilista Paolo di Pofi, <strong>gli</strong><br />

scenografi Dante e Francesca Ferretti<br />

e Gaetano Castelli, l’autore tv Cesare<br />

Lanza, Amedeo Minghi, Mariella<br />

Nava, Dario Salvatori, Maria Monsè,<br />

Catena Fiorello, Vittorio del GF, il<br />

Vice Presidente del Consi<strong>gli</strong>o<br />

Comunale On. Mirko Coratti, il<br />

Senatore Mario Baldassarri, Lella<br />

Bertinotti Fagno, Gianni Bisiach, il<br />

principe Carlo Giovannelli, nonchè il<br />

fi<strong>gli</strong>o di Romolo Balzani Remo ed altri.<br />

Protegge i tuoi valori<br />

Silvia Malatesta - Via S. Felicissima, 25<br />

01033 Civita Castellana (VT)<br />

Tel.0761.599444 Fax 0761.599369<br />

silviamalatesta@libero.it


42<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

L’angolo del Bon Ton<br />

Subito dopo il servizio<br />

del caffè, o anche contemporaneamente<br />

a<br />

tavola o in salotto,<br />

vengono offerti liquori<br />

e digestivi.<br />

I bicchieri di diversi<br />

tipi, a seconda dei<br />

di Letizia Chilelli liquori che si vorranno<br />

servire, verranno posizionati<br />

su di un tavolo di servizio o su di un<br />

mobile bar.<br />

Spesso vengono offerte più qualità di<br />

liquori, se invece si opterà per un liquore<br />

solo, si dovrà sce<strong>gli</strong>ere qualcosa di molto<br />

particolare come un buon nocino o un ottimo<br />

limoncello fatto in casa o un amaro,<br />

una tequila o un liquore caratteristico<br />

acquistato in un viaggio, un famoso<br />

cognac, una vodka ghiacciata oppure dell’eccellente<br />

whisky.<br />

Il whisky, si potrà servire al naturale, come<br />

digestivo e se ne verseranno circa due<br />

dita, oppure con ghiaccio che metteremo<br />

nel bicchiere prima di versarlo, si potrà<br />

aggiungere anche soda o acqua naturale<br />

in quantità uguale al volume del whisky.<br />

Altro discorso per il cognac, se lo si serve<br />

nell’apposito bicchiere a tulipano possiamo<br />

procedere così:<br />

- Versare il cognac in ogni bicchiere servendolo<br />

da destra;<br />

- Prendere il bicchiere per lo stelo, alzarlo<br />

e inclinarlo avvicinandolo al collo della botti<strong>gli</strong>a<br />

che terremo con la mano destra,<br />

quindi lo verseremo;<br />

- La botti<strong>gli</strong>a non va tenuta in mano ma<br />

adagiata nell’apposito supporto (cannoncino)<br />

di ferro o di legno; alziamo il bicchiere<br />

e lo avviciniamo alla botti<strong>gli</strong>a inclinando<br />

sia il bicchiere, sia il “cannoncino”.<br />

Se ospiteremo, invece, i nostri amici per<br />

un drink serale, magari il sabato sera, predisporremmo<br />

tutto in cucina, in questo<br />

caso <strong>gli</strong> accessori saranno ridotti al minimo:<br />

non si offrono bevande miscelate, è di<br />

rigore il secchiello del ghiaccio.<br />

I liquori da offrire saranno: brandy,<br />

cognac, vodka, grappa, limoncello o<br />

<br />

amari. Nel servizio dei liquori non dovrà<br />

mancare poi dell’acqua minerale fresca,<br />

graditi saranno anche dei piccoli assaggi di<br />

cioccolatini o marron glacè.<br />

TIPI DI BICCHIERI<br />

Vediamo in questa rassegna i bicchieri che<br />

non possono mancare per il servizio dei<br />

liquori.<br />

- Bicchiere tradizionale da cocktail secco<br />

che ha la forma di una piccola coppa conica<br />

svasata con gambo corto. Va tenuto<br />

sino all’ultimo nel freezer e lo si riempie<br />

con miscele concentrate molto alcoliche,<br />

ma in quantità modeste;<br />

- Il Tumbler o bicchiere da whisky, con<br />

forma a cilindro, molto capace si usa molto<br />

per i long drinks e le preparazioni on the<br />

rocks;<br />

- Il Ballon da brandy<br />

o cognac, con forma<br />

panciuta ma con<br />

imboccatura stretta,<br />

che serve per canalizzare<br />

verso il naso i<br />

sentori del liquore, si<br />

tiene il corto gambo<br />

tra il dito medio e<br />

l’anulare e si sorregge<br />

il bicchiere con il<br />

palmo per scaldare il<br />

contenuto per poterne<br />

apprezzare così i<br />

profumi e il sapore.<br />

Di solito viene scelta<br />

la misura media che<br />

corrisponde alla<br />

capacità di un bicchiere da vino normale;<br />

- Il Tulipano, è il “vecchio” bicchiere da<br />

Marsala, leggermente panciuto e con la<br />

bocca che tende a restringersi terminando<br />

dritta, si usa per i vini ad alta gradazione<br />

alcolica o per liquori come amari, creme o<br />

il brandy in assenza del ballon;<br />

- Il Gotto, bicchiere basso e tozzo, di cristallo<br />

e spesso inciso alla base, si usa per<br />

il vermut serviti freddissimi ma senza<br />

ghiaccio;<br />

- I bicchieri da vodka, con base cilindrica<br />

da cui parte una parte stretta e alta, che<br />

vengono tenuti nel freezer fino all’ultimo<br />

secondo prima del servizio o ancora<br />

me<strong>gli</strong>o se vengono immersi in una coppa<br />

piena di ghiaccio tritato.<br />

Si usano solo per il servizio della vodka;<br />

- Il Calice grande che corrisponde al bicchiere<br />

da acqua del servizio da tavola, si<br />

usa per le composizioni che richiedono<br />

impiego di frutta fresca, che viene ta<strong>gli</strong>ata<br />

a fette o a spicchi.<br />

Ultimo consi<strong>gli</strong>o: se <strong>gli</strong> invitati sono numerosi,<br />

è obbligatorio riempire prima tutti i<br />

bicchieri e poi servire, per evitare di far<br />

attendere troppo <strong>gli</strong> ospiti che avremmo<br />

servito per ultimi.<br />

(Bibliografia: “La mia cucina”).


<strong>Campo</strong> de’ fiori 43<br />

Lette a Napoli<br />

Pane fresco caldo<br />

Vendesi gelateria, liquido tutto<br />

Si vendono letti a castello per bambini di legno<br />

Si vendono mobili del 700 nuovi<br />

Carne bovina, ovina, caprina, suina, pollina e coni<strong>gli</strong>na<br />

Polli arrosto anche vivi<br />

Si ammazzano galline in faccia<br />

Se mi cercate sono al cimitero ... vivo<br />

Non andate altrove a farvi rubare, provate da noi<br />

Al reparto bambini 3 al prezzo di 2<br />

Si vendono impermeabili per bambini di gomma<br />

Si smacchiano antilopi<br />

Si riparano biciclette anche rotte


44 <strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Il diario dei<br />

Giras<br />

questa pagina è dei ragazzi speciali<br />

li<br />

Domenica 10 Maggio 2009 - Pratica di Mare (Roma) - Zoo Marine.<br />

I ragazzi del Centro Rosa Merlini Frezza di Civita Castellana, le loro fami<strong>gli</strong>e e <strong>gli</strong> accompagnatori, in gita.<br />

Alcuni momenti di questa divertente giornata.


<strong>Campo</strong> de’ fiori 45<br />

Madonna di Uliano<br />

Otto secoli di storia e tanta fede<br />

S<br />

L’interno del Santuario<br />

i respira veramente un’aria di grande tranquillità,<br />

come è difficile trovare. Chi, tra le<br />

mie conoscenze, vi è già stato ed è solito<br />

ritornarvi, me lo aveva raccontato, aveva<br />

cercato di descrivermelo, ma pur avendo<br />

provato ad immaginarlo, non avevo potuto<br />

minimamente avvicinarmi alla realtà.<br />

Forse, se mai l’avessi provata, avevo<br />

dimenticato che potesse esietere una pace<br />

tale, immersa, come tutti, nel caos di ogni<br />

giorno. Sono rimasti veramente pochi i<br />

luoghi al mondo dove poter ascolatre quel<br />

silenzio e, allo stesso tempo, parlare ed<br />

ascoltare noi stessi e pregare quel<br />

Signore, unico artefice di tanta pace.<br />

Sto parlano del Santuario della Madonna<br />

di Uliano, situato a circa sette km dal centro<br />

del paese di Ma<strong>gli</strong>ano Sabina (Ri), ed<br />

eretto sul Colle di Chiorano, sotto il quale<br />

si apre un’apia vallata, solcata da un piccolo<br />

torrente, le cui acque, nel lontano<br />

1242 riportarono alla vita un neonato<br />

morto soffocato e guarirono le piaghe<br />

della madre, sfregiata dal marito, perchè<br />

causa involontaria della morte del loro piccolo.<br />

Questa è la storia del primo di una lunga<br />

serie di miracoli compiuti dalla Madonna<br />

per mezzo di quelle acque (storia che<br />

abbiamo già riportato nel n. 52 di <strong>Campo</strong><br />

de’ fiori). L’originaria chiesa, voluta da<br />

Giuliano per ringraziare Maria Santissima<br />

della grazia ricevuta, non esiste più ormai<br />

da tempo, così l’effige della Madonna di<br />

Uliano venne conservata in varie chiese<br />

del paese. Fino a che nel 1967, l’allora parroco<br />

di Ma<strong>gli</strong>ano Sabina, don Attilio<br />

Falcetta, volle costruire un nuovo santuario,<br />

esclusivamente dedicato alla Madonna<br />

del miracolo, non molto distante dal primo<br />

e dal luogo dello straordinario avvenimento.<br />

Ben presto, per mantenere vivo il ricordo<br />

dell’accaduto, alcuni fedeli ma<strong>gli</strong>anesi si<br />

riunirono dando vita ad una compagnia di<br />

confratelli e consorelle, chiamati a pagare<br />

la somma di 50 cent., che si sarebbero<br />

presi cura del santuario e avrebbero onorato<br />

la Vergine di Uliano in tutte le festività<br />

dedicate alla Madonna, particolarmente<br />

nel giorno dell’Annunziata.<br />

Siccome però tale giorno cadeva nella stagione<br />

piovosa si decise di festeggiare la<br />

ricorrenza il secondo giorno dopo la<br />

Pasqua. Tutto ciò permise di mantenere la<br />

chiesa di Santa Maria di Ulliano in buono<br />

stato per circa tre secoli e mezzzo, e di<br />

essere restaurata nel 1735 per volere di<br />

una signora assai devota alla Madonna.<br />

Nei secoli successevi, invece, il luogo di<br />

devozione venne piano piano trascurato e<br />

la chiesa, accanto alla villa di Giuliano,<br />

venne sconsacrata e venduta<br />

Anche il luogo vero e proprio del miracolo,<br />

dove era stata fatta costruire una fonte,<br />

nella quale i malati erano soliti recarsi per<br />

bagnarsi con l’acqua miracolosa, è oggi<br />

praticamente inaccessibile, poichè le erbe<br />

e <strong>gli</strong> spini hanno, purtroppo, coperto il<br />

sentiero. E’ possibile però prendere un po’<br />

di quell’acqua miracolosa tramite un<br />

impianto idrico, che, grazie ad una pompa,<br />

fa arrivare l’acqua alle fontanelle poste nel<br />

cortile antistante il nuovo santuario.<br />

Studi approfonditi hanno rivelato che questa<br />

acqua è acidula e ferruginosa e quindi<br />

particolarmente indicata per la cura di<br />

malattie intestinali, essendo purgante e<br />

diuretica.<br />

Nonostante le vicissitudine del Santuario, i<br />

confratellii e le consorelle della Madonna<br />

di Uliano si susseguirono di generazione in<br />

generazione, mantenendo sempre viva la<br />

fede e la devozione per Maria Santissima.<br />

Attualmente, sono a capo<br />

del gruppo rispettivamente<br />

Pierino Marciani e<br />

Natalina Taizani. Le cariche<br />

vengono rinnovate<br />

ogni tre anni per <strong>gli</strong> uomini<br />

ed ogni cinque per le<br />

donne. I confratelli hanno<br />

mantenuto l’antica tradizine<br />

di festeggiare la<br />

ricorrenza del miracolo il<br />

giorno successivo alla<br />

Pasqua, quando, dopo la<br />

benedizione delle ciambelle,<br />

si parte dalla chiesa<br />

di San Pietro per arrivare,<br />

dopo le soste presso la<br />

chiesa di Madonna<br />

Grande e quella della<br />

Madonna de<strong>gli</strong> Angeli, al Santuario, per<br />

celebrare la santa messa. Al termine, si<br />

estraggono i nomi di dodici confratelli, che<br />

avranno il compito e l’onore di tenere per<br />

un mese in casa propria l’Urna.<br />

Si è perduta l’abitudine di fermarsi tutti<br />

insieme a mangiare all’aperto sui prati che<br />

circondano il Santuario, a ridosso del<br />

fiume e della polla miracolosa, anche a<br />

causa dell’inaccessibilità a quei luoghi.<br />

Le consorelle, al contrario, si trovano a fetseggiare<br />

la Madonna di Uliano nella seconda<br />

domenica di ottobre. Si arriva procesionalmente<br />

con l’Urna, si celebra la messa,<br />

si estraggono le dodici nuove “festarole”<br />

che per un anno, a turno, la terranno in<br />

casa, si offre un piccolo rinfresco ai fedeli<br />

intervenuti e si conclude con il pranzo<br />

annuale.<br />

Con il passare del tempo molte cose cambiano.<br />

Importante è però che a restare<br />

salda sia la fede, la devozione e l’amore<br />

verso la Madonna.<br />

Pierino e Natalina, i due presidenti, sostenuti<br />

da altri fedeli compagni, si stanno<br />

muovendo quanto più possono per riaprire<br />

l’antico passo che porta direttamente<br />

alla polla d’acqua miracolosa, ormai<br />

abbandonata da oltre trent’anni.<br />

Sarebbe un vero peccato lasciar cadere<br />

nell’oblio un avvenimento di tale grandezza,<br />

una tradizione così antica e sentita.<br />

Non sarebbe giusto privare tante persone<br />

della possibilità di recarsi in quel luogo e,<br />

magari, ricevere la stessa grazia che<br />

Dorotea ricevette quasi otto secoli fa, per<br />

intercessione di Maria.<br />

Riscopriamo e conserviamo le cose belle,<br />

condividiamo ciò che Dio ci dà di straordinario.<br />

Crediamoci.<br />

Ermelinda Benedetti<br />

Alcune Consorelle e Confratelle della Madonna di Uliano<br />

Il Santuario della Madonna di Uliano è visitabile<br />

tutti i sabati e le domeniche dalle<br />

ore 16.00 nel periodo estivo e dalle ore<br />

15.00 durante il periodo invernale.


46<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

AGENDA<br />

<strong>Tutti</strong> <strong>gli</strong> <strong>appuntamenti</strong> più <strong>importanti</strong><br />

FESTA DI SAN LUIGI<br />

GONZAGA<br />

17 - 21 GIUGNO 2009<br />

SASSACCI, CIVITA<br />

CASTELLANA<br />

Mercoledì 17 giugno<br />

Ore 12.00 Apertura festeggiamenti<br />

Ore 21.15 Chiesa di San Luigi Gonzaga, Sassacci:<br />

Concerto dell’Orchestra da Camera “Le Metamorfosi<br />

Musicali”, 6° edizione in memoria di<br />

Giovanni Colamedici<br />

Giovedì 18 giugno<br />

Ore 19.30 Apertura stand gastronomico<br />

Ore 21.30 Esibizione di danza contemporanea Modern<br />

Jazz e Classica della scuola Blu Life di Civita<br />

Castellana<br />

Venerdì 19 giugno<br />

Ore 17.00 Un pomeriggio per i bambini con animatori in Piazza,<br />

scivoli gonfiabili, baby dance, regali, clown, giocolieri, musica e palloncini<br />

artistici.<br />

Ore 19.00 Apertura stand gastronomico<br />

Ore 21.00 Inizio serata musicale con i Money For Band Cover<br />

Dire Straits<br />

Ore 22.30 La serata continua con il gruppo<br />

Tempisupplementari<br />

Sabato 20 giugno<br />

Ore 17.00 Un pomeriggio per i bambini con animatori in Piazza,<br />

scivoli gonfiabili, baby dance, regali, clown, giocolieri, musica e palloncini<br />

artistici.<br />

Ore 19.00 Apertura stand gastronomico<br />

Ore 21.00 La compagnia teatrale La bottega delle chiacchiere<br />

presenta “Alleluia Brava Gente”, commedia<br />

musicale di Garinei e Giovannini<br />

Domenica 21 giugno<br />

Ore 8.30 Santa Messa<br />

Ore 11.00 Messa Solenne<br />

Ore 17.00 Esibizione Trial offerto da “Top Trial Mito Show”<br />

Ore 17.30 La Banda Musicale Muzio Clementi di Civita Castellana<br />

percorrerò le vie della frazione<br />

Ore 19.00 Santa Messa e solenne processione<br />

Ore 19.30 Apertura stand gastronomico<br />

Ore 21.30 Serata musicale con i Skartoon Band Clyde e la<br />

sua banda, le sigle dei cartoni animate come non le avete<br />

mai sentite.<br />

Ore 24.00 Chiusura dei festeggiamenti con grandioso<br />

spettacolo pirotecnico.<br />

Il Salotto dei Singles<br />

Evento speciale di cultura a arte per comitive. Per tutte le<br />

domeniche del periodo estivo fino a settembre.<br />

ABBAZIA DI FARFA<br />

Domenica 14 giugno - Domenica 21giugno - Domenica<br />

28 Giugno 2009 oasi nel giardino dell'abbazia di Farfa<br />

torneo di Brunch e Burraco per tutti., ore 12,30 E.16.<br />

Telefonare ad Adriana 333-7806648.<br />

Vi aspetto in tanti!


<strong>Campo</strong> de’ fiori 47<br />

AGENDA<br />

<strong>Tutti</strong> <strong>gli</strong> <strong>appuntamenti</strong> più <strong>importanti</strong><br />

3° Raduno Bandistico<br />

Il raduno bandistico, promosso dal Comune di<br />

Corchiano e dalla locale Banda Musicale “G.<br />

Verdi”, vuole creare nuove sinergie e collaborazioni<br />

con altre realtà bandistiche del territorio. Protagoniste<br />

di questa edizione, oltre alla banda del paese organizzatore<br />

dell’iniziativa, l’associazione “Amici della<br />

musica” di Allumiere e la Banda Musicale<br />

“G.Porri” di Vasanello. La manifestazione avrà luogo<br />

domenica 5 Lu<strong>gli</strong>o 2009, a Corchiano, e rispetterà il<br />

seguente programma:<br />

ore 17.30 Partenza delle bande dai diversi siti del<br />

paese<br />

ore 17.45 Arrivo in Piazza del Bersa<strong>gli</strong>ere ed esibizione<br />

delle singole bande<br />

ore 18.45 Le bande, inquadrate in formazione unica,<br />

sfileranno lungo Via Roma, sino a raggiungere Piazza<br />

IV Novembre<br />

ore 19.00 Concerto delle singole bande , con maxi esibizione<br />

finale in Piazza Pina Piovani e premiazione.


48<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

AGENDA<br />

<strong>Tutti</strong> <strong>gli</strong> <strong>appuntamenti</strong> più <strong>importanti</strong><br />

L’Associazione Fab(b)rica delle<br />

donne organizza una filiera alimentare<br />

che si propone di far conoscere e valorizzare<br />

nel settore agro-alimentare del<br />

nostro territorio le attività e la produzione<br />

al femminile e di indirizzare i consumi<br />

verso le produzioni locali.<br />

L’evento che avrà luogo a Fabrica di<br />

Roma (Vt) nei giorni 25, 26 e 27 giugno<br />

è patrocinato dall’Assessorato<br />

all’Agricoltura della Regione Lazio, dalla Provincia di Viterbo, dal<br />

Comune di Fabrica di Roma, dalla Consi<strong>gli</strong>era di Parità e dalla Delegata<br />

alle Pari Opportunità della Provincia di Viterbo. La manifestazione<br />

seguirà il seguente programma:<br />

25 giugno – ore 21,00 – Sala della Biblioteca<br />

Inaugurazione e presentazione di una mostra in tema.<br />

Proiezione del film documento “Terra Madre” di Ermanno Olmi.<br />

Degustazione di prodotti locali e artigianali.<br />

26 giugno – ore 17,00 – Sala della Biblioteca<br />

La cittadinanza incontra: l’Associazione Slow food “Buono, pulito e<br />

giusto”, i nuovi criteri di scelta; le donne del settore impresa e etica.<br />

Proiezione di un filmato storico anni ’50, sull’ultima sagra delle<br />

pesche a Fabrica di Roma.<br />

Degustazione di prodotti locali e artigianali.<br />

27 giugno – ore 17,00/ 22,00 – Piazza del Duomo<br />

Mostra dei prodotti delle aziende e cooperative di donne agricoltrici e<br />

artigiane: vendita e degustazione.<br />

Pietro<br />

Sarandrea<br />

in collettiva al<br />

Museo Crocetti<br />

Via Cassia, 492<br />

Roma<br />

Dal 2 lu<strong>gli</strong>o al<br />

26 lu<strong>gli</strong>o 2009<br />

Inaugurazione<br />

giovedì 2 lu<strong>gli</strong>o<br />

alle ore 19.00<br />

Orario<br />

mostra:<br />

dalle ore<br />

11.00 alle<br />

ore 18.00<br />

compresi<br />

festivi.<br />

Chiuso il<br />

martedì e il<br />

mercoledì


<strong>Campo</strong> de’ fiori 49<br />

Vita cittadina<br />

Domenica 24 maggio si è svolto alla sala Cicuti, gremita di spettatori,<br />

come ogni anno lo spettacolo teatrale della scuola<br />

dell’Infanzia “GRAMSCI”che è una scuola colorata dalla presenza<br />

di tante culture e di tante religioni che convivono pacificamente nel<br />

rispetto reciproco e chi me<strong>gli</strong>o del Circo con la sua allegria ed artisti<br />

di ogni parte del mondo può rappresentarli. I bambini di tre, quattro,<br />

cinque anni si sono esibiti con le musiche tradizionali del circo,le<br />

coreografie sono state realizzate dalle sorelle Francesca e Sara<br />

Antonelli. Le insegnanti hanno curato i costumi e la scenografia in<br />

collaborazione con la scenografa Licia Liberati. Alla fine dello spettacolo<br />

i bambini di cinque anni hanno ricevuto il diploma di licenza di<br />

scuola dell’Infanzia. I piccoli artisti hanno riscosso un grande successo<br />

dimostrando che la scuola serve anche ad insegnarci a vivere<br />

insieme che ci sono altri popoli,altre modi di vivere che sono validi<br />

tanto quanto i nostri e che il miscu<strong>gli</strong>o è arricchimento reciproco.<br />

Pelinga Francesca<br />

Corchiano - 31 maggio 2009. Infiorata in occasione della<br />

chiusura del mese Mariano.<br />

Civita Castellana - 16 maggio - Palazzo Montalto<br />

Belei. Presentazione del libro “BOOM (il tonfo)<br />

economico” di Antonio Orlando. Da sx Fabrizio<br />

Anzellini, Antonio Delli Iaconi, Luigi Annesi,<br />

Antonio Orlando, Augusto Ciarrocchi.<br />

San Giovanni Rotondo (Fg) - 31 maggio 2009 -<br />

57° Raduno Nazionale Bersa<strong>gli</strong>eri.Nella foto in basso un<br />

gruppo di ex bersa<strong>gli</strong>eri di Corchiano, che hanno partecipato<br />

al raduno. Da sx: Massimo Zannotti, Paolo Bernabei,<br />

Domenico Ceccarelli, ... , Romeo Campanelli.


La Redazione di <strong>Campo</strong> de’ fiori si associa a<strong>gli</strong> auguri<br />

Auguri a Daniele e Michela sposi il<br />

23 Maggio, <strong>gli</strong> amici delle Forre del<br />

Treja partecipano con gioia alla loro<br />

felicità.<br />

Sei<br />

meravi<strong>gli</strong>oso<br />

mio grande<br />

dolce Michel,<br />

da mamma<br />

Fiorella, papà<br />

Bruno e da<br />

tutti quelli che<br />

ti conoscono<br />

Tanti auguri a Ivan<br />

Pirri di Corchiano<br />

che il 24 maggio ha<br />

ricevuto la<br />

sua Prima Comunione,<br />

da papà Massimo,<br />

mamma Viviana e<br />

dalla sorellina<br />

Melissa.<br />

Tanti auguri a Filippo<br />

Carosi che il 7 Lu<strong>gli</strong>o<br />

compi 1 anno, ti vo<strong>gli</strong>o<br />

tanto bene cucciolo<br />

dalla tua cuginetta<br />

Asia.<br />

Il 17 Giugno è il nostro 7° anniversario,<br />

volevo ringraziarti per<br />

ogni minuto passato insieme, sei<br />

davvero speciale ed io sono molto<br />

fortunata ad averti accanto.<br />

Ti Amo dal profondo del cuore.<br />

Cara Trilli, il 24<br />

Giugno sarà il tuo<br />

compleanno, 3 anni<br />

sono <strong>importanti</strong> e<br />

vanno festeggiati in<br />

grande!” Ti facciamo<br />

tanti auguri e ti mandiamo<br />

un mare di<br />

bacioni. Ti vo<strong>gli</strong>amo<br />

davvero tanto<br />

bene,sei la nostra cucciolina.<br />

Ancora tanti<br />

baci da zio Marco e<br />

zia Elisa.<br />

Un grandissimo<br />

abbraccio forte forte dalla<br />

zia Fiorella, da Michel e<br />

zio Bruno<br />

Verena e Antonio insieme da 36 anni<br />

il 10 Giugno, siete ancora bellissimi!!<br />

Auguri, <strong>gli</strong> amici delle Forre del<br />

Treja.<br />

Verena 58 anni non avere il tempo di<br />

sentirli!<br />

Sei davvero in gamba, auguri da<strong>gli</strong><br />

amici delle Forre del Treja.<br />

Tanti auguri a Matteo Longo che compie 2<br />

anni il 10 Giugno, da mamma Lorena, papà<br />

Alessandro, i nonni Antonio, Maddalena,<br />

Renzo e<br />

Daniela, <strong>gli</strong><br />

zii Giovanni<br />

e Loredana<br />

e le cuginette<br />

Sara<br />

e Martina.


Tantissimi auguri alla<br />

nostra piccola Sofia che il<br />

14 Giugno compirà 5 anni.<br />

Auguri dalla mamma, dal<br />

papà, dalla sorellina<br />

Rebecca, dai nonni e da<br />

tutti coloro cha la amano.<br />

P.S.<br />

Sei un dono meravi<strong>gli</strong>oso!!!<br />

Tanti auguri ad Angelo<br />

e Sabrina per il loro<br />

primo anno di matrimonio,<br />

il 22 giugno.<br />

Auguri dal papà, la<br />

mamma, la sorella, il<br />

fratello, il cognato<br />

Francesco, la nipote<br />

Vanessa e i suoceri<br />

Ridolfi.<br />

Michela<br />

Maggio<br />

annuncia la<br />

nascita<br />

della sorella<br />

Rebecca.<br />

Tanti auguri<br />

dai<br />

genitori, i<br />

nonni<br />

e <strong>gli</strong> zii.<br />

Tanti auguri al<br />

piccolo cucciolo<br />

Filippo Carosi<br />

che compie<br />

1 anno<br />

da mamma,<br />

papà, i nonni, <strong>gli</strong><br />

zii e<br />

i cugini.<br />

1° Febbraio 1959 Febbraio 2009<br />

Tanti Auguri Armando Antonelli e Maria Luisa Ripani<br />

per i loro 50 Anni di Matrimonio da parte de<strong>gli</strong> fi<strong>gli</strong><br />

Massimo e Claudio, delle nuore Filomena e Gabriela e<br />

dei nipoti Stefano, Tiziano, Andrea, Viola e Aurora.<br />

Congratulazioni a Federico Rosella<br />

che il 4 marzo ha conseguito<br />

la laurea in Comunicazione<br />

Interlinguistica<br />

applicata,<br />

presso<br />

l’Università di<br />

Trieste.<br />

Tanti auguri<br />

dalla mamma, il<br />

papà e <strong>gli</strong> amici<br />

di Trieste e<br />

di Civita<br />

Castellana.<br />

Tantissimi<br />

auguri di<br />

buon compleanno!!!!<br />

Sono 26 !!!!<br />

Ti vo<strong>gli</strong>o un casino<br />

di bene!!!!<br />

Valentina e Davide<br />

Tanti auguri di buon<br />

compleanno a Matteo<br />

Ferrari di Monza che<br />

compie <strong>gli</strong> anni il<br />

30 Giugno


52<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Tanti auguri a zio marco per i suoi 40 anni da<br />

Martina, Lavinia e tutti i parenti.<br />

L’8 Maggio<br />

Maggiorino Di<br />

Berardino festeggia<br />

il suo 85° anno di<br />

età e il 31 Agosto<br />

sua mo<strong>gli</strong>e Giuditta<br />

Di Clemente festeggia<br />

i suoi 84 anni.<br />

Tanti auguri dai<br />

fi<strong>gli</strong>e e dai nipoti.<br />

Ciao zia Titti, non ti aspettavi questa sorpresa<br />

per il tuo compleanno, vero? Però in<br />

fondo al nostro cuoricino<br />

sentivamo il bisogno di<br />

dirti che ti vo<strong>gli</strong>amo<br />

tanto bene perché sei<br />

una persona tanto speciale!<br />

Auguroni dai tuoi nipotini<br />

Simone, Sofia, Giada<br />

e Rebecca e da tutti<br />

coloro che ti amano<br />

Tanti auguri a<br />

Michele Moscioni<br />

che il 19 Giugno<br />

compie <strong>gli</strong> anni, da<br />

mamma, papà,<br />

Roberto e tutta la<br />

redazione di <strong>Campo</strong><br />

de’ fiori.


<strong>Campo</strong> de’ fiori 53<br />

Ciao sono Puzzola,<br />

anche se assomi<strong>gli</strong>a ad<br />

una piccola iena in<br />

miniatura. Sono di ta<strong>gli</strong>a<br />

piccola, mini, avrò 7/8<br />

mesi e non vedo l’ora di<br />

trovare una casa e una<br />

fami<strong>gli</strong>a tutta mia.<br />

Verrò consegnata<br />

sterilizzata.<br />

Ti aspetto! 3389383581<br />

CIAO A TUTTI IL MIO<br />

NOME E’ NATAL, HO<br />

CIRCA 40 GIORNI E<br />

SONO UN BEL<br />

MASCHIETTO. QUALCU-<br />

NO MI HA GETTATO NEL<br />

CASSONETTO DELLA<br />

SPAZZATURA MA PER<br />

FORTUNA SONO PASSA-<br />

TE DI LI’ DUE FATINE<br />

BUONE E MI HANNO<br />

RACCOLTO E PORTATO<br />

DAL VETERINARIO.<br />

SONO IN OTTIMA SALU-<br />

TE, SIMPATICO E MOLTO AFFETTUOSO. CERCO UNA<br />

FAMIGLIA CHE POSSA ADOTTARMI ED AMARMI RICAM-<br />

BIERO’ CON FEDELTA’ E AMORE INCONDIZIONATO.<br />

PER INFORMAZIONI TELEFONARE A MANJLA<br />

333.5095345/ 06.66512452<br />

IL CUCCIOLO VERRA’ DATO IN AFFIDAMENTO DOPO LE<br />

OPPORTUNE VERIFICHE.<br />

Ciao, sono VASCO, cane<br />

simil corso di circa 2 anni,<br />

ta<strong>gli</strong>a medio/grande, ma so<br />

vivere in appartamento perchè attualmente sono in stallo<br />

presso un volontario del canile e mi comporto benissimo.<br />

Mi trovo a Roma ma mi portano dove sei tu! Sono<br />

buono come il pane, conosco il guinza<strong>gli</strong>o ma cerco<br />

disperatamente una fami<strong>gli</strong>a che mi sappia dare l’affetto<br />

che io contraccambierò senza voler nulla in cambio.<br />

Fate presto perchè il volontario a fine giugno se ne va e<br />

allora dovrò ritornare in Canile...Vi prego: non fatemi tornare<br />

là. FEDERICO: 3337788516<br />

Trovata ieri pomeriggio 8 maggio a<br />

Vallerano VT cane di ta<strong>gli</strong>a piccola tipo<br />

chihuahua età presumibile 3/4 anni femmina<br />

mantello marrone chiaro con due<br />

striscie più chiare sun dorso trasversali,<br />

ha un microchip Country 982 -<br />

982009106549970 che non risulta registrato<br />

nella Regione Lazio. Come accadeva<br />

molto tempo fa le persone mettevano<br />

il microchip al cane, lo avevano trascritto dal veterinario nel libretto, ma<br />

non andavano a registrarlo all’anagrafe canina della ASL di<br />

competenza territoriale, ecco il risultato NON si riesce ad identificare<br />

il proprietario. Associazione Garibaldi Onlus-Vetralla 3389383581<br />

Non siamo riusciti a contarli:<br />

potrebbero essere 3-<br />

4 o 5 di ta<strong>gli</strong>a piccola (<br />

simil volpini) e non ne<br />

conosciamo il sesso.<br />

Cercano casa e se volete<br />

adottarli, vi portiamo sul<br />

posto a sce<strong>gli</strong>erli, e potrete<br />

così visionare anche i<br />

genitori<br />

(di ta<strong>gli</strong>a piccola).<br />

Angela: 3389383581<br />

Smarrita simil<br />

maremmana<br />

bianca nella<br />

riserva naturale<br />

del lago di Vico<br />

(zona Santa<br />

Lucia). E’ paurosa<br />

e si spaventa,<br />

se l’avvistate non tentate di prenderla<br />

altrimenti scappa. Ha microchip ed è<br />

sterilizzata, risponde al nome di Bianca.<br />

AVVISATECI A TUTTE LE ORE<br />

3393501334 - 3384072822 - 3391748952<br />

3478996299 - 3386133572


54<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Album d<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Civita Castellana - 1958. Da sx Alberto Piccolo, Antonio Madeddu e<br />

Francesco Vizzaccaro.<br />

Civita Castellana - 6 Giugno 1949. Ristorante Albergo Bar<br />

Flaminio. Da sx Armando Bravini, Maurizio Fani, Flora Bravini e<br />

Mario Bravini. Foto del Sig. Ulisse Frezza.<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Civita Castellana - 1964. In piedi da sx: Luigi Cimarra, Massimo Bruzziches, Giuseppe Conti, Luciano Paolelli, Marco Marchetti, Angelo Rossini,<br />

Vincenzo Crescenzi. In basso da sx: Domenico Paolelli, Giuseppe Profili, Giampaolo Pellegrini, Filippo Sopranzi, Alberto Sacchi.


<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

55<br />

ei ricordi<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Maestro Celestino Morelli - Banda Virgilio Mazzocchi - Via della Repubblica Osteria di Moriconi<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

4 aprile 1954 campionato juniores Fabrica di Roma - foto del prof. Vinicio Testa


56<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Album de<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

5<br />

4<br />

6<br />

3<br />

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1<br />

2<br />

10<br />

9<br />

11<br />

Fabrica di Roma - 1944. Matrimonio di Augusto Anselmi e Alba Iannoni.<br />

1. Paolo Celeste, 2. Lisandro Iannoni, 3. Francesca Tranquilli, 4. Laurina Alessi, 5. Silvestro Anselmi, 6. Vera Iannoni, 7. Marisa Anselmi,<br />

8. Augusto Testa, 9. Rosa Anselmi, 10. Tommaso Anselmi, 11. Mario Iannoni.<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Fabrica di Roma - Anni ‘60. Lucia Francola e le sue sartine. Da sx Rina Tabacchini, Lucia Francola, Luciana Beccaccioli, Nadia Ricci.


<strong>Campo</strong> de’ fiori 57<br />

i ricordi<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Fine anni ‘50 - I fondatori della Ceramica Flaminia con una delegazione bulgara - foto della Sig.ra Doriana Gai<br />

9<br />

17<br />

18<br />

19<br />

20 21<br />

22<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

8<br />

10<br />

11<br />

12 13 14<br />

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16<br />

1<br />

2 3 4<br />

5<br />

6<br />

7<br />

Civita Castellana - 1960 -‘61. Terza media. 1. Piero Basili, 2. Delio Sansonetti, 3. Franco Acqua, 4. Franco Zarghetta, 5. Franco Pedica,<br />

6. Leonardo Ciavarella, 7. Concordia, 8. Angelo Corradi, 9. Gianni Manocchio, 10. Gianni Calisti, 11. Mario Quadraccia, 12. Amedeo Ferrelli,<br />

13. Sandro Anselmi, 14. Felice Savioli, 15. Eligio Di Lorenzi, 16. Prof. Pandimi<strong>gli</strong>o, 17. Aldo Del Priore, 18. Guido Spinelli, 19. De Mattia,<br />

20. Walter, 21. Massimo Mariotti, 22. Francesco Sacchetti.


58<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Album d<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

1933 Reclute Enzo Tribolati - Pressi (Beccacciò)<br />

Maggio 1947 - Fabrichesi ad Assisi<br />

foto della sig.ra Verena Baldassi<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

4<br />

3<br />

1<br />

2<br />

6<br />

5 7 8<br />

Fabrica di Roma - ragazze prima metà anni sessanta - foto della Sig.ra Piera Pulcinelli. 1. Rosaria Ricci, 2. Lina Grandi, 3. Paola Marcelli,<br />

4. Carla Cuneo, 5. Stefania Lapico, 6. Ede Zanatta, 7. Bianca Marcelli, 8. Piera Pulcinelli


<strong>Campo</strong> de’ fiori 59<br />

ei ricordi<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Pietro Morzelli - Nazzareno Balducci - Francesco Nelli (Frasca) - 1953 - tiro a segno<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

1966 - Fami<strong>gli</strong>a di Tabacchini Giacinto e Serafina Bedini - fot della sig. Laura Argelli


60<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

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62 <strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Oroscopo Giugno<br />

ARIETE: Finalmente comincerai<br />

a racco<strong>gli</strong>ere frutti<br />

nel campo lavorativo; l’estate<br />

ti porta grosse quantità<br />

di novità in tutti i<br />

campi, la salute, generalmente<br />

buona ti spinge a maggiori attività.<br />

Vivi bene ma con moderazione.<br />

TORO: La tua vo<strong>gli</strong>a di<br />

vivere ti accende e questo<br />

mese è ottimo per ‘amore<br />

serio ma anche per le<br />

avventure… il lavoro ha<br />

bisogno di essere revisionato,<br />

come la salute, niente di serio, ma è<br />

me<strong>gli</strong>o non trascurare.<br />

GEMELLI: Le ultime esperienze<br />

ti spingono a fare il<br />

punto della situazione,<br />

molte sono le cose da eliminare,<br />

ma dopo, avrai<br />

una visione più chiara…<br />

denaro in arrivo; l’amore và rivalutato e<br />

comunque vanno prese in considerazione<br />

le cose vere e durature.<br />

CANCRO: Finanza da<br />

tenere sotto controllo.<br />

L’amore invece va al galoppo,<br />

forse sarà necessario<br />

smussare qualche angolo,<br />

ma ne vale la pena. Per i<br />

single ci sono novità <strong>importanti</strong>, occhi<br />

di Gaetano Grasso<br />

aperti state per non essere più soli.<br />

LEONE: Lavoro un po’ in<br />

stallo e la salute crea qualche<br />

problema di lieve entità,<br />

dovrai invece stare<br />

attento nei rapporti di coppia,<br />

devi mettercela tutta e<br />

mantenere vivo il dialogo, ogni cosa va<br />

chiarita.<br />

VERGINE: Finalmente le<br />

cose cominciano a girare<br />

per il verso giusto, il lavoro<br />

presenta nuove prospettive,<br />

l’amore può portare<br />

all’altare e … perché no, un<br />

bebè sarebbe un dono stupendo… pensaci.<br />

BILANCIA: Incomincia a<br />

rivedersi il sole, e anche tu<br />

come lui tornerai a sorridere.<br />

Ci saranno tantissimi<br />

incontri nei vari settori<br />

della vita (l’amore?).<br />

Viaggi, cambiamenti, avventure galanti,<br />

insomma non avrai motivo per annoiarti.<br />

SCORPIONE: C’è agitazione<br />

tutto intorno a te,<br />

rifletti bene prima di parlare<br />

e di agire, tieni sotto<br />

controllo la tua impulsività.<br />

Cerca di non farti nuovi<br />

nemici quelli che hai sono sufficienti …<br />

occhio alla dieta e alla salute.<br />

SAGITTARIO: Questo è<br />

un momento di paura nel<br />

quale dovrai al luogo riflettere<br />

e valutare per poi sce<strong>gli</strong>ere.<br />

L’estate ti porta<br />

grosse novità ma dovrai<br />

prepararti, e avere cura del tuo corpo,<br />

dimagrire un po’ e cercare di eliminare <strong>gli</strong><br />

effetti del tempo.<br />

CAPRICORNO: Puoi<br />

cominciare a tirare un<br />

sospiro di sollievo, l’amore<br />

incomincia ad andare per il<br />

verso giusto, la fami<strong>gli</strong>a<br />

diventa più armoniosa, e<br />

<strong>gli</strong> investimenti nella casa sono ottimali…<br />

approfitta del momento, ma con saggezza.<br />

ACQUARIO: Dovrai<br />

accettare un momentino di<br />

pausa, nelle tue cose, la<br />

tua mente vulcanica lo<br />

userà per riorganizzarsi.<br />

Nella coppia evita <strong>gli</strong> attacchi<br />

di gelosia, possono essere molto dannosi.<br />

I vari problemi comunque non devono<br />

impedirti di dedicarti al partner e cura<br />

molto il dialogo.<br />

PESCI: Incontri preziosi e<br />

in gran quantità, la gioia<br />

entra finalmente in te con<br />

l’amore, per chi è solo la<br />

persona giusta, per chi è in<br />

coppia, riaccende l’amore e<br />

la passione, periodo da non sprecare. Il<br />

lavoro presenta problemi, ma soprattutto<br />

la possibilità di risolverli.<br />

SOSTENETE CAMPO DE’ FIORI CON IL VOSTRO ABBONAMENTO<br />

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della Liberazione n. 2 - Civita Castellana<br />

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Castellana (VT)<br />

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Castellana (VT) o puoi trasmetterla per fax allo 0761 . 513117


Sandro Anselmi<br />

P.zza della Liberazione, 2 - 01033 Civita<br />

Castellana (VT)<br />

Tel./Fax 0761.51.31.17<br />

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<strong>Campo</strong> de’ fiori è distribuito a Civita Castellana, Corchiano, Fabrica di Roma, Vignanello, Vallerano, Canepina,<br />

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Aldo Piras<br />

Patrocinante in Cassazione, ha stipulato una convenzione<br />

con <strong>Campo</strong> de’fiori con la quale, tutti i<br />

lettori, avranno diritto a n. 3 consulenze gratuite.<br />

Per informazioni rivolgersi in redazione<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Periodico Sociale di<br />

Arte, Cultura,<br />

Spettacolo ed<br />

Attualità<br />

ed Attualità edito<br />

dall’Associazione<br />

Accademia<br />

Internazionale<br />

D’Italia<br />

(A.I.D.I.)<br />

senza fini di lucro<br />

Reg.Trib. VT n. 351<br />

del 2/6/89<br />

Presidente<br />

Fondatore:<br />

Sandro Anselmi<br />

Direttore Editoriale:<br />

Sandro Anselmi<br />

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Responsabile:<br />

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Editoriale:<br />

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