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ALCATEL, LOTTA DURA E DISPERATA - Unico

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10<br />

A l b a n e ll a / A l t a v i l l a N°34 del 11 settembre 2009<br />

ALTAVILLA. Dentro la culla della storia del paese<br />

Ciccio Mangino: “Ridatemi la mia Sant’Egidio”<br />

Il 1° settembre, come tutti gli<br />

anni Altavilla Silentina ha festeggiato<br />

il suo santo patrono.<br />

Che lo abbia fatto solo con la<br />

chiusura degli uffici pubblici è<br />

un dettaglio.<br />

Nel mese di giugno accompagnavo<br />

lungo le viuzze del centro<br />

storico di Altavilla una coppia<br />

di mezza età di Boston giunta<br />

in paese per il desiderio di lui<br />

di rivedere i luoghi in cui era<br />

nato e cresciuto il bisnonno, poi<br />

emigrato per la ‘Merica’. Non è<br />

stato poco imbarazzante dover<br />

comunicare a queste persone,<br />

giunte per la prima volta in sessant’anni<br />

nel nostro borgo, che<br />

alcuni dei suoi più begli edifici<br />

storici non erano accessibili al<br />

pubblico. Difficile cercare di<br />

trasferirvi la perplessità dei loro<br />

volti a questa informazione,<br />

espressione del tutto simile a<br />

quella che sottolineava la loro<br />

candida richiesta di delucidazioni:<br />

“ma se Altavilla è così<br />

bella come mai tante persone<br />

vanno via?”.<br />

Una delle prime tappe di questa<br />

didascalica passeggiata era<br />

proprio, dopo il Castello o quel<br />

che ne resta, la fantomatica<br />

chiesa di Sant’Egidio, in cui<br />

sono stata battezzata e di cui io<br />

stessa come molti altri giovani<br />

altavillesi abbiamo solo un’immagine<br />

spettrale non conservandone<br />

ricordi ‘in vita’. Ebbene,<br />

assicurata al portone sbarrato<br />

della chiesa con un giro di<br />

nastro per pacchi, vi era un foglio<br />

con una lettera scritta a<br />

mano (la vedete nella foto), che<br />

riportava il testo seguente.<br />

Altavilla Silentina, Provincia di<br />

Salerno, Parrocchia di Sant’Egidio.<br />

In questa Parrocchia tutti lo<br />

sappiamo / il suo nome è Parrocchia<br />

Sant’Egidio. Sant’Egidio<br />

è il patrono d’Altavilla.<br />

Il portone della sua casa, sono<br />

ALTAVILLA . Chiesa chiusa ed assaltata dai ladri<br />

L’INTERNO DELLA CHIESA DI SANT’EGIDIO<br />

trent’anni, è chiuso dal terremoto<br />

dell’ottanta.<br />

Trent’anni che io non prego all’Altare<br />

Maggiore, prego davanti<br />

al portone.<br />

Trenta Pasque che non sento<br />

suonare la campana a festa<br />

ascoltando da lontano e farmi<br />

un segno di croce dicendo ‘questa<br />

è la campana di Sant’Egidio’<br />

...<br />

Patre Ave e Gloria, Sant’Egidio<br />

sei il patrone, apri questo portone,<br />

voglio pregare all’Altare<br />

Servono 100 mila euro per completare i lavori<br />

AMEDEO CENNAMO<br />

Gli altavillesi meno giovani,<br />

Luigi Morrone e Arturo Nigro,<br />

hanno raccontato le tradizioni<br />

e gli aneddoti legati alla chiesa;<br />

è stata ricordata la figura di<br />

Carmine Egidio Guidone che<br />

“regolava” l’orologio posto sul<br />

campanile e che fu trovato<br />

morto assiderato per il freddo<br />

mentre svolgeva la propria attività.<br />

L’ottantenne Arturo<br />

Nigro invece ha ricordato come<br />

gli altavillesi portassero il proprio<br />

asino, mulo o cavallo,<br />

quando questo avesse un problema<br />

intestinale, presso il<br />

santo che dà il nome all’ex parrocchia<br />

e facessero compiere al<br />

quadrupede tre giri intorno alla<br />

chiesa per lenire i dolori che lo<br />

assillavano. Tra i visitatori della<br />

badia nullius (così definita perché<br />

tradizionalmente di proprietà<br />

feudale e non curiale)<br />

Nadia Parlante, storico dell’arte<br />

ed esperta in artisti locali del<br />

Settecento, e l’insegnante elementare<br />

Amedeo Cennamo,<br />

che hanno raccontato ai presenti<br />

la storia della chiesa e le<br />

bellezze in esse contenute. Queste<br />

ultime, purtroppo, in qualche<br />

caso sono scomparse essendo<br />

state trafugate da ignoti in<br />

questi anni di chiusura durante<br />

i quali l’incuria e la mancanza<br />

di assidui controlli hanno favorito<br />

quei malintenzionati che<br />

hanno sottratto agli altavillesi<br />

un pezzo della loro storia. Purtroppo<br />

non si è riuscito a smentire<br />

l’allora rettore della parrocchia,<br />

don Domenico Di Paola,<br />

che nel 1983, a seguito dell’ordinanza<br />

di chiusura per motivi<br />

di sicurezza emessa dal Comune<br />

di Altavilla, si era opposto<br />

tenacemente al provvedimento<br />

in quanto sosteneva che in questo<br />

modo la chiesa non sarebbe<br />

stata mai più riaperta. In ventinove<br />

anni sono stati eseguiti<br />

diversi interventi di ristrutturazione<br />

sempre insufficienti per<br />

ultimare i lavori ed arrivare alla<br />

riapertura della Chiesa. Secondo<br />

una stima fatta da un tecnico<br />

locale, oggi servirebbero all’incirca<br />

100 mila euro per completare<br />

quei lavori (intonaci,<br />

pitturazione, pavimento, impianto<br />

antintrusione, impianto<br />

di illuminazione…) fondamentali<br />

per la riapertura dell’edificio.<br />

Le strade da seguire per reperire<br />

i fondi necessari sono<br />

tante e bisognerebbe individuare<br />

subito quelle percorribili<br />

evitando così di festeggiare nel<br />

2010 il trentennale della chiusura<br />

delle chiese di San Biagio e<br />

Sant’Egidio.<br />

Bruno Di Venuta<br />

Maggiore.<br />

Mangino Francesco,<br />

nato<br />

l’8-4-42 a<br />

Borgo San<br />

Martino, Altavilla<br />

Silentina<br />

Viva la pace,<br />

via Sant’Egidio,<br />

viva la<br />

pace nel<br />

mondo intero<br />

Fa effetto rileggerla<br />

ora<br />

che Ciccio, da<br />

poche settimane,<br />

ci ha<br />

lasciati. Suona<br />

come un appello<br />

disperato<br />

delle generazioni<br />

che<br />

pian piano<br />

scorrono via<br />

alla nostra che è qui ora e che<br />

può e deve agire.<br />

Ciccio il banditore, improvvisatosi<br />

pubblicista poco prima di<br />

morire, ha voluto esprimere con<br />

le armi di cui era capace il desiderio<br />

ardente di tanti altavillesi.<br />

Quella pubblicazione rudimentale<br />

- eppure pubblicazione<br />

nel suo senso più verace - è<br />

il segno della certezza di<br />

un’adesione collettiva a questa<br />

disperata richiesta espressa in<br />

forma di supplica. Tanti, come<br />

ALTAVILLA.<br />

Valeria Gallo è<br />

Miss Teen Ager<br />

Si è tenuta dal 2 al 6 settembre la<br />

finale nazionale del concorso internazionale<br />

di Miss Teen Ager-Saranno<br />

Famose in Assisi o. Il titolo<br />

di Miss Teenager Star Model Tv va<br />

a Valeria Gallo, 17 anni di Altavilla<br />

Silentina.<br />

Valeria, che studia al Liceo Classico<br />

“Perito” di Eboli, si è presentata<br />

con un monologo nella categoria<br />

recitazione, che unito alla<br />

disinvoltura nello sfilare e nell’innato<br />

portamento ha dato vita ad<br />

un mix esplosivo che ha strabiliato<br />

i giudici.<br />

lui, non hanno potuto più fare<br />

la santa comunione in questa<br />

cappella. Ma ce ne sono tanti<br />

altri che nutrono il suo stesso<br />

desiderio.<br />

Non difendere la propria storia è<br />

dimostrazione di inciviltà. Il disinteresse<br />

che ne è alla base<br />

mette a rischio il futuro stesso<br />

dei nostri luoghi. Ne siamo tutti<br />

responsabili, a partire dagli insegnanti<br />

e prima ancora dai programmi<br />

scolastici, che non prevedono<br />

lo studio del territorio<br />

(e, perché no, del dialetto, sempre<br />

a patto che non sia una barriera<br />

per nessuno). Questo perché,<br />

riprendendo il motto del<br />

FAI, il Fondo ambiente italiano,<br />

che cerca di tutelare il patrimonio<br />

storico-architettonico del<br />

nostro bel paese, “se lo conosci<br />

lo ami e se lo ami lo proteggi”.<br />

Sillogismo impeccabile, non fa<br />

una piega, da stamparsi in fronte<br />

a caratteri cubitali.<br />

Gli altavillesi hanno atteso anni<br />

e anni la riapertura di questi<br />

beni che fanno parte della loro<br />

vita e, prima ancora, di quella<br />

dei loro padri e dei loro avi, andando<br />

molto indietro nei secoli<br />

e quasi nei millenni, se ne consideriamo<br />

anche gli abbattimenti<br />

e le ricostruzioni. Alcuni<br />

secoli fa non vi erano i mezzi<br />

per rimettere in sicurezza un<br />

edificio colpito da un sisma.<br />

Oggi non siamo più giustificati a<br />

girare la testa dall’altra parte o<br />

ad attendere sentendoci impotenti.<br />

E’ importante unirci tutti,<br />

dai proprietari agli amministratori<br />

agli amministrati, su cause<br />

come questa e capire come fare<br />

ad agire per il meglio, azzerando<br />

il passato in un atto di autoindulgenza<br />

generale per il<br />

bene di tutti. Ma bisogna agire<br />

subito. Nei lunghi anni in cui la<br />

chiesa di Sant’Egidio è rimasta<br />

sbarrata ai fedeli, infatti, molti<br />

sono stati i furti che l’hanno impoverita.<br />

Così come sarebbe un<br />

furto assai più pesante recuperare<br />

questi beni non conservandone,<br />

oltre alla struttura materiale,<br />

tutto l’aspetto artistico di<br />

esterni e interni. Pensiamo solo<br />

alle varie chiese in muratura da<br />

secoli oggi intonacate (ricordate<br />

il Convento di San Francesco?).<br />

Noi oggi non possiamo<br />

più macchiarci di queste colpe.<br />

Non possiamo più essere ladri<br />

di memoria, della nostra stessa<br />

memoria.<br />

Alla soglia dei trent’anni dall’ultimo<br />

grande terremoto, qualcuno<br />

ci ha ricordato il nostro<br />

dovere di guardiani della storia<br />

pubblicamente e a modo suo<br />

rompendo, con un gesto dalla<br />

semplicità disarmante, un silenzio<br />

lungo quanto colpevole di<br />

disinteresse. Facciamo sì che<br />

questo gesto inauguri una nuova<br />

era, più consapevole e fattiva,<br />

della nostra altavillesità.<br />

Diomira Cennamo

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