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ALCATEL, LOTTA DURA E DISPERATA - Unico

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N°34 del 11 settembre 2009 A t t u a l i t à<br />

3<br />

IL PERSONAGGIO. Non s’interessò solo di politica ma anche di arte e cultura. Nel Pci per debolezza<br />

Dall’assalto al latifondo ai grandi ponti sul Sele e sul Calore<br />

DALLA PRIMA<br />

indisturbate, tra rovi ed ortiche,<br />

le bufale e che di lì un manipolo<br />

di 50 carabinieri, dei quali 4<br />

a cavallo, li aveva respinti con<br />

la forza delle armi.<br />

Ed è in questo momento che<br />

decide idealmente di accogliere<br />

il testimone della lotta per il<br />

socialismo che un giorno il<br />

padre gli avrebbe lasciato. E si<br />

prepara a farlo con straordinaria<br />

determinazione sognando il riscatto<br />

della propria gente dall’asservimento<br />

ai protervi e<br />

tronfi notabili di allora che avevano<br />

usurpato con la forza e<br />

con l’inganno la terra della povera<br />

gente.<br />

Si impegna negli studi classici<br />

conseguendo al liceo Tasso di<br />

Salerno la maturità e nel contempo<br />

si prepara alla lotta per<br />

la giustizia e la libertà che il fascismo<br />

gli negano. E quando la<br />

guerra lo chiama egli non può<br />

sottrarsi. Nel tragico scontro sul<br />

fiume Don, nel dicembre del<br />

1942, in cui viene annientata<br />

l’ARMIR delle truppe italo-tedesche,<br />

Salvatore è lì, col grado<br />

di Sergente Maggiore nella Divisione<br />

Ravenna. Dopo una<br />

marcia di 1000 Km raggiunge<br />

Gomel e da qui l’Italia tra atroci<br />

sofferenze per la fame ed il<br />

freddo risultando uno dei pochissimi<br />

sopravvissuti. Terminata<br />

la guerra e ricostituitasi la<br />

vecchia cooperativa socialista,<br />

IL FUNERALE. Per sempre nel ricordo di tutti<br />

Pasquale Marino: “Ci ha cresciuti”<br />

Commovente e intenso il rito<br />

delle esequie officiato martedì<br />

pomeriggio, alle 16 presso la<br />

parrocchia di Maria SS. della<br />

Medaglia Miracolosa da monsignor<br />

Berniero Carucci dinanzi<br />

a un’assemblea attenta<br />

e accorata.<br />

Uomini politici e della cultura,<br />

parenti, amici e l’intera<br />

amministrazione comunale di<br />

Capaccio hanno presenziato<br />

ai funerali del noto politico<br />

Salvatore Paolino, l’uomo che<br />

ideò e guidò le lotte contadine<br />

nella Piana del Sele. “Esempio<br />

di onestà e laboriosità – ha<br />

detto il sindaco di Capaccio<br />

Pasquale Marino, abito scuro<br />

e fascia tricolore, nel corso del<br />

suo intervento in omaggio a<br />

Paolino.<br />

Le lacrime gli rigavano il<br />

volto, ma non gli impedivano<br />

di esprimere la stima e l’affetto<br />

condiviso dai presenti.<br />

“Abbiamo perso un grande<br />

uomo e un vero politico. Ne<br />

siamo rammaricati. Io lo conobbi<br />

a soli 15 anni e posso<br />

dire che mi ha cresciuto umanamente<br />

e politicamente. Su<br />

di lui potrebbe essere scritto<br />

un libro. Ha lavorato sempre<br />

con onestà e impegno per il<br />

bene della collettività capaccese,<br />

quando fu sindaco di<br />

Capaccio e di Salerno quando<br />

rivestì la carica di assessore<br />

provinciale ai Lavori pubblici.<br />

Fu la punta di diamante<br />

della cultura agricola di Capaccio<br />

e si distinse nelle lotte<br />

contadine del dopoguerra.<br />

Ma soprattutto fu un uomo<br />

con valori forti, un amico sincero”.<br />

Il Primo cittadino di<br />

Capaccio ha delineato con<br />

precisione ardente la personalità<br />

di Paolino e, a conclusione<br />

del discorso, è scoppiato<br />

in lacrime coinvolgendo<br />

tutti fra lo scroscio di applausi<br />

in onore del compianto.<br />

Anche il parroco della chiesa,<br />

monsignor Carucci, che Paolino<br />

frequentava da quando<br />

nel 1960 si era trasferito a Salerno,<br />

lo ricorda con affetto:<br />

“Era un uomo semplice e di<br />

fede. Ne ho sempre avuto<br />

stima – ha dichiarato. Conclusa<br />

la funzione, i figli Paolo,<br />

Nicola e Gaetano, ai primi<br />

banchi insieme ai familiari,<br />

hanno ricevuto le accorate<br />

condoglianze di quanti conobbero<br />

e apprezzarono questo<br />

grande uomo della politica<br />

salernitana.<br />

Tra gli applausi, il feretro è<br />

stato accompagnato presso il<br />

cimitero di Salerno seguito da<br />

un lungo corteo che ha visto<br />

in prima fila il sindaco Pasquale<br />

Marino, la giunta e i<br />

membri del consiglio comunale<br />

capaccese, parenti e<br />

amici pronti a porgere l’ultimo<br />

arrivederci ad un uomo<br />

che per sempre resterà nel<br />

cuore e nel ricordo di tutti.<br />

Maria Laura Pirone<br />

PASQUALE MARINO E SALVATORE PAOLINO<br />

col nuovo nome L’Aratro, sempre<br />

guidata da Gaetano, il giovane<br />

Salvatore assume un ruolo<br />

di assoluto protagonista tanto<br />

da essere il relatore ufficiale al<br />

Congresso regionale della terra<br />

di Eboli e a quello nazionale di<br />

Bologna. Ormai egli è l’anima<br />

e l’interprete più credibile e determinato<br />

dei bisogni e delle<br />

istanze dei braccianti senza<br />

terra e di tutti i diseredati di Capaccio.<br />

Non c’è da sorprendersi,<br />

perciò, se nelle elezioni amministrative<br />

del 1952 egli sbaraglia<br />

le forze clerico-fasciste<br />

dei conservatori e dei latifondisti<br />

e si attesta alla guida del Comune<br />

di Capaccio.<br />

All’indomani dell’attentato a Togliatti,<br />

in cui si sfiora la guerra<br />

civile con 7 morti e 120 feriti,<br />

sull’onda dell’emozione passa<br />

al PCI, per umana debolezza,<br />

come egli dice, perché preoccupato<br />

per il ritorno del fascismo<br />

da cui era stato perseguitato<br />

pesantemente suo padre.<br />

Pochi mesi dopo, il 20 novembre<br />

1949, eccolo alla guida del<br />

popolo capaccese che all’alba<br />

si muove in massa all’assalto<br />

dei latifondi della Piana così<br />

come fa un altro giovane sindaco<br />

socialista, Rocco Scotellaro,<br />

a pochi Km di distanza, a Tricarico,<br />

mentre si avvia a vivere<br />

un’alba che sarà nuova con altrettanta<br />

commozione e col medesimo<br />

entusiasmo dei compagni<br />

capaccesi. Alla testa di un<br />

esercito di circa 3000 contadini<br />

affamati, di ogni età, giovani<br />

e vecchi, donne e bambini, egli<br />

li esorta alla conquista di quelle<br />

terre che il vecchio notabilato<br />

aveva loro sottratto con la<br />

forza e con l’inganno. Seguono<br />

momenti epici con scontri tra la<br />

Celere che respinge i manifestanti<br />

con la forza ed i contadini<br />

che vengono malmenati, percorsi<br />

e contusi a centinaia. Alla<br />

fine il sindaco Paolino, con alcuni<br />

caporioni, vengono portati<br />

con l’inganno nel carcere di<br />

Salerno dove rimangono 2 giorni.<br />

Subito dopo lascia il PCI e rientra<br />

nel PSI per fondare a Salerno<br />

un nuovo partito l’USI<br />

(Unione Socialisti Indipendenti)<br />

con alcuni socialisti autonomisti<br />

unitamente ad alcuni fuoriusciti<br />

del PCI, Cucchi e Magnani,<br />

insofferenti per la mancanza<br />

di libertà e indipendenza<br />

senza le quali è impossibile<br />

costruire il socialismo contrariamente<br />

a quanto pensa Togliatti<br />

che, sprezzantemente,<br />

dice che anche nella nobile criniera<br />

di un cavallo si possono<br />

annidare due pidocchi. Alla<br />

guida di questo partito diventa<br />

segretario provinciale nonché<br />

fondatore e direttore del suo<br />

Organo di Stampa, La Sinistra.<br />

Finita l’esperienza dell’USI rientra<br />

nel PSI, ricompatta la Sinistra<br />

e nel 1956 ottiene una netta<br />

vittoria che lo consacra di<br />

nuovo primo cittadino di Capaccio<br />

per tutta la consiliatura<br />

nel corso della quale realizza<br />

numerose ed importanti opere<br />

pubbliche. Diventa nel frattempo<br />

anche segretario provinciale<br />

della Lega delle Cooperative<br />

e poi dell’Alleanza dei contadini.<br />

Nel 1963 sfiora per meno di<br />

100 voti nel suo Collegio di Capaccio-Eboli<br />

l’elezione a Senatore<br />

nonostante lo straordinario<br />

consenso ottenuto.<br />

L’anno successivo viene eletto<br />

al Consiglio Provinciale diventando<br />

di lì a poco Assessore ai<br />

Lavori Pubblici. In questa carica<br />

realizza importanti opere di interesse<br />

collettivo in tutto il territorio<br />

provinciale ed in particolare<br />

porta a termine la realizzazione<br />

del ponte sul Sammaro<br />

e quello sul Sele nella strada<br />

litoranea per Paestum ed il Cilento<br />

nonché quella che da<br />

Foce Sele porta alla stazione di<br />

Albanella le quali , come egli<br />

aveva promesso, sarebbero servite<br />

a togliere dall’isolamento<br />

quegli assegnatari della Riforma<br />

Agraria che per il loro impegno<br />

nella lotta erano statti confinati<br />

nelle lande più isolate<br />

ed incolte della<br />

Piana del Sele.<br />

Gli anni seguenti<br />

Salvatore li trascorre<br />

nell’impegno<br />

culturale e politico,<br />

partecipando a<br />

convegni ed a dibattiti<br />

e dando vita<br />

ad un Circolo Salernitano<br />

di attività sociali<br />

e culturali che<br />

annovera tra i suoi<br />

iscritti eminenti intellettuali<br />

e personaggi<br />

di notevole<br />

spessore tra i quali<br />

T. Lenza, E.<br />

D’Aniello ed il pittore<br />

M. Carotenuto.<br />

Dopo La Sinistra<br />

aveva fondato e diretto<br />

il periodico Il Sele, e successivamente<br />

Cronache Salernitane<br />

e Critica Meridionale.<br />

In questi ultimi anni ho incontrato<br />

frequentemente Salvatore<br />

che mi ha sempre accolto con<br />

entusiasmo perché egli ha potuto<br />

ricostruire insieme a me<br />

tutto il suo percorso umano, civile<br />

e politico fatto nel corso<br />

della sua vita senza mai, orgogliosamente,<br />

rinnegare nulla.<br />

Con lucidità e generosità straordinarie<br />

fino all’ultimo mi ha<br />

fornito di volta in volta ora un<br />

documento, ora una copia, ora<br />

un articolo dei suoi Periodici<br />

che hanno contribuito a rievocare<br />

la storia del socialismo salernitano.Ha<br />

conservata intatta<br />

tutta la sua grinta, la sua generosità<br />

di combattente nonché il<br />

suo affetto per il socialismo e<br />

per i suoi compagni con i quali<br />

ha condiviso tante battaglie per<br />

lo sviluppo civile e sociale delle<br />

nostre popolazioni.<br />

Ha dedicato, con estrema coerenza,<br />

fierezza e dignità, tutta<br />

la sua vita alla politica ricevendone<br />

in cambio, ahimè, molto<br />

meno di quanto ne meritasse.<br />

Salvatore se n’è andato lasciando<br />

in tutti un grande vuoto ed<br />

in me, accanto ad una profonda<br />

costernazione, anche il rammarico<br />

di non essere riuscito in<br />

tempo a dare alle stampe il<br />

terzo volume sul socialismo salernitano<br />

di cui egli è stato gran<br />

parte e a cui tanto teneva. Rimane,<br />

però una certezza: egli<br />

continuerà a vivere per sempre,<br />

proprio come poco prima di essere<br />

eliminato dai fascisti, Matteotti<br />

aveva preconizzato a<br />

Mussolini e cioè che si può<br />

uccidere un uomo ma non<br />

l’idea che vive in lui proprio<br />

quella del socialismo di cui, appunto,<br />

si è sempre nutrito Salvatore<br />

che resterà per sempre<br />

nei cuori dei compagni capaccesi<br />

e di quanti con lui hanno<br />

condiviso quell’idea.<br />

Angelo Capo

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