Notiziario n. 1-2/2010 - Ordine degli Psicologi del Lazio
Notiziario n. 1-2/2010 - Ordine degli Psicologi del Lazio
Notiziario n. 1-2/2010 - Ordine degli Psicologi del Lazio
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
temi di politica professionale<br />
depressione post-partum<br />
<strong>del</strong>le donne in un momento di<br />
riassetto identitario.<br />
Il percorso <strong>del</strong>la maternità è ben<br />
lontano dallo stereotipo <strong>del</strong>la<br />
mistica che da sempre lo<br />
accompagna. La grande<br />
idealizzazione si scontra,<br />
a volte, con uno stato di<br />
impotenza, di ineluttabilità, di<br />
timore, di angoscia; inoltre, i<br />
mo<strong>del</strong>li di cure materne, anziché<br />
essere un aiuto possono<br />
diventare una minaccia nel<br />
momento in cui non<br />
corrispondono alla realtà <strong>del</strong><br />
vissuto di quel momento.<br />
Insomma, diventare madre può<br />
significare anche spae-sa-mento,<br />
perdita di identità, solitudine;<br />
può diventare territorio non<br />
protetto in cui prolifera<br />
l’ambivalenza.<br />
Come psicologa e psicoterapeuta<br />
<strong>del</strong>l’età evolutiva so bene, poi,<br />
quanto sia faticoso l’adattamento<br />
reciproco tra la madre ed il<br />
bambino nei primi mesi di vita ed<br />
anche da questo vertice di<br />
osservazione la donna è chiamata<br />
a sopportare le difficoltà iniziali<br />
<strong>del</strong>l’avvio <strong>del</strong>la relazione che la<br />
faranno sentire una madre<br />
cattiva ed inadeguata, alle prese<br />
con un figlio tirannico ed esigente<br />
e totale ricettacolo dei suoi<br />
bisogni. Se è unica ed<br />
insostituibile deve allora essere<br />
anche una super mamma,<br />
competente e sempre disponibile<br />
che si colpevolizza se sente una<br />
discrepanza tra il bambino<br />
idealizzato ed il faticoso bambino<br />
reale.<br />
42<br />
Dal fronte dei colleghi che<br />
lavorano nei consultori familiari<br />
sappiamo che l’insorgenza <strong>del</strong>la<br />
depressione post-partum è più<br />
frequente tra le donne che hanno<br />
avuto il cesareo, che non possono<br />
contare sul sostegno di un<br />
partner, che hanno avuto un lutto<br />
nei due anni precedenti il parto,<br />
che vedono nella maternità il<br />
crollo <strong>del</strong> proprio progetto<br />
esistenziale.<br />
Basterebbe soffermarsi solo un<br />
attimo su questi dati per capire<br />
l’importanza <strong>del</strong>la prevenzione e<br />
<strong>del</strong>la diffusione capillare di<br />
interventi che ripristino la<br />
condizione di benessere <strong>del</strong>la<br />
donna con il sostegno alla<br />
genitorialità, alla coppia<br />
ed alla famiglia, con la<br />
responsabilizzazione <strong>del</strong> padre<br />
come “terzo” che funge da<br />
protezione <strong>del</strong>la coppia madrebambino,<br />
con la valutazione <strong>del</strong>la<br />
relazione madre-bambino<br />
attraverso l’osservazione diretta,<br />
con l’aiutare la donna ad<br />
integrare tutte le parti di sé e tutti<br />
i suoi ruoli perché la patologia<br />
scatta quando vive se stessa in<br />
modi parziali, con<br />
l’individuazione di percorsi, nei<br />
casi più a rischio, che siano di<br />
rispetto e di cura per donne che<br />
non sono “mostri”, ma vittime di<br />
una situazione di disagio.<br />
L’allarme <strong>del</strong>l’infanticidio è<br />
giustificato e certamente suona<br />
aberrante quando è attuato da chi<br />
si dovrebbe prendere cura <strong>del</strong><br />
bambino, ma non crediamo che il<br />
TSO per la donna a rischio sia<br />
una risposta adeguata che<br />
fermerà il fenomeno; sembra,<br />
anzi, una risposta che cancella in<br />
un sol colpo tutto il lavoro di rete<br />
che si può fare preventivamente.<br />
Crediamo, invece, che sia tempo<br />
di proteggere le madri con un<br />
ambiente facilitante che le aiuti<br />
ad immergersi senza interferenze<br />
in quella che Winnicott ha<br />
chiamato la preoccupazione<br />
materna primaria.<br />
Un tempo la famiglia patriarcale<br />
riusciva ad assorbire l’impatto<br />
<strong>del</strong>la maternità sulla donna,<br />
proteggendola e sostenendola<br />
nell’impresa; oggi, venuta meno<br />
questa struttura sociale e fa-miliare,<br />
è il sistema <strong>del</strong> welfare che<br />
dovrebbe intervenire. In Italia si<br />
verifica, invece, un fenomeno<br />
strano: abbiamo una normativa<br />
molto forte per esempio sulla<br />
tutela <strong>del</strong>le lavoratrici madri o<br />
nei congedi parentali, ma,<br />
nell’atto <strong>del</strong>la maternità e nei<br />
primi mesi di vita <strong>del</strong> bambino, la<br />
donna è lasciata sola perché le<br />
strutture <strong>del</strong> welfare di assistenza<br />
e di protezione che debbono<br />
intervenire sul territorio sono<br />
carenti e solitamente sono le<br />
prime ad essere colpite nei tagli<br />
<strong>del</strong>la spesa pubblica,<br />
tenute ben al di sotto <strong>degli</strong><br />
standard dei paesi europei più<br />
avanzati.<br />
Sulla base di queste<br />
considerazioni nasce la lettera<br />
<strong>del</strong>la Presidente <strong>del</strong>l’<strong>Ordine</strong>, di<br />
seguito pubblicata, al Ministro<br />
Fazio.