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Arcobaleno 04/2005

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Associazioni giovanili che<br />

problemi,<br />

prospettive,<br />

strategie<br />

32 ASSONOTIZIE<br />

Continua dallo scorso numero<br />

Alessandro Carrara ha ricordato che l’AGESCI bergamasca<br />

ha perso negli ultimi 10 anni il 29% dei propri iscritti giovani.<br />

Per contrastare il fenomeno degli abbandoni la Zona si<br />

è data alcuni strumenti che nascono ed operano nelle singole<br />

realtà locali, chiedendo e stimolando le singole Comunità<br />

Capi ad analizzare e razionalizzare le proprie difficoltà<br />

particolari perché ogni Gruppo, vivendo in realtà diverse, ha<br />

diversi e specifici bisogni che devono necessariamente interagire<br />

e fondersi con gli strumenti messi a disposizione dall’Associazione.<br />

Oggi la realtà AGESCI bergamasca ritiene<br />

di essersi posta nel giusto sentiero e registra il fatto positivo<br />

che stanno aumentando, da parte delle Comunità Locali (Consigli Pastorali ed<br />

autorità comunali), le richieste di apertura di nuovi Gruppi (4 negli ultimi mesi).<br />

Massimo Perrone, ha cominciato parlando della Cooperativa di cui è socio:<br />

Sono una realtà che ha fatto dell’animazione - e dell’educazione - un lavoro. Su<br />

mandato delle Autorità Locali si propongono di “intercettare” i gruppi giovanili<br />

spontanei per farli operare e crescere. “Noi facciamo i conti, giorno per giorno<br />

con il fatto che le nostre proposte sono rivolte a giovani e gruppi che non ci hanno<br />

scelto”. “I ragazzi appartengono a troppe cose (….) nessuno li aiuta a tenete<br />

insieme le varie esperienze (….) i nostri centri di aggregazione, a volte mobili,<br />

servono per esempio a sviluppare la socializzazione, ad imparare a gestire il<br />

conflitto, ad abituarsi a prendere la parola (….) l’educatore è un mediatore tra i<br />

bisogni diversi, è uno che sa ascoltare e raccogliere le varie proposte che vengono<br />

da chi c’è (….) occorre infine che le varie realtà educative si costituiscano<br />

in rete e dialoghino, riconoscendo la specificità e l’importanza di ogni singola<br />

realtà operativa”. (pare a me che a volte si manifesta un certo atteggiamento<br />

snobistico da parte dei capi scout verso questi educatori professionali (ndr)).<br />

Don Luca Gattoni, ha raccontato dell’esperienza della Associazione, nata dalla<br />

fusione di due realtà locali che per anni hanno alimentato un conflitto tra dirigenti<br />

e soci sfociato a volte in scontri definiti “epocali”. Nel 1999 c’è stata la fusione e<br />

con essa l’introduzione dell’”Intenzionalità Educativa” nella attività del Centro. I<br />

rapporti con e tra gli associati sono tornati ottimi, anche se, dice Don Luca “Dico<br />

una bestialità, per rendere meglio la mia idea: ogni tanto mi viene da dire che<br />

sarebbe meglio che i nostri piccoli calciatori fossero orfani, tanto i genitori, a volte,<br />

influiscono negativamente sui propri figli”. Ha ricordato poi il gustoso episodio<br />

del “pulcino” che nel corso di una partito si buttò a terra nell’area di rigore avversaria.<br />

All’invito dell’arbitro ad alzarsi reagì con un “A Vieri però gli avrebbero dato<br />

il rigore!”. Questo per ricollegarsi al concetto della visione delle cose, a volte confusa<br />

con la realtà. Auspica don Luca che ci siano altre occasioni di confronto e<br />

di scambio come questa.<br />

Leonardo Leonardi, Presidente della Sezione CNGEI di Padova, infine, Ha parlato<br />

della esperienza della Sezione stessa: “Quest’anno abbiamo stabilizzato il<br />

numero degli iscritti arrivando a sfiorare il numero di trecento (….) il numero è<br />

raddoppiato in pochi anni in totale controtendenza con l’associazione alla quale<br />

apparteniamo (….) Ma mai tra le tante cose progettate dai giovani Capi Pado-

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