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Letterine <strong>di</strong> Natale<br />
Cambia il destinatario: ieri ai genitori,<br />
oggi a Babbo Natale<br />
un’altra bambina augura un buon<br />
Natale su carta con una Madonna con<br />
Bambino e gli angeli, in un paesaggio<br />
invernale con stelle dorate. 1946: un<br />
bambino che frequentava la prima<br />
elementare si scusa con i genitori: “Lo<br />
scorso anno non potei inviarvi neppure<br />
una parolina <strong>di</strong><br />
augurio. Lo faccio<br />
ora che so<br />
scrive-<br />
Passano gli anni, più <strong>di</strong> trenta e la grafica<br />
e i contenuti delle letterine cambiano<br />
decisamente. Si scrive ancora al<br />
papà, ma soprattutto a Babbo Natale,<br />
c’è qualche promessa, ma principalmente<br />
richieste <strong>di</strong> regali. Dalle lettere<br />
<strong>di</strong>segnate a mano dalle maestre –<br />
siamo in piena guerra – si passa a<br />
quelle <strong>di</strong> oggi dove Gesù Bambino,<br />
sotto le leggi del mercato, cede<br />
appunto il posto all’immagine <strong>di</strong><br />
Babbo Natale con un grande<br />
sacco sulle spalle. Non si<br />
fanno solamente auguri e<br />
promesse, ma si<br />
richiede in<br />
modo chiaro<br />
che cosa ci<br />
Qui vedete<br />
riprodotte alcune letterine<br />
che si era solita nascondere sotto il<br />
piatto del papà al pranzo o alla cena <strong>di</strong><br />
Natale. Il papà ogni volta doveva fingere<br />
meraviglia nel trovarle, poi le<br />
apriva e le leggeva a voce alta. Le lettere<br />
qui riprodotte sono tutte <strong>di</strong> bambini<br />
<strong>di</strong> <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong>. La prima, del<br />
1939, è su carta simile ad un merletto.<br />
Sono poche parole scritte dalla mano<br />
<strong>di</strong> un bambino, guidata da quella della<br />
madre: “ …sarò sempre più buono,<br />
questo lo promette il vostro angioletto”.<br />
1942: “Buon<br />
Natale Babbo mio e<br />
Mamma cara”, si legge su<br />
un foglio piegato in due<br />
con un <strong>di</strong>segno a matita colorato.<br />
1944: “Cari Genitori”: inizia così<br />
un’altra letterina su carta a righe con<br />
un ovale <strong>di</strong> cuoricini dorati in cui<br />
l’autrice, una bambina <strong>di</strong> sette anni<br />
promette <strong>di</strong> essere buona e <strong>di</strong> non picchiare<br />
più nessuno. 1945: “Mon cher<br />
papa”: voti e promesse espresse in<br />
francese da un’alunna della scuola<br />
Villa Pacis e due anni dopo “…in questo<br />
bel giorno <strong>di</strong> pace e <strong>di</strong> letizia”<br />
re …”<br />
“Voglio un<br />
gatto, un cane e un<br />
uccellino, il gelato e la bicicletta”:<br />
poche perentorie parole<br />
<strong>di</strong> una bambina capricciosa del<br />
1974, vergata con una grafia leggibile<br />
ma <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata. Poi prosegue: “Li<br />
voglio, mamma, così posso portare a<br />
spasso il cane e il gatto sulla bicicletta<br />
e l’uccellino sulla mia spalla.<br />
Voglio un gelato così grande da poter<br />
sfamare il cane, il gatto, e l’uccellino”.<br />
si aspetta<br />
sotto l’albero.<br />
Un ennesimo<br />
aspetto della nostra<br />
società consumistica. E<br />
poiché il tempo è denaro, c’è<br />
anche chi prende forbici e colla,<br />
appiccicando sulla letterina il ritaglio<br />
<strong>di</strong> un giornale che riporta prezzi e<br />
immagini degli ultimi giocattoli sul<br />
mercato.<br />
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