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20 Nomadi: per i giudici non c’è alcuna emergenza criminalità Rom e illegalità. Per il Consiglio di Stato non c’è emergenza e la Capitale può, secondo i giudici, dormire sonni tranquilli. Tutto da rifare per il “Piano Nomadi” Risale a 3 anni fa, 21 maggio 2008, la dichiarazione dello stato di emergenza “in relazione agli insediamenti di comunità nomadi” con annessa l’emissione di una serie di ordinanze attuative in virtù delle quali, i prefetti di Roma, Napoli, Milano e Torino, venivano nominati “commissari straordinari” delegati per la realizzazione di tutti gli interventi necessari al superamento dello stato di emergenza. In occasione di tale emergenza, vennero stanziati oltre 30 milioni di euro che furono messi a disposizione dal Ministero degli Interni, dalla Regione Lazio e dal Campidoglio. Secondo tale provvedimento, tra gli interventi di maggior rilevanza erano contemplati: la chiusura degli insediamenti abusivi, la ristrutturazione dei villaggi autorizzati, la ricollocazione degli aventi diritto, il completamento del censimento, la consegna dei DAST e la realizzazione dei presidi di vigilanza e di socializzazione. Risale a circa due settimane fa, 16 novembre, l’invalidazione del decreto del Consiglio dei Ministri del 2008, ossia del piano di emergenza nomadi, da Cronaca Roma Il Consiglio di Stato dichiara l’illegittimità del Piano Nomadi del Comune di Roma. E adesso di FEdERICA BASIlI parte del Consiglio di Stato che non solo ha stabilito che “non v’è dubbio che l’interesse primariamente perseguito con la dichiarazione dell’emergenza va individuato nella tutela delle popolazioni residenti nelle aree urbane interessate da una ritenuta situazione di pericolo ingenerata dall’esistenza degli insediamenti di nomadi”, ma ha anche svolto un approfondito esame della documentazione relativa alla fase preparatoria e antecedente l’adozione del decreto presidenziale del 21 maggio 2008 non individuandovi “precisi dati fattuali che autorizzino ad affermare l’esistenza di un “rapporto eziologico” (per usare la terminologia del primo giudice) fra l’insistenza sul territorio di insediamenti nomadi e una straordinaria ed eccezionale turbativa dell’ordine e della sicurezza pubblica nelle aree interessate”. Inoltre, sempre secondo la sentenza, il riferimento a “gravi episodi che mettono in pericolo l’ordine e la sicurezza pubblica” non risulta supportato da una seria e puntuale analisi dell’incidenza sui territori del fenomeno considerato, ma soltanto dal richiamo di specifici e isolati episodi i quali, per quanto eclatanti e all’epoca non privi di risonanza sociale e mediatica, non possono dirsi ex se idonei a dimostrare l’asserita eccezionalità e straordinarietà della situazione. L’illegittimità dello stato di emergenza, naturalmente, comporta l’annullamento delle ordinanze di nomina dei commissari straordinari per l’emergenza e di tutti i successivi atti commissariali in quanto adottati in carenza di potere. “Il Piano nomadi c’è, va solamente completato” afferma il presidente della Commissione della Sicurezza di Roma Capitale, Fabrizio Santori “si tratta di fare bene e di fare presto per proseguire un cammino che ritengo sia quello giusto. L’amministrazione dovrà sanare gli atti compiuti ove questo si renda necessario, e comunque, sempre alla luce delle indicazioni del Consiglio di Stato, sarà possibile eventualmente varare una nuova normativa che sancisca l’emergenza, che a nostro avviso è un fatto incontrovertibile e innegabile. Una cosa però resta certa: il Campidoglio proseguirà nel suo impegno per realizzare il piano.” Resta salva la facoltà delle Amministrazioni interessate di “sanare” il vizio d’incompetenza attraverso una riedizione o una convalida di singoli atti adottati dai Commissari delegati, laddove ciò sia possibile; allo stesso modo si mantiene la facoltà di “rinnovare la declaratoria dello stato di emergenza, ove se ne ravvisino le condizioni e sia possibile farlo rispettando il “perimetro” di quelli che si sono visti essere i presupposti di legittimità per l’esercizio di tale potere”. A tal proposito il direttore del V Dipartimento, nonché l’attuatore del piano nomadi, Angelo Scozzafava, sta lavorando per individuare misure alternative per evitare che tutta la serie di provvedimenti effettuati in questi tre anni decadano completamente. Rispetto all’area di Roma Nord, le azioni che rientrano nell’ex
Cronaca Roma 21 piano nomadi, ossia lo smantellamento dei campi tollerati di via del Baiardo e del Foro Italico, dovrebbero essere portate a termine, ma si aspettano le ulteriori informazioni. Tali campi avrebbero dovuto andare a confluire nel campo de “La Barbuta” definito anche “villaggio della solidarietà”: Le operazioni di sgombero del campo di Tor di Quinto erano partite a maggio: in tale occasione il presidente Giacomini aveva sottolineato l’importanza di riqualificare alcune zone che rientrano nel XX Municipio. Per quanto riguarda via del Baiardo, Giacomini aveva manifestato la necessità dello sgombero che avrebbe dovuto essere ultimato entro dicembre, (ma non pare sia possibile alle condizioni attuali). Per ciò che concerne i cosiddetti micro campi, il controllo di tali aree proseguirà dal momento che non risulta essere un provvedimento oggetto del piano nomadi del 2008, bensì un comune atto di sorveglianza e di competenza di Roma Capitale. Tali micro insediamenti rappresentano un rischio maggiore rispetto ai macro campi poiché spesso sfuggono ad un controllo centralizzato e diventano lesivi non solo per i cittadini residenti nelle vicinanze, ma anche per gli abitanti stessi del campo. “La sentenza depositata lo scorso 16 novembre,” riferisce il consigliere comunale Daniele Ozzimo (PD) “rivela come il piano nomadi sia un fallimento conclamato per la città di Roma: un fallimento sia giuridico che politico. Nel corso della campagna elettorale condotta dall’allora candidato Gianni Alemanno, quest’ultimo, all’interno del suo programma elettorale parlava di 20.000 espulsioni facendo presagire che Roma fosse letteralmente invasa. I censimenti effettuati in questi tre anni dalla giunta Alemanno,” prosegue il consigliere del Pd, “hanno rilevato tra le 6500 e le 7000 presenze di nomadi; il Consiglio di Stato a fronte di questi numeri non ha ritenuto di considerare la questione “nomadi” un’emergenza dal momento che i censimenti sono stati effettuati su una città che ospita Nell’area di Roma nord lo sgombero dei campi di Tor di Quinto e Foro Italico “dovrebbe” essere portato avanti lo stesso circa 3 milioni di abitanti”. Si aggiunge, secondo Ozzimo, “l’inopportuna strumentalizzazione della campagna elettorale che faceva leva sul sentimento di paura diffuso tra i cittadini anche a causa della smisurata importanza mediatica conferita a reati commessi dai rom”. Il presidente Santori (PdL) non la pensa nello stesso modo: “Negare l’emergenza nomadi a Roma è chiudere gli occhi davanti alla realtà, gettare nella spazzatura le preoccupazioni, le richieste e gli allarmi lanciati ogni giorno da migliaia di cittadini. Ora che il Consiglio di Stato ha detto che i nomadi non sono un’emergenza, che cosa dovremmo fare Chiedere con un sorriso ai romani di ingoiare ancora tracotanza, degrado, illegalità, mancanza di sicurezza e decoro abbandonando ogni speranza di risolvere il problema dei rom e degli immigrati irregolari La gente comune ogni giorno subisce furti e angherie e vede intere zone dei propri quartieri ridotti ad immondezzai e a centri di attività illegali. Spieghino le vere ragioni di tanta tolleranza intrisa dei luoghi comuni della sinistra, ripetuti come nenie rituali tra uno champagnino e una tartina dello chef. Una tolleranza anomala e zoppa, che si ostina a non tollerare proprio gli italiani, la loro cultura e i loro valori”.
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