04.01.2015 Views

novembre - Fraternità San Carlo

novembre - Fraternità San Carlo

novembre - Fraternità San Carlo

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

NOTIZIE<br />

IN BREVE<br />

>><br />

Nuova casa al Rione <strong>San</strong>ità<br />

Il 19 ottobre, con una messa presieduta da<br />

Mons. Massimo Camisasca, si è inaugurata<br />

a Napoli la nuova casa della Fraternità san<br />

<strong>Carlo</strong>.<br />

Visite illustri<br />

In ottobre sono stati ospiti della Casa di formazione<br />

il prof. Cesare Mirabelli, presidente<br />

emerito della Corte Costituzionale, e mons.<br />

Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto.<br />

Elezioni accademiche<br />

I seminaristi Emanuele Fadini e John Roderick<br />

sono stati eletti rappresentanti degli studenti<br />

nel senato accademico della Pontificia<br />

Università Lateranense.<br />

6 fraternitàemissione<br />

NOVEMBRE<br />

lenza, in cui Gesù si serve di me per alimentare il suo corpo<br />

mistico, i cristiani. In quel momento la mia vocazione<br />

giunge alla sua massima intensità e la chiamata abbraccia<br />

la risposta. Gesù è presente nuovamente in una forma<br />

sacramentale, sensibile. A me, come ad ogni cristiano,<br />

è chiesto di essere uno con Lui, di partecipare all’unità<br />

che Gesù è. Tutto si fa chiaro, e semplice. In questo momento<br />

il Cielo, il luogo dove Dio è presente, è sull’altare.<br />

Tra pochi minuti, questo Cielo sarà anche comunicabile.<br />

Ma intanto, in questi pochi secondi, il tempo e la parola<br />

si fanno relazione, unità, si fanno invito a nozze. Così,<br />

mentre dico le parole della consacrazione mi trovo a conoscere<br />

quella parte di me che prima non ero, che sono<br />

diventato quando sono stato ordinato. Conosco, almeno<br />

in parte, ciò che sono, come mi hanno fatto mia mamma<br />

e mio papà; continuo a scoprire ciò che sono diventato<br />

nel battesimo; ed entro in questo terzo gradino a cui, per<br />

grazia, mi ha chiamato. Nell’unità con me Lui si fa presente<br />

nuovamente, ed è sempre tutto da scoprire.<br />

PRIMA DELLA COMUNIONE LA PREGHIERA SEGRETA<br />

di Paolo Costa<br />

>> persona di Cristo presente ora, se non si è educati al<br />

silenzio». La Messa, con i suoi gesti e le sue parole, non<br />

è altro che questa grande educazione alla contemplazione<br />

e al silenzio, nell’insaziabile desiderio di gustare la dolcezza<br />

del Signore e abitare la sua casa tutti i giorni della<br />

vita, testimoniando a ogni uomo gli immensi benefici<br />

che continuamente egli ci dona.<br />

LA CONSACRAZIONE/2 IL CIELO SULL’ALTARE<br />

di Roberto Amoruso<br />

Ogni giorno un altro invito. Giorno dopo giorno, una<br />

sorta di invito a nozze di cui non mi rendo sempre conto.<br />

Eppure è lì, più profondo di qualsiasi parola e con un<br />

abbraccio tenero e deciso.<br />

Il momento della Consacrazione, introdotto dal <strong>San</strong>ctus<br />

e preceduto dal prefazio, continua a sorprendermi con<br />

un’intensità crescente. Dio mi invita a qualcosa di cui sono<br />

anch’io artefice. Mi fa<br />

dire quelle parole, mi fa<br />

In quel momento<br />

la mia vocazione<br />

giunge alla sua<br />

massima intensità<br />

e la chiamata<br />

abbraccia<br />

la risposta<br />

sperimentare un’unità<br />

con se stesso (il sacerdote<br />

dice le parole della<br />

Consacrazione “in persona<br />

Christi” e cioè in unità<br />

con lui): sono io e allo<br />

stesso tempo Gesù. È un<br />

mistero, e quindi sono<br />

chiamato a scoprirne la<br />

profondità giorno per<br />

giorno.<br />

La Consacrazione è il momento sacerdotale per eccel-<br />

Paolo Costa, 36 anni, parroco a<br />

Taipei (Taiwan).<br />

Jonah Lynch, 32 anni, pro-rettore<br />

della casa di formazione.<br />

Antonio Anastasio, 50 anni,<br />

parroco a Fuenlabrada (Madrid,<br />

Spagna).<br />

In alto, una messa sull’Adamello,<br />

all’altare di Giovanni Paolo II.<br />

Pagina a fianco, celebrazione<br />

eucaristica in un bosco nei dintorni<br />

di Praga (Repubblica Ceca).<br />

Sono passati nove anni dalla mia ordinazione sacerdotale.<br />

Ricordo la prima messa, quando finalmente ho pronunciato<br />

le parole della consacrazione: «Questo è il mio<br />

corpo, questo è il mio sangue». Sono parole di una grande<br />

potenza. Ma a volte persino il prete si distrae e non<br />

pensa a quello che sta dicendo. Così, è stato educativo<br />

per me mettere il crocifisso sull’altare: mentre recito le<br />

parole che ricordano il sacrificio di Gesù, che sto celebrando<br />

in quel momento, posso guardarlo.<br />

È anche utile per me, durante la consacrazione, seguire<br />

quello che la Chiesa insegna sui gesti del corpo. Inchinare<br />

leggermente il capo mentre si pronunciano quelle<br />

parole aiuta a comprendere di essere nulla di fronte<br />

al mistero che si rende presente nelle nostre mani. Alzare<br />

il corpo e il sangue di Cristo e poi subito mettersi in<br />

ginocchio in adorazione mi aiuta a rendermi conto di quello<br />

che celebro.<br />

Prima di comunicarsi, il sacerdote legge una preghiera<br />

segreta che, essendo sotto voce, dico in italiano e non<br />

in cinese come il resto della messa. La frase è un po’ lunga<br />

ma il punto che più mi piace dice cosi: «Fa che sia sempre<br />

fedele alla tua legge e non sia mai separato da te».<br />

È una preghiera rivolta a Gesù. Ci ricorda che noi non siamo<br />

padroni del Mistero, siamo servi inutili, che come tutti<br />

dobbiamo implorare la Grazia di Dio. Mi ricorda che<br />

sono un povero peccatore e che la perseveranza, la fedeltà<br />

nel ministero sacerdotale è un dono da chiedere<br />

ogni giorno e non una cosa acquisita una volta per tutte.<br />

Infine amo, dopo avere fatto la comunione, tornare al<br />

posto, chiudere gli occhi uno o due minuti in silenzio e<br />

pregare nel mio cuore con Gesù. Spesso gli rammento tutti<br />

i nomi delle persone che si affidano alle mie preghiere<br />

perchè so bene che io non posso fare molto per loro<br />

se non affidarle a Lui. È questo il senso della messa e del<br />

sacerdozio: tutto il mondo, lo spazio, il tempo, la natura,<br />

le persone portate nel loro vero rapporto con il Signore.<br />

LA COMUNIONE LE MANI E LA BOCCA<br />

di Jonah Lynch<br />

Verso la fine della messa un metalmeccanico si avvicina,<br />

le mani aperte. Nelle fessure della pelle ci sono strisce<br />

di nero, forse olio o sporco dalle macchine che non<br />

va più via. Rende ancora più splendente l’oro della fede.<br />

Poi arrivano le mani di una madre, forti e ossute, la pelle<br />

rovinata dall'acqua e dal sapone. Una è occupata con<br />

una bimba piccola che vuole sgattaiolare via. Sorrido e<br />

rapidamente benedico la bambina prima che sia fuori<br />

portata. Il marito, contadino, arriva poi: le dita sono spesse,<br />

il palmo largo quasi come la pala che maneggia. La<br />

pelle ruvida è secca dal contatto con la terra. Arriva un<br />

ragazzo con i cappelli da bullo. Forse è l'unico momento<br />

della sua settimana in cui non sa bene cosa fare. Con<br />

gesto rapido, un po' vergognandosi, stende le mani e le<br />

ritrae, voltandosi a destra. Poi una coppia si avvicina. Pri-

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!