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UN SOGNO D'AMORE Al Ritz - Edizioni Piemme

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Intanto, una folla si è radunata in rue de la Paix. Stavolta,<br />

non è per vedere Edoardo VII o il maragià Kapurthala<br />

entrare da Cartier. No, si tratta di un arresto.<br />

Il mio. I soldati mi gettano senza troppi riguardi nella<br />

seconda macchina. Mettono in moto e risaliamo gli<br />

Champs-Élysées in una trepidazione infernale. È sotto<br />

buona scorta che giungiamo alla sede del governo militare<br />

tedesco. Il luogo è sinistro. Il Terzo Reich ha invaso<br />

ogni spazio. Bandiere naziste sventolano dalle finestre,<br />

svastiche tappezzano i muri, solo una gioielliera<br />

può ravvisarvi un simbolo dell’Art déco. Battere di stivali,<br />

tintinnii di mitra, braccia tese e saluti hitleriani.<br />

Heil! Ho il cuore in gola, i prigionieri hanno perso la<br />

loro dignità, e quella madre che supplica di riavere il<br />

figlio in tutta risposta ottiene il calcio dell’arma sul viso.<br />

Mio Dio, perché ci hai abbandonato<br />

Mi scortano in questa cella buia dove ho la sensazione<br />

che il tempo si sia fermato. Niente da bere, niente<br />

sigarette, solo l’attesa e l’incertezza dell’istante successivo.<br />

Capita che mi giungano gemiti lontani, o un improvviso<br />

frastuono assordante. Rumori di passi che si<br />

avvicinano e poi si allontanano, suoni felpati, rapidi<br />

schiocchi, sembrerebbe che il passato sia lì, pronto a<br />

balzare fuori, e sempre le stesse parole che come fantasmi<br />

riemergono dal nulla, «schnell, vernünftig, still».<br />

No, non mi lascerò impressionare. E poi, in fondo, che<br />

cosa sono i ricordi Nient’altro che scampoli di vita che<br />

realizzano o distruggono una donna. Ma no, non è ancora<br />

il momento, la porta si apre su alcuni uomini. Soldati.<br />

Capi. Torturatori. Tedeschi. Di nuovo i corridoi<br />

sotterranei dell’hotel fantasma; urla, deflagrazioni e poi<br />

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