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Documentazione - I@PhT

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diverso da zero con la direzione in avanti fino ad avere un “minimo” di diffrazione a un<br />

angolo tale che senθ ≈ λ/d (come viene derivato per la luce nell’approfondimento 2).<br />

Si può quindi concludere che il fenomeno della diffrazione diventa cospicuo quando le dimensioni<br />

della fenditura sono confrontabili con quelle della lunghezza d’onda. La figura di diffrazione può<br />

essere spiegata con il principio di Huygens, illustrato negli approfondimenti.<br />

c. Interferenza<br />

L’interferenza è il fenomeno per il quale due o più onde che si vengono a trovare nella stessa<br />

regione di spazio si sommano secondo il principio di sovrapposizione: in ogni punto ed in ogni<br />

istante gli spostamenti delle onde che si incontrano si sommano “algebricamente” formando<br />

un’onda risultante (vedasi più avanti per approfondimenti).<br />

Per studiare il fenomeno con l’ondoscopio (fig. A6) si<br />

utilizzano due sorgenti puntiformi, S’ e S”, fra di loro<br />

coerenti (stesso periodo e differenza di fase costante nel<br />

tempo). che generano due treni d’onde circolari;<br />

propagandosi, le due onde si sovrappongono dando origine<br />

a una configurazione simile a quella della fig. A7.<br />

Osservando l’immagine con angolazione quasi parallela al fig. A6<br />

piano dello schermo si possono vedere delle strisce intense<br />

chiare o scure dove le onde si rinforzano (linee antinodali)<br />

ed altre grigie dove le onde si annullano (linee nodali).<br />

Nelle linee antinodali le due perturbazioni si rinforzano<br />

(interferenza costruttiva) perché in ogni loro punto<br />

arrivano assieme due creste, poi due ventri, poi ancora<br />

S’ S”<br />

due creste e così via; nelle strisce nodali le due<br />

perturbazioni si annullano (interferenza distruttiva ) e in<br />

particolare vi arrivano assieme una cresta e un ventre. Per<br />

osservarle bene basta far muovere l’immagine.<br />

Dall’immagine sullo schermo dell’ondoscopio si può<br />

P<br />

ricavare la condizione affinché in un punto P ci sia<br />

interferenza costruttiva o distruttiva:<br />

- si considerino le distanze di P dalle due sorgenti (PS’ e<br />

PS”) e si calcolino le differenze dei cammini (PS’-<br />

PS”);<br />

- se l’interferenza è costruttiva, si osserva che tale<br />

differenza è sempre pari a un multiplo intero della<br />

lunghezza d’onda misurata,<br />

PS’ - PS” = n λ;<br />

- è pari invece a un multiplo dispari di mezze lunghezza<br />

d’onda se l’interferenza è distruttiva,<br />

fig. A7<br />

PS’ - PS” = (n + 1/2) λ.<br />

d. Interferenza da più fenditure<br />

Per studiare questo fenomeno si immerga nella vasca<br />

l’eccitatore di onde piane le quali vanno ad urtare<br />

l’ostacolo con 4 fenditure: la figura che si osserva al di là<br />

fig. A8<br />

delle fenditure è simile a quelle ottenute nell’esperimento<br />

precedente.<br />

Regolare la frequenza (circa 25 Hz) e ampiezza in modo da ottenere un’immagine chiara dei fronti<br />

d’onda; utilizzare un foglio di carta trasparente per riportare la posizione delle fenditure, dei<br />

massimi e la distanza dei massimi dalla fenditura.<br />

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