Documentazione - I@PhT
Documentazione - I@PhT
Documentazione - I@PhT
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
A2. Lo spettro luminoso: da Herschel a Wien e Planck<br />
Che la radiazione luminosa trasporti energia è esperienza quotidiana: basta mettersi al sole anche in<br />
una giornata invernale per sentire il tepore associato alla radiazione solare. Che però l’energia<br />
portata dalla radiazione sia diversa alle diverse lunghezze d’onda fu una grossa scoperta, opera di<br />
un celebre astronomo, Herschel, che all’inizio dell’Ottocento indagava sullo spettro solare.<br />
Herschel cercava di<br />
controllare, usando<br />
termometri con il bulbo<br />
annerito, se i diversi colori<br />
“scaldassero” tutti nello<br />
stesso modo e si accorse,<br />
ponendo un prisma sul<br />
cammino di un pennello di<br />
raggi solari per farli<br />
deviare, che giunge della<br />
radiazione che porta<br />
energia anche al di là del<br />
rosso, scoprendo così<br />
l’infra-rosso.<br />
raggi<br />
l<br />
direzione del<br />
raggio incidente<br />
prisma<br />
angolo di deviazione<br />
I raggi infrarossi sono anzi “più caldi” degli altri, cioè fanno salire più rapidamente la temperatura<br />
del termometro, perché vengono assorbiti con maggiore efficienza dalla materia solida o liquida.<br />
Durante tutta la prima metà dell’Ottocento gli “spettroscopisti” lavorarono a classificare e<br />
riconoscere tutti gli “spettri” di colore emessi e assorbiti dalle diverse sostanze, chiarendo così il<br />
ruolo che hanno i diversi modi di interazione fra la radiazione e la materia nel determinare il colore<br />
della luce. Le leggi principali sono:<br />
- un corpo può emettere radiazione (diventare cioè una sorgente di radiazione) trasformando in<br />
energia radiante altre forme di energia (ad es. in una lampadina accesa si trasforma energia<br />
elettrica in energia radiante, attraverso diverse trasformazioni intermedie), oppure può assorbire<br />
in tutto o in parte la radiazione; se l’assorbimento è parziale, la radiazione non assorbita può<br />
essere trasmessa (corpi trasparenti) oppure diffusa, eventualmente in modo speculare (riflessione<br />
speculare);<br />
- l’intensità della radiazione emessa o assorbita o diffusa alle diverse lunghezze d’onda (cioè ai<br />
diversi colori) dipende principalmente dalla temperatura: aumentando la temperatura aumenta<br />
l’emissione alle piccole lunghezze d’onda (lo spettro si sposta verso il violetto);<br />
- per una buona emissione nel visibile occorrono temperature di migliaia di gradi (la temperatura<br />
della superficie del Sole è stimata essere intorno a 6500 K); a temperature inferiori, l’emissione<br />
nel visibile non è apprezzabile, mentre rimane importante quella nell’IR;<br />
- a parità di temperatura, l’intensità della radiazione emessa, assorbita o diffusa alle diverse<br />
lunghezze d’onda (cioè ai diversi colori) dipende dal corpo: ad esempio un oggetto “rosso”<br />
diffonde prevalentemente le lunghezze d’onda del rosso e assorbe gli altri colori, un oggetto<br />
“bianco” diffonde in modo circa uguale tutti i colori, un oggetto “nero” li assorbe tutti;<br />
- si ha uno “spettro di corpo nero” quando la radiazione non esce dal corpo, ma rimane al suo<br />
interno, come appunto avviene in un oggetto nero ideale; un corpo nero si ottiene idealmente con<br />
una “scatola chiusa”, mantenuta a una certa temperatura, all’interno della quale la radiazione<br />
viene emessa e assorbita dalle pareti in condizioni di equilibrio;<br />
- è possibile calcolare teoricamente lo spettro di copro nero partendo da principi primi statistici,<br />
cioè dall’ipotesi che la radiazione scambi casualmente energia con la materia con cui è in contato<br />
mantenendo un “equilibrio termico”. La prima formula per la distribuzione dell’intensità della<br />
infrarosso<br />
rosso<br />
violetto<br />
19