di una Passione - Dismamusica
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Retrospettiva<br />
si con alcuni altri personaggi destinati a<br />
<strong>di</strong>ventare star <strong>di</strong> prima grandezza, primo<br />
fra tutti quello che sarebbe <strong>di</strong>ventato il<br />
riferimento “tecnico” <strong>di</strong> Second Hand<br />
Guitars: Roberto<br />
Pistolesi, liutaio<br />
toscano, che da<br />
Santa Croce sull’Arno<br />
illumina il<br />
mondo della chitarra.<br />
DI ANNO IN ANNO<br />
Non si può <strong>di</strong>re<br />
che “il resto fu<br />
facile”, ma certo il<br />
ghiaccio era rotto.<br />
Meno <strong>di</strong> sei mesi<br />
dopo, nella primavera del 1993, ci si<br />
ritrovò in un centro sociale <strong>di</strong> Voghera<br />
(in<strong>di</strong>viduato da un’altra new entry, Paolino<br />
Canevari, chitarrista sopraffino che<br />
si era aggregato al gruppo) per SHG-2.<br />
Nel frattempo era nata “Accordo Associazione<br />
Nazionale”, il “contenitore”<br />
per Second Hand Guitars e per la rivista<br />
Nashville.<br />
Esattamente un anno dopo, un teatro<br />
parrocchiale su viale Monza ospitò la<br />
prima e<strong>di</strong>zione milanese della manifestazione,<br />
SHG-3. Fu un evento importante,<br />
perché per la prima volta ci fu<br />
Parola <strong>di</strong> jazzista<br />
la partecipazione ufficiale <strong>di</strong> <strong>una</strong> grande<br />
azienda, Mogar, che - oltre a esporre<br />
le sue Gibson e Ibanez - mise a <strong>di</strong>sposizione<br />
<strong>una</strong> replica <strong>di</strong> Les Paul Junior per<br />
un “blind test”.<br />
La bella rie<strong>di</strong>zione<br />
fu confrontata<br />
“<strong>di</strong>etro la tenda”<br />
con un prezioso<br />
esemplare originale,<br />
<strong>una</strong> Junior<br />
sunburst classe<br />
1956. Le mani <strong>di</strong><br />
Clau<strong>di</strong>o Bazzari,<br />
apprezzato insegnante<br />
e turnista<br />
milanese, fecero<br />
cantare alternativamente<br />
i due strumenti attraverso<br />
il medesimo setup. Il pubblico assegnò<br />
per acclamazione la vittoria alla “rie<strong>di</strong>zione”,<br />
con un ovvio tripu<strong>di</strong>o degli amici<br />
<strong>di</strong> Mogar e un evidente scorno dei vintage-maniaci,<br />
che si dovettero arrendere<br />
al “giu<strong>di</strong>zio del popolo”.<br />
L’APERTURA DI UN DIALOGO<br />
Il test <strong>di</strong>etro la tenda e la presenza <strong>di</strong><br />
Mogar non sono citati a caso: SHG-3<br />
resta probabilmente l’e<strong>di</strong>zione storicamente<br />
più importante, almeno fino a<br />
oggi, perché <strong>di</strong> fatto segnò il futuro del-<br />
Abbiamo chiesto a Franco Cerri, a ragione considerato uno<br />
dei gran<strong>di</strong> della chitarra jazz italiana ed europea, <strong>di</strong> de<strong>di</strong>care<br />
un pensiero a chi viene quest’anno a SHG 25. Ed è un<br />
pensiero “<strong>di</strong> chitarra e <strong>di</strong> musica” proposto con l’anima inconfon<strong>di</strong>bile<br />
<strong>di</strong> Franco Cerri, con la pacata compostezza<br />
che lo <strong>di</strong>stingue anche nel suo personalissimo modo <strong>di</strong> regalare<br />
emozioni musicali a migliaia <strong>di</strong> estimatori.<br />
Faccio del jazz con la chitarra. Il jazz è un linguaggio musicale che si <strong>di</strong>stingue<br />
per la libertà <strong>di</strong> cui vive, per l’Imme<strong>di</strong>atezza della sua invenzione e per il particolare<br />
modo <strong>di</strong> accentuarlo e ritmarlo che lo caratterizza. A <strong>di</strong>fferenza del musicista<br />
classico, che interpreta il pensiero del compositore seguendo i dettami<br />
della partitura, il jazzista crea all’istante la propria musica, organizza iI suono,<br />
il ritmo e l’estro melo<strong>di</strong>co, fondendo in un solo momento le sue capacità creative,<br />
strumentistiche e culturali.<br />
C’è poi l’impatto con la platea e le conseguenze che questo comporta: la scelta<br />
del repertorio, la successione dei brani da eseguire, l’acustica, il suono e la<br />
timbrica, l’estetica, l’emotività, la determinazione con cui rivolgersi al pubblico<br />
e alla critica sperando <strong>di</strong> trasmettere loro il “messaggio” e poi tante altre<br />
sensazioni che fanno del palcoscenico <strong>una</strong> sorta <strong>di</strong> po<strong>di</strong>o da cui parte un monologo<br />
che vorrebbe tanto <strong>di</strong>ventare un <strong>di</strong>alogo.<br />
Ogni sera è un esame e la fragilità che <strong>di</strong>mora nel jazzista può giocare qualche<br />
“scherzo”. In ogni caso mi sento un privilegiato. Continuo ad essere un fatalista<br />
sognatore con un <strong>di</strong>screto senso dell’umore e un grande amore per la musica,<br />
che rappresenta, insieme alla mia famiglia, il costante piacere della vita.<br />
Ora vorrei regalarvi quello che personalmente considero un bellissimo passaggio<br />
del pensiero che Platone de<strong>di</strong>cò appunto alla musica: “La musica è<br />
<strong>una</strong> legge morale, essa dà anima all’universo, ali al pensiero,<br />
slancio all’immaginazione, fascino alla tristezza,<br />
impulso alla gioia e vita a tutte le cose.”<br />
10 Second Hand Guitars 25