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“La corte di Alfiano”, dal polittico del monastero di S. Giulia, e - Popolis

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♦ Col passar <strong>del</strong> tempo alcuni dei semiliberi, ma anche manenti e livellari, ottennero<br />

<strong>di</strong> sfruttare l’incolto, <strong>di</strong>ssodandolo e mettendolo a cultura, e <strong>di</strong>venendone spesso<br />

anche proprietari<br />

9) Il commercio<br />

♣ Molto limitato in questo periodo storico. Consisteva essenzialmente nello scambio<br />

(baratto) con prodotti provenienti da altre corti, raramente da fuori il sistema<br />

curtense <strong>del</strong> <strong>monastero</strong>.<br />

♣ Non era favorito <strong>dal</strong>la volontà <strong>di</strong> autosufficienza <strong>del</strong> sistema <strong>del</strong>le corti che<br />

sappiamo estendersi su base interregionale. Le eccedenze ovviamente prendevano<br />

la strada <strong>del</strong> mercato citta<strong>di</strong>no<br />

♣ Limitata anche la circolazione <strong>del</strong>la moneta, comunque <strong>di</strong> molto superiore a<br />

quanto si pensava erroneamente fino a non molti anni fa<br />

♣ Nella <strong>corte</strong> <strong>di</strong> Alfiano la presenza <strong>di</strong> un porto con tre navi e il consistente introito<br />

da esso prodotto sono la prova <strong>del</strong>l’esistenza <strong>di</strong> una consistente<br />

commercializzazione dei prodotti via fiume che qui giungevano (ve<strong>di</strong> il sale) <strong>dal</strong><br />

mare<br />

10) Il territorio: palu<strong>di</strong>, regone, “lacus”<br />

θ Il corso <strong>del</strong> fiume Oglio era allora navigabile <strong>dal</strong> lago d’Iseo fino alla confluenza<br />

col Po.<br />

θ La portata d’acqua <strong>del</strong> fiume era <strong>di</strong> molto superiore all’attuale, favorita <strong>dal</strong>le<br />

piogge abbondanti, allora non sfruttata ne per l’uso industriale ne per l’irrigazione<br />

θ La massa d’ac qua incontrollata, non regolata da alcun argine, trovava sfogo nelle<br />

golene. I materiali trascinati a valle a volte si ammassavano al punto da deviare il<br />

corso <strong>del</strong> fiume che quin<strong>di</strong> non era stabile. Sabbie e ghiaie lasciate <strong>dal</strong>le piene che<br />

a volte invadevano il coltivo, lasciandolo lo rendevano improduttivo e quin<strong>di</strong><br />

bisognava abbandonarlo. Tuttavia, nei perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> secca, nelle regone molto estese,<br />

crescevano erbacce destinate al pascolo degli animali. Su queste il <strong>monastero</strong><br />

esercitava il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> sfruttamento o la concessione <strong>del</strong> <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> pascolo a privati<br />

o alle comunità dei villaggi. Gran parte <strong>di</strong> queste erano riservate al pascolo <strong>di</strong><br />

pecore e capre, comprese le greggi transumanti.<br />

θ Dove il terreno argilloso rendeva il terreno impermeabile, negli avallamenti<br />

naturali l’acqua <strong>del</strong> fiume, a cui si aggiungeva quella piovana e quella proveniente<br />

dai fontanili, ristagnava formando palu<strong>di</strong>. La loro esistenza che recava fasti<strong>di</strong>o per<br />

θ<br />

la presenza <strong>di</strong> un’infinità <strong>di</strong> insetti era comunque sfruttata per la pesca.<br />

Nella depressione ancora oggi esistente fra il territorio <strong>di</strong> Pontevico, Alfianello e<br />

Seniga sulla sponda sinistra e <strong>di</strong> Alfiano, Scandolara, fino a Gabbioneta su quella<br />

destra, alcuni stu<strong>di</strong>osi ipotizzano l’esistenza <strong>di</strong> un “lacus” che spiegherebbe la<br />

presenza <strong>del</strong> porto e <strong>del</strong>le tre navi <strong>di</strong> cui si fa cenno nel <strong>polittico</strong>.<br />

11) La selva<br />

Nella “Charta commutationis” si parla <strong>di</strong> selva “fructuosa e infructuosa” o<br />

“pomifera” e <strong>di</strong> una “silva astalarea”. Quin<strong>di</strong>:<br />

ϖ Dell’esistenza <strong>del</strong>la selva<br />

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