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Clonaggio del DNA Clonaggio del DNA - CusMiBio - Università ...

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Pertanto, quando si effettua un esperimento di trasformazione batterica con una miscela di ligazione, molecole<br />

diverse possono penetrare all’interno <strong>del</strong>la cellule batteriche. Tra queste, solo le molecole di vettore con struttura<br />

circolare, siano esse ricombinanti (cioè con inserto) oppure non ricombinanti (cioè senza inserto), danno luogo<br />

alla formazione di trasformanti capaci di crescere in terreno selettivo (cioè con l’antibiotico).<br />

Tuttavia, come è possibile determinare se le cellule batteriche che crescono su un terreno contenente l’antibiotico<br />

contengono il plasmide ricombinante oppure quello non ricombinante Esistono diversi modi, uno dei quali è<br />

illustrato nel paragrafo successivo e costituisce lo scopo <strong>del</strong> nostro esperimento di laboratorio.<br />

2.5 BIANCO O BLU<br />

I plasmidi <strong>del</strong>la serie pUC sono ampiamente utilizzati come vettori di clonaggio, in quanto consentono di<br />

distinguere facilmente le cellule batteriche che hanno acquisito il vettore con inserto (vettore ricombinante) da<br />

quelle che hanno acquisito il solo vettore (vettore non ricombinante). Questo si ottiene con un semplice test<br />

colorimetrico (bianco o blu), per comprendere il quale è tuttavia necessario conoscere la base teorica<br />

<strong>del</strong>l’operone lattosio.<br />

2.5.1 L’operone lattosio in E. coli<br />

L’esempio classico <strong>del</strong> funzionamento di un operone inducibile (vedi § 1.5) in E. coli è rappresentato<br />

dall’operone lattosio (o operone lac).<br />

I batteri utilizzano per il loro metabolismo sostanze organiche, come per esempio i carboidrati, che vengono<br />

trasformati in intermedi più semplici attraverso vie fermentative o mediante ossidazione completa a CO 2 e H 2 O.<br />

La complessità <strong>del</strong> carboidrato impone l'utilizzo di diversi enzimi, che devono facilitarne l'assimilazione da parte<br />

<strong>del</strong>le cellule. Alcuni di questi enzimi sono sempre presenti, mentre altri devono essere sintetizzati all'occorrenza.<br />

Ad esempio in E. coli gli enzimi <strong>del</strong>la glicolisi, necessari per l’utilizzo <strong>del</strong> glucosio come fonte energetica, sono<br />

sempre presenti nella cellula indipendentemente dalle condizioni di crescita. Ne consegue che, in presenza di tale<br />

zucchero, le cellule inizieranno a moltiplicarsi subito. Se, invece, il substrato è rappresentato da un altro<br />

zucchero, quale il lattosio (Fig. 20), le cellule inizieranno a dividersi con un certo ritardo (fase di latenza) dovuto<br />

al fatto che le cellule devono sintetizzare gli enzimi richiesti per il metabolismo <strong>del</strong> lattosio. Questi enzimi si<br />

dicono enzimi inducibili: essi sono presenti nella cellula in minima quantità, ma il loro livello aumenta<br />

notevolmente in presenza <strong>del</strong> relativo substrato (in questo caso il lattosio).<br />

Legame beta-glicosidico<br />

galattosio<br />

glucosio<br />

Fig. 20. Il lattosio è un disaccaride formato dall'unione di una molecola<br />

di galattosio con una molecola di glucosio mediante un legame<br />

beta-glicosidico.<br />

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