Inserto ampliato in italiano - DETAIL.de
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2 L’op<strong>in</strong>ione <strong>Inserto</strong> <strong>ampliato</strong> <strong>in</strong> <strong>italiano</strong> 2009 ¥ 5 ∂<br />
L’op<strong>in</strong>ione di Iodicearchitetti<br />
Utilizzo etico <strong>de</strong>i materiali<br />
A Padiglione <strong>italiano</strong> Expo Shanghai 2010,<br />
sezione trasversale scala 1:400.<br />
B Cemento trasparente.<br />
C– D Padiglione <strong>italiano</strong> Expo Shanghai 2010,<br />
viste esterne<br />
A<br />
L’attenzione <strong>de</strong>ll’architettura e <strong>de</strong>i suoi protagonisti<br />
è rivolta sempre più all’utilizzo di<br />
materiali che pongono come card<strong>in</strong>e, sia il<br />
tema <strong>de</strong>lla sostenibilità ambientale che<br />
quello <strong>de</strong>ll’<strong>in</strong>novazione. Qu<strong>in</strong>di, i materiali<br />
e i processi di produzione ad essi legati<br />
sono sempre più il risultato di riflessioni e<br />
sperimentazioni più responsabili e attente<br />
ai problemi <strong>de</strong>l recupero e <strong>de</strong>lla durabilità.<br />
Nel parlare di materiali si parla ormai sempre<br />
più spesso di “superficializzazione”, di<br />
perdita di spessore fisico <strong>in</strong> favore <strong>de</strong>ll’<strong>in</strong>formazione,<br />
<strong>de</strong>lla mediaticità <strong>de</strong>lla materia<br />
stessa. Noi <strong>in</strong>vece, siamo da sempre conv<strong>in</strong>ti<br />
che la materia <strong>in</strong> architettura sia prima<br />
di tutto un’esperienza tattile, tangibile.<br />
Come afferma Peter Zumthor <strong>in</strong> una sua<br />
<strong>in</strong>tervista: “i materiali <strong>in</strong> architettura sono<br />
come le note per i compositori; la cosa <strong>in</strong>teressante<br />
è aggregare le note e creare qualcosa<br />
di sempre nuovo, un suono specifico”.<br />
Non esistono qu<strong>in</strong>di, materiali buoni o cattivi,<br />
ma esiste una buona o cattiva applicazione<br />
<strong>de</strong>i materiali.<br />
L’utilizzo di qualsiasi tipo di materiale <strong>de</strong>ve<br />
servire sempre a sottol<strong>in</strong>eare un’i<strong>de</strong>a progettuale,<br />
si <strong>de</strong>ci<strong>de</strong> di utilizzare un materiale<br />
piuttosto che un altro non per un pregiudizio<br />
relativo al materiale stesso, ma come<br />
elemento fondante <strong>de</strong>l progetto stesso.<br />
Siamo qu<strong>in</strong>di poco <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>i all’uso <strong>de</strong>i materiali<br />
“copert<strong>in</strong>a” senza spessori, semplicemente<br />
applicati. Scegliamo un materiale<br />
che sia massa, spessore, struttura, come<br />
nel nostro progetto <strong>de</strong>lla Biblioteca Pubblica<br />
di Guadalajara <strong>in</strong> Messico.<br />
Nel caso <strong>de</strong>l progetto <strong>de</strong>l padiglione <strong>italiano</strong><br />
per l’Expo di Shanghai 2010, l’approccio è<br />
stato completamente diverso <strong>in</strong> quanto,<br />
l’elemento impresc<strong>in</strong>dibile <strong>de</strong>lla soluzione<br />
progettuale era la smontabilità. Ci apprestavamo<br />
a pensare un edificio che per forza<br />
di cose, sembrava non potesse avere né<br />
materia, né spessore, né massa. La sfida è<br />
stata quella di utilizzare un materiale, che<br />
sottol<strong>in</strong>eando l’i<strong>de</strong>a di progetto <strong>in</strong> quanto<br />
massa, diventasse anche allo stesso tempo<br />
leggerezza e trasparenza.<br />
Era qu<strong>in</strong>di fondamentale pensare ad un<br />
materiale che riducendo <strong>in</strong>evitabilmente lo<br />
B<br />
spessore non né per<strong>de</strong>sse la sua caratteristica<br />
orig<strong>in</strong>aria.<br />
Per la prima volta dovevamo affrontare il<br />
tema <strong>de</strong>lla smontabilità ad ampia scala,<br />
questa problematica non poteva essere<br />
sconnessa dal tipo di materiale che si voleva<br />
utilizzare. Per sottol<strong>in</strong>eare l’i<strong>de</strong>a progettuale<br />
avevamo bisogno di un materiale che di<br />
giorno aumentasse quell’i<strong>de</strong>a di massa<br />
architettonica che i grandi blocchi pieni<br />
dovevano rappresentare e di notte dare<br />
quell’i<strong>de</strong>a di leggerezza, trasparenza, permeabilità.<br />
Uso massivo <strong>de</strong>lla materia e trasparenza sono<br />
sempre stati valori disgiunti; lavorare con<br />
la trasparenza solitamente ren<strong>de</strong> necessaria<br />
l’azione <strong>de</strong>ll’ “appen<strong>de</strong>re”, qu<strong>in</strong>di aggiungere<br />
collegamenti e agganci alla costruzione.<br />
L’i<strong>de</strong>a, qu<strong>in</strong>di, è stata di soddisfare queste<br />
diverse esigenze con un unico materiale: il<br />
cemento trasparente. Il sogno, era utilizzare<br />
un materiale tradizionale <strong>in</strong> una maniera <strong>in</strong>novativa.<br />
Avere qu<strong>in</strong>di superfici <strong>in</strong> evoluzione, <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>uo<br />
cambiamento <strong>in</strong> grado di assorbire i segnali<br />
provenienti dagli ambienti dove venivano<br />
immerse e trasmetterli sotto forma di<br />
immag<strong>in</strong>i e suoni, adattandosi all’ambiente.<br />
Sono vere e proprie meta-superfici, dove la<br />
preposizione “meta” di orig<strong>in</strong>e greca, si impiega<br />
<strong>in</strong>fatti per la composizione di term<strong>in</strong>i<br />
atti ad <strong>in</strong>dicare un cambiamento <strong>in</strong> corso.