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Aprile 2009 - Avis Ragusa

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IBLEA<br />

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LA FINESTRA DI FRONTE<br />

Centro di Aiuto alla Vita<br />

La prima domenica di febbraio si è<br />

celebrata la “31ª Giornata per la<br />

Vita” con manifestazioni che si sono<br />

svolte a <strong>Ragusa</strong> e a Vittoria. Il tema,<br />

dettato dal Consiglio permanente della<br />

Conferenza Episcopale Italiana, è stato<br />

il seguente: “La forza della vita nella<br />

sofferenza”.<br />

Nel messaggio dei vescovi viene<br />

detto che la vita è fatta per la serenità e<br />

la gioia, ma accade che, per varie<br />

cause, essa invece sia segnata dalla<br />

sofferenza. La sofferenza appartiene al<br />

mistero dell’uomo e resta in parte<br />

imperscrutabile.<br />

Tra le svariate sofferenze, che possono<br />

colpire l’umanità, c’è quella di alcune<br />

donne, che, in momenti “difficili”, non<br />

sono capaci di accogliere una gravidanza<br />

inattesa. Quando la risposta a questo<br />

problema è l’aborto viene generata<br />

un’ulteriore sofferenza, perché, tale pratica,<br />

non solo distrugge la creatura che<br />

dovrebbe invece essere protetta e<br />

custodita dalla madre, ma provoca nella<br />

donna un trauma destinato a lasciare<br />

una ferita perenne.<br />

In realtà al dolore non si può rispondere<br />

con altro dolore.<br />

Anche in questo caso esistono soluzioni<br />

positive e aperte alla vita, che pongono<br />

al centro il rispetto dell’uomo.<br />

In questa prospettiva si pone l’attività<br />

del Centro di Aiuto alla Vita di <strong>Ragusa</strong>.<br />

Nato nel 2007 nell’ambito dell’Ufficio<br />

Diocesano per la pastorale della famiglia,<br />

ha la sua sede operativa a <strong>Ragusa</strong><br />

presso il Consultorio di Ispirazione<br />

Cristiana, in via G. Cartia n.3.<br />

E’ costituito da un gruppo di volontari,<br />

che desiderano affermare la uguale<br />

dignità di ogni essere umano, dal<br />

momento del concepimento fino alla<br />

morte naturale, favorendo una cultura<br />

dell’accoglienza anche nei confronti dei<br />

soggetti più deboli ed indifesi, a partire<br />

dal bambino concepito e non ancora<br />

nato.<br />

Il primo Centro di Aiuto alla Vita nacque<br />

a Firenze nel 1975. Da allora ne<br />

sono sorti tanti altri in varie città italiane,<br />

con lo scopo di proteggere concretamente<br />

la vita di tanti bambini, e di<br />

costruire una “Cultura della Vita”.<br />

Madre Teresa di Calcutta, nel ricevere<br />

il premio Nobel per la pace nel 1979,<br />

dichiarò: ”Se accettiamo che una madre<br />

possa sopprimere il frutto del suo seno,<br />

che cosa ci resta L’aborto è il principio<br />

che mette in pericolo la pace nel<br />

mondo.”<br />

Papa Giovanni Paolo II nell’enciclica<br />

Evangelium vitae scrisse: “Rispetta,<br />

difendi, ama e servi la vita umana! Solo<br />

su questa strada troverai giustizia, sviluppo,<br />

libertà vera, pace e felicità.”<br />

Il Centro di Aiuto alla Vita di <strong>Ragusa</strong>,<br />

pur con le tante difficoltà che incontra,<br />

legate in modo particolare alla “perdita<br />

dei valori”, si pone i seguenti obiettivi:<br />

- la formazione dei volontari con corsi<br />

specifici per migliorare la capacità di<br />

ascolto e di empatia;<br />

La campagna pubblicitaria del centro<br />

- l’informazione e la promozione del<br />

valore della vita con incontri per gli<br />

studenti delle Scuole medie inferiori e<br />

superiori, per le coppie che si preparano<br />

al matrimonio e per i gruppi delle<br />

famiglie nelle parrocchie;<br />

- l’aiuto psicologico e spirituale alle<br />

donne che vivono il trauma di un precedente<br />

aborto, presso Centri specializzati;<br />

- la diffusione di materiale informativo<br />

per la difesa della vita;<br />

- e, in modo particolare, la collaborazione<br />

attiva con i Ginecologi dei<br />

Consultori Familiari dell’Azienda USL<br />

7 di <strong>Ragusa</strong> e i Direttori delle Unità<br />

Operative dei Presidi Ospedalieri,<br />

dove vengono eseguite le interruzioni<br />

volontarie di gravidanza (secondo un<br />

articolo della legge 194, prima del rilascio<br />

del certificato per accedere<br />

all’IVG, è previsto un colloquio presso<br />

una struttura pubblica, come un<br />

Consultorio Familiare dell’AUSL, o<br />

presso una struttura privata, come il<br />

Centro di Aiuto alla Vita, con questo<br />

colloquio la donna viene aiutata a<br />

chiarire, prima di tutto a se stessa, le<br />

motivazioni della sua scelta di abortire<br />

e, successivamente, a trovare<br />

soluzioni “diverse” nel rispetto della<br />

vita.<br />

Considerando che la causa più frequente<br />

di aborto è il disagio economico,<br />

la soluzione sarà in questo caso quella<br />

di attivare il “Progetto Gemma”, servizio<br />

che consiste nell’adozione a distanza<br />

della madre in difficoltà economica per<br />

un periodo di 18 mesi (sei mesi prima<br />

della nascita del bambino e dodici mesi<br />

dopo il parto) con un contributo mensile<br />

di circa 160,00 euro.<br />

Nel caso in cui invece la donna avesse<br />

problemi relazionali con la famiglia<br />

d’origine, avrà la possibilità di essere<br />

accolta presso un Centro di accoglienza,<br />

dove potrà portare a termine la gravidanza<br />

con serenità.<br />

Nel caso ancora che la donna non<br />

voglia tenere il bambino, si potrà proporre<br />

di portare, comunque, a termine<br />

la gravidanza, partorendo in una struttura<br />

ospedaliera in “anonimato”, come<br />

previsto dalla legge vigente, cioè non<br />

riconoscendo il neonato, che verrà quindi<br />

dato in adozione.<br />

In caso che la motivazione dell’aborto<br />

sia una malformazione grave del feto, si<br />

potrà accompagnare e sostenere la<br />

coppia fino alla nascita del neonato e,<br />

nel caso in cui i genitori non siano pronti<br />

ad accoglierlo, potranno aderire al<br />

progetto F.A.N.HA (Famiglie accoglienti<br />

nascituri handicappati), che fa capo al<br />

Centro di Aiuto alla Vita di Messina e<br />

che consiste nell’adozione del neonato<br />

malformato da parte di famiglie disponibili.<br />

Qualunque sia la motivazione dell’aborto,<br />

sempre e comunque “scelta di<br />

morte”, i volontari del Centro di Aiuto<br />

alla Vita, nel più completo rispetto della<br />

donna e della sua decisione, pongono<br />

l’accento sul fatto che nel grembo della<br />

donna c’è un essere umano, un progetto<br />

di vita, un figlio e affermano che delle<br />

tante mamme che hanno detto “si alla<br />

vita” nessuna di esse si è mai pentita.<br />

I volontari del Centro restano a disposizione<br />

e sono rintracciabili ai seguenti<br />

numeri telefonici: 3349666174; 0932<br />

622644 (solo di pomeriggio).<br />

Centro di Aiuto alla Vita<br />

<strong>Ragusa</strong><br />

24<br />

Anno XXV<br />

N. 1 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong>

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