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IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
ATTUALITA’<br />
La tragedia e la bellezza<br />
Scriviamo queste brevi riflessioni<br />
mentre si susseguono<br />
con litanica ripetitività immagini e<br />
notizie di morte, di sofferenza, di<br />
distruzione.<br />
La disperante cronaca del dolore,<br />
che sta martoriando il vissuto<br />
del popolo d’Abruzzo.<br />
L’angosciante resoconto dell’abbattimento,<br />
dello scoraggiamento,<br />
dello sconforto.<br />
Illusioni schiacciate sotto le<br />
rovine delle case, delle chiese,<br />
dei monumenti, degli edifici pubblici;<br />
vite stroncate, giovani sogni<br />
sepolti sotto la polvere e le macerie.<br />
Come una candela<br />
ne accende un’altra<br />
e così si trovano accese<br />
migliaia di candele,<br />
così un cuore ne accende<br />
un altro e così si accendono<br />
migliaia di cuori.<br />
Lev Tolstoi<br />
Ma accanto alla tragedia, al<br />
dolore intollerabile, osceno, disumano<br />
si colgono i segni riconoscibili<br />
della bellezza, della speranza,<br />
della vita.<br />
Essi si esplicitano nel silenzio<br />
dignitoso, composto di chi ha<br />
perso gli affetti più cari, la propria<br />
identità, il proprio passato, il proprio<br />
futuro.<br />
La testimonianza nutriente e<br />
confortante resa dagli uomini<br />
politici di lavorare con unità di<br />
intenti e lucida consapevolezza<br />
alla ri-costruzione del bene<br />
comune.<br />
L’abilità comunicativa della<br />
stampa che racconta la tragedia<br />
senza spettacolarizzare il dolore,<br />
rispettando -quasi con religiosa<br />
compostezza- la indicibile sofferenza<br />
dei tanti, dei molti, dei troppi.<br />
La professionalità, la dedizione,<br />
lo spirito di servizio e di sacrificio<br />
degli innumerevoli uomini delle<br />
istituzioni cha mettono in rete, a<br />
fattor comune, risorse umane e<br />
materiali, saperi professionali e<br />
culture organizzative, contaminandosi<br />
secondo prassi virtuose<br />
ormai consolidate, senza ansie<br />
identitarie e fecondandosi reciprocamente:<br />
protezione civile,<br />
vigili del fuoco, forze dell’ordine,<br />
amministratori locali, esercito ed<br />
ogni altra soggettualità coinvolta<br />
nelle operazioni di soccorso e di<br />
ricostruzione.<br />
Ad affiancarli, a dare una mano<br />
il volontariato con la sua febbrile<br />
operosità: tra le macerie, come<br />
tra le tendopoli, tra le vie abbandonate<br />
e deserte dei centri abitati<br />
e nei presidi sanitari e di pronto<br />
soccorso sociale.<br />
Una linfa vitale che continuamente<br />
sui rigenera e si moltiplica.<br />
Carovane di solidarietà che muovono<br />
verso l’Abruzzo. Flussi di<br />
risorse finanziarie continuamente<br />
alimentati per sostenere: oggi il<br />
soccorso e domani la ricostruzione.<br />
Non c’è simbolismo più immaginifico<br />
di quello delle mani per<br />
descrivere l’instancabile azione<br />
“Tante cose ho imparato da voi,<br />
gli uomini<br />
Ho imparato che un uomo<br />
ha il diritto di guardarne un altro<br />
dall’alto al basso<br />
solamente quando deve aiutarlo<br />
ad alzarsi”<br />
Gabriel Garcia Marquez<br />
del volontariato. Sono mani che<br />
scavano, che confortano, che<br />
rassicurano, che sostengono,<br />
che consolano, che si stringono,<br />
che incoraggiano a riaccendere<br />
la fiammella della speranza, che<br />
aiutano ad elaborare il dolore.<br />
Con l’amore non si fa<br />
commercio al mercato.<br />
La sua gioia,<br />
come la gioia dell’intelletto,<br />
è di sentirsi vivo.<br />
Lo scopo dell’amore è<br />
amare né più, né meno.<br />
Oscar Wilde<br />
E’ quell’inestimabile capitale<br />
sociale, quella forza preziosa ed<br />
insostituibile del volontariato che<br />
ogni giorno nella ordinarietà e<br />
nell’emergenza sa farsi carico<br />
della sofferenza degli altri, degli<br />
ultimi dei perdenti, sa annunciare<br />
l’esperienza della felicità pubblica,<br />
sa rivolgere ai giovani il messaggio<br />
vivifico dell’essere uomini<br />
solidali.<br />
Il Paese, come ha scritto il<br />
Direttore De Bortoli nel magistrale<br />
articolo di fondo del 10 aprile,<br />
con cui si è ripresentato ai suoi<br />
lettori del Corriere della Sera,<br />
“non si trasforma o si scopre<br />
diverso, ma mostra alcune delle<br />
sue tante qualità”.<br />
Tra queste la grande generosità<br />
di questa comunità nazionale,<br />
la grande generosità, diciamo<br />
4<br />
Anno XXV<br />
N. 1 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong>