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Aprile 2009 - Avis Ragusa

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IBLEA<br />

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IBLEA<br />

ATTUALITA’<br />

La tragedia e la bellezza<br />

Scriviamo queste brevi riflessioni<br />

mentre si susseguono<br />

con litanica ripetitività immagini e<br />

notizie di morte, di sofferenza, di<br />

distruzione.<br />

La disperante cronaca del dolore,<br />

che sta martoriando il vissuto<br />

del popolo d’Abruzzo.<br />

L’angosciante resoconto dell’abbattimento,<br />

dello scoraggiamento,<br />

dello sconforto.<br />

Illusioni schiacciate sotto le<br />

rovine delle case, delle chiese,<br />

dei monumenti, degli edifici pubblici;<br />

vite stroncate, giovani sogni<br />

sepolti sotto la polvere e le macerie.<br />

Come una candela<br />

ne accende un’altra<br />

e così si trovano accese<br />

migliaia di candele,<br />

così un cuore ne accende<br />

un altro e così si accendono<br />

migliaia di cuori.<br />

Lev Tolstoi<br />

Ma accanto alla tragedia, al<br />

dolore intollerabile, osceno, disumano<br />

si colgono i segni riconoscibili<br />

della bellezza, della speranza,<br />

della vita.<br />

Essi si esplicitano nel silenzio<br />

dignitoso, composto di chi ha<br />

perso gli affetti più cari, la propria<br />

identità, il proprio passato, il proprio<br />

futuro.<br />

La testimonianza nutriente e<br />

confortante resa dagli uomini<br />

politici di lavorare con unità di<br />

intenti e lucida consapevolezza<br />

alla ri-costruzione del bene<br />

comune.<br />

L’abilità comunicativa della<br />

stampa che racconta la tragedia<br />

senza spettacolarizzare il dolore,<br />

rispettando -quasi con religiosa<br />

compostezza- la indicibile sofferenza<br />

dei tanti, dei molti, dei troppi.<br />

La professionalità, la dedizione,<br />

lo spirito di servizio e di sacrificio<br />

degli innumerevoli uomini delle<br />

istituzioni cha mettono in rete, a<br />

fattor comune, risorse umane e<br />

materiali, saperi professionali e<br />

culture organizzative, contaminandosi<br />

secondo prassi virtuose<br />

ormai consolidate, senza ansie<br />

identitarie e fecondandosi reciprocamente:<br />

protezione civile,<br />

vigili del fuoco, forze dell’ordine,<br />

amministratori locali, esercito ed<br />

ogni altra soggettualità coinvolta<br />

nelle operazioni di soccorso e di<br />

ricostruzione.<br />

Ad affiancarli, a dare una mano<br />

il volontariato con la sua febbrile<br />

operosità: tra le macerie, come<br />

tra le tendopoli, tra le vie abbandonate<br />

e deserte dei centri abitati<br />

e nei presidi sanitari e di pronto<br />

soccorso sociale.<br />

Una linfa vitale che continuamente<br />

sui rigenera e si moltiplica.<br />

Carovane di solidarietà che muovono<br />

verso l’Abruzzo. Flussi di<br />

risorse finanziarie continuamente<br />

alimentati per sostenere: oggi il<br />

soccorso e domani la ricostruzione.<br />

Non c’è simbolismo più immaginifico<br />

di quello delle mani per<br />

descrivere l’instancabile azione<br />

“Tante cose ho imparato da voi,<br />

gli uomini<br />

Ho imparato che un uomo<br />

ha il diritto di guardarne un altro<br />

dall’alto al basso<br />

solamente quando deve aiutarlo<br />

ad alzarsi”<br />

Gabriel Garcia Marquez<br />

del volontariato. Sono mani che<br />

scavano, che confortano, che<br />

rassicurano, che sostengono,<br />

che consolano, che si stringono,<br />

che incoraggiano a riaccendere<br />

la fiammella della speranza, che<br />

aiutano ad elaborare il dolore.<br />

Con l’amore non si fa<br />

commercio al mercato.<br />

La sua gioia,<br />

come la gioia dell’intelletto,<br />

è di sentirsi vivo.<br />

Lo scopo dell’amore è<br />

amare né più, né meno.<br />

Oscar Wilde<br />

E’ quell’inestimabile capitale<br />

sociale, quella forza preziosa ed<br />

insostituibile del volontariato che<br />

ogni giorno nella ordinarietà e<br />

nell’emergenza sa farsi carico<br />

della sofferenza degli altri, degli<br />

ultimi dei perdenti, sa annunciare<br />

l’esperienza della felicità pubblica,<br />

sa rivolgere ai giovani il messaggio<br />

vivifico dell’essere uomini<br />

solidali.<br />

Il Paese, come ha scritto il<br />

Direttore De Bortoli nel magistrale<br />

articolo di fondo del 10 aprile,<br />

con cui si è ripresentato ai suoi<br />

lettori del Corriere della Sera,<br />

“non si trasforma o si scopre<br />

diverso, ma mostra alcune delle<br />

sue tante qualità”.<br />

Tra queste la grande generosità<br />

di questa comunità nazionale,<br />

la grande generosità, diciamo<br />

4<br />

Anno XXV<br />

N. 1 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong>

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