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biopolitica - MECCANICISMO - Liceo Scientifico Statale "E. Fermi ...

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Il primo passaggio di questa derivazione viene sviluppato nella quarta parte,<br />

mentre gli altri due li espone nella quinta, presentata all’Accademia nel 1899,<br />

completando, in un qualche senso, il suo programma di ricerca sul corpo nero.<br />

Rimaneva nella sua derivazione solo una certa arbitrarietà nella scelta della funzione<br />

entropia. Non era, infatti, stato in grado di dimostrare l’unicità di questa<br />

funzione. L’aveva introdotta con una definizione ed aveva mostrato che soddisfaceva<br />

le proprietà richieste, ma, per quanto riguarda l’unicità, non v’erano delle<br />

prove, ma solo delle argomentazioni euristiche su base termodinamica 26 .<br />

Nel 1900, quando pubblica i sui articoli sugli Annalen, Planck farà ricorso alle<br />

tecniche combinatoriali di Boltzmann per derivare la funzione entropia, anziché<br />

definirla, legando definitivamente questa alla probabilità. Il ricorso alle tecniche<br />

combinatoriali è dovuto al fatto che misurazioni più accurate hanno dimostrato<br />

che la legge di Wien non era in accordo con i dati sperimentali a basse frequenze.<br />

Per trovare una nuova formula che riproduca bene i dati sperimentali, pur<br />

continuando ad usare la termodinamica come strumento euristico, Planck deve<br />

estremizzare e rendere esplicito il ricorso alle argomentazioni probabilistiche alla<br />

Boltzmann.<br />

Sebbene sembrerebbe questo il momento in cui Planck abbandona la visione<br />

fenomenologica della termodinamica, e della Seconda Legge, in favore di un approccio<br />

statistico, quanto abbiamo visto in precedenza ci fa affermare che questa<br />

“conversione” era già avvenuta almeno quando stava preparando la quarta parte<br />

della sua serie Sui fenomeni irreversibili elettromagnetici. Ciò che accade dopo,<br />

e che porterà alla nascita della teoria dei quanti, deriva dall’aver condotto alle<br />

estreme conseguenze l’approccio di Boltzmann, chiudendo gli occhi sul problema<br />

dell’irreversibilità e affidandosi ai risultati sperimentali come unico metro di<br />

giudizio.<br />

L’ipotesi di radiazione naturale e la scomparsa<br />

della freccia del tempo<br />

Come abbiamo detto all’inizio dell’ultimo paragrafo, chiedersi come e perché<br />

Planck abbia dato inizio al programma di ricerca sul corpo nero, potrebbe sembrare<br />

privo di senso, come potrebbe sembrare privo di senso chiedersi quale era<br />

la reale posta in gioco nello scontro tra le diverse visioni del mondo che si sono<br />

confrontate negli ultimi decenni del XIX secolo e le ragioni delle sconfitte e delle<br />

vittorie. Se infatti si vede la scienza come un processo lineare di accumulazione<br />

di saperi la cui capacità di rappresentare la realtà naturale cresce al crescere dei<br />

dettagli della conoscenza, come vuole l’attuale pensiero dominante, non c’è nessun<br />

motivo di chiedersi come la scienza sceglie i suoi problemi e classifica le sue<br />

priorità. Se invece assumiamo un punto di vista diverso, tentando di far nostro<br />

ciò che Cini esprime chiaramente in Un paradiso perduto, intendendo, cioè, la<br />

26 Si può notare comunque già una certa somiglianza tra la forma adottata in questo caso da<br />

Planck e quella della definizione probabilistica di entropia<br />

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