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biopolitica - MECCANICISMO - Liceo Scientifico Statale "E. Fermi ...

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un modello di scienza diverso, sia dal punto di vista metodologico, sia da quello<br />

epistemologico.<br />

Poiché qualsiasi ristabilimento dell’equilibrio del calorico può essere causa<br />

della produzione di potenza motrice, qualunque ristabilimento di equilibrio<br />

che avvenga senza produzione di questa potenza dovrà essere considerato<br />

come una vera e propria perdita; ossia, per poco che ci si rifletta, ci si<br />

accorge che qualunque cambiamento di temperatura, che non sia dovuto a<br />

un cambiamento di volume dei corpi, non può essere che un ristabilimento<br />

inutile di equilibrio del calorico 3 .<br />

Questa frase, tratta dalle sue Réflections sur la puissance motrice du feu, contiene<br />

elementi di innovazione importanti, evidenti innanzitutto sul piano lessicale:<br />

≪perdita≫ e ≪inutilità≫ sono concetti relativi all’uomo, non al fenomeno “in sé”.<br />

Il calorico perduto è quello che non produce potenza (meccanica) motrice. La<br />

variazione di temperatura inutile è quella che non viene utilizzata per tale scopo.<br />

Le categorie concettuali introdotte per analizzare il fenomeno della conversione<br />

di calore in potenza motrice sono dunque espressione diretta dell’interesse a<br />

massimizzare quest’ultima a parità di combustibile bruciato [3]. E’ importante<br />

notare come lo studio della fenomenologia del calore si elevi proprio con Carnot<br />

al rango di scienza, essendo stato relegato fino a quel momento – ancora con<br />

Newcomen e Watt – a mero problema tecnico connesso alla costruzione di macchine.<br />

Carnot non è un costruttore di macchine. E’ lo scienziato che cerca di<br />

formulare la teoria più generale possibile in grado di interpretare ciò che<br />

accade nel mondo reale. La contrapposizione non è perciò tra teoria e<br />

pratica, tra generale e particolare, tra universale e contingente, ma tra<br />

la concezione della tradizione galileiana, che considera la complessità del<br />

modo reale come una pura apparenza [...] e una concezione dell’intelligibilità<br />

del reale fondata sull’introduzione di categorie “fenomenologiche” più<br />

facilmente adattabili alla complessità dei fenomeni reali. 4<br />

Il cambiamento di punto di vista operato da Carnot in merito a cosa sia effettivamente<br />

rilevante, ovvero lo spostamento dell’oggetto dell’interesse della ricerca<br />

dal fenomeno “in sé” all’uomo che conosce e sfrutta le forze della natura, si ripercuote<br />

direttamente sulla tipologia di legge cercata, che sarà sostanzialmente<br />

differente. Viene così a cadere l’importanza attribuita ai dettagli, alla conoscenza<br />

minuziosa dei legami di causa ed effetto nell’ambito di una data fenomenologia.<br />

Diviene al contrario importante scoprire divieti e rintracciare vincoli: il processo<br />

conoscitivo ha quindi alla sua base un tipo di astrazione differente, rivolta ad<br />

abbracciare, operando una sintesi, il fenomeno nel suo complesso, piuttosto che<br />

non a spezzettarlo e ridurlo in una somma di elementi primi la cui caratteristica<br />

essenziale sia la semplicità.<br />

3 cit. in [3], p. 31<br />

4 Ibid. p. 32<br />

6

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