biopolitica - MECCANICISMO - Liceo Scientifico Statale "E. Fermi ...
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elementare, al costo di ottenere una formulazione complicata ed approssimata<br />
della descrizione di ogni fenomeno [. . . ], per Planck invece, e dopo di<br />
lui per la comunità dei fisici, importa che sia semplice da descrizione dei<br />
fenomeni, anche a costo di rinunciare ad una formula semplice della legge<br />
elementare 33<br />
Senza averne consapevolezza, Planck venne quindi incontro alle necessità del sistema<br />
economico tedesco che attraversava in quegli anni una fase di imponente<br />
industrializzazione. Dal settore produttivo provenivano pressioni affinché fossero<br />
lasciate cadere le contrapposizioni teoriche generali per affrontare le questioni<br />
poste dallo sviluppo tecnologico, anche quando molto particolari. Contemporaneamente<br />
nel campo dell’istruzione si tendeva all’allargamento del reclutamento<br />
e allo sviluppo dell’istruzione tecnica, richiedendo alla scienza di lasciare che<br />
il suo corpus si frammentasse per consentire la diffusione di una formazione<br />
specialistica, acquisibile in tempi rapidi [13]. Questa volta la fisica teorica si trovava<br />
a fronteggiare nuove spinte disgregative provenienti dall’ambiente esterno<br />
– secondo modalità tutte da indagare – e né la Naturphilosophie né il positivismo<br />
potevano più essere lo strumento idoneo a salvaguardarne l’unità. Le cose<br />
ad ogni modo avrebbero potuto andare diversamente se – come spiega Cini –<br />
non fossero state tirate conclusioni troppo affrettate, ad esempio, sulla validità<br />
generale del principio di equipartizione dell’energia, in realtà tutta da verificare:<br />
[. . . ] se nel 1900 fosse stato disponibile il teorema dimostrato nel 1954<br />
da Kolmogorov che forma condizioni assai stringenti perché un sistema<br />
dinamico sia in grado di spartire ugualmente tra tutte le sue componenti<br />
l’energia totale posseduta ad una data temperatura, ci si sarebbe accorti<br />
che il sistema di oscillatori della cavità non sempre soddisfa a queste condizioni.<br />
Tanto che, come è stato dimostrato recentemente, non è indispensabile<br />
l’ipotesi dei quanti di Planck per dedurre lo spettro delle frequente<br />
della radiazione di corpo nero in accordo con le curve sperimentali. La<br />
tacita assunzione fatta allora che l’equipartizione dell’energia è una proprietà<br />
del tutto generale, portò invece ad adottare la soluzione di Planck<br />
come l’unica in grado di spiegare subito la discrepanza esistente tra teoria<br />
ed esperimento 34 .<br />
In mancanza di una via d’uscita alternativa, questa scelta appariva come l’unica<br />
che<br />
[. . . ] permetteva di affrontare, sia pure a costo di rinunciare al quadro unificante<br />
della dinamica newtoniana, i numerosi rompicapo che lo sviluppo<br />
delle tecniche sperimentali andava accumulando, senza dovere, da una lato,<br />
attendere l’elaborazione a lunga scadenza di tecniche matematiche difficili<br />
ed elaborate, e dall’altro, rinunciare a quella concezione riduzionistica<br />
della realtà che sta [. . . ] alle basi stesse della scienza moderna 35 .<br />
33 [3] p.220<br />
34 [3] p. 219<br />
35 [3] p. 220<br />
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