biopolitica - MECCANICISMO - Liceo Scientifico Statale "E. Fermi ...
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stesse espressioni analitiche gli stati passati e futuri del sistema del mondo.<br />
Applicando lo stesso metodo ad alcuni altri oggetti della sua conoscenza,<br />
è riuscita a ricondurre a leggi generali i fenomeni osservati, e a prevedere<br />
quelli che delle circostanze date debbono provocare.<br />
Tutti questi sforzi<br />
nella ricerca della verità tendono ad avvicinarla senza posa all’intelligenza<br />
che abbiamo appena concepito, ma dalla quale resterà sempre infinitamente<br />
lontana. [. . . ] La regolarità che l’Astronomia ci mostra nel moto<br />
delle comete ha luogo, senza alcun dubbio, in tutti i fenomeni. La curva<br />
descritta da una semplice molecola d’aria o di vapori è regolata in modo<br />
altrettanto certo delle orbite planetarie: non vi è alcuna differenza fra di<br />
esse se non quella che vi mette la nostra ignoranza. 1<br />
Il pensiero scientifico giunse a questa concezione dell’universo dopo un lungo<br />
lavoro di schematizzazione e semplificazione che, a partire dal principio di causalità<br />
derivato dall’aristotelismo, che imperava nella meccanica pregalileana, ha<br />
portato al principio di ragion sufficiente di Leibniz. Un’importanza cruciale per<br />
l’avvio di questo processo l’ha avuta la matematizzazione dei fenomeni: i concetti<br />
di punto materiale e traiettoria introdotti da Galileo permettevano una<br />
descrizione dei fenomeni dinamici nel quadro di un causalismo fondato sui soli<br />
concetti di causalità efficiente, che si riferisce alla proprietà di muoversi di un<br />
corpo. Il concetto di causalità finale, che si riferisce al fatto che un corpo tende<br />
ad andare verso il suo luogo naturale, è stato il più duro a morire, persistendo<br />
nelle formulazioni dei vari principi di minimo in meccanica. Una rappresentazione<br />
matematica sempre più accurata di questi principi ha però permesso la<br />
riduzione anche di questo concetto a quello di causalità efficiente.<br />
Il quadro<br />
non era comunque ancora completo: solo il concetto newtoniano di forza poteva<br />
permettere la giustificazione dell’operato su scala globale del principio di causalità<br />
efficiente. Ma un simile concetto trovava difficoltà ad inserirsi nel quadro<br />
del pensiero occidentale del XVII secolo e solo attraverso una mediazione con la<br />
visione cartesiana di una realtà continua poté essere accettato. Questa mediazione,<br />
completata tra il XVII e il XVIII secolo, diede generò una rappresentazione<br />
matematica di tipo continuista – almeno dal punto di vista fenomenologico – lasciando<br />
comunque spazio a degli atomismi astratti 2 .<br />
Il determinismo di Laplace è figlio di questo lungo processo che aveva condotto<br />
la scienza ad adottare un ideale conoscitivo che coincideva con la possibilità di<br />
prevedere, almeno in linea di principio, l’evoluzione futura di ogni fenomeno a<br />
partire dalla conoscenza della legge che lo regola e delle condizioni iniziali o al<br />
contorno. Tali possibilità predittive spesso sono fatte discendere dal teorema di<br />
esistenza ed unicità della soluzione di un’equazione differenziale ordinaria, ma<br />
la dimostrazione completa di questo teorema è successiva alla pubblicazione del<br />
testo riportato ed inoltre fornisce solo una conoscibilità locale, mentre il causalismo<br />
fondato sul principio di ragion sufficiente si esplica su scala globale. Laplace<br />
1 cit. in [1]pp. 45-46<br />
2 A tal proposito sono interessanti le riflessioni di Boltzmann che entrano nel dibattito tra<br />
l’atomismo e la fenomenologia fisico-matematica fondata sulle equazioni differenziali [2].<br />
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