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Ambiente_e_Sicurezza..

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IGIENE DEL LAVORO<br />

Articolo<br />

SPECIALE<br />

Disturbi e patologie da esposizione a vibrazioni meccaniche<br />

Le vibrazioni trasmesse<br />

al sistema mano­braccio<br />

L’esposizione a vibrazioni generate<br />

da utensili portatili è associata a un<br />

aumentato rischio di insorgenza di lesioni<br />

vascolari, neurologiche e muscolo-scheletriche<br />

a carico del sistema<br />

mano-braccio. L’insieme di queste lesioni<br />

è definito “sindrome da vibrazioni<br />

mano-braccio”. La componente<br />

vascolare della sindrome è rappresentata<br />

da una forma secondaria di fenomeno<br />

di Raynaud definita “vibrationinduced<br />

white finger” (VWF) dagli<br />

autori anglosassoni; la componente<br />

neurologica è caratterizzata da una<br />

neuropatia periferica diffusa o multifocale<br />

prevalentemente sensitiva; la<br />

componente osteoarticolare comprende<br />

lesioni cronico-degenerative a carico<br />

dei segmenti ossei e articolari degli<br />

arti superiori (artrosi, osteofitosi), in<br />

particolare a livello dei polsi e dei gomiti.<br />

Alcuni studi hanno anche riportato<br />

un aumentato rischio di alterazioni<br />

muscolo-tendinee (tendiniti, peritendiniti,<br />

tenosinoviti, malattia di de-<br />

Quervain, morbo di Dupuytren) e di<br />

sindromi da intrappolamento dei tronchi<br />

nervosi (sindrome del tunnel carpale,<br />

sindrome di Guyon) nei lavoratori<br />

che usano utensili vibranti. È stato<br />

ipotizzato che nella etiopatogenesi di<br />

queste affezioni giochino un ruolo rilevante<br />

non solo il microtraumatismo<br />

vibratorio ma anche, e soprattutto, fattori<br />

ergonomici quali posture incongrue,<br />

movimenti ripetitivi, elevata forza<br />

di prensione e di spinta sull’impugnatura<br />

degli utensili.<br />

La sindrome<br />

da vibrazioni mano­braccio<br />

La neuropatia da vibranti<br />

Vi è evidenza epidemiologica di<br />

una elevata occorrenza di parestesie<br />

(formicolii), riduzione della sensibilità<br />

tattile e termica, e limitazione della<br />

capacità di manipolazione fine nei lavoratori<br />

esposti a HTV rispetto a<br />

gruppi di controllo. Sono state segnalate<br />

in vari studi epidemiologici prevalenze<br />

di disturbi neurosensitivi periferici<br />

sino all’80%. In generale, i risultati<br />

degli studi clinici ed epidemiologici<br />

hanno evidenziato una tendenza a<br />

un progressivo deterioramento delle<br />

soglie estesiometriche, termiche e vibrotattili<br />

con l’aumentare del tempo di<br />

esposizione e della dose giornaliera o<br />

cumulativa di vibrazioni.<br />

In alcuni studi epidemiologici è<br />

stato rilevato un aumentato rischio di<br />

neuropatie da intrappolamento, in particolare<br />

la sindrome del tunnel carpale<br />

(STC), in gruppi di lavoratori che utilizzano<br />

strumenti vibranti. La STC è<br />

anche comune in categorie di operatori<br />

le cui mansioni lavorative comportano<br />

un notevole impegno muscolotendineo<br />

e frequenti movimenti ripetitivi<br />

del segmento mano-polso. È stato<br />

suggerito che i fattori di stress ergonomico<br />

giocano probabilmente un ruolo<br />

determinante nell’insorgenza e nella<br />

progressione della STC. Il contributo<br />

indipendente dell’esposizione a vibrazioni<br />

e del sovraccarico meccanico e<br />

la loro eventuale interazione nella patogenesi<br />

della STC nei lavoratori che<br />

usano utensili vibranti non è ancora<br />

stato completamente chiarito dagli<br />

studi sperimentali ed epidemiologici.<br />

In una recente revisione della letteratura<br />

epidemiologica, il National Institute<br />

for Occupational Safety and Health<br />

(NIOSH, USA) ha valutato come<br />

dotata di una sufficiente evidenza l’associazione<br />

tra sindrome del tunnel<br />

carpale e lavoro con utensili vibranti,<br />

mentre questa evidenza sembra insufficiente<br />

per altre patologie del distretto<br />

cervico-brachiale.<br />

L’Osteoartropatia da vibranti<br />

Le possibili alterazioni osteoarticolari<br />

causate da HTV rappresentano un<br />

tema controverso. Vari autori ritengono<br />

che le lesioni cronico-degenerative<br />

dei segmenti ossei e delle articolazioni<br />

degli arti superiori osservate negli<br />

esposti a vibranti siano di tipo aspecifico<br />

e simili a quelle dovute al lavoro<br />

manuale pesante o ai processi di invecchiamento.<br />

Le prime indagini radiologiche<br />

avevano riscontrato una<br />

elevata prevalenza di cisti e vacuoli<br />

nelle ossa carpali e metacarpali degli<br />

esposti a HTV, ma successivi studi<br />

non avevano confermato un eccesso<br />

di rischio per queste lesioni rispetto a<br />

gruppi di controllo costituiti da lavoratori<br />

manuali. Alcuni studi, tuttavia,<br />

hanno evidenziato un’aumentata prevalenza<br />

di artrosi dei polsi e di artrosi<br />

e osteofitosi dei gomiti nei minatori,<br />

lavoratori edili e operatori dell’industria<br />

dei metalli esposti a vibrazioni di<br />

bassa frequenza ed elevata ampiezza<br />

generate da utensili a movimento percussorio.<br />

È stato ipotizzato che, oltre<br />

allo stress vibratorio, vari altri fattori<br />

biomeccanici possano contribuire all’etiopatogenesi<br />

delle lesioni osteoarticolari<br />

negli esposti a utensili percussori,<br />

quali, per esempio, il sovraccarico<br />

articolare, lo sforzo muscolare intenso<br />

e le posture incongrue. Un’ipersuscettibilità<br />

individuale potrebbe anche<br />

avere un ruolo nell’insorgenza di<br />

alterazioni artrosiche precoci.<br />

L’Angiopatia da vibranti<br />

L’angiopatia da vibranti (vibrationinduced<br />

white finger, VWF) rappresenta<br />

una delle più frequenti malattie<br />

professionali indennizzate dall’INAIL<br />

nel nostro Paese.<br />

L’angiopatia da vibranti è caratterizzata<br />

da episodi di pallore ben demarcato<br />

a uno o a più dita delle mani<br />

provocati dall’esposizione a vibrazioni<br />

e a microclima freddo (fenomeno<br />

di Raynaud). Qualora la comparsa del<br />

primo episodio di pallore digitale sia<br />

avvenuta dopo l’inizio dell’esposizione<br />

a microtraumatismo vibratorio e<br />

non vi siano elementi clinico-anamnestici<br />

che possano far sospettare una<br />

familiarità per sindromi vasospastiche<br />

oppure un fenomeno di Raynaud primitivo<br />

o secondario ad altre cause, la<br />

24 www.ambientesicurezza.ilsole24ore.com<br />

20 settembre 2005 ­ N. 18

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