Comunità in cammino - Coccaglio

Comunità in ascolto
S. Paolo
a cura della Redazione
L
'evento è partito il 28 giugno u.s.
per concludersi il 29 giugno del
2009. Promotore dell'iniziativa è stato
Andrea Cordero Lanza di Montezemolo,
cardinale arciprete della Basilica papale
di San Paolo fuori le Mura da circa 3
anni. Fin dall’inizio egli aveva pensato
e ricercato una qualche data che potesse
aiutarci a fissare una celebrazione
particolare, sia per la figura di san
Paolo, sia, particolarmente, per il suo
insegnamento.
Dicono gli esperti di Sacre Scritture
che San Paolo doveva avere più o meno
una decina di anni meno
di Cristo, quindi la sua
nascita si colloca tra l’anno
7 e l’anno 10 dell’era
cristiana. Si è così pensato
di celebrare un bimillenario.
Il Santo Padre, richiesto
dal Cardinale se non
ritenesse di un certo
interesse, per tutta la Chiesa
cattolica, indire tale
celebrazione bimillenaria,
cioè un anno dedicato alla
vita, alla figura, all’insegnamento
e all’attività
di san Paolo, ha accolto
l’idea con molto interesse e, dopo averci
pensato, ha espresso la sua intenzione
di indire l’Anno Paolino. L’annuncio è
stato fatto dal Papa stesso, un anno fa,
durante i Primi Vespri della solennità
dei ss. Pietro e Paolo, celebrati nella
Basilica ostiense (v. pagg. 6-7).
La Basilica di San Paolo, per decisione
dei Papi, ha un carattere diverso
dalle altre tre patriarcali (o papali)
Basiliche romane: il senso e la dimensione
I - L’Anno Paolino
dell’ecumenismo. Il Papa dà molta
importanza a tutte le attività che si
fanno in San Paolo, da quelle liturgiche
a quelle culturali, a quelle di studio, a
quelle dei convegni, vissuti secondo
una dimensione ecumenica, che ci possa
aiutare a studiare e a realizzare sempre
meglio quella che è l’unità di tutti i
cristiani nel mondo.
Nella fede di san Paolo, ciò che di
più colpisce è la profondità, la
sicurezza e l’ampiezza; egli ha saputo
trasmetterla con grande forza, con
grande vigore, con un vivo senso di
apertura al mondo. Non per nulla Paolo
è chiamato “l’Apostolo delle genti”,
perché dal vicino Oriente si è portato,
attraverso varie aree dell’Anatolia
(attualmente sede dello Stato turco),
in quello che era il mondo conosciuto
di allora: la Grecia, Roma… C’è in lui
questo senso dell’universalità. E’ proprio
lui, l’Apostolo delle genti, quello che
può veramente farci approfondire sempre
di più la fede in Cristo, che è una ed
una sola e deve portarci all’unità di
tutto il gregge cristiano.
Arendere più significativa la
celebrazione dell’Anno Paolino è il
fatto che di recente nella Basilica di S.
Paolo flm è stata riportata alla luce la
tomba dell’Apostolo, sempre per iniziativa
del cardinal Lanza Cordero di
Montezemolo.
Questa rubrica dedicherà alcune
puntate proprio a s. Paolo:
cercheremo di accostare questa gigantesca
figura del cristianesimo
primitivo, di conoscere
la sua vita e, soprattutto,
il suo pensiero, la sua
dottrina. Non è certo
vero che - come qualcuno
afferma - è stato s. Paolo
a fondare il cristianesimo;
è vero però che, grazie
alle sue Lettere, molti
aspetti del Mistero di
Cristo, della Chiesa, della
vita cristiana, della
preghiera e del culto
ricevono luce e chiarezza.
Ascoltando Paolo di Tarso, potremo
un po’ meglio riscoprire la nostra
fede, il nostro credere; comprendere
meglio come esso debba determinare
il nostro vivere: credere e vivere. Per
questo ci accompagneremo al cammino
di quest’Anno Paolino, insieme a tutta
la Chiesa, proprio dalle pagine di questa
rubrica.
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