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Comunità in cammino - Coccaglio

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Editoriale<br />

tappa significativa e ragguardevole. Mentre gli porgiamo le<br />

condoglianze per la perdita della sorella Giuseppa Maria, gli<br />

auguriamo di superare presto qualche acciacco che, ultimamente,<br />

si è fatto sentire.<br />

In questi mesi avremo spesso occasione di celebrare la Beata<br />

Verg<strong>in</strong>e Maria; la sua <strong>in</strong>tercessione presso il Padre suo e<br />

nostro, presso suo Figlio e lo Spirito ci accompagni, aff<strong>in</strong>ché a<br />

settembre, possiamo riprendere alacremente il camm<strong>in</strong>o.<br />

Il Signore vi dia pace.<br />

don Giovanni<br />

cont<strong>in</strong>ua da pag. 3 Non c’è una sola parola nel Vangelo che giustifichi l’uso della violenza o della prepotenza <strong>in</strong><br />

nome della fede; non ci vogliamo addentrare nella questione se i Testi sacri di altre religioni, <strong>in</strong><br />

particolare l’Islam, contengano affermazioni che vadano <strong>in</strong> senso opposto: scadremmo <strong>in</strong> un pressappochismo che<br />

costituirebbe mancanza di rispetto nei loro confronti. Ci però di notare che le persone più disponibili al dialogo <strong>in</strong>terreligioso<br />

sono proprio quelle che più a fondo vivono o, quantomeno, conoscono la propria fede, qualunque essa sia.<br />

Ciò che si verifica <strong>in</strong> maniera eclatante nel fondamentalismo di altri, delle cui manifestazioni abbiamo cont<strong>in</strong>uamente<br />

notizia, rischia di trovare espressione, seppure <strong>in</strong> forma assai meno violenta, anche da noi: la pratica della fede<br />

cristiana, che nella fedeltà all’Eucaristia domenicale ha uno dei suoi capisaldi irr<strong>in</strong>unciabili, è <strong>in</strong> vistoso calo, eppure i<br />

valori cristiani, anzi, quelli più esplicitamente cattolici vengono rivendicati e fatti oggetto di precisi impegni o rivendicazioni<br />

<strong>in</strong> ambito civico, da diverse “sponde”.<br />

A scanso di equivoci: è dovere sacrosanto dei responsabili della vita pubblica garantire il diritto di tutti a vivere serenamente<br />

la propria fede, quando questa non contrasti con il bene comune; è pure dovere dei medesimi responsabili fare <strong>in</strong> modo<br />

che ciò che concorre a costituire il patrimonio culturale di un popolo e, di conseguenza, la sua identità, venga salvaguardato<br />

o, quantomeno, rispettato; d’altro canto, occorre anche stare attenti a non confondere l’accoglienza e il rispetto dell’altro<br />

con il semplice (mi si perdoni l’espressione) “calare le brache”, secondo uno stile “britannico” che sempre più va<br />

diffondendosi anche da noi, <strong>in</strong> base al quale occorre tacere o “attutire” la propria identità, nel timore di offendere quella<br />

altrui. A volte, viene da sospettare, tale atteggiamento maschera una certa voga-foga anticlericale o anticattolica.<br />

A questo proposito va notato che non pochi Musulmani non si sentono offesi dalla presenza del Crocifisso nelle aule<br />

scolastiche e, addirittura, lasciano che i figli frequent<strong>in</strong>o l’ora di religione. A fronte di ciò, è semplicemente ridicolo, per<br />

esempio, che un’<strong>in</strong>segnante cerchi di parlare del Natale senza dire che <strong>in</strong> esso i Cristiani celebrano la nascita di Gesù<br />

Cristo.<br />

Tale atteggiamento, stolto, di abolizione delle dist<strong>in</strong>zioni per timore che vengano percepite come contrapposizioni ne<br />

<strong>in</strong>nesca, per reazione, altri di segno uguale e contrario, dove la difesa dell’identità, anche religiosa, rischia di sfociare<br />

nella deriva identitaria di una fede che, da alimento motivato e motivante del proprio modo di essere e sentire, tende a<br />

trasformarsi <strong>in</strong> elemento di contrapposizione anziché di dist<strong>in</strong>zione: <strong>in</strong> un caso come nell’altro si nega la valenza positiva<br />

delle differenze. Una fede cristiana vissuta “contro” altre idee religiose non ha fondamento nel Vangelo, anche se produce<br />

l’effetto di ricompattare un gruppo o vari settori della società.<br />

Ancora a scanso di fra<strong>in</strong>tendimenti, precisiamo che tutto ciò viene affermato senza alcun riferimento - non è nostra<br />

competenza - alle questioni proprie della politica attualmente dibattute, soprattutto <strong>in</strong> tema di sicurezza: quanto qui<br />

si va dicendo esula da quel ristretto ambito.<br />

Queste sono, semplicemente, alcune riflessioni espresse “pensando ad alta voce” da un cristiano e pastore, che ha<br />

desiderato condividere quest’idea di fondo: la fede <strong>in</strong> Cristo - quella che Pietro e Paolo e gli altri apostoli hanno annunciato,<br />

che Benedetto XVI, e non solo, ci <strong>in</strong>segna a non vedere contrapposta alla ragione (e alla ragionevolezza) - è credere <strong>in</strong><br />

Lui e vivere di Lui, per Lui e, <strong>in</strong> nome suo, per gli altri. E’ fede “<strong>in</strong>” Qualcuno, non “contro” qualcun altro.<br />

dG<br />

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