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SETTEMBRE ANNO 1 N°7 2014

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I ritrovamenti più antichi si collocano<br />

tra la metà e la fine del I<br />

secolo a.C. mentre l’attuale area<br />

visibile si riferisce all’età imperiale<br />

(I-IV secolo d.C.). Quanto si può<br />

vedere rappresenta il momento di<br />

maggior splendore di Libarna: una<br />

città ricca, con una densità abitativa<br />

elevata e frequentata da coloro<br />

che percorrevano la Via Postumia.<br />

Di fatto a questa via furono strettamente<br />

legate le sorti della città. Alcuni<br />

reperti rinvenuti in quest’area<br />

ne testimoniano l’importanza economica<br />

e commerciale, che è andata<br />

calando a partire dal III secolo d.<br />

C. in funzione del declino della Via<br />

Postumia a seguito delle invasioni<br />

barbariche, ed al suo definitivo abbandono<br />

nel 452 d.C., quando gli<br />

abitanti emigrarono in aree vicine,<br />

in particolare quelle collinari, ritenute<br />

più sicure. Molti si aggregarono<br />

alle comunità già esistenti o ne<br />

fondarono delle nuove: Precipiano,<br />

Serravalle e Arquata.<br />

La scoperta di Libarna<br />

I primi reperti affiorarono, a partire<br />

dal 1820, nel corso dei lavori<br />

per la costruzione della Strada<br />

Regia che doveva collegare Genova<br />

con Torino e, successivamente,<br />

per quelli della ferrovia<br />

Torino Genova (1846-1854).<br />

Vennero riportati alla luce due<br />

quartieri, l’anfiteatro, il teatro e<br />

alcune strade urbane, che rappresentano<br />

l’attuale area archeologica<br />

e costituiscono una piccola<br />

porzione di una città molto più<br />

estesa. Le terme (ubicate tra il<br />

quartiere dell’anfiteatro e il teatro,<br />

occupavano la superficie di<br />

quattro isolati) e il foro (situato<br />

al di fuori dell’attuale perimetro<br />

dell’area archeologica, lungo il<br />

decumano massimo in direzione<br />

opposta all’anfiteatro) dopo gli<br />

scavi vennero reinterrati.<br />

Secondo Wikipedia, così appariva<br />

la città di Libarna a un viaggiatore<br />

di allora: “La città sorgeva<br />

su un terreno pianeggiante, ricco<br />

di acque, circondato da colline. Era<br />

attraversata in senso longitudinale<br />

dalla via Postumia, che ne costituiva<br />

il principale asse da Nord-Ovest<br />

a Sud-Est. Altro asse principale<br />

era il decumano che, orientato da<br />

Sud-Ovest a Nord-Est, conduceva<br />

all’anfiteatro. Le strade dividevano<br />

la città in tanti spazi di forma<br />

tendenzialmente quadrata, ma di<br />

dimensioni differenti. Esse erano<br />

lastricate, rettilinee con collettori<br />

di scarico convogliati verso l’odierno<br />

Rio della Pieve. La città riceveva<br />

acqua tramite un acquedotto, era<br />

ricca di sorgenti, pozzi e fontane.<br />

Nel punto d’incontro tra le due<br />

principali vie, sorgeva il foro, grande<br />

piazza lastricata su cui sorgevano<br />

portici e edifici, finora solo parzialmente<br />

esplorato. Le terme erano<br />

situate nell’estremo settore Nord-<br />

Est e verso il limite settentrionale<br />

sorgeva il teatro”.<br />

Questo è invece ciò che si vede<br />

oggi, secondo la Direzione Regionale<br />

per i Beni Culturali e Paesaggistici<br />

del Piemonte: “Sono visibili<br />

i resti di due isolati di abitazioni,<br />

posti ai lati del decumano massimo<br />

ed incorniciati dai decumani e<br />

cardini minori. Gli isolati si suddividono<br />

in abitazioni, la cui costruzione<br />

è databile intorno alla fine del<br />

I secolo a.C. con rimaneggiamenti<br />

nei secoli successivi. Una precisa<br />

lettura delle diverse fasi costruttive<br />

non è sempre possibile; si possono<br />

comunque osservare i differenti<br />

ambienti caratteristici delle domus<br />

romane, come atrio, cubicula, tablinum,<br />

triclinio, peristili; in alcune di<br />

esse sono presenti ambienti identificati<br />

come botteghe. Di notevole interesse<br />

è la pavimentazione musiva<br />

della domus che occupa l’angolo superiore<br />

dell’isolato posto a sinistra<br />

rispetto all’ingresso dell’anfiteatro. Il<br />

mosaico, di grandi dimensioni, rappresenta<br />

il mito di Licurgo; la scena<br />

figurativa centrale è posta tra due<br />

tappeti musivi a decorazione geometrica<br />

in bianco e nero.<br />

L’anfiteatro, costruito probabilmente<br />

nel I secolo d.C., è posto ai margini<br />

dell’abitato in posizione scenografica<br />

al termine del decumano massimo.<br />

L’elevato non è conservato,<br />

ma la monumentalità dell’edificio è<br />

ugualmente evidente dalle dimensioni<br />

dell’ellisse. Si notano le fondazioni<br />

dei corridoi d’ingresso che<br />

conducevano alle gradinate e sono<br />

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