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I ritrovamenti più antichi si collocano<br />
tra la metà e la fine del I<br />
secolo a.C. mentre l’attuale area<br />
visibile si riferisce all’età imperiale<br />
(I-IV secolo d.C.). Quanto si può<br />
vedere rappresenta il momento di<br />
maggior splendore di Libarna: una<br />
città ricca, con una densità abitativa<br />
elevata e frequentata da coloro<br />
che percorrevano la Via Postumia.<br />
Di fatto a questa via furono strettamente<br />
legate le sorti della città. Alcuni<br />
reperti rinvenuti in quest’area<br />
ne testimoniano l’importanza economica<br />
e commerciale, che è andata<br />
calando a partire dal III secolo d.<br />
C. in funzione del declino della Via<br />
Postumia a seguito delle invasioni<br />
barbariche, ed al suo definitivo abbandono<br />
nel 452 d.C., quando gli<br />
abitanti emigrarono in aree vicine,<br />
in particolare quelle collinari, ritenute<br />
più sicure. Molti si aggregarono<br />
alle comunità già esistenti o ne<br />
fondarono delle nuove: Precipiano,<br />
Serravalle e Arquata.<br />
La scoperta di Libarna<br />
I primi reperti affiorarono, a partire<br />
dal 1820, nel corso dei lavori<br />
per la costruzione della Strada<br />
Regia che doveva collegare Genova<br />
con Torino e, successivamente,<br />
per quelli della ferrovia<br />
Torino Genova (1846-1854).<br />
Vennero riportati alla luce due<br />
quartieri, l’anfiteatro, il teatro e<br />
alcune strade urbane, che rappresentano<br />
l’attuale area archeologica<br />
e costituiscono una piccola<br />
porzione di una città molto più<br />
estesa. Le terme (ubicate tra il<br />
quartiere dell’anfiteatro e il teatro,<br />
occupavano la superficie di<br />
quattro isolati) e il foro (situato<br />
al di fuori dell’attuale perimetro<br />
dell’area archeologica, lungo il<br />
decumano massimo in direzione<br />
opposta all’anfiteatro) dopo gli<br />
scavi vennero reinterrati.<br />
Secondo Wikipedia, così appariva<br />
la città di Libarna a un viaggiatore<br />
di allora: “La città sorgeva<br />
su un terreno pianeggiante, ricco<br />
di acque, circondato da colline. Era<br />
attraversata in senso longitudinale<br />
dalla via Postumia, che ne costituiva<br />
il principale asse da Nord-Ovest<br />
a Sud-Est. Altro asse principale<br />
era il decumano che, orientato da<br />
Sud-Ovest a Nord-Est, conduceva<br />
all’anfiteatro. Le strade dividevano<br />
la città in tanti spazi di forma<br />
tendenzialmente quadrata, ma di<br />
dimensioni differenti. Esse erano<br />
lastricate, rettilinee con collettori<br />
di scarico convogliati verso l’odierno<br />
Rio della Pieve. La città riceveva<br />
acqua tramite un acquedotto, era<br />
ricca di sorgenti, pozzi e fontane.<br />
Nel punto d’incontro tra le due<br />
principali vie, sorgeva il foro, grande<br />
piazza lastricata su cui sorgevano<br />
portici e edifici, finora solo parzialmente<br />
esplorato. Le terme erano<br />
situate nell’estremo settore Nord-<br />
Est e verso il limite settentrionale<br />
sorgeva il teatro”.<br />
Questo è invece ciò che si vede<br />
oggi, secondo la Direzione Regionale<br />
per i Beni Culturali e Paesaggistici<br />
del Piemonte: “Sono visibili<br />
i resti di due isolati di abitazioni,<br />
posti ai lati del decumano massimo<br />
ed incorniciati dai decumani e<br />
cardini minori. Gli isolati si suddividono<br />
in abitazioni, la cui costruzione<br />
è databile intorno alla fine del<br />
I secolo a.C. con rimaneggiamenti<br />
nei secoli successivi. Una precisa<br />
lettura delle diverse fasi costruttive<br />
non è sempre possibile; si possono<br />
comunque osservare i differenti<br />
ambienti caratteristici delle domus<br />
romane, come atrio, cubicula, tablinum,<br />
triclinio, peristili; in alcune di<br />
esse sono presenti ambienti identificati<br />
come botteghe. Di notevole interesse<br />
è la pavimentazione musiva<br />
della domus che occupa l’angolo superiore<br />
dell’isolato posto a sinistra<br />
rispetto all’ingresso dell’anfiteatro. Il<br />
mosaico, di grandi dimensioni, rappresenta<br />
il mito di Licurgo; la scena<br />
figurativa centrale è posta tra due<br />
tappeti musivi a decorazione geometrica<br />
in bianco e nero.<br />
L’anfiteatro, costruito probabilmente<br />
nel I secolo d.C., è posto ai margini<br />
dell’abitato in posizione scenografica<br />
al termine del decumano massimo.<br />
L’elevato non è conservato,<br />
ma la monumentalità dell’edificio è<br />
ugualmente evidente dalle dimensioni<br />
dell’ellisse. Si notano le fondazioni<br />
dei corridoi d’ingresso che<br />
conducevano alle gradinate e sono<br />
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Orizzonte Magazine • 23