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2007 - 04 - Ex Allievi di Padre Arturo D'Onofrio

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la Sacra Scrittura (cfr Mc 10,2-12), <strong>di</strong> non ammettere ai<br />

Sacramenti i <strong>di</strong>vorziati risposati, perché il loro stato e la<br />

loro con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> vita oggettivamente contrad<strong>di</strong>cono<br />

quell'unione <strong>di</strong> amore tra Cristo e la Chiesa che è significata<br />

ed attuata nell'Eucaristia”. I <strong>di</strong>vorziati comunque<br />

“continuano ad appartenere alla Chiesa che li segue con<br />

speciale attenzione, nel desiderio che coltivino, per quanto<br />

possibile, uno stile cristiano attraverso la partecipazione<br />

alla santa Messa, pur senza ricevere la Comunione,<br />

l'ascolto della Parola <strong>di</strong> Dio, l'Adorazione eucaristica, la<br />

preghiera, la partecipazione alla vita comunitaria, il <strong>di</strong>alogo<br />

confidente con un sacerdote o un maestro <strong>di</strong> vita<br />

spirituale, la de<strong>di</strong>zione alla carità vissuta, le opere <strong>di</strong> penitenza,<br />

l'impegno educativo verso i figli”. Riguardo al<br />

tema dell’annullamento del vincolo matrimoniale, il Papa<br />

ricorda la necessità che i tribunali ecclesiastici operino<br />

“sempre più vicino ai fedeli”, ma ricorda che “l’amore<br />

per la verità” deve essere ricercato e che laddove non<br />

venga riconosciuta la nullità del vincolo la Chiesa incoraggia<br />

i fedeli “a impegnarsi a vivere la loro relazione secondo<br />

le esigenze della legge <strong>di</strong> Dio, come amici, come<br />

fratello e sorella; così potranno riaccostarsi alla mensa<br />

eucaristica, con le attenzioni previste dalla provata prassi<br />

ecclesiale”. Un cammino che deve essere “sostenuto”<br />

dalla Chiesa evitando però <strong>di</strong> “bene<strong>di</strong>re queste relazioni”,<br />

cosicché “non sorgano confusioni circa il valore del<br />

Matrimonio”.<br />

Parte Seconda – L’Eucaristia, mistero da celebrare<br />

Nella seconda parte dell’esortazione apostolica il Papa<br />

affronta l’Eucaristia come “mistero da celebrare” e si<br />

concentra dunque sulla liturgia, ad iniziare dalla sua<br />

“bellezza”. “Poiché la liturgia eucaristica è essenzialmente<br />

actio Dei che ci coinvolge in Gesù per mezzo dello<br />

Spirito, il suo fondamento non è a <strong>di</strong>sposizione del nostro<br />

arbitrio e non può subire il ricatto delle mode del<br />

momento”: dunque, ricorda il Papa, non esiste separazione<br />

fra il modo retto e adeguato <strong>di</strong> celebrare la liturgia e<br />

la necessità <strong>di</strong> favorire la partecipazione dei fedeli: dunque,<br />

nessuna stravaganza liturgica ma “obbe<strong>di</strong>enza fedele<br />

alle norme liturgiche nella loro completezza”. E anzitutto<br />

al vescovo il compito <strong>di</strong> garantire che tutto ciò avvenga.<br />

Il Papa raccomanda dunque il rispetto dei libri liturgici,<br />

dei segni e dei gesti, della parola e del canto, dei<br />

colori e del movimento del corpo: la ricchezza della liturgia<br />

sta anche nella “varietà <strong>di</strong> registri” che vi si trovano.<br />

E a proposito del canto, il Papa conferma i suoi noti<br />

pensieri: “Nella sua bimillenaria storia la Chiesa ha creato,<br />

e continua a creare, musica e canti che costituiscono<br />

un patrimonio <strong>di</strong> fede e <strong>di</strong> amore che non deve andare<br />

perduto. Davvero, in liturgia non possiamo <strong>di</strong>re che un<br />

canto vale l'altro”. Dunque, “occorre evitare la generica<br />

improvvisazione o l'introduzione <strong>di</strong> generi musicali non<br />

rispettosi del senso della liturgia” perché “tutto, nel testo,<br />

nella melo<strong>di</strong>a e nell'esecuzione deve corrispondere al<br />

senso del mistero celebrato, alle parti del rito e ai tempi<br />

liturgici”. E inevitabile qui, per un noto amante del canto<br />

gregoriano come lui, la richiesta “che venga adeguatamente<br />

valorizzato il canto gregoriano in quanto canto<br />

proprio della liturgia romana”.<br />

Benedetto XVI passa poi in rassegna la struttura della celebrazione<br />

eucaristica, ad iniziare dall’unità del rito della<br />

Messa. Riguardo alla lettura della Bibbia, il Papa chiede<br />

che la liturgia della Parola “sia sempre debitamente<br />

preparata e vissuta”, ad iniziare dalla lettura dei testi, da<br />

affidare a “lettori ben preparati” e “se le circostanze lo<br />

rendono opportuno” da anticipare con “poche parole <strong>di</strong><br />

introduzione che aiutino i fedeli” nella comprensione del<br />

testo.<br />

E’ da migliorare la qualità delle omelie e soprattutto vanno<br />

evitate “quelle generiche o astratte”. Enfasi sull’offertorio<br />

(non un semplice “intervallo” fra la liturgia della<br />

parola e quella eucaristica) e sulla preghiera eucaristica,<br />

“momento centrale e culminante dell'intera celebrazione”.<br />

Il gesto <strong>di</strong> pace acquista un particolare rilievo “nel<br />

nostro tempo così spaventosamente carico <strong>di</strong> conflitti”:<br />

eppure, ricorda il Papa, il Sinodo ha rilevato “l’opportunità<br />

<strong>di</strong> moderare questo gesto, che può assumere espressioni<br />

eccessive, suscitando qualche confusione nell'assemblea<br />

proprio prima della Comunione”; il consiglio è<br />

quello <strong>di</strong> “limitare lo scambio della pace a chi sta più vicino”.<br />

Particolarmente delicato il tema della <strong>di</strong>stribuzione<br />

e ricezione dell'Eucaristia: il Papa rimanda ai recenti<br />

documenti emanati dalla Congregazione del culto <strong>di</strong>vino<br />

e della <strong>di</strong>sciplina dei sacramenti (e all’istruzione Redemptionis<br />

Sacramentum) per le prescrizioni della corretta<br />

prassi da seguire, e chiede che “tutte le comunità si<br />

attengano fedelmente alle norme vigenti, vedendo in esse<br />

l'espressione della fede e dell'amore che tutti dobbiamo<br />

avere nei confronti <strong>di</strong> questo sublime Sacramento”.<br />

Particolare attenzione è poi chiesta in quelle circostanze<br />

in cui sono presenti in chiesa persone non praticanti (ad<br />

esempio in occasione <strong>di</strong> funerali o matrimoni) o fedeli <strong>di</strong><br />

altre confessioni (la regola resta la non ammissione alla<br />

mensa eucaristica). In merito all’esortazione conciliare<br />

sulla partecipazione attiva dei fedeli ci sono state “incomprensioni”,<br />

<strong>di</strong>ce il Papa: l’interpretazione corretta è<br />

quella <strong>di</strong> fare in modo che non si assista “alla liturgia come<br />

estranei o spettatori muti”. Dal Papa in<strong>di</strong>cazioni anche<br />

in merito alla necessaria “chiarezza sui compiti specifici<br />

spettanti al sacerdote”, sull’attenzione ai <strong>di</strong>fferenti<br />

contesti culturali (inculturazione) e anche sulla partecipazione<br />

alla messa trasmessa attraverso ra<strong>di</strong>o e tv: “E’<br />

assai lodevole che anziani e malati partecipino alla santa<br />

Messa festiva attraverso le trasmissioni ra<strong>di</strong>otelevisive”<br />

ma non altrettanto può <strong>di</strong>rsi <strong>di</strong> chi così facendo “volesse<br />

<strong>di</strong>spensarsi dall'andare in chiesa per partecipare alla Celebrazione<br />

eucaristica nell'assemblea della Chiesa viva”:<br />

in questo caso non si adempie al precetto festivo.<br />

Il Papa pone l’accento sulla doverosa attenzione che la<br />

comunità cristiana deve prestare nei confronti dei malati,<br />

dei <strong>di</strong>sabili, dei carcerati, dei migranti. Spazio poi a gran<strong>di</strong><br />

e ristrette celebrazioni. Se le prime vanno limitate a situazioni<br />

straor<strong>di</strong>narie (fermo restando l’importanza degli<br />

incontri internazionali, per i quali il Papa consiglia l’uso<br />

della lingua latina, con l’eccezione delle letture, dell’omelia<br />

e della preghiera dei fedeli), per i piccoli gruppi<br />

Benedetto XVI ricorda che la scelta formativa che vi è<br />

sottesa deve essere armonizzata con l’insieme della proredenzione<br />

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