2007 - 04 - Ex Allievi di Padre Arturo D'Onofrio

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posta pastorale della diocesi. Infatti “tali esperienze perderebbero il loro carattere pedagogico, se fossero sentite in antagonismo o in parallelo rispetto alla vita della Chiesa particolare: a tale proposito, il Sinodo ha evidenziato che i piccoli gruppi devono servire a unificare la comunità, non a frammentarla; che ciò deve trovare convalida nella prassi concreta e infine che questi gruppi devono favorire la partecipazione fruttuosa dell'intera assemblea e preservare, per quanto possibile, l'unità della vita liturgica delle singole famiglie”. Il Papa ricorda anche la necessità di avere formatori preparati nelle comunità ecclesiali, con un “maggiore coinvolgimento delle Comunità di vita consacrata, dei movimenti e delle aggregazioni che, in forza dei loro propri carismi, possono arrecare nuovo slancio alla formazione cristiana”. Benedetto XVI segnala inoltre il legame fra celebrazione e adorazione (l’Eucaristia è data per essere a- dorata e per essere mangiata) e raccomanda la pratica dell’adorazione, anche perpetua: momenti che devono essere promossi sempre più anche dalle parrocchie e dai gruppi ecclesiali. E attenzione va posta al luogo in cui collocare all’interno della chiesa il tabernacolo. Parte Terza – L’Eucaristia, mistero da vivere Il sapore dell’Eucaristia deve spandersi in ogni attimo della quotidianità umana perché il cristiano possa veramente essere Figlio di Dio e ripagare il sacrificio che per lui è stato fatto in nome dell’Amore. E’ questa la chiave di lettura – tutta spirituale - che primeggia nella terza parte dell’esortazione, dedicata all’Eucaristia come “mistero da vivere”. Il sacrificio (etimologicamente, “fare sacro”) che si ripete sull’altare si riempie di significato pensando all’Eucaristia come culmine della vita comunitaria e simbolo del sacrificio di Cristo: il Dio Fatto Uomo, dice il Papa, invita gli uomini a vivere secondo l’insegnamento del Vangelo. Benedetto XVI pone l’accento sull’importanza del santificare la domenica (e cita Sant’Ignazio di Antiochia, per il quale i cristiani sono coloro che vivono “secondo la domenica”). Quindi, non l’ultimo giorno della settimana per “staccare dal lavoro”, ma il primo per celebrare la risurrezione di Cristo partecipando alla liturgia eucaristica con la propria comunità. Un giorno che dona nuova linfa per testimoniare il messaggio di Cristo. E’ per questo che dal pontefice arriva l’invito ad organizzare eventi collaterali alle messe, come feste per bambini, giovani e adulti, pellegrinaggi ed opere di carità. Il riposo domenicale deve aiutare a riconquistare la giusta proporzione delle cose: il lavoro non deve cioè essere considerato unico scopo della vita; anzi, è proprio vivendo la domenica che l’uomo trova il senso della propria vita e dello stesso lavoro che compie. L’attenzione del Papa continua sul giorno della domenica: Benedetto XVI ricorda che Messa e assemblea domenicale sono due realtà ben differenti (la prima è curata da un sacerdote, la seconda ne è priva e necessita per questo di una particolare cura nella preparazione della Liturgia della Parola), e indispensabile. La domenica, chiamata anche Dies Ecclesiae, è il giorno della comunità in cui ogni cristiano si sente parte dello stesso Corpo: così la Chiesa si respira e si vive in ambito diocesano e parrocchiale. Benedetto XVI invita ad abbandonare caratteri individualistici e ad abbracciare invece un sano senso di appartenenza alla propria realtà territoriale, come membra della Chiesa. Credere in Cristo va ben oltre insomma l’avere una convinzione privata: il richiamo è quello a trasformare l’Eucaristia in spiritualità e questa in vita per valorizzare l’altro che si incontra sulla propria strada ogni giorno. C’è un appello alle famiglie (ambiente privilegiato per l’educazione dei figli, perché l’amore tra uomo e donna sia vissuto “in santità”), e parallelamente la raccomandazione ai sacerdoti della “celebrazione quotidiana della santa Messa, anche quando non ci fosse partecipazione di fedeli”. Ricordando poi i consacrati, Benedetto X- VI parla di “verginità consacrata” riconducendo la forza della testimonianza al mistero dell’Eucaristia e al rapporto con lo Sposo. Ma è una “regola d’oro” che il Papa ricorda in modo particolare: quella di scoprire la purezza e l’immensità dell’Amore di Cristo nella propria vocazione. Una testimonianza che il Papa ricorda in modo particolare ai legislatori, perché difendano la “vita u- mana, dal concepimento fino alla morte naturale, la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, la libertà di educazione dei figli e la promozione del bene comune in tutte le sue forme” (par. 83). Comunicare Cristo deve essere l’obiettivo della Chiesa e di ogni fedele, senza se e senza ma, fino al martirio se necessario. In questo disegno si spiega il “lavoro missionario” per annunciare Cristo e il suo messaggio di salvezza cui fa riferimento il Papa ringraziando quei sacerdoti e vescovi, consacrati e laici che compiono la missione in luoghi privi di libertà religiosa. Negli ultimi paragrafi, poi, Benedetto XVI esplicita l’aspetto sociale del messaggio evangelico che passa attraverso il mistero dell’Eucaristia: riconciliarsi e creare occasioni di dialogo volte alla pace e a restituire dignità ad ogni uomo sono le parole chiave per combattere la disparità tra ricchi e poveri e mettere a tacere le armi. E punta il dito (n° 80) su chi sfrutta le risorse per accrescere gli armamenti: decisi richiami all’attualità che non devono restare inascoltati e che, infine, si incrociano con la dottrina sociale della Chiesa. Così, dopo un ultimo appello a comportarsi responsabilmente per la salvaguardia del creato quale dono di Dio, Benedetto XVI accoglie la proposta del Sinodo per la promozione della dottrina tra i fedeli attraverso la divulgazione di un Compendio che aiuti a comprendere la celebrazione dell’Eucaristia e l’adorazione del Santissimo Sacramento. In questo lungo percorso sull’Eucaristia, metafora - e allo stesso tempo - significato pieno della vita, la grande e rassicurante consapevolezza che sostiene il cristiano è quella che Benedetto XVI segnala nella preghiera di conclusione: “La vera gioia è riconoscere che il Signore rimane tra noi, compagno fedele del nostro cammino”. sintesi di Daniele Lorenzi - Sara Bauducco Fonte: www.Korazym.org redenzione - 20
Via Crucis Vivente È tempo che qualcosa cambi! Se davvero arrivasse qualcuno, capace di rimettere tutto di nuovo a posto, e rendere tutto di nuovo sano, che tutto avesse nelle mani, persino il potere di giudicare il bene e il male! Non hanno detto questo i profeti? Un Sovrano più saggio, un leader, meglio ancora un guaritore. Ai suoi piedi io stenderei persino i miei vestiti, un tappeto rosso, perché non inciampi. In due delle nostre parrocchie, il Venerdì Santo, si è svolta la rappressentazione della Passione di nostro Signore Gesu Cristo, vediamo brevemente come sono andate le due manifestazioni: Visciano: Parrocchia S. Maria Assunta in Cielo Si è svolta, all’ombra del Campanile, il Venerdì Santo, la rappresentazione della Passione e morte di Gesù. La messa in scena delle ultime ore della vita terrena di Cristo ha visto la partecipazione di un vero “fiume umano”, come non si vedeva da anni. La presenza di tanta gente dà un’idea del bisogno di vivere la fede. La manifestazione che è iniziata alle 20.30 si è protratta fino alle 23. L’ora troppo tarda non ha però scoraggiato la gente che ha seguito le varie scene, soprattutto la Via Crucis resa ancora più suggestiva dal buio, fino alla crocifisione di Gesù e dei ladroni dove si è raggiunto il pathos maggiore. Maria La Manna Torre Annunziata: Parrocchia S. Michele Arcangelo a Cattori La Via Crucis vivente, che ha visto la partecipazione di un centinaio di personaggi tra ragazzi, giovani e adulti, ha voluto dare un messaggio di speranza a quanti nella vita sono alla ricerca di un senso, di quanti non riconoscono in Gesù la Vita vera, di quanti vivono disperati nell'ora della prova. Sicuramente nel cuore di tanti che hanno partecipato con fede "qualcosa è cambiato": le lacrime che scendevano sul volto della gente nel vedere Gesù morire tra le onde del mare che sono state l'espressione concreta di un animo fortemente toccato dall'amore di Dio. Colgo l'occasione di ringraziare a nome della Comunità Parrocchiale S. Michele Arcangelo, tutti coloro che hanno partecipato e si sono prodigati per la realizzazione di tale evento religioso. Grazie di cuore! P. Domenico La Manna Visciano-NA 10 Aprile 2007: “Festa degli Anziani” Allegria e tanta voglia di stare assieme nella festa degli anziani, tenutasi martedì 10 aprile a Visciano. Un appuntamento solitamente invernale, e per la prima volta ora anche primaverile, che si ripete ininterrottamente ormai da diversi anni. Nei locali dell’Oasi di Maria, con l'organizzazione della parrocchia e dell’Oratorio San Luigi, si sono ritrovati ben 142 nonni, i quali hanno partecipato gioiosamente all'incontro conviviale. E' stato un giorno di festa per tutta la comunità. Nella Chiesa parrocchiale gremita per la celebrazione eucaristica, ebbe inizio una giornata intensa per la spiritualità e i momenti conviviali. Padre Mario ha coinvolto l'assemblea impartendo I'unzione degli infermi. Con uno spirito rinnovato i presenti, dopo la S. Messa, sono stati accolti nell’Oasi di Maria per il pranzo. Le scenette e le canzoni preparate dagli animatori hanno accompagnato un pomeriggio di festa ricco di allegria, con la partecipazione di alcuni anziani nei canti e nei balli. A conclusione della giornata è stato rinnovato l'appuntamento per il prossimo anno. Felice D’Onofrio redenzione - 21
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