Il debito pubblico italiano dall'Unita' - Banca d'Italia
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La circolazione di Stato 21 comprende biglietti e monete di Stato ed è calcolata al netto delle<br />
giacenze presso il Tesoro e di quelle presso la <strong>Banca</strong> d’Italia, queste ultime sono indicate tra le altre<br />
passività e incluse nella categoria SEC AF.4. Sono stati inclusi anche i biglietti del corso forzoso e<br />
quelli emessi dal consorzio dell’Istituto di emissione in quanto l’operazione è stata effettuata per<br />
conto del Tesoro dello Stato (De Mattia, 1967 e 1990). Inoltre tali biglietti sono stati<br />
successivamente sostituiti con biglietti e buoni di cassa dello Stato. Per gli anni 1943-1945 sono<br />
comprese le AM-lire.<br />
I depositi in numerario di terzi presso la Cassa depositi e prestiti sono rilevati da varie fonti che<br />
fanno riferimento alla situazione contabile della Cassa depositi e prestiti fino al 2003; dal 2004, a<br />
seguito della trasformazione della Cassa in società per azioni e del trasferimento dei depositi al<br />
Ministero dell’Economia e delle finanze, i dati sono tratti dalla Tesoreria dello Stato.<br />
I depositi di enti non appartenenti alle Amministrazioni pubbliche presso la Tesoreria hanno<br />
rappresentato una delle aree di maggior complessità della rilevazione in quanto non è disponibile<br />
una lista analitica e aggiornata degli enti appartenenti al settore per ogni anno di rilevazione. Per gli<br />
anni a partire dal 1984, la serie riprende quella attualmente utilizzata nelle statistiche pubblicate<br />
dalla <strong>Banca</strong> d’Italia. Per gli anni precedenti, ai fini della classificazione dei depositi sono state fatte<br />
alcune ipotesi in merito alla natura delle disponibilità poste nei conti (ossia se si trattasse di<br />
disponibilità proprie dell’ente, e in questo caso essi rappresentino un <strong>debito</strong> dell’operatore <strong>pubblico</strong>,<br />
ovvero di somme che lo Stato dovesse retrocedere per effetto di disposizioni legislative). In linea<br />
generale, si è scelto di limitare l’analisi ai soli conti fruttiferi, ritenendo che questo potesse essere un<br />
primo fattore discriminante per isolare le componenti <strong>debito</strong>rie.<br />
La fonte informativa utilizzata per gli anni fino al 1983 è il Conto riassuntivo del Tesoro. Le prime<br />
informazioni di un qualche interesse sono rintracciabili intorno al 1907. I depositi inclusi in questa<br />
categoria sono: a) il conto corrente fruttifero con il Banco di Napoli e altri istituti, presente nel<br />
<strong>debito</strong> fluttuante; b) il conto corrente fruttifero delle Ferrovie dello Stato 22 e i vari conti fruttiferi<br />
speciali su cui veniva fatto affluire il netto ricavo dei prestiti ottenuti; c) i conti fruttiferi intestati<br />
all’Azienda nazionale idrogenazione combustibili, alle Assicurazioni Generali Trieste, alla<br />
Compagnia Imprese nazionali turistiche Italia-Africa, alla Cassa di Risparmio di Libia, alla Società<br />
per le importazioni-esportazioni. I valori dei conti di cui al punto c) sono peraltro di ammontare<br />
trascurabile; d) i conti correnti dell’Istituto per il credito alle imprese di pubblica utilità e del<br />
Crediop; e) il conto CEE-Risorse proprie in seguito agli approfondimenti seguiti alla decisione<br />
21<br />
22<br />
Non viene inclusa la cosiddetta circolazione per conto del commercio (costituita da biglietti emessi dagli istituti di<br />
emissione per proprio conto), in quanto essa rappresenta una passività degli istituti di emissione (cfr. De Mattia,<br />
1967 e 1990 e Gigliobianco, 1989).<br />
Cfr. Confalonieri (1986) p. 105.<br />
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