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Il debito pubblico italiano dall'Unita' - Banca d'Italia

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dei prestiti bancari inclusi a partire da quegli anni sulla base delle rilevazioni sistematiche della<br />

Centrale dei rischi non disponibile in precedenza. Inoltre, per quanto riguarda i titoli, per gli anni<br />

1934-1944 il dato potrebbe essere sottostimato in quanto, in mancanza di fonti sistematiche, esso è<br />

stato elaborato sulla base delle informazioni disponibili e dunque potrebbe non tenere<br />

adeguatamente conto di nuove emissioni collocate in quel periodo (cfr. nota 24).<br />

A partire dalla seconda metà degli anni novanta, il peso del <strong>debito</strong> delle Amministrazioni locali<br />

tende nuovamente a crescere, riflettendo il processo di decentramento e autonomia, anche<br />

finanziaria, avviato in quegli anni (per un maggior dettaglio sull’evoluzione recente delle<br />

componenti del <strong>debito</strong> delle Amministrazioni locali, cfr. <strong>Banca</strong> d’Italia, Supplemento al Bollettino<br />

statistico – <strong>Il</strong> Debito delle Amministrazioni Locali e Relazione annuale dell’ultimo quadriennio).<br />

4.4 La dinamica del <strong>debito</strong><br />

La dinamica del peso del <strong>debito</strong> riflette essenzialmente il fabbisogno finanziario delle<br />

Amministrazioni pubbliche e l’andamento dell’economia.<br />

Indicando con d<br />

t<br />

l’incidenza del <strong>debito</strong> sul prodotto al tempo t, con f<br />

t<br />

il peso del fabbisogno e con<br />

yt<br />

il tasso di crescita del prodotto nominale, si ha infatti che:<br />

(1)<br />

Δd<br />

t<br />

=<br />

f<br />

t<br />

− d<br />

t−1<br />

yt<br />

1+<br />

y<br />

t<br />

dove si ipotizza che il fabbisogno sia approssimativamente uguale alla variazione del <strong>debito</strong><br />

nominale:<br />

(2) Δ Dt<br />

≈ Ft<br />

Con riferimento a quest’ultima ipotesi, è opportuno ricordare i fattori che compongono la differenza<br />

tra la variazione del <strong>debito</strong> lordo e il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche: 1) la variazione<br />

dei depositi attivi del Tesoro presso la <strong>Banca</strong> d’Italia; 2) gli scarti e i premi all’emissione; 3)<br />

l’impatto del tasso di cambio; 4) altri fattori che incidono sul valore nominale delle passività ma<br />

non determinano transazioni in strumenti di <strong>debito</strong> (ad esempio la cancellazione di debiti). Negli<br />

ultimi quattro decenni l’andamento della variazione del <strong>debito</strong> e quello del fabbisogno sono stati<br />

analoghi (fig. 9) 47 . In prima approssimazione, ai fini di questo lavoro viene quindi utilizzata<br />

l’ipotesi sintetizzata dall’equazione (2) 48 .<br />

47<br />

Le significative differenze riscontrabili nel 1993 e 1994 sono dovute principalmente alla variazione dei depositi<br />

attivi del Tesoro presso la <strong>Banca</strong> d’Italia connessa con l’istituzione del conto disponibilità del Tesoro (oltre 16 e 17<br />

miliardi rispettivamente in ciascuno dei due anni). Inoltre, la differenza fra i due indicatori risente di un ampio<br />

impatto del tasso di cambio (circa 5 miliardi e mezzo) nel 1993 e di significativi scarti nel 1994 (quasi 5 miliardi). <strong>Il</strong><br />

24

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