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Appunti sulle resistenza a fatica - Cm.unisa.it - Università degli Studi ...

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1 INTRODUZIONE1.1 La rottura a <strong>fatica</strong>Si definisce <strong>fatica</strong> l’insieme di alterazioni che si hanno in un elemento strutturale, sottopostoa carichi variabili nel tempo, che possono portare al suo cedimento, anche se in esso siriscontrano sollec<strong>it</strong>azioni inferiori a quelle di rottura.L’applicazione di azioni esterne, su un qualsiasi elemento strutturale, fa nascere, all’internodi questo, delle tensioni che sono valutate sulla base della teoria dell’elastic<strong>it</strong>à (dopo averproceduto alla schematizzazione dell’elemento riducendolo ad un modello strutturale).Alla base della teoria, tra le altre ipotesi, si pongono quelle di omogene<strong>it</strong>à ed isotropia delmateriale, ma queste condizioni sono realizzate “in media”; infatti considerando un elementometallico si riscontra come esso sia formato da grani cristallini aventi dimensione,orientamento, composizione, variabili da punto a punto, ed ancora che vi sono altri elementidi disomogene<strong>it</strong>à locale quali cricche, inclusioni di grani, intagli, vacanze ecc.. Tutto questocomporta, per ognuno dei grani cristallini, una diversa risposta, alle sollec<strong>it</strong>azioni esterneapplicate sul pezzo, per cui si possono avere contemporaneamente grani che sopportano unatensione ancora al di sotto di quella del lim<strong>it</strong>e di elastic<strong>it</strong>à ed altri, anche contigui ai primi,che l’hanno superata e sono già deformati plasticamente; infine si deve far rilevare comeassieme alle deformazioni estensionali, si riscontrano scorrimenti tra i vari grani con eventualirotazioni che portano ad livellamento delle tensioni interne, queste deformazioni scompaionosolo in parte quando scompare la sollec<strong>it</strong>azione esterna.Da quanto scr<strong>it</strong>to si può trarre la conclusione che, un elemento pur soggetto ad un caricomassimo inferiore al lim<strong>it</strong>e elastico materiale, al momento della eliminazione del caricoapplicato, non r<strong>it</strong>ornerà al suo stato iniziale, ma rimarrà, in modo più o meno marcato,danneggiato, così come evidenziato nella figura che segue<strong>Appunti</strong> sulla <strong>resistenza</strong> a <strong>fatica</strong> A.A. 02/03 pag. 1.1

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