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Marzo - La Piazza Castel Madama

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10 Politica“<strong>La</strong> costruzione del Partito Democraticonelle Valli Aniene-Empolitana”Intervento introduttivo del Segretario DS Domenico FabianiIncontro-dibattito del 23 febbraio 2007I Democratici di Sinistra e la Margherita sono da tempo impegnatinella costruzione e nello sviluppo dell’Ulivo e del PartitoDemocratico. Naturalmente il soggetto politico che va formandosinon può essere né la somma degli iscritti né la lineamediana delle due politiche. Occorre sicuramente qualcosa dipiù, un valore aggiunto, che dia risposte attendibili, una lineadi sviluppo ed il profilo di una società desiderabile.Il nostro è un Paese che gioca da tempo una partita in difesa,anzi arretra, rispetto alle aspettative della società. <strong>La</strong> politicasconta un deficit di velocità, è incapace di adeguarsi allerichieste delle imprese, dei lavoratori, dei giovani e di chi,non più giovane, non vuole essere posto ai margini. Delineareuna via che abbia una visione completa del sistema, che trasformie modernizzi, che dia certezze ai giovani di un futuromigliore, così come i nostri padri hanno avuto, tale certezza,per noi. Il grande salto che abbiamo compiuto verso lamodernità nell’immediato dopoguerra, si è potuto realizzareproprio perché chi ha sofferto e lavorato aveva più che unasperanza di poter stare meglio, per sé e per i propri figli. Certamenteci rendiamo conto che oggi le aspettative sono diverse,più ampie, la situazione interna e internazionale complessa,ma la politica non può mancare l’appuntamento.Allora, se le ragioni storico-politiche della divisione dei partitidel Centro-Sinistra che si riconoscono nell’area del socialismo-riformistae cattolico-progressista, sono venute meno.Se conveniamo che la società, soprattutto nella sua parte piùgiovane, auspica un’unica forza che possa rappresentare leproprie istanze in un grande Partito della sinistra democratica,riformista e progressista, e questo è la naturale conseguenzadei percorsi che hanno portato il Partito ComunistaItaliano ad essere Democratici di Sinistra e la DemocraziaCristiana ad essere la Margherita ed entrambi, insieme a pezzidella società a confluire nell’Ulivo.Occorre, è ovvio, l’ulteriore passaggio, la nascita di una grandeaggregazione di Centro-Sinistra, l’asse della Coalizione, ilPartito Democratico!È necessario che si continui a dialogare con quelle forze politiche,ad oggi non convinte del nostro progetto, nonostante laloro naturale appartenenza politica all’area riformista e progressista,che costituiscono comunque l’ambito nel quale cimuoviamo e senza le quali il processo non è completo.Solo un grande Partito del Centro-Sinistra, può dare la spintapropulsiva alla politica italiana per la profonda opera dimodernizzazione e aggiungere valore in termini di opportunitàper la crescita complessiva della società. Il Partito Democraticodeve essere un processo che coinvolga la nostra gente,consapevole del raggiungimento di quegli obbiettivi cheinsieme stiamo delineando. Un’operazione politica che giàvede protagonisti i cittadini con i tanti incontri pubblici che sitengono in questi giorni sul tema.Dire che lo dobbiamo fare per semplificare il sistema politiconon basta.Dire che serve un partito riformista non è sufficiente.Dobbiamo entrare nel merito di un vero programma riformista,spiegare, cioè, che il Partito Democratico nasce per cambiaredavvero questo Paese, liberandolo dai corporativismi, diceto o di categoria. Discutere, per riconoscere in linea diprincipio gli stessi valori, non solo come una prova di democrazia,di ricerca del consenso, ma come conoscenza dellasocietà, dei suoi nodi analizzando il nostro passato i cui errorinon possono essere sottaciuti perché non può esserci riformismosenza lo studio critico della storia.Vogliamo mettere sempre al primo posto i contenuti dellaazione riformatrice facendoli nostri, e soprattutto rassicurarela società e motivarla al cambiamento.Abbandonare la tesiper cui ogni dissenso diventa un partito e lavorare nell’otticadi porre mano al compito connesso alle nostre radici percostruire un’Italia equa, solidale ma anche competitiva erigorosa. Le frizioni interne devono essere intese come dirittoal confronto, come stimolo per tutti alla ricerca dellanecessaria sintesi.Senza esercizi di storia immaginaria, è facile constatare quantova accadendo. Una parte della Destra regressista, cerca didimostrare al Paese che i riformisti hanno poco da proporre.Non possiamo permetterci di essere senza voce, dobbiamofare, invece, da contraltare ai massimalismi, essere incisivi ecapaci di imprimere modernità riformatrice, non inseguire lalinea della demagogia pseudoegualitaria.Questione centrale è che, pur nella moderazione, intesa comerealismo, riformismo e consapevolezza, l’Italia è assai cambiatae continua a cambiare facendo emergere nuove realtà sociali,scettiche nei confronti dei partiti, dobbiamo essere al passocon il mondo che muta, velocemente e profondamente.Il successo dipenderà prima di tutto dalla capacità di guardareavanti, armonizzando agli obbiettivi di crescita ed equità,tutti i capitoli che compongono lo stato sociale, compresoil tema della crescita del ruolo sociale delle imprese.Deve prevalere la prospettiva di innestare nella cultura dellasinistra italiana i temi tipici di un’analisi Liberale, dando attoche equità e lotta alla precarietà non sono antitetiche alleregole di mercato.Gli ultimi sviluppi politici e la crisi del governo Prodi misembra che rafforzino l’esigenza di una grande aggregazionenel Centro-Sinistra, che oltre a semplificare gli schieramentistimolerà gli altri partiti della coalizione a cercareforme analoghe di aggregazione. <strong>La</strong> destra dovrà faràaltrettanto.<strong>La</strong> semplificazione di tutto il panorama politico, in un sistemabipolare, rende matura, consapevole e stabile la forma digoverno del Paese.

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