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Catania, scendono le giornatedi lavoro effettuate dai bracciantiAlfio ManninoDai dati degli elenchi anagrafici del 2013 della provincia diCatania, emerge una diminuzione piuttosto contenuta diaddetti in quanto su oltre 31500 lavoratori del 2010 vi è uncalo di quasi 350 nel 2011 e di ulteriori 450 nel 2012 lavoratori esolo 210 nel 2013 ma ciò che preoccupa è la media delle giornateeffettuate dai lavoratori agricoli che passa da 130 nel 2010 a 115nel 2011 a 105 nel 2012 a 98 nel 2013. Non vi è una quindi unadiminuzione del numero di lavoratori consistente ma è diminuita lamedia delle giornate effettuate. Siamo in presenza, quindi, di unfenomeno che causa una diminuzione del reddito diretto dei lavoratorie la riduzione del sostegno al reddito per un ammontaremedio di 2000 euro l’anno nel 2012 rispetto al 2011 e di oltre 4000euro rispetto al 2010. Nelle nostre campagne migliaia di donne euomini vivono una condizione troppo spesso segnata dal mancatorispetto dei diritti contrattuali e della dignità umana basti pensareche sono costretti a lavorare per 8/ 9 ore al giorno per un salarioche spesso va dai 25 ai 40 euro. Almeno cinquemila lavoratori,inoltre, non raggiungono il numero di giornate minimo per accederealle tutele”.I dati dell’ISTAT dimostrano che in Sicilia è in corso da anni uncalo di occupati nel settore agricolo di quasi il 4% annui : infattinella nostra provincia, nel 2010 oltre 1000 braccianti agricolihanno perso il lavoro rispetto all’anno precedente. E come se nonbastasse, a causa delle attuali normative in materia previdenzialeed assistenziale (che non prevedono, di fatto, nessun ammortizzatoresociale per i braccianti agricoli che hanno perso il lavoro)circa 5 mila braccianti si sono ritrovati privi di sostegno al reddito.E’ importante fare una disamina su alcuni numeri che ci aiutano afare un’analisi puntuale della crisi agricola sicilianaIn Sicilia si concentra il 58 % della superficie agrumicola del paesecioè quasi 100.000 ettari. A fronte di una superficie del 58%, rispettoalla superficie nazionale, la produzione agrumicola sicilianarappresenta il 54% di quella nazionale. A Catania si produce quasiil 40% ( 60 milioni di quintali ) della produzione agrumicola sicilianapari a 15 milioni di quintali. Le aziende agrumicole della nostraprovincia sono circa 18.000, l’elevato numero mostra però lanotevole frammentazione produttiva, infatti il 59% ricade nelle dimensioniinferiori ad 1 ettaro, il 31% ha dimensioni tra 1 e 5 ettari,il 6,9% va da 5 a 50 ettari e solo il 20% delle aziende è associato. Ben 4896 aziende hanno assunto solo lavoratori a tempo determinato;24 aziende hanno assunto a tempo indeterminato e 100aziende hanno assunto sia tempo determinato che a tempo indeterminato.Le aziende che nel corso del 2010 hanno assunto lavoratoriextracomunitari sono 110 nel 2013 si arriva a165. Oltre l’80% della produzione agrumicola viene utilizzata per il mercatointerno solo il 6% è esportato all’estero e il 14% va ai mercati all’ingrossodel centro nord. Per quanto riguarda il valore delle produzioniin Sicilia nel 2010 è stato di oltre 620 milioni di euro nellaprovincia di Catania il valore della produzione agrumicola è di 220milioni.In Sicilia vi è una contrazione della produzione nell'ultimo quinquenniodel 16,1 %. Nel comparto agrumicolo nella nostra provincianel 2010 sono stati impegnati circa 14000 lavoratori a frontedi poco più di 30000 lavoratori dell’intero settore agricolo che svolgonocomplessivamente 4 milioni di giornate lavorative nel 2013appena 11000. All'inizio degli anni 2000 vi erano oltre 36000 lavoratorie si svolgevano quasi 5 milioni di giornate lavorative.Analizzando gli elenchi anagrafici emerge che circa 5 mila lavoratorinon raggiungono il numero sufficiente di giornate lavorativeper aver diritto alla prestazione della disoccupazioneagricola.La media dei lavoratori extracomunitari presenti negli elenchianagrafici è leggermente crescita rispetto all’anno precedenteinfatti si passa da un dato inferiore al 3,5% al 5%. Nei comuniagrumetati (Adrano, Biancavilla, Paternò, Scordia, Palagonia,Acicatena, Acireale, ecc) la media di lavoratori extracomunitarinon superava il 6% ora è del 8.5% ma ciò che fa riflettere è lamedia di giornate per cui vengono assunti che va dai 10 ai 20giorni.C’è poi il lavoro nero, soprattutto di braccianti extracomunitari,soprattutto tunisini e marocchini. che sono ben di più di quelliregistrati negli elenchi appositi infat.Il calo della media delle giornate colpisce in modo particolare ilavoratori immigrati in quanto se è vero che sono raddoppiati,soprattutto a Paternò, siamo passati da circa 100 lavoratori nel2010 a circa 400 nel 2013, e la maggior parte dei lavoratori nonsupera la media di 10 giornate lavorative.I lavoratori extracomunitari presenti negli elenchi provengono ingran parte dalla Bulgaria e Romania e solo in forma residualesono i lavoratori che provengono dai paesi nord africani ( ciò cifa desumere che parecchi lavoratori provenienti dal Marocco,Tunisia, ecc sono impiegati in nero e con un salario che oscillatra i 20 e i 25 euro).La campagna agrumicola di quest’anno è stata segnata nonsolo dal costo bassissimo del prodotto, ma anche dalle tanteavversità atmosferiche che hanno messo in ginocchio l’interocomparto. I braccianti agricoli, che sono la parte più deboledella catena, troppo spesso, purtroppo, sono dimenticati dalleistituzioni; in particolare, quest’anno, i lavoratori in agricolturahanno effettuato poche giornate lavorative a causa delle avversitàclimatiche e rischiano di non raggiungere il numero minimodi giornate per usufruire della disoccupazione agricola.23febbraio2015 asud’europa 13

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