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Siracusa, calo dei coltivatori direttiVenera UccelloNel territorio siracusano le aziende agricole producono il12% della ricchezza regionale: circa 500 milioni di euro difatturato. Ma stentano a decollare le imprese gestite daigiovani che sono solo il 4% del totale, circa 300. Numeri in caloanche per tutte le altre aziende, in particolare la diminuzione si èconcentrata sulle aziende di piccola e media dimensione (inferioriai dieci ettari), che rappresentano l’87% del totale e sono diminuitesia di numero che di superficie. In controtendenza le grandiaziende che aumentano sia di numero che di superficie.I coltivatori diretti iscritti nel 2013 sono 2002, in calo rispetto ai2084 dell’anno precedente. Mentre aumentano le aziende agricole,da 435 a 458. Nel 2013, poi, il 15% della manodopera è risultatoessere straniera, contro l’11% del 2012. Tra le 14.673aziende censite in provincia di Siracusa nel 2013 solo 1.561 hannodenunciato utilizzo di manodopera non familiare, per un totale di13.357 lavoratori.Il comune con il maggior numero di aziende attive è Noto, con 345,seguito da Lentini con 235 e Siracusa con 220.Sul settore incide però la forte presenza della piaga del lavoro irregolare.L’irregolarità nei rapporti di lavoro produce effetti devastantianche sull’economia del territorio oltre che sulla sicurezzadelle condizioni di vita dei lavoratori.L’assenza di un contratto di lavoro preclude ogni garanzia di sicurezzanel caso di incidenti durante l’attività lavorativa, il mancatoversamento dei relativi contributi non consente l’assicurazionecontro il verificarsi della malattia e impedisce l’accesso alle formedi sostegno del reddito in caso di perdita del posto di lavoro. Inoltre,l’irregolarità nei rapporti di lavoro ha riflessi sull’economia: l’assenzadi un (corretto) contratto di lavoro incide notevolmentesui costi del personale dell’azienda irregolare e presenta conseguenzesul mercato, alterando la concorrenza.I controlli effettuati dall’Ispettorato del lavoro di Siracusa hannoevidenziato come negli ultimi tempi si sia diffuso anche il cosiddettolavoro “grigio”; si tratta di una condizione si semi-regolaritàin cui vengono parzialmente rispettate alcune leggi, masono diffuse pratiche irregolari come il secondo lavoro, l’evasionecontributiva, il fuori-busta, lo straordinario non dichiarato.Caltagirone, lavoratori immigrati impiegati con salari irrisoriNel territorio Calatino si sono evidenziati negli ultimi mesi alcunifatti estremamente gravi che riportano alla ribalta,semmai fossero stati mai oscurati, l'utilizzo illegale in attivitàagricole di numerosi lavoratori in nero. Già nei mesi scorsi unconsistente numero di cittadini stranieri, soprattutto africani, richiedentiasilo provenienti dal centro CARA di Mineo, che non possonoessere avviate al lavoro, in quanto in attesa dei necessaripermessi per il visto di rifugiati, sono stati impiegati da personaggisenza scrupoli e per un salario irrisorio di 15-20 euro al giorno,nelle attività di raccolta dell'uva da tavola o delle olive. Una situazione,che abbiamo potuto constatare direttamente e che, peraltro, è stata segnalata da lavoratori, che, oltre al fatto di non esserestati impiegati in tali attività per l'impossibilità a poter concorrerecon salari tanto irrisori, denunciano una contrazione dellegiornate di lavoro e una estensione generalizzata del lavoro nero.Con l'avvio della campagna di raccolta degli agrumi si va inoltreestendendo un utilizzo massiccio da parte di taluni Commerciantidi intere squadre formate quasi per intero da lavoratori rumeni,bulgari e di altri paesi dell'est europa, forniti dagli stessi commerciantidi furgoncini attrezzati, che vengono impiegati con retribuzionidi 30-35 euro e con un ricorso generalizzato al lavoro nero.I lavoratori di Palagonia, Scordia, Militello Ramacca, Mineo eGrammichele, generalmente impiegati in tale attività dal mesedi novembre ad aprile/maggio, anche in questo caso vedonodecisamente contrarre le giornate di lavoro e vedono in pericolol'ottenimento delle varie forme di assistenza e previdenza,oltre a pregiudicare il futuro pensionistico. A tutto questo si aggiungeil crescente ricorso a pensionati, che in virtù della lorocondizione di raggiunta tutela previdenziale, ingolfano il mercatodel lavoro con forme di utilizzo in nero, ricacciando gli attiviai margini dell'attività di raccolta. Nelle scorse settimaneabbiamo avuto incontri con gli organi ispettivi, che denuncianocarenza di copertura economica, e con il Prefetto per richiedereforme integrate di vigilanza interforze per presidiare il territorioe scoraggiare un tale massiccio ricorso a illegalità elavoro nero.Come sindacato del lavoratori agricoli abbiamo intrapreso unacapillare campagna di informazione e di presenza nei luoghi diraccolta degli addetti, convinti che il lavoro deve avere ugualedignità e uguale retribuzione, al di là del colore della pelle edella nazionalità del lavoratore.Nuccio Valenti20 23febbraio2015 asud’europa

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