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Pubblicato il Notiziario 28 - Associazione culturale Monti del Tezio

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20Leggete con calma questi versi e gustateli a fondo,non credo che si potrebbe descrivere megliouna esperienza sim<strong>il</strong>e.UN REFOLO TRA I RAMIurla latrati richiamicolpi di fuc<strong>il</strong>e guaitirombi di motorein fondo alla valleun refolo tra i ramisecchi scrosci di foglieechi confusi di passialle mie spallesole d’autunno sulla collinanel bosco di cerri s<strong>il</strong>enzioParliamoancora <strong>del</strong>laTOMBA <strong>del</strong>FAGGETO18 MARZO 2012Siamo ancora alla Tomba <strong>del</strong> Faggeto, maquesta volta lasciamo a Daniele Crotti l’incaricodi effettuare una cronaca, “Crottesche”,come usa chiamare lui queste sue esternazioni,sulla mattinata e su quanto lo ha colpito,più o meno positivamente.Ad essa facciamo seguire ancora una “epistola”di Paolo Piazza, in modo da poter completare<strong>il</strong> diario di questa nostra solita escursione,che, come tutte le altre, di scontato, perfortuna, non ha nulla.Alla tomba <strong>del</strong> faggetoIn una non bella giornata sul terminare<strong>del</strong>la stagione invernale… ci troviamo e ciritroviamo per guadagnare la misteriosatomba <strong>del</strong> faggeto.Quando mai ci sarà stato <strong>il</strong> faggeto? Oraci sono cerri, querce e altri alberi, ancoracompletamente spogli, e cespugli, cespuglida e di macchia mediterranea. Non eravamosoli. Un gruppo di venti e oltre persone,bambini, adulti, qualche anziano. Edun cagnetto. Non c’era s<strong>il</strong>enzio. L’abbaiaredei cani in fase di addestramento – a eper cosa non so; le urla dei loro addestratori,<strong>il</strong> cinguettio degli uccelli nell’attesa deipiù, poi al loro inevitab<strong>il</strong>e tacere i brusiidei meno attenti durante la camminata. Alnostro passaggio due prostitute all’opra dibuon mattino – e questo non consola; lafuga di uno scoiattolo forse impaurito – osarà stato <strong>il</strong> rumore dei non lontani motori?;la leggerezza <strong>del</strong>le conversazioni – manon tutte; la curiosità in attesa – per i neofitima non soltanto – di sapere <strong>del</strong> luogo.Aldo racconta <strong>del</strong>la civ<strong>il</strong>tà etrusca, gli attentiFrancesco, Mauro e Lino ci compattanoe ci invitano a sapere ascoltare e seguire<strong>il</strong> loro itinerario.Siamo dinanzi alla porta <strong>del</strong>la tomba: èuna porta lapidea chi si apre ruotando sudue cardini.Perché quassù questa tomba? Chi maici sarà stato sepolto? Ma è suggestivoriflettere su quanto ha suggerito Paolo:è rivolta verso est, dove sorge <strong>il</strong> sole, econ esso ogni nuovo mattino, quasi unarinascita quotidiana <strong>del</strong>la vita; ci si arrivacamminando, in salita, lentamente, ed ins<strong>il</strong>enzio, come muoversi verso un’altrastagione <strong>del</strong>la vita, verso una nuova metaed un nuovo principio; è la scelta di unanuova dimora quasi una speranza di unarinnovata vita futura – o che continua attraverso<strong>il</strong> ricordo di chi resta? O è soltantoun’<strong>il</strong>lusione? E ancora: la tomba – è lanecropoli, <strong>il</strong> corrispettivo <strong>del</strong> nostro cimitero- è salda, in pietra; resisterà alle intemperie,nei secoli e nei secoli, mentre glialloggi nei v<strong>il</strong>laggi erano di legno e fango.A dire che la vita terrena scompare ma restala memoria di un’altra vita? E la tomba,questa tomba – tutte le loro tombe? -, èin alto, verso la sommità, verso <strong>il</strong> cielo –mentre i v<strong>il</strong>laggi sono dappiedi alla collina;cosa pensare: la ricerca di una immortalità

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