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marzo-aprile 2007.pdf - Collegio San Giuseppe - Istituto De Merode

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Soprattutto, è importante essereconsapevoli che intervenire su unoggetto unico e irripetibile comel’opera d’arte è una grande assunzionedi responsabilità.***Gli interventi di restauro sono unmomento molto importante per laconoscenza di un’opera d’arte enon è raro che durante i lavori direstauro si assista a clamorose scoperte,intorno alle quali si accendeun interesse che varca i confinidegli addetti ai lavori.È così che alcuni grandi restauri si trasformanoin grandi eventi mediatici.Uno dei maggiori restauri del XX secolo èstato quello della Cappella Sistina inVaticano.La volta della Cappella Sistina, dipinta daMichelangelo Buonarroti tra il 1509 ed il1512, era offuscata dai fumi delle candelegià pochi decenni dopo la sua ultimazione;le candele erano l’unico mezzo di illuminazionee ne occorrevano centinaia per illuminarela vasta sala.Nei secoli successivi, per schiarire gli affreschivenne stesa sulla superficie uno strato di collache, cambiando l’indice di rifrazione dellaluce, dava un effetto di maggiore visibilità deidipinti. Purtroppo con il tempo la colla tendea scurirsi, offuscando ancora di più i dipinti.Nacque così la leggenda di un Michelangelopittore cupo, che amava il disegno, ma eraquasi indifferente al colore. Così lo viderogenerazioni di critici che ne scrissero, a partiredalla metà dell’Ottocento.Intorno alla fine del 1980 iniziarono i restauridegli affreschi e venne rimossa la colla scura, rivelando colorisplendenti e addirittura cangianti che Michelangelo aveva usato in manieramolto accesa per renderli godibilidal basso. L’inizio del restauro,con i risultati delle prime puliture,suscitò un clamore universale: icolori stavano ritrovando luminositàe splendore.Il risultato fu così sorprendenteche alcuni insinuarono che ilrestauro avesse danneggiato lapellicola pittorica originale, macon il tempo tutti si arresero all’evidenzache il restauro aveva svelatoun artista nuovo, capace dicurare il colore non meno deldisegno.CULTURATIME OUT • n°3 - 4 • Marzo/Aprile 2007 33

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